Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 17 - 15 settembre 1909

468 RIVISTA POPOLARE se stesso>> (pag. 75). ccLa Nave è laida sorella della Francesca da Rimini, perchè anch'essa è la celebrazione d'una città del silenzio. Ma laida, perchè la celebrazione. non esteticamente disinteressata si pavoneggia di 'falsi furori patriottici >>(p:1g. 109). In J<èdra il d'Annunzio è ritornato sui suoi passi. Per anni ed anni egli ha ri,•ucinato in una salsa stantÌft la materia, che cinque o dieci anni prima era servita all'elaborazione delle opere, ove, prima delle Laudi, fu proclamato l'avvento del supen10mo col suo patriottismo cannibalico e la sua moraltià incestuosa, omicida e scassinatrice di casse forti. Quasi antropofagi i personaggi: addirittura autofago è divenuto l'autore. Flaccida per decrcpitudine la materia; strana , afosa, opprimente di languore ed irritante per arida e slombatél violenza, la forma >> (pag. I 16). Il Borgese esaminando il mondo di Gabriele d' Annunzio e il ·conto consuntivo della sua opera in cui c' e mancanza di umanità e di simpatia , angustia e monotonia del suo mondo fantastico >> (pag. 127) avverte che nelle sue opere ci assedia le nari un tanfo tra di musco e di alcova, di \·ernice nuova e di profumi st 1ppati : e vi ronza sui timpani lo strascico di confuse musiche svanite. Quale caldo rappreso I Quale langu0re snervante! » ...... ccUn iniquo disgusto vi rende intolleranti. Oppressi dalla fatica di leggere , vi pare che le opere sottoposte alla vostra lettura siano state ge • nerate con grande stento e dolore. Nella rigidezza delle loro pieghe, nell'imbarazzata compostezza dei loro movimenti, essi tradiscono lo sforzo creativo. Le creature dannunziane, araldi di gioia e di forza, sembrano stanche di vivere fin dalla nascita, invocare con penoso anelito la fine del dramma o del romanzo in cui vivono per sommergersi nel mondo larvale, donde la mano del poeta le ha rilettunti suscitate» (pag. 134 e 135). <e L'arte dannunziana allatta le sue creature in un interminabile puerperio; e nessuno cresce così forte che possa staccarsi dal seno materno ~a1bettando: ora vado da me ..... La sua arte è esattamente imbottigliata, sigillata e numerata. NP varictor. E ciò che non varia nel flusso della vita , varia nel flusso della morte: si corrompe e perisce>> (pag. 137). u La sua invenzione, per dirla retoricamente ed orazianamente, difetta di pri nei pio, di mezzo e di fine >> (pag. 139). « Il suo stile è falso di una speciale falsità, ove la pompa estenore nasconde con cattiva coscienza la miseria delìa cosa detta >>(pag. 146). <e Come nel1' ispirazione del d'Annunzio il crimine la viltà la libidine animalesca è camuffata da eroismo, così nel suo stile si drappeggiano di paludamenti grandiosi anche le cose _più Yiete e più semplici >) (pa gina 150). <e Che cosa poteva essere la poesia di un poeta impregnato, a sua insaputa, di darvinismo e di materialismo? Una celebrazione edonistica della vita, una riduzione dello spirito alla materia, del- • l' uomo aìla cellula. L' efflato p·rnico , il panteìsmo dannunziano guardato bene addentro, rivela il più brutale materìalismo ..... Quindi le funzioni animali prendono in lui il sopravvento: nutrirsi, riprodursi godere Gsicamente (o gioire! o morire!); e le per~ cezioni sensuali vi detronizzano la ragione e il pensiero ..... » « Poichè non gli era possibile distruggere m sè defi11itivamente l'uomo, cercò di fabbricare l'uomo più vicino a lui o che a lui parve più vicino alla natura: il barbaro lussurioso e crudele. Ma questa lussuria è raffinata ; questa crudeltà è sadica, cioè raffinata anch'essa» (pag. 