Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 17 - 15 settembre 1909

K1V1STA prova il bisogno di irraggiami in una idea morale, di erigersi in Regno delle Ragione e della Verità. Questa _doppia aspirazione si è incarnata in quel partito pedantocratico che il Peguy ha chiamaco « il partito intellettuale moderno » e <li cui egli ha tanto vigorosamente e sottilmente prospettata la psicologia. Essa si incarna ancora (ed è tutt'una in vero dire) nella moderna religione di Stato. . Questa religione non è nuova. Essa è un legato dell'Antico Regime trasmesso dagli uomini dal 1789 dei quali molti , se condo l'ossavazione di Giorgio So, el, erano antichi curiali ex !Pgulei (1) restati fanatici della legalità e ddlo Stato. Og~i la idea dello Stato conserva tutto il suo prestigio nell'ambiente intellettuale ove regna lo spirito laico pretesco notevolmente presso gli adepti del socialismo ?arlamentare alla Jaurès. L' idea dello Stato è un idolo esigc:nte, geloso e temib le. [ suoi grandi preti del 1793, i Robespierre ed i Saint Just &i credettero gli esecutori di un mandato metafisico e morale al servizio del quale spiegarono un zelo terribile. Lo spirito pre• tt:sco-laico_ è naturalmente incline alla crudeltà, si so.idisfa quando lo ri.:hiedono le circostanze con la violenza. La violenza prol1::taria, secondo il Sorel, non sarà tanto ven dica ti va come la violenza giacobina perchè non sarà più nè statale nè sacerdotale:. L.:iò non è sicuro. Si può temere: che si illuda. Egli pTende degli esempi dalle guerre per dimostrare che i costumi della guerra e'lcludono la violenza frt:ddamente crudèle. Oblia che la guerra ha avuto anche i suoi fanatici ed i suoi mistici. Basta ricordarsi di Moltke che nel 187 r salutò la cadura di Parigi (< ricettacolo dei vizi dell' universo •· Il movimento proletario avrà verosimilmente, anch'esso i suoi profeti ed i suoi preti fanatici. Ci resta ora da dire qualche parola delle forme più volgari più basse e grossolane che riveste lo ~pirito laico-pretesco. Son quelle che riveste presso molti individui ai quaii la loro condizione sociale o la loro propria stoltezza dà l' illusione di una dignità, di una rispettabilità e di una moralità superiore. Qui ritroviamo la tribù degli (( onesti » infatuati di posa morale, dei filistei p~>ntificanti, dei funzionari confitti nel loro sacerdozio. Qui, b'!n inteso , lo spirito laico-pretesco si libera di tutto il suo conteuuto intellettuale o ideale. E possiamo ab· bondare negli esempi. Uri funzionario, giovane amabilissimo e senza posa quando lo si incontra al caffè o al circolo , cam - bia a vista quando esce: per far delle visite in compagnia della moglie e delle figlie. Porta la testa come un santissimo sacramento: si sente che va ad officiare come prete della Religione della Famiglia e della religione mond~na due religioni sacrosante agli occhi di ci:rte persone. Queste due rc:ligioni sono tabuiste. Rendono tabù (2) certe cose ,certe persone, certe, riti; certe, idee. Così in un'amministrazione di funzionari il matri• monio rende t'lbù. Un funzionario ammogl ato se falla è colpito meno severamente: di uno scapo_lo: per esempio non avrà traslocamento. L'osservonza dei riti mondani rende anche tabù. La nota più importante per un funzionario è la nota mondana. Uu funzionario che nelk note caratteristiche porta « Eccel1enti relazioni in città » (ciò che significa che fa visite nel mondo dei funzionari) è tabù. Il devoto della religione del mondo, come quello della religione dello Stato, è generalmente intollerante e vendicativo. Non toccate i suoi idoli. Non lo colpite chè ne colpireste la morale, la società ed altre cose rispettabili: in tutte le categorie sociali si trovano di codesti tartufi della morale. Lo spirito laico pretesco sotto le sue forme difforenti, spande sulla (r) L'autore ha basochiens, da basoche nome d' un antico tribunale parigino che derimeva i litigi fra curiali. N. d. R. (2) Sacro, inviolabile, inaccessibile - Termine esotico. N. d. R. PO.P0LARt 471 nostra epoca la