Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 17 - 15 settembre 1909

l\.1Vi:,1A in tale quantità c~n:ie in est~te;_i contadini possono quindi con un m1t11mo sacnfìz10 fare a meno del-:- 1' aiuto dei figli. Esse servono poi come scuole di perfezionament~ _ai giovan~, ~he ritr~vano spesso negli insegnanti 1 loro antichi maestr_i. . Le lezioni di agricoltura vengono impartite da! direttore della cattedra ambulante, che conosce i suoi allievi e le loro famiglie. Egli ha il suo campo d'azione appunto in quelle contrade, visita, consi - glia, aiuta i con!adini ,. ne a~quista \a fiducia con le conferenze ed 1 campi espenmental1. Basta questo per invogliare i contadini a mandare i figli alla scuola d'inverno. Dall'altro canto il direttore agricolo impara a conoscere positivamente le condizioni agricole di quel territorio , che è il luogo della· sua attività, scopre i bisogni, i desideri, i pregiudizi dei contadini ed in inverno può usufruire di tutto quanto ha appreso per rendere le sue lezioni interessanti di esempi e di p:uticolari e quindi enormemente profittevoli per gli allievi. Quale vasto campo d'a1,ione alle giovani energie di un direttore di cattedra ambulante e quale immenso vantaggio non ne può derivare all' agricoltura locale! E' tutto un ingranaggio di fatti, che concorre al progresso agricolo della Germania! _ . Un giovane volenteroso e~ce a 17 anni dal lic~o rimane per tre anni quale allievo in aziende agricole, frequenta indi l'università per tre, quattro, cinque anni, si laurea, ritorna per un paio d'anni alla vita pratica, è a 25 o 26 anni direttore di una cattedra agricola ed insegnante in una scuola ~i inverno. Alcuni anni di quella vita ed eccolo agricoltore o ritornare all'università per divenire insegnante d'agricoltura. E, senza timore d' erra~e non sarà un iosegnante teoretico, nel senso, che s1 suole dare a questa parola, cioè ignaro delle condizioni vere della vita dei campi. Questo è appunto il grande vantag~io delle scuole della Germania: il difficile compito della istruzione agraria è affidato ad uoni ni , che sono stati per lungo tempo agricoltori ed a contatto diretto colle classi agricole. Se a tutto ciò si aggiunge che tali scuole non causa no una grande spesa, si compren?erà , come sia giustificato il loro rapido propagarsi e co_mea~ esse sia riservato il più florido avvenire. Ed infatti in Germania si contavano nel 1870 12 di quesc scuole. di cui 11 nel solo piccolo gran ducato di Baden, dove domina la piccola e media proprietà ed è 'oggi così evoluta l'agricoltura; nel 1880 ve n~ erano 55; nel 1904, 200 con circa 7000 studenti, adesso il loro numero è di circa 300. Queste scuole, essendo istituzioni locali, sorgono col favore dei comuni o di enti privati; godono però tutte larghe sovvenzioni dallo Stato, + . 11' • l Tra le scuole, che hanno attrnenza a agnco tura si debbono infine notare le così dette <e scuole agrarie di perfetionamento ». • Venaono frequentate dai figli dei contadini, degli impiegati e dei giornalieri agricoli, su~ito a~- pena hanno terminato lo studio delle class~ obb~1: gatorie. L'insegnamento avviene nei &iorm_ festiv~ e nelle sere d'inverno ed è la continuazione dt quello ricevuto_ nelle, scuole pubbliche; m_ail m~ggior numero d1 ore e assegnato allo studto d~l~ aaricoltura. Gli scolari non pagano che un mm1mo ~ontributo, perchè la spesa di tali_ scuole si compendia nella remunerazione dell' 111segnante dell~ scuole pubbliche. Il loro numero nel _1902 era d1 1427 con la frequenza di 20,755 scolari I DoTT. G.