Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 14 - 31 luglio 1909

RIVISTA POPOLARE 367 Melilla sono tutt'altro che rosee : nonostante le mutilazioni e le soppressioni dei telegrammi le notizie giungono e fanno prevedere che pre1:1tole condizioni àel presidio spagnuolo diventeranno disperate. I cerc~tori.:di allori militari avranno avuto quello che mentano. Però se non possiamo fare previsioni, possiamo fare un 'augurio, que.3to: che la Spagna si liberi dallo sciocco reattolo allievo e protettore-protetto dei gesuiti e lo mandi a far compagnia a gli altri della famiglia cac0iati a pedate dai troni che ressero colle o-iac~latorie e l'aspersorio e che un governo libero 0 e forte sollevi quella disgraziata regione e la metta sulla via della liberta, e del progresso. + Addosso a chi denunzia le porcherie elettorali. -Produsse una grande impressione a s110 tempo un telegramma del sottoprefetto di S. Angelo dei Lombardi rivolto ai sin1faci dell'omovimo Collegio e col quale si part.iva in gnerra contro il candidato di oppoAizione e in difosa del candidato governativo Era un documento dei più vergognosi sulla ingerenza del governo nelle elezioni; un documento che non venne somministrato dai prefetti di Napoleone 3° ai tempi delle famose candidature ufficiali. Quando fn letto alla Camera l' on. Giolitti ne provò vergogna e facendo bonne mine d mauvais jeu finse di ridere col resto dei deputati, pur sconfessando il suo funzionRrio ... Ma egli, però, ha pensato di punire il sindaco fedifrago, che ha fatto scoprire la criminosa ingerenza del Sottoprefetto ; perciò ba fatto procedere al sequestro del telegramma ed ha fatto iniziRre un processo ...... Un colmo! non è vero? Si è al colmo della educazione politica del mezzogiorno; dove si vogliono deputati ascari, elettori corrotti e vili, sindaci servili e complici di funzionari. Ma giacchè siamo in tema di scandali elettorali voltiamoci nn po' al Nord per notare che il Tribunale di Brescia ha condannato parecchi individui per reato elettorale commesso nel Collegio di Bozzolo (Mantova) ... Bene, dunque I Ci sono dei giudici a Brescia. Non ci sarebbe che da rallegrarsene puramente e semplicemente. Il fatto di cronaca però merita speciale menzione per questtt circostanza; accanto ad un R. Notaio ed a parecchi preti venne processato e condannato .... un delegato di Pnbblica Sicurezza, l'ottimo signor Ettore Renzanico. Ma di che cosa erano essi accusati ? Di una cosa semplicissima: visto che nel Collegio di Bozzolo gli elettori legittimi stanno pei socialisti, il Delegato di Pubblica Sicurezza in una ai santi sacerdoti pensarono di creare un corpo elettorale per uso e consumo degli antisocialisti con delle iscrizioni ...... false I Ma quel Delegato di Pubblica Sicurezza agi di sua iniziativa? ..... Ecco il pnnto ! Comunq ne constatiamo che sotto la protezione del governo italiano si va dai mazzieri di De Bellis agli elettori falsi di Bozzolo. A quando il Regio decreto che sostituisce il Prefetto al corpo elettorale nella nomina dei doputati? + Le origini del problema meridionale. - Se non é ancora riso] uto - e ce ne vorrà parchè lo sia! - non si può , però , non ricono:icere che i snoi termini non siano noti dalle origini del Regno d'Italia. Ciò si può rilevA.re da nna pubblicazione apologetica di Liborio RJmano (1), il ministro del Borbon·e che rese possibile l'entrata di Garibaldi in Napoli senza alcuna re,,istenza di quelle truppe che al Volturno mostrarono di volere e di sapersi battere. Noi non porteremo alcun giudizio sul Romano - e fu dato sintetico e letterariamente bello in una epi- (1) Pietro Martl - Don Liborio Romano e la caduta dei Borboni - Lecce. Nuova cooperativa, 1909. grafe di Giovanni Bovio -; dobbiamo però nconoL 1 • • ' ' scere c e ' ex munstro borbonico cLe rese si grandi· servizi all'Unità d'Italia sin dai primi passi del nuovo Regno segnalò coraggiot;arnente e perspicuamente gli errori gravi che i governanti ibiliflni commettevano ai danni ?el Mez~ogiorno .. 