RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Socia I i Uirt-,ttore: Prof. NAPOLEONI~ COLAJANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma H 15 e il 30 d, ogni mese Italia: anno lire H; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un· numero separato Cent. 30 °'mministrazione: Co1·so Vittol'io Em,mmele, n.0 115 - NAPOLI ;\11110 XV - Nnm. 14 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 31 Luglio 1909 SOMMARIO: GJI avvenimenti e gU uomini : Noi : (Per la corona civica al senatore Piaggio - Il Minister0 Briand - Megalomania Spsgnuola - Addosso a chi denunzia le porcherie elettorali - Le origini del problema meridio• nale - I socialisti di Pola inneggiano ... a Tittoni - La condanna di Dhingra - Il trionfo dt:lla volontà - La difesa. marittima dell'Inghilterra - E di nuovo il Marocco - I sindacalisti sotto l'Impero tedesco e sotto la repubblica francese - La costituzione in Persia - I divorzi in Francia - Per una dimenticanza). - La Rivista: La riforma elettorale - Dott. N. Cola)annl : Jaurès e Clemenccau (fpocrisia e menzogne patriottarda) - Amy A. Bernardy : Le donne e i fanciulli negli Stati Uniti - Sperimentalismo sociale (I sindacati in Francia) - Lo Zotico: Delinquenza e po1izia in New-YorkMario Pilo: Stelloncini letterarii - Rivista delle lUvisLe: li Governo fodiano (Girl's Own Pàper) - Le contraffazioni delle opere letterarie fatte dai Cinematografi (Mercure de Frànce) - Abdul-Hamid II (Nineteenth Century) - La guerra nell'aria ( Unterhaltungsblatt des Vorwdrts) - Una intervista con Babu Surendranath Banerjee (Reviev of Reviews) - Le cause della disoccupazione (Contemporary Reviewì - Le nuove imposte e i bisogni del tesoro americano (L'Economiste Jrançais) -· Gli emigranti italiani e il progetto germanico di legge suile assicurazioni ( Rivista di Emigra 1 ione) - I surrogati della Carne ed il rincaro della vita (Biochemische Zeitschrift) - La rete mondiale Jei cavi telegrafici (Blàtter fur Post und Telegraphic). GLI flrVVENIJV\ENTI e GLI UOJV\INI Per la corona civica al senatore Plagglo. - Quando si ha da fa.re con capitalisti rotti a tutti gl: affari e quando il mercato per concluderli è i I Senato c'è da attendersi ogni audacia ed ogni impudenza. Ne ha dat.o la prova il Senatore Piaggio. Il quale in una relazione al Consiglio di AmminiBtrazione del Lloyd Italiano fa una storia ad usum delphini delle trattRtive che riuscirono alla saputa legge sulle conv~nzioni marittime, che fu rinviata a Novembre. L'ottimo senatore Piaggio non risparmia biasimi alln. Camera dei deputati e alla stampa che non fecero buon viso al· tentativo da lui fatto di assumere i servizi marittimi per patriottismo. pe~ sentimento di dovere nello interesse del paese e del commercio ... e pel tentativo fatto ha ottenuto un disinteressato voto di plauso dal Consiglio di Amministrazione, in attesa della corona civica che dovrebbe votargli. .. i! Senato probabilmente ad iniziativa del senatore Urbanino Rattazzi. Le contraddizioni e i comodi enfemismi per mascherare la condotta del Senato1 e Pi aggio sono state messe in giusta luce dal Giornale d'Italia e dal Messaggero. Noi ci limitiamo a prenderP. colle molle una delle sue sfacciate menzogne. Egli fatta la narrazione dei contratti di compravendita colla Navigazione gene,·nle italiana delle azioni del Lloyd e dei vapori della Navigazione osa affermare nella Relazione , che il ConAiglio di Amministrazione volle distribuita a tutti i Deputati, che tali fatti si svolsero alla luce del sole .... Già! Tanto alla luce del sole, che l' on. Giolitti negò l'esistenza dello intervento del Direttore della Banca d'Italia e che l'ammise soltanto quando il comm. Stringher gli dette una solenne smentita .... E l'~vvenire ci dirà, forse , qnanta htce di sole sia intervenuta nella candidatura Parodi - di un Parodi figlio del!' altro, che fece la nota offerta sui servizi marittimi in una all'armatore Peirce - avversato fieramente dal Governo nelle elezioni generali del Marzo e sostenuto con altrettanto calore oggi dallo stesso governo .... + Il .Ministero Brlnnd.