374 RIVISTA POPOLARE all'inatteso avvenimento: Paix au dehors - Detente au dedans. Egli i neggia alla caduta di Clemenceau come al la fine della tirannia all'interno e alla sicurezza acquistata della pace all'estero. Ora tutto ciò non è soltanto rettorica bolsa, ma è vera <liso• nestà politica e bassa soddisfazione personale e sfogo di risentimenti personali ». + <e Io non ho l'autorità di difendere Clemenceau; mealio ancora: di fronte a quanti non si lasciano guida re da preguidizi chauvinistes Clemencea1:1 non ha bisogno della mia difesa. Comunque m1 permetterò una breve analisi del binomio su cui è basato l'articolo di Jaurès per dimostrarne tutta la ing-iustizia sua, che non può certamente esercitare una benefica influenza educativa. « Comincio dal secondo punto. Lo scrittore socialista si rallegra della caduta di Clemen_ce,au ~erchè essa produrrà la detente au dedans. Qut e evidente l'allusione alle repressioni fatte da Clemenceau del movimento meridionale per la crisi del vino, degli scioperi e della lotta contro i postelegrafici agli ordini del signor Pataud. <e La :iioia e la soddisfazione dei socialisti unificati, di cui Jaurès è l'esponente, sare~bero legittim~ s: i movimenti, cui prestarono occasione· le repress10111 dolorose di Clemenceau, nella loro sostanza fossero stati giudicati ragionevoli e giusti. Ma gli ste~si soci, listi·, la gran dissi ma maggioranza almeno, giudicarono sempre pazzesca la pretesa dei viticultori del Mezzo~iorno che sono rimasti vittime dell' eccesso di produzione del vino e di qualche sofi~ticazione da essi stess;i praticata. Poteva forse 11 go• verno della Repubblica costringere il mondo a bere il cattivo vino prodotto dal Mezzogiorno? E poteva il governo della Repubblica permettere e lasciare iGgigantire un movimento rivoluzionario senz.1 alcuna finalità? » « Così dicasi degli scioperi rivoluzionari e violenti. Si no a tanto che certe leggi ci sono bisogna farle rispettare; e che certi scioperi fossero irragionevoli si desume dal linguaggio degli stessi socialisti, che li sconsigliarono e non vollero assumerne la responsabilità. Lo stesso dicasi pel movimento di Pataud, col quale nè Jaures, 11è altri socialisti vollero dichiararsi solidali. « Ma a Clemenceau venne rimproverata la violen.za della repressione. Forse poteva essere più mite. Ma non è ingiusto renderlo responsabile di qualche eccesso commesso dai su bordi nati - tanto più che non poche volte questi furono poniti? « Per giudicare, quindi, della campagna odiosa di Jaurès e dei socialisti contro Clemeaceau ora e prima, su ques•o argomento, bisognerebbe riprodurre tutti gli articoli pubblicati da Morgari per i casi simili, che con tanta frequenza si ripetono in Italia. Il deputato socialista di Torino prese coraggios:1mente il toro per le corna; ma i socialisti franCèsi come quelli italiani non lo prendono nemmeno per la coda. Biasimano sì, gli errori e gli eccessi dei lavoratori; m:1 per non perderne il favore grida no ancora più forte contro le conseguenze fatali e dolorose che da quelli eccessi e da quelli errori derivano. La tattica è prudente, è comoda; non è altrettanto onesta e leale. - + « Ancora peggiore è la condotta di Jaurés nel giudicare Clemenceau in rapporto alla poli tic a estera della Francia. « Lo scrittore socialista rimprovera a Clemenceau di avere ricordato a Delcassé che egli condusse la Francia all'umiliazione di Algesiras come Hanoteaux l'aveva condotta all'umiliazione di Fashoda; non sa perdonargli sopratutto di avere affermato che la Francia se fosse stata forte avrebbe fatto prim~ la guerra ail' Inghilterra e poi alla Germania per non subire quelle due umiliazioni. Tali parole Jaurès le qualifica insensate; e tali che non dovevano far lasciare un minuto di più al governo della Francia l'uomo che le aveva pronunziate. « Insensate I Perchè? Forse non rispondono alla verità? Chiedete ai 40 milioni di francesi ciò che essi pensano di Fashoda e di Algesiras e vi risponderanno a quattr' occhi che se la Frnncia fosse stata forte avrebbe fatto la guerra all'Inghilterra prima e alla Germania dopo. « Le parole di Clemenceau furono imprudenti perchè rivelarono all'estero lo stato di animo della Francia in contrasto colle sue forze militari? Ma all'estero non c'è nemmeno un imbecille che di ciò non sia convinto. E tutta la politica di Delcassé, il vero trionfatore di oggi, non mirava che alla guerra contro la Germania. Contro questa po• litica tuonò sempre eloquentemente Jaurès. Ora intanto se la prende con chi ha reso impossibile il ritorno di quell'uomo pericoloso. Poichè questa è la verità: per la pace in Francia il più pericoloso fu ed·è il Delcassè. E Jaurès che combatté strenuamente la politica pericolosa considera come insensate le parole di chi ha osuto chiamare pane i! pane ! E ciò in nome del socialismo educatore che deve condurre alla pace e alla fratellanza tra i popoli ! « Ma Clemenceau volle forse continuare la politica' di avventure; antisocialista ed antiumanitaria e pericolosissima per la Francia di Delcassè? Lo si sospetterebbe giudicando da q uec;te parole di Jaurès: « Con Clemencea scompariscono tutti i sogni tor- <c bidi, tutte le velleità inquiete, tutte le impulsività <e (soudainètes) pericolose, ehe potevano guastare la << nostra politica estera .... >> <e Qui l'ipocrisia cede il posto all'impudenza sfacciata. Tante sono le menzogne di Jaurès quante le parole. <e Ecco qua. Clemenceau conservò l'entente coll'Italia e coll'Inghilterra, che in pcHte era stata l'opera di Delcassé; Clemenceau fece di più: migliorò i rapporti colla Germania, d'onde potevano venire i pericoli di guerra. La condotta di Clemenceau durante la fase acuta dell'imbroglio balcanico venne qualificata come un capolavoro di prudenza e di sapienza politica. Ed è Jaurès - proprio lui ! - che lo confessa. Egli infatti continua: <e Più che mai la politica cc della Francia (dopo la caduta di C1emenceau) << sarà questa politica di pace, di conciliazione, di <e universale detente che Pichon definiva recentecc mente anc1>ra in termiui felici, e alla quale, con cc una riserva sulla deplorevole avventura maroc- <c china, egli é stato fedele >>. <e Ma chi è questo signor Pichon, alla cui politica inneggia Jean Jaurès? Il ministro degli esteri del Ministero Clemenceau ....... 11 <e Davvero che ogni commento guasterebbe. >> + « Concludo. Clemenceau si è suicidato, perchè egli non ricordò che doveva venire il giorno in cui reazionari, nazionasti, socialisti dovevano vendicarsi di chi dalla tribuna parlamentare li aveva meravigliosamente staffilati. Coloro che spiavano il momento opportuno per vendicarsi credettero di poterlo acciuffare quando il loro fl~gellatore offese tutte le menzogne e tutte le ipocrisie patriottarde. Clemenceau è caduto perchè disse brutalmente la verità. « Tutto ciò é accaduto molte volte e continuerà ad accadere. Ma è straordinariamente doloroso che debba essere proprio Jean Jaurès che ha sempre
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