'l'e.li errori sono catalogati ed esposti con chiarezza rn una lettera che Liborio Romano diresse al Conte di CRvonr , da Torino il 15 maggio J 86]. Talune previsioni del Romano su quello che poteva essere un governo di consorteria e sugli inconvenienti deJla piemontesizzazione del mezzogiorno si avverarono. Certi procedimenti finanziari scar,dalosi paiono ...... di og9;i. CoRì il buon Don Liborio Romano non poteva mandar giù che si fo'!sero fatti òue contratti per cessione di rendita napoletana a forfait ad un prezzo al disotto del valore di borsa. Di che egli occupassi anche in una interpellanza presentata alla Camera e discutendo su di un prestito di 500 milioni. Egli con rara acntezza segnalò i danni che alla indutJtria del mezzogiorno dovevano venire dall'improvvisa adozione del regime liherista. Le industrie locali non poterono resistere alla concorrenza e molte fabbriche sospesero il lavoro togliendo il pane a migliaia di operai. Qnesto brano della lettera del 1861 è di att11aiità .... oggi, nel 1909 qua.nJo ci avviciniamo alla celebr:-1zione del ninqua n tenario : e Sin dal prnuo arrivare di Garic baldi in Napoli, si è sempre parlato della necessità « di fare quante più si potes~ero opere pubbliche, per e dar lavoro e pane ~1 popolo che ne abbisognava. Ma e in veritA, o non se n'è fatta alcnna, o languidamente « sono state. continnat-e quelle che erano in corso >. e Nella impossibilità :li dar cominciame11to a grandi « opere pubbliche , per mancanza di mezzi, si pensò « da me attivar quelle riguardanti le strade ordinarie, « os~ia le strade comunali e distrettuali. Imperocchè « mi sembrò necessario rianimare in tutte le provincie e dell'ex regno la vita, l'industria, il commercio, stati « fino allora oppressi per difetto di com11nicazioni •. « Credei alt resi. che quella specie di opere pubbliche e fosse idonea a dar lavoro e pane alla intera famiglia e del povero, potendovi lavorare gli ucluali giornalieri, « le donne, i ragazzi, i vecchi, chiunque in somma e poteva trasportare la più picco!~, qua_ntità di pietre « o di terra da un hogo ad un altro ». « Su queste ved11te proposi, e fu sancito, il d~creto e del 23 geunaio 1861, con cui, dai 10 milioni di lire « promessi dal governo centrale con decreto degli 8 « del mese stesso , se ne destinarono cinque milioni e per le strade anzidette ». e Ne feci pure la ripartizione tra le provincie 7 e e istantanea.mente incnlcai la esecuzione di tali opere. « Però, quei dieci milioni non ftwono giammai s11e- • diti da Torino in Napoli, e non poter01io spendersi>. Liborio Romano che aveva deplorato le male arti della consorteria per l' affrettata annessione in vista dei mali, che andavano affacciandosi sull'orizzonte, perciò scriveva ad •m amico da Napoli il 22 dicembre 1862: « E pure il Ministero Spinelli dava l'ex regno al « Dittatore tranq 11illo, ricco , cont.-mto del!' espulsione « de' Borboni. Ora non abbi:..ru11 pubblica sicurezza, e non giustizia; siamo miseri, :-,contenti, compiutamente « piemontìzzati e compiutamente sgovernati. Maledirà e la storia a coloro che sono gli autori de' mali che e afiliggono le provincie meridionali o tutta Italia ". Non abbiamo creduto inutile que-;ta rievocazione - pur discutendo de toto sulla pretesa ricchezza del mezwgiorno quale lo li'l.sciarono i BorbJni: era una ricchezza fatta da ~limitatissimi bi:.;ogni , da un basso standard of life. Ma sentiamo il dovere di .ricordare che da alcuni anni in q uà i governanti volgono le cure al risorgimento materiale del mezzogiorno. Peccatl), però, che Giolitti

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