- La rapidità colla quale un antico socialista. rivoluzionario qual' è Briand è riuscito a eostituire il ministero da lui presieduto è stata cagione di sorpresa per mo!ti , che non hanno seguito la evoluzione delle precedenti crisi ministeriali durante la te-rza repubblica. Le condizioni della Repubblica francese spiegano il fenomeno. Anzitutto nel Parlamento francese non c'è penuria di uomini di molto valore ; chi ha il compito di comporre nn ministero, quindi , non deve torturarsi la mente per trovare dei buoni collaboratori. In secondo luogo, i. ministeri si costitniscono con criteri politici e non si deve tener conto della geografia che in Italia è tfi.lora un ostacolo abbastanza. serio, perché ci deve essere sempre un certo eq nilibrio tra gli uomini , che deve dare il Sud, il Nord, il Centro, la Sicilia. Di più tali uomini di valore se hanno fatto rarte di un altro ministero in un posto che si ritiene gerarchicamente superiore non si credono diminuiti se vanno ad occupare un altro dicastero giudicato inferiore. In Italia ad esempio, Millerand avrebbe voluto el:lsere p1·omosso almeno alla grazia e giustizia; e in Italia se domani a Sonnino o a Giolitti che sono stati Presidenti del Consiglio si proponesse di far parte di un nuovo ministero suggerito o imposto dalla situazione politica, si crederebbero disonorati se vi fossero chiamati da semplici Ministri, ad esempio dell'Agricoltura o delle Poste e telegrafi; in Italia del pari un Presidente del Consiglio che non fosse ministro dell' interno - il ministero che fa le elezioni .... - non si capisce. In Francia, invece, fo Presidente del Consiglio Meline, Ministro dell' Agricoltura. In Francia infine, le istituzioni repubblicane permettono di adoperare tutti gli uomini di valore, senza pregiudiziali e senza paura di precedenti etichette. CO!=daltrn volta si poterono trovare insieme nello stesso ministero Gallifet, il repressore delle Comune e Millerand socialista. Oggi Briand, socialista, può chiamare con sè due altri socialisti - Millerand e Viviani - ed anche un terzo, perchè il Domergue è più socialista che radicale e restituire in pari tempo il ministero della guerra e quello della marina ai militari. Chi non ricorda lo scandalo a base della più sfacciata menzogna e dalla più laida ipocrisia che Anscitò la chiamata al potere di Pantano? E che cosa uon si direbbe oggi se Bis-
366 RIVISTA POPOLARE solati divenisse ministro'? La monarchia limita antomaticamente l' impiego dei valori umani nella vita politica; la repubblica li adopera tutti. Che pensare, intanto, di questo ministero Briand? Sta in fatto che il Briand è per i cattedratici ed i bigotti del socialismo , tanto socialista quanto Clemenceau , o Meline o qualunque altro parlamentare avver~o al socialismo; ma se consideriamo che l' evoluzione sociale non si produce che a lenti gradi e per vie che sembrano discostarsi molto dalla enunciazione pura della t,eoria assoluta , e che il Briand ha inteso sempre realizare in senso socialista qualcuno di questi gradi, non si può a meno di pensare che questo espe rimento di un governo che dovrà avere una marcata impronta socialista