Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 14 - 31 luglio 1909

RIVISTA POPOLARE 383 li mette in valore, li utilizza, li estende, li sviluppa fino a farli involgere e paralizzare i cattivi : ed anche questo è nel vero, e non è che I' eftetto d'una visione più umana e profonda del vero stesso. Il paesaggio, poi, e, qui, il paesaggio sardo, così singolare, cosi caratteristico, non è fatto per far dello stile; non è composto d'aggettivi e d' avverbi; non è cincischiato .di minuzie descrittive e di reminiscenze classiche : è il mare in bonaccia con le sue chiazze variegate, è 18 foresta di lentischi e di pini cc,n le sue ombre e co' suoi profumi , è la montagna granitica, aspramente intagliata sul cielo, colle sue forre e coi suoi torrenti ; e la Sardegna è proprio la nostra Sardegna: è l'antica terra pelasgica ancora oggidì popolata di pastori e di cacciatori, dai costumi primitivi, dall'anima arcaica, dalle tradizioni patriarcali, tra i quali spira · come un affiato omerico resistente a tutte le imposizioni e superfetazioni della civiltà. E questo, anzi, è in certo qual modo il vero, il grande protagonista di « Amore ha cent'occhi »: il contrasto, o meglio l'antitesi, giacchè lotta propriamente non c'è, tra la Sardegna sarda, la Sardegna naturale, '1aSardegna indigena, la Sardegna profonda, e la Sardegna superficiale , la Sardegna esotica, la Sardegna artefatta, la Sardegna continentalizzata, quella delle novità, delle macchine, della burocrazia, dei carabinieri, dell'agronomia, degli affari. « Qui a nominar Leo », avrebbe potuto essere la divisa di Leo Rovenni, l'eroe del ndovo romanzo di Alfredo Baccelli, NELL'OMBRADRI VINTI (S. T. E. N.): eroe, diciamolo subito, cordiiilmente antipatico: tanto, che quando, nelle ultime pagine, noi lo vediamo vinto, prostrato, abbandonato, solo, navig!lre verso paesi lontani, verso l' ignoto, a cercarsi una rivincita problematica delle sconfitte patite in patria , ci riesce davvero difficile compatirlo, augurargli fortuna, e men che meno desiderarne il ritorno. Già, fin da ragazzo imponeva ai compagni di scuola il suo primato « con tal auperba arroganza , che tutti l'avevano :n uggia »; ed ora, giovanotto, nelle prime pagine del libro ci appare nella contemplazione d' un falco che ruota in caccia per l'aria, e nell'atto d'invidiarne le geste: ~ Coli 'occhio acuto come spada scorgere i piccoli esseri tremanti , e liberamente assegnare, come il re dei re, la vita o la morte 1 risparmiare o ghermire; godere, passando, del palpito pauroso dei perdonati; godere, ghermendo, della calda carne, del caldo sangue zampillante dagli squartati; sentir sotto gli artigli palpitare nell' ultima folle convulsione la vita, e suggere dal dilaniato corpo, come un magico liquore, rnlova essenza di vigore corporeo : ecco un bel dono di vita : di vera, possente vita ». Molto bene! È il programma del superuomo, dell 'egoarca : almeno, così si chiama nella letteratura e nella filosofia aristoborghese; nella cronaca nera dei giornali e nei diari criminali della questura, ha nomi più sinceri e perciò più plebei : ,i chiama , chi coltiva ed attua siffatto programma d' energia e di dominio, teppista o mafioso, barabba o picciotto di sgarro, secondo i paesi: e finisce, fortunatamente , .o sbudellato da qualche degno collega , o , come si conviene a un adoratore della forza, forzato. Il Baccelli non fa, invero, l'apologia del suo soggetto, anzi cattivo soggetto, pel quale non mostra che un 'assai mediocre simpatia; ma neppure ne mostra molta per gli altri suoi per• sonaggi, o insignificanti, o malaticci , o sciocchi, o malvagi: sicchè il suo mondo sembra creato apposta per far pendant, a rovescio , a quello del Farina , e per farci desiderare d 'uscirne al più presto ; e tanto più , che anche come opera d'arte, come stile, come form<1, questo mi sembra un lavoro mancato , poichè non esce , proprio , dalla mediocrità : e da un uomo della fama e della condizione