161). e< Tu.tto nell'arte dannunziana, si riduce a sensualità ed a lussuria. Ma questa sensualità non è turpiloquio e sconcezza; ma dolore ed ansiosa volontà di superamento. Questa tragica lussuria si presenta al giudizio del la storia purificata dal suo medesimo ::irdore. E in questo senso, diventa una fìgura altamente simbolica la meretrice dannunziana. Mila o Basililoa, che perisce trasfigurata, gridando nella sua bella fiam ma » (pag. 170). Abbiamo citato le pagrne del libro di Borgese e ne abbiamo citate moltissime affinchè nessuno possa rimproverarci di voler far dire, malignamente, all'autore ciò che egli non volle dire collo insieme e non con una frase staccata. Aggiungiamo che il Borgese, in, risposta afdi attacchi dei dannunziani nel Marzocco (18 luglio) ha ri··nangiato qualche po' della sua critica spietata. Ma questa resta incsora bilmente vera; e resta a dimostrare quanto torto abbiano avuto gl'It1liani ad applaudi re ed a pagare il dannunziano sporcamente corruttore e depravante benchè il critico abbia voluto trovare l'elemento rigeneratore nelle sue meretrici ..... E di fronte a questa critica noi domandiamo ai tanti procuratori del Re se lè pagine seducenti del d'Annunzio non sono assai più pericolose di tante altre anarchiche o socialiste che essi in altri tempi seqnestravano. Con ciò non intendiamo suggerire alc-rna forma di rerressione o di persecuzione giuridica. Ma se si crede che la corruzione e il pervertimento morale penetrino, per quanto scarsamente, nel cuore degli uomini attraverso alle impressioni, che suscitano le opere artistiche e letterarie - e noi lo crediamo - ci sembra che quanti non vogliono tale penetrazione abbiano il dovere di mettere alla gogna siffatta arte e siffatta letteratura denudandone il contenuto turpe e pericoloso. Lo Zonco ~IVI.STA DELLE RIVl5TE Enrico De Ma1·inis: La decadenza dell'Europa. - Due grandi avvenimenti si stanno svolgendo, che prepareranno la decadenza dell'Europa: la politica delle due Americhe, che va assumendo ogni giorno più un carattere unitario superiore antieuropeo e lo elev-amento storico del Giappone. Qut:sti due avvenimenti dicono che l'egemonia dell'Europa è finita e che una nuova civiltà è sorta. Da alcuni anni il governo federale del Nord-America ha slanciato il suo programma di unità oolitica e commerciale di tutti i paesi di America, fondato sulla dottrina di Monroe. Si cominciò col voto del ,Congresso di Washingto~ nel 1889 col quale si propose I' unione doganale di tùtti gli Stati di America; da questo tentativo sorse il Comitato permanente della Federazione internazionale delle repubbliche americane; e gli Stati Uniti nulla lasciano d'intentato per unire politica .. mente e commercialmente il Sud al Nord Amedea. Le due esposizioni di Chicago e di Saint Louis ebbero questo intento. La politica protezionista di tutti gli Stati di America non mira che ulla lo:ta contro l'Europa ed alia sua supremazia nel mondo. Già si proclama che il grande centro finan:-iario e commerciale non è più Londra, ma New York. C'è da sorridere, quindi, quando si lt:gge che la Germania e l'Inghilterra devono procurarsi l'alleanza degli Stati Uniti. La nuova tadjfa Payrze non è che la intensificazione del protezionismo dell'America del Nord contro l' Europa. Il carattere :rntieuropeo della politica degli Stati Uniti venne intuito, oltre che dagli scrittori di pvlitica e di economia, tra gli uomini di governo da Guglielmo 2°, da Go!uchowsky, da Luzzatti ecc. GI: Stati Uniti colla guerra di Cuba contro la Spagna divennero potenza coloaiale su vasto campo ; l' Inghilterra co 1

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