è interessante asBai. La Francia è il crogiuolo delle idee ed il campo degli Psperimenti sociali ; è sperabile che Briand ci faccia assistere ad nno dei più interessanti es peri men ti sociali che registri la storia. Se fallisse, o se Briand non osasse tanto quanto e nece,;isario, ciò non signiiicher('bbe affatto che la evoluzione sociale si dovrà ' fata:mente, svolgere sn linee diverse; vorrà dire semplicement~ che non è Briand l' uomo di mente as-.ai vasta , e di attività assai energica da mandare quell 'e9pel'icuen to ad effetto. Tnttavia è lecito credere che egli lo Hia. I tre col aboratori 80~iali~ti eh' eo-li ha <·hiamati al potere, Millerand , Viviani e Do~ergue fanuo prevedere 11nali sono le intenzioni di Briand E non solo gli uorni ni ma anche i dicasteri loro affidati; i lavori pubblici, poste e telegrafi a Mill('rand eliminando cusì l'inv;so ed inabile e tracotante Symian i I Lavoro e previdenza a Vi viani , e l' Istrn zione ~ Domergue , anche i dicasteri loro affidati accennano chiiuamente il proJJosito di Briand di metter mano e risolvere e condurre in porto q 11elle riforme sociali che da tanto tempo promesse aspettano la loro realizr.azione. . ~i è detto che il nuovo governo darebbe, forse, nn mdirìzzo nuovo alla politica estera , e la si temeva anche data la rumoro~a e decisiva rientrata in iscena di De'.cassè. Ma a~li etiteri rimane il Pichon , e Delcassè - almeno finehè la Francia non sia pronta e dispostR. alla guerra- DelcasRè è, e rimane liq nidRto. Ora I a Francia è t,ut t' 3 I tre che pro ota ad una gue1 r·alo ha dimostrato l'inchiesta su la marina - ed è tutt' altro_ che desiderr sa di farla. Briand ha , a qnesto proposito le mede~irne idee <li Clemenceau ; la'vorare per la pace ali' estero ed all'interno; questo il suo proµosit? chiaramente manifestato anche in quella opera d1 concentrazione repubblicana ch'egli ha voluto effettuare con la costituzione del proprio gabinetto. ~a~e all'estero ed :-ill'interno; concordia di tutti i part1t1 progressivi uell' opera a beneficio del benessern delle classi lavoratrici , e dello grandezza e fortuna della. patria. Proposito nobile e che può dare agio ad un abile uomo di legare il proprio nome ad un'opera dell~ q na.le dovrà occuparsi la storia. Stefano Pichon, cont1n11ando la Aua politica, s'incarica degli esti-•riall'interno ci diranno i fatti se le intenzioni di Briand sieno soltanto e non altro che buone intenzioni o non . ' pllll tosto l' oµera di ,rn uomo che benchè giovine di anoi è maturo di senno, di hbiìit9, e di volere. Il programma che ha s\·olto presentandosi alla Camera è la quintessenr.a del l'accortezza; forse è troppo moderato. Ma le sue origini rivoluzionarie forse lo hanno consigliato a mostrarsi più moderato di quello che vuole essere. Lo giudicheremo, e presto , dai fatti più che dalle parole. Intanto si prenda nota, che pur -premettendo la legge statutaria pe1 funzionari, dichiarassi esplicitamente contrario ai loro sciopero, alla sospensione dei servizi pubblici e deciso al mantenimento della disciplina. Ai fnnziooari d1cbiarò , che per quanto potenti e numerosi siano i loro gruppi, questi non rappresentano che interessi particolari, cbe non devono mai entrare in conflitto con l'interesse genera!e. D'onde il malumore di Hervè e degli anarchici. + Megalomania Spagnuola.- L~ Spagna, più dell'Italia _straziata dalla miseria, dal :a. disoccupazione, dall'analfabetismo, si concede il pericoloso lusso di avventure coloniali. Per il suo malgoverno non ha saputo conservare le ultime colonie che potevano formare la sua ricchezza - C11ba e le Filippine--; e.