Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 17 - 15 settembre 1909

'52 RIVISTA POPOLARE gnificato esatto del vocabolo francese mufles e si arrischia la supposizione che possa c01·r'isponde1·ael e politicians » , nord-americano. No , mufle vuol dire ceffo , grugno e , pe1· fraslato, rr.ascherone, ed anche brutto arnese, persona antipatica e sprPgevole; ma, figuratamente, è termine molto volgm·e. n signm· Sorel ha quindi ltinciata al signor Jaurès un'ingiuria molto triviale, appunto da camelot dn Roi. Permette ad uno sconosciuto di congratularsi con Lei pe1· la sua risposta alle ingiurie del..... e pe1· la buona strigliata infiitta nell'ultima Ri viHta al menest1·ello Pascoli, valente latinista fin che si vuole, ma prosat01·e affettato e confuso, poeta t1·oppo gonfiato, Tart11fo del sentimento, stguace più di Bacco che di Apollo e piaggiatm·e sempre del potere. Come poeta, fa pensare t'l-oppoal « pasciuto Geremia » del Giusti , che « malinconicamente .. e sbadiglio in elegia ~ e gli affanni che non sente». Come pensnt01·t , dopo aver fatto per tanti anni il ribelle , allo scopo di abbagliare i suoi allievi del Liceo di Livorno, appena chiamato all' Uni· versità di Bologna , corse a Pietrasanta a tentar di falsificare la figura del Carducci, facendone quasi un cristiano. A pi·oposito del Carducci, piacque agli onesti il modo fe1·mo e dignitoso, ma abbastanzri ngum·doso, col quale Ella seppe rintuzzare l' olfraggio, ve1·0 o mentito , di un morto. Accennando ai subiti scatti ed ai giudizi spesso precipitati e ingiusti del Cantore di Satana, poteva ricordare ehe, da gfovarie, calunniò, per m,ventatezza, quel Mazzini al quale p·ofessò poi tanta riverenza.. Il passaggio delle prosP di G. Carducci , nel quale esso paragona G. Mazzini ad un Sultano dei rivoluzionari, che, stando al sicuro, manda i suoi Seidi ad eseguire sentenze di morte» mi capitò sott'occhio, gio'rni sono; ma poi non mi {<'1 più possibile di ritrova1·lo. Mi creda, con rispetto e ammirazione. Un suo abbonato Abbiamo pubblicato questa letterina anonima , non tanto per la. corretta tradnzion~ della parola mufies quanto perchè ci porge l'occasione di far cenno ai nostri lettori di una strana polemica con un .... morto cui fu costretto il direttore della Rivista. Si tratta di questo: Un giornalista della specie più abbietta non contento di averlo ingiuriato turpemente e ripetutamente per la parte presa nella Camera nella discussione delle Convenzioni marittime, vedendo che l' on. Colajanni non l'onorava nemmeno del s110 disprezzo, pubblicò un biglietto di Carducci, che detto giornalista dichiarò di avere ricevuto nel 1893 all' epoca della lotta del Colajanni contro la Banca Romana e in occasione di una polemica sull'ode alla guerra, determinata da una conferenza del primo contro la guerra tenuta in Milano in maggio dello stesso anno. In tale biglietto il Carducri trattava Colajanni da ridicolo fa1·abutto. ll direttore della Rivista non avrebbe neppure rilevato l'ignobile espediente cui ricorae il giornalista diffamatore se i repubblicani di Livorno e della Toscana non lo avessero insistentemente e vivamente pregato di rispondere nella. Ragione di Roma. E Colajanni li contentò ribattendo colla massima serenità le ingiurie del grande poeta, evitando scrupolosamente di dire a Carducci m01·to ciò che avrebbe saputo e potuto dire a Carducci vivo. Ma non avremmo neppure accennato a questo episodio polemico se non ci fosse dell'altro e di peg~io. I repubblicani d1 Livorno ripubblicarono a parte a migliaia di copie la risposta di Colajanni; ma il Questore non ne permise la pubblicazione. L'articolo della Ragione non conteneva una sola sillaba contro il Re , contro le