gravità e la noia predetta da Stendhal e da lui preconizzata come la caratteristica della fu tura borghesia. E StenJhal si consolava di non esser venuto cinquant' anni più tardi al mondo, col p-..nsiero che avrebbe dovuto vivere in compagnia di preti laici, di (I scaccini Ji chit:se puritane , . [nsomma vediamo lo spir to laico pretesco tener un gran posto nel corso del secolo XIX e conservare ancora una gran le influenza al principio :iel nostro. Lamcnnais deplora va 1 'indiffaenza de. suoi contemporant:i in materia di religione. Aveva torto. li secolo Xl X è s1 ato un secolo di tede : fede scienufica , fodt: politica, fe,fo sociale, fede morale. Vi si è avuto un (( culto » per ogni sorta di cose : culto del Popolo (Michelcr, Quinet), culto degli eroi tC:arlyle) culto deila Donna, della famiglia della scienza del progresso dell' umanità dei grandi principi ecc. prima di ogn "'!tro il culto del verbo che resta il padrone del mond Non già che lo spii ito Lbe I! I ·antitesi dello spirito pretino, lo spirito dell'increduìità, d'1 orna e di irrispetto, lo spirito di scetti,:smo e di ìmmoralismo non abbia avuto fra noi rappresentanti. Esso ha suscitato cpt:re vigorose, profonde o sottili; si è incarnato nei grilli antisacerdotali di uno Stirner , nelle di atri be di un Nietzsche contro i " trafficanti del! 'ideale » 1 ndlo immoral,smo lucifo e sdegnoso di uno Stendhal nella sorridente ironia d'un Anatole France. Ma questo spirito non ha preso sulle credute folle non ha pt:netrato l'anima borghese e l' anima popolare sulla quale manìa rispettante t- la manìa pontificante conservano ogni loro potenza. Ciò che fa la forza dello spirito laico pretesco è che sfugge al ridicoio. E vi sfugge perchè troppo generalizzato. Di più non è molto appariscente : il prete laico passa inos5ervato non avendo costumi speciali. I motteggi di Voltaire, tanto temibili ai bonzi del suo tempo sarebbe disarmata contro quelli del nostro. Il prete laico forma legione, ed è ciò che lo rende intangibile. Forse non bisogna rimpiangerlo. Forse lo spirito pretesco si appiglia alle condizioni più essenziali della società umana. Forse l' uomo è tanto animale religioso quanto animale sociale. In ogni caso lo spirito laico pretesco non sembra prossimo a sparire. Non manca nè di fedeli per onorarlo , nè di pontdìci per coltivarlo. (Mercure de France , r0 settembre). + R. Brods: Il movimento a favore del voto alle donne. - Un numero crescente di donne si avvia verso le professioni libere, verso il conirnercio e t'industria, per guadagnarsi la vita, col proprio lavoro intellettuale e manuale. Tali donne s'interessano nello stesso tempo, alla soluzione dei problemi economici e politici. Accordare ii voto politico ai loro concorrenti maschi e rifiutarle alle femmine ,, significa mettere queste ultime in condizioni d'inferiorità rispetto ai primi, nella lotta per la vita. Mentre: presto i popoli di razza latina le donne sono giudicate soltanto dal punto di vista sessuale, cioè secondo la giovezza e la bdtà, presso gli anglo-sassoni, al contrario, la loro situazione si è resa più indipendente e tale da esser vicina al riconoscimento dei loro diritti umani. In America, presso alcuni Stati dell'ovest, le donne hanno già cttenuto il voto politico. Ma i conflitti sociali e i problemi politici difforenzia vano .s11ai poco i due sessi, perchè l'esperienza fatta in tali Stati possa confortare un giudizio decisivo sull'efficacia del suffragio. Negli Stati più evoluti dell'Est, il movimento femminista, benchè vigorosamente condotto non è riuscito nei risultati che se ne spera vano. I conflitti economici sono in essi troppo accesi, per dar posto al femminismo. Il voto alle donne non produrrà grandi mo:iificazioni. Là dove fu concesso, i conservatori inutilmente sperarono di averne vantaggio. Certo, lungo qualche tempo, l'influenza del femminismo riesce giovevole ai partiti religiosi. Ma l' opera educativa del voto apre poi dei nuovi orizzonti e libera Je

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