\ETANO SABATINl UP,vLnK 467 GABRIELE D'ANNUNZIO Ci) Quando noi a dieci anni_ di d_istanza, ne_l 1~96 e nel 1906 scrivemmo che gli eroi dannunziam non rapprese~tavano che lo stat? d'animo, ~a :11en~alit~ e la moralità del d' Annunz10 fummo d1ch1arat1 dei calunniatori rhe nulla comprendevamo dell' arte dannunzian/ E di arte, in verità, dichiarammo sempre d' inten.derci poco. Ora è, ycnuto 3:lla l~c~ un libro di un competente e eh e stato rn attn temoi un ammiratore entusiasta di Gabriele d'Annun~io il Boraese che ci ha dato pienamente ra- ' h ) • d" t I ll gione, anzi_ ci_h~ ~uperati -. , e i qu~n o. - ~e- a severità dei g1ud1z1;e che si e convertito alla cnt1~a spietata per merito di Benedetto Croce, come dichiara in una Nota in fondo al volume. . Il Borge5e ammira sempre ~'artista, il l~tterato e seri ve : cc i suoi endecas1llab1 , le sue terzine , le sue quartine, i suoi periodi ~10~1sono soltanto. tra j più perfetti che la perfettiss1•ua let~eratu:a italiana abbia messi al mondo; ma considerati nella lor media, sono i più meravigliosi,.:· (pag_. 14r). cc Il suo stile detesta il sotterfugio; e rn questo senso non supera soltanto di mille ~ iglia _lo_sti~~ carducciano, ma, insieme, al manzo111ano, e 11 pi~ bello e perfetto di cui la moderna lettcr~tura st vanti .... Purismo e neologismo, Crusca e ribobolo, rivoluzione e pedante ria veni vano egual~nente n~- aate e superate. La materia verbale del d Annunzi~ ~e risulta fusa, compatta, armoniosa, esente d1 tumori e d'ingorghi: tutta una pasta calda cd omogenea ..... » (pag. _ 145). cc Ir~degn!lr:1e1~tc pa~ago_~at~ ai secentisti e ai decadenti, egli e giusto l ant1te~1 di costoro: artista di tale probità che il suo senti · mento di fronte alla parola è quasi religioso >> (pag. l 57). . . . . . Noi potremmo quasi ~onsent1.re rnte1amente H~ questo giudizio; m~ 001. non c1 occupammo mai del poeta; ma del 1111,;era?ileche non ha ~,lc~n contenuto morale che per mteresse pecun1ano e p~r lusingare le plebi d' imbeci_lli che egli det~sta, In certi momenti ha preteso d1 rappresentare il poeta nazionale della nuova Italia. Ora nel guardare il ~• Annunzio da questo lato il Boraese ci ha superati nel metterlo alla &ogna. D' À~nunzio si è affermato sempre quale s1 manifestò nella sua primissima ora satanica_ (pag. ~4). « Per lui non esiste altra gioia che la ·~10ia fisica, così non esiste altro dolore. (:he lo sp:.is1mo c_orpo· rale » (pag. 39). a: Giovanni Episcopo _non e che d'Annunzio>> (pag. 57). « L'elemento eroico e gue~-· resco in d'Annunzio non è che una droga afrodisiaca » (pag. 66). _ « L' ide~l tipo lq,tino non potev~ venire alla luce rn un d Annunzio tormentato dai pregiudizi umanitari e morali e cupi~o, _sia pure nelle rare intermittenze della sua vigona_ fis10lo: gica, di convertire in bontà la sua luss~na. ~gh era conscio allora della menzogna .. Il bellicoso. imperialismo, :1vulso da un~ bas_e,na~ionale o so~iale, si rivelava nella sua s1ncenta d1 furore sadico e le imprese generose si riduc~vano ~l lubric~ ~og_n~ di strozzare un amante per liberarsi dalla sch1av1tu carnale e per sfogarsi, magari, sul cadavere >>(p. 68): cc Clamorosamente il deputato della Bellezza salto dall' estrema destra ali' estrema sinistra : _« lo vado verso La Vita »; la Vita, la quale cons1ste nel la carneficina e nello stupro, come la Bellezza, _nas_ce dal sogno di una siffatta Vita. Fu acc~~ato d 1stnonismo. A torto. No,n mai uomo fu pm coerente a (r) G. A. Boryese - Gabriele d' Annunrio - Napoli. Riccardo Riccardi, 19t9, L. 2,50.

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