ì oggi cerca nuove avventure pensando di estendere i suoi mise.ti domini af1icani. (1) Come i governant; italici all'inizio delle avvent,11re afri~ane parlarono di quattro predoni , quelli spagnuoli affermavano trnttan,; di nna semµlice passf'ggiata militare. E quando cominciaronl) le bu1'se i ministri spagnuoli i quali governano quel rlisgraziato paese come fossimo ancora ai tempi medioevali credettero che potevano nascondere i tristi effetti della tristis_sima ~vvenlu.ra sopprimendo i dispacci ed i giornali che h pubblicavano. QuAst,o arbitrio balordo produsse l'effetto contrario di quf\Ìlo che speravano ottenPre: il popolo che non aveva notizie e che vedeva partire con febbrile sollecitudine armi e soldc:1,tisnpponendo guai peggiori di quelli tealmente avvenuti imprecò alla stolida guerra e volle impedire la pa/ tenz~ dei rinforzi. La ferocia poliziesca propria degli Stati dove non impera la. legge, ma l'arbitrio, si sfogò sni dimostranti colla massima brutalità. Ma quando il popolo esasperato reagì violentemente , gli eroi della sciabola si ritirarono lasciando BHcellona in potere dei rivoltosi. La sciabola non bastava più e si mandarono i cannoni a bombardare case ed insorti. E i cannoni pare che siano riusciti già a ristabilire a Barcellona e nelle Catalogna l'ordine di Va1·savia. _E' bene aggiungere che a Barcellona la guArra d' Africa non è stata che l'occasione, la causa determinante ultima, dall'insurrezione. I veri motivi preesistevano. La Catalogna, dove il lievito autonomista fermenta sempre e dove i partiti estremi, specialmente il repubblicano, sono fortissimi, è la regione più evoluta, più colta e più progredit1t economicamente dal regno. Se è esagerato il dire che essa. sopporta tutto il peso della megalomania. governativa, si è nel giusto a:ffer-- mando che il governo ne soffoca ogni iniziativa e ne paralizza ogni sfor.lo. La Catalog1rn indu8triale ricca. colta, democratica mal sopporta l' egemonia della Castiglia povera, agricola, analfabeta, reazionaria. Si 1-,arla di n:-ovimento anticlericale perché si sono bruciati conventi ed accoppati frati. Ma questo non è l'anticlericalismo per l'anticlericalismo: è l'odio contro l'oppressione fratesca e gesuitica, è lotta politica perchè i veri organi del governo in Ispagna, sono appunto i couventi e le fraterie I frati hanno il monopolio del- }' insegnamento - vi sono anche università rette da frati e gesuiti - hanno diritti di d~cime, fanno i poliziotti e sfruttano la superstizione di qnel povero popolo ignorante. Sono, in fondo, i veri padroni e si impongono a Corte, nei Mmisteri , nelle Scuole, nella casa. Nessuna meraviglia quindi se i ribelli sfogano il luro odio su coloro che sono i veri oppresoori. La Catalogna restò sola nel movimento in surreziouale giudicato antipatriottico; ma nessuno può prevedere ciò cue avverrà in tutta la Spagna se nn serio rovescio africano darà ragione, a coloro che sconsigliavano la rischiosa avventura. E le notizie di (1) Centa nel!' Africa settentrionale, infatti, non ha che 35 chilometri quadrati e meno .-li 10,000 abitanti; le montagne del Riff, che fanno parti! del M'lrocco, che <limno luogo alla guerra attuale non sapremmo che importanza hanno per su perfide e per abitanti. Le miniere del Riff sono già state con• cessi! a capnalisti spagnuoli, d11! sono i più interessati, anzi i soli, nella guerra che prende nome da Melilla, il porto della regione del Riff.
RIVISTA POPOLARE 367 Melilla sono tutt'altro che rosee : nonostante le mutilazioni e le soppressioni dei telegrammi le notizie giungono e fanno prevedere che pre1:1tole condizioni àel presidio spagnuolo diventeranno disperate. I cerc~tori.:di allori militari avranno avuto quello che mentano. Però se non possiamo fare previsioni, possiamo fare un 'augurio, que.3to: che la Spagna si liberi dallo sciocco reattolo allievo e protettore-protetto dei gesuiti e lo mandi a far compagnia a gli altri della famiglia cac0iati a pedate dai troni che ressero colle o-iac~latorie e l'aspersorio e che un governo libero 0 e forte sollevi quella disgraziata regione e la metta sulla via della liberta, e del progresso. + Addosso a chi denunzia le porcherie elettorali. -Produsse una grande impressione a s110 tempo un telegramma del sottoprefetto di S. Angelo dei Lombardi rivolto ai sin1faci dell'omovimo Collegio e col quale si part.iva in gnerra contro il candidato di oppoAizione e in difosa del candidato governativo Era un documento dei più vergognosi sulla ingerenza del governo nelle elezioni; un documento che non venne somministrato dai prefetti di Napoleone 3° ai tempi delle famose candidature ufficiali. Quando fn letto alla Camera l' on. Giolitti ne provò vergogna e facendo bonne mine d mauvais jeu finse di ridere col resto dei deputati, pur sconfessando il suo funzionRrio ... Ma egli, però, ha pensato di punire il sindaco fedifrago, che ha fatto scoprire la criminosa ingerenza del Sottoprefetto ; perciò ba fatto procedere al sequestro del telegramma ed ha fatto iniziRre un processo ...... Un colmo! non è vero? Si è al colmo della educazione politica del mezzogiorno; dove si vogliono deputati ascari, elettori corrotti e vili, sindaci servili e complici di funzionari. Ma giacchè siamo in tema di scandali elettorali voltiamoci nn po' al Nord per notare che il Tribunale di Brescia ha condannato parecchi individui per reato elettorale commesso nel Collegio di Bozzolo (Mantova) ... Bene, dunque I Ci sono dei giudici a Brescia. Non ci sarebbe che da rallegrarsene puramente e semplicemente. Il fatto di cronaca però merita speciale menzione per questtt circostanza; accanto ad un R. Notaio ed a parecchi preti venne processato e condannato .... un delegato di Pnbblica Sicurezza, l'ottimo signor Ettore Renzanico. Ma di che cosa erano essi accusati ? Di una cosa semplicissima: visto che nel Collegio di Bozzolo gli elettori legittimi stanno pei socialisti, il Delegato di Pubblica Sicurezza in una ai santi sacerdoti pensarono di creare un corpo elettorale per uso e consumo degli antisocialisti con delle iscrizioni ...... false I Ma quel Delegato di Pubblica Sicurezza agi di sua iniziativa? ..... Ecco il pnnto ! Comunq ne constatiamo che sotto la protezione del governo italiano si va dai mazzieri di De Bellis agli elettori falsi di Bozzolo. A quando il Regio decreto che sostituisce il Prefetto al corpo elettorale nella nomina dei doputati? + Le origini del problema meridionale. - Se non é ancora riso] uto - e ce ne vorrà parchè lo sia! - non si può , però , non ricono:icere che i snoi termini non siano noti dalle origini del Regno d'Italia. Ciò si può rilevA.re da nna pubblicazione apologetica di Liborio RJmano (1), il ministro del Borbon·e che rese possibile l'entrata di Garibaldi in Napoli senza alcuna re,,istenza di quelle truppe che al Volturno mostrarono di volere e di sapersi battere. Noi non porteremo alcun giudizio sul Romano - e fu dato sintetico e letterariamente bello in una epi- (1) Pietro Martl - Don Liborio Romano e la caduta dei Borboni - Lecce. Nuova cooperativa, 1909. grafe di Giovanni Bovio -; dobbiamo però nconoL 1 • • ' ' scere c e ' ex munstro borbonico cLe rese si grandi· servizi all'Unità d'Italia sin dai primi passi del nuovo Regno segnalò coraggiot;arnente e perspicuamente gli errori gravi che i governanti ibiliflni commettevano ai danni ?el Mez~ogiorno .. 