letteraria e politica di Alfredo Baccelli si può e si deve , francamente , aspettarsi e pretender di più. Scrive meglio , assai meglio , almeno a giudicar dal con - fronto fra i due più recenti volumi dell'uno e dell'altro, un quasi sconosciuto, un modesto professorello di scuola normale, Pie• tro Mlcholi , che stampa egli pure un romanzo , RIBELLIONE, pel quale però non ha trovate spalancate ad a :coglierlo tutte le grandi case editrici ed a festeggiarlo tutti i grandi giornali: l'edizione è del Lapi, di Città di Castello, ed ha l' aspetto d i quelle che tarrti poveri autori, anche di molto valore, ma di poca fortuna , fanno talvolta per conto loro ed a proprio ;ischio; e la pubblicità .... la faranno, penso, quei pochi e poco autorevoli critici , che la fanno disinteressatamente , inge• nuamente , semplic ,mente , ai soli libri che loro sembrano belli e buoni , senza badare ai nomi ed ai titoli ed alle aderenze degli autori. Io mi pregio d' essere uno di questi : ma confesso, anche, che ho letto con particolare interesse il romanzo del Micheli, perchè il suo eroe è un collega di lui e di me : collega, veramente, in un senso molto generico e vago: poichè si tratta d'un professore d'italiano in una regia scuola ..... di pollicoltura ! Ma non importa: le lettere non cessano d'essere lettere, e lettere t< belle », pel solo fatto che siano colti vate tra i capponi, tra le colombe o tra le faraone , piuttosto che tra le aquile o tra gli usignuoli o tra ì cigni. Giulio Ca vàrzere , però, se ne vergognava un poco, e non lo diceva se non vlera proprio costretto, e scusandosi, quasi, e giustificandosi d'avere accettato, e forse anche sollecitato, q_uel posto·; e ci restava, perchè , infine, lo stipendio era discreto, la residenza buona, la vita facile e poco dispendiosa, quasi in campagna, con un paesaggio incantevole e con un clima eccellente .... M:, io non· voglio mica raccontare tutta la storia: dirò solo, che , malgrado tutto questo, il Cavàrzere non restò a !ungo in quel posto: per quegli stessi grotteschi intrighi di partito, per quelle stesse grossolane manovre elettorali , per quegli stessi motivi d' interesse personale per cui era stata istituita, la scuola dei pà peri e dei tacchini venne soppresss: e il lette - rato, lo specialista di studi foscoliani ... app!icati, fino a quel giorno, alt' allevamento degli animali da cortile, dovette pensare ai casi suoi : ed è qui , che sta il nodo , il centro, il fulcro del romanzo: quante camorre, quante porcherie, quante vigliaccherie, quante violenze, bisognerebbe commettere, lasciar commettere , far commettere , per avere semplicemente quel che ci spetta, quello che altri ottiene ogni giorno. pianamente, semplicemente, senza sforz.o , anche mancando d'ogni condizione di legge e di diritto, solo perchè è figlio di Tizio, genero di Cajo, nipote di Sempronio, oppure perchè ci son di mezzo cambiali non pagate , vergogne che potrebbero venir fuori, pntti inconfessabili che si devon subire , o inframmettenze nascoste di donne, di prelati, di generali, di pezzi grossi della massoneria! Qui il Micheli, come del resto in tutto il libro, ha pagine meravigliose , che ne fanno , come dei migliori , romanzi del nostro Rovetta , un documento, e direi quasi un monu • mento , di questa nostra codarda e corrotta burocrazia borghese, di questo nostro intrigante e procacciante parlamentarismo bizantino. Ma non vorrei che si credesse il mio entusiasmo nato dalla tesi, e dal modo sostanziale di svolgerla, solamente: mi preme di rammentar subito a chi mi legge da un pezzo, che io ho spesso parlato con vJvo calore d'ammirazione anche di libri inspirati a tutt' altre i'.iee ; e d' assicurarlo , che il Micheh è prima di tutto e sopratutto un artista : che le idee , nel suo romanzo, s'incarnano in persone vive ,.non in fanto::ci; che esse parlano, agiscono, pensano, si muovono, s'appassionano, ;J

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