istituzioni , contro i ministri, contro le leggi ; nemmeno contro il Cantore di Satana. L'articolo poteva soltanto riuscire assai ostico al giornalista difensore delle Convenzioni marittime. Ora che dire di un alto funzionario, che scende tanto in basso da violare le leggi ..... e la decenza a difesa di un miHerabile , ci::ie non ha altro merito se non quello di essere caro alla ditta Piaggio? Qnesto signor Qnestore Cosentino dev' el'!sere un mascalzone degno di fare il paio con quei funzionari che il giorno 8 luglio sguinzagliarono la sbirraglia contro la colossale dimostrazione, che Roma fece all'ou. Colajanni in Piazza Montecitorio e in Piazza Colonna. Allora il Colajanni se ne usci soltanto con degli urti , con dei cazzotti flomministratogli dalle guardie, perchè un tenente dei Carabinieri, H signo1· Cassetta, conscio del suo alt:.ocompito di difensore dell'ordine vero, si adoperò colla massima energia a frenare il furore d;l canagliume qnesturinesco. I repnbblimmi di Livorno vorrebbero, che qualche deputato di Estrema denunziasse alla Camera l'arbitrio inqualificabile e vergognoso commesso dal Questore Cosent,ino Ma non ne vale la pena; tanto µiù che c'è da pre~umere che egli abbia interpretate bene le in•• tenzioni o eseguiti gli ordini di Palazzo Braschi. La denunzia nella Camera gli prccurerebbe nna promo z10ne. Il neo-maltusianismo In Tribunale. L'ultimo num. del Me1·c1.t1d·eFrance (16 Ago~to) nella rnbrica: Q,uistionigiuridiche ci dà notizia di uua strana sentenza der Tribunale correzionale dt Rouen del 12 maggio 1909. Il Tribunale con una sna sentenza condannava due individui accusati di avere distribuiti a Sotteville delle stampe e dei libri che offendevano i buoni costumi e per avere esposto in pubbli00 degli oggetti osceni. Questi libri non erano altro che delle pubblicazioni in senso maltusiano e che davano norme e con:::1igliper evitare i concepimenti. La sentenza dà la misura della grande preoccupaz~one dei francesi per la di minuizione della popolazione. Iosè Thery fa seg11irealla r,,entenza questi commenti che ci sembrano giusti e degni di essere conosciuli: e La libertà di concepire è tanto naturale r:;e non di più - quanto tntte le altre libertà nelle quali oi scorg-e un segno di progresso sociale ». e La Fra.ncia si spopola ! si dirà. Ebbene coloro che soffrono di questo spopolamento procreino senza tregua; nessuno ostacolerà i loro esercizi di moltiplicazione. Ma in forza di qnale li,gge s'imporrebbero dei figli a coloro, che non ne vogliono, come s'impongono dei centesimi adrlizionali per riparare al deficit di un bilancio? ». e La proibizione di amare per motivi diversi di quelli dellit procreazione si comprende in una. _iegge religiosa. Al di fuori di questo dominio, in cm una legge divina ordina e impone senza che sia permesso di discutere le sue volontà, l'obbligo di procreare dei figli non può giustificarsi ». e E poi bisogna essere logici. Se indicare i mezzi di prevenire il concepimento è un reato, è tale quello di adoperarli. In conseguenza dovrebbe essere punito chiunque sarà convinto di aver gustato i piaceri deil'amore e tentato di impedirne le conseguenze. Allora qnanti cittadini e e quante cittadine saranno condannati ! ». e Ogni civiltà sviluppandosi ingrandisce la parte che l'amore rappresenta nella vita sociale. Tra noi, oggi, l'amore è indiscutibilmente la grande forza, cni si riattaccano tutti gli eroismi e tutti i delitti. A misura che la sua parte ingrandisce il suo scopo cambia. I popoli primitivi non trovano, che la soddisfazione di un istinto, che assicura la perpetuazione della specie; i graziosi passaggeri della barca di cite1·a vi

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