'l'e.li errori sono catalogati ed esposti con chiarezza rn una lettera che Liborio Romano diresse al Conte di CRvonr , da Torino il 15 maggio J 86]. Talune previsioni del Romano su quello che poteva essere un governo di consorteria e sugli inconvenienti deJla piemontesizzazione del mezzogiorno si avverarono. Certi procedimenti finanziari scar,dalosi paiono ...... di og9;i. CoRì il buon Don Liborio Romano non poteva mandar giù che si fo'!sero fatti òue contratti per cessione di rendita napoletana a forfait ad un prezzo al disotto del valore di borsa. Di che egli occupassi anche in una interpellanza presentata alla Camera e discutendo su di un prestito di 500 milioni. Egli con rara acntezza segnalò i danni che alla indutJtria del mezzogiorno dovevano venire dall'improvvisa adozione del regime liherista. Le industrie locali non poterono resistere alla concorrenza e molte fabbriche sospesero il lavoro togliendo il pane a migliaia di operai. Qnesto brano della lettera del 1861 è di att11aiità .... oggi, nel 1909 qua.nJo ci avviciniamo alla celebr:-1zione del ninqua n tenario : e Sin dal prnuo arrivare di Garic baldi in Napoli, si è sempre parlato della necessità « di fare quante più si potes~ero opere pubbliche, per e dar lavoro e pane ~1 popolo che ne abbisognava. Ma e in veritA, o non se n'è fatta alcnna, o languidamente « sono state. continnat-e quelle che erano in corso >. e Nella impossibilità :li dar cominciame11to a grandi « opere pubbliche , per mancanza di mezzi, si pensò « da me attivar quelle riguardanti le strade ordinarie, « os~ia le strade comunali e distrettuali. Imperocchè « mi sembrò necessario rianimare in tutte le provincie e dell'ex regno la vita, l'industria, il commercio, stati « fino allora oppressi per difetto di com11nicazioni •. « Credei alt resi. che quella specie di opere pubbliche e fosse idonea a dar lavoro e pane alla intera famiglia e del povero, potendovi lavorare gli ucluali giornalieri, « le donne, i ragazzi, i vecchi, chiunque in somma e poteva trasportare la più picco!~, qua_ntità di pietre « o di terra da un hogo ad un altro ». « Su queste ved11te proposi, e fu sancito, il d~creto e del 23 geunaio 1861, con cui, dai 10 milioni di lire « promessi dal governo centrale con decreto degli 8 « del mese stesso , se ne destinarono cinque milioni e per le strade anzidette ». e Ne feci pure la ripartizione tra le provincie 7 e e istantanea.mente incnlcai la esecuzione di tali opere. « Però, quei dieci milioni non ftwono giammai s11e- • diti da Torino in Napoli, e non poter01io spendersi>. Liborio Romano che aveva deplorato le male arti della consorteria per l' affrettata annessione in vista dei mali, che andavano affacciandosi sull'orizzonte, perciò scriveva ad •m amico da Napoli il 22 dicembre 1862: « E pure il Ministero Spinelli dava l'ex regno al « Dittatore tranq 11illo, ricco , cont.-mto del!' espulsione « de' Borboni. Ora non abbi:..ru11 pubblica sicurezza, e non giustizia; siamo miseri, :-,contenti, compiutamente « piemontìzzati e compiutamente sgovernati. Maledirà e la storia a coloro che sono gli autori de' mali che e afiliggono le provincie meridionali o tutta Italia ". Non abbiamo creduto inutile que-;ta rievocazione - pur discutendo de toto sulla pretesa ricchezza del mezwgiorno quale lo li'l.sciarono i BorbJni: era una ricchezza fatta da ~limitatissimi bi:.;ogni , da un basso standard of life. Ma sentiamo il dovere di .ricordare che da alcuni anni in q uà i governanti volgono le cure al risorgimento materiale del mezzogiorno. Peccatl), però, che Giolitti
368 RIVISTA POPOLARE faccia di tutto per peggiorarne le già tristissime condizioui politiche e morali I + I socialisti di Pola inneggiano ... a Tlttont. Il nostro minisvro degli esteri ha. ottenuto un successo che certamente non era desiderato da lui. Quale sia questo succeRso si rileverà da questo telegramma da Trieste del 19 Luglio, che togliamo dal Pungolo di Napoli. . e A Pola durante i I concerto in piazza del Foro, e avendo la folla applaudìto all'inno di Trieste, un • gruppo di socialisti si diede a fischiare >. e La folla, in risposta, gridò: Viva T1 deste e Pola « italiane I e I socialisti, per contrapporre, gridavano; - Viva « Tittoni I e La polizia accorse per disperdere la folla che pere ror:-;e le vie cantando gli inni nazionali fino ad ora e Larda. e Dopo qualche carica, la polizia pose fine alla. di- < mostrazione >. Com1uenti? Semplicissjmi. I socialisti di· Pola si riaffermano i migliori amici dell'Austria; ed essi giudicano che la. politica di Tittoni sia contraria a. Trieste ed agl'Italiani dell'Istria! + La condanna di Dhingr-a - Dhingra è stato condannato a ~orte. Date le leggi vigenti in Inghilterra su l'omicidio non poteva essere altrimenti; ma Dhingra non è il delinquente comune. Egli è stato spinto al suo atto da un impulso patriottico al qnale non si può a meno di plaudire. Poco importa eh' egli abbia ucciso; egli ha detto: e Bisogna che la violenza cbe voi, Inglesi, esercitate nell'India, porti qua i suoi frutti, i quali non possono essere che di sangue. BiijOgna che il malgoverno che voi fate del mio paese sia da voi scontato; bisogna che la parola dell'India cai voi finora foste sordi sia portata da tale che l'accompagni col ferro. > Ora queste parole, e la sua condotta al tribunale riabilitano quest'uomo, anche se, per un istante, l'atto compiuto da lui parve odioso. Logico , egli ha rifiutato e negato al tribunale inglese il diritto di giudicarlo; non ha mosso contestazioni e quando uno della sua famiglia - compiendo un atto di servilismo e di viltà che sarebbe stato umano e dignitoso non compiere - s'è levato a sconfessarlo ed a rigettarlo fuor della tamiglia, egli si è contentato di sorridere. Tutta la sua difesa sta nell'atto d'accusa all'Inghilterra ch'egli lesse al tribunale di polizia. Lo sfruttamento esoso, la violenza, la oppressione, la negata giustizia ~i cui l'India è vittima da parte dell'Inghilterra sono la giustificazione del suo atto e ne sono la glorificazione le parole, nobili parole invero, con le quali egli ha accolto la sentenza di morte. - Vi rmgrazio di avermi condannato a morte; sono lieto di dare la mia vita per la causa del mio paese. Ricordatevi che verrà. il nostro giorno. Questo è quanto avevo da dire!- Si dice che, probabilmente, Re Eduardo gli farà grazia della vita: non sarebbe, in fondo, che un atto di giustizia ; una riparazione, piccq_labensl, dei tanti mali che J, Inghilterra, con la propria cieca condotta mfligge ali' India. Non sarebbe grazia, sarebbe sem~ plicemente il riconoscimento di un torto. + U trionfo della volontà. - Non portato su le ali del vento, ma contro il veuto , quasi sdegnando ognuna delle vie che furono eternamente segnate A.Jl'uomodalla Natura., l'uomo ha corse, come voleva dove voleva , le vie dell'aria a lui ignote ancora, a lui fin' ora precluse. Questo è il fatto degno di nota nel volo , nella vittoria di Bleriot. Più tardi, apparecchi meglio perfezionati porteranno al di là delle terre e dei mari, e degli oceani non l'uno solo ma molte folle di umani, e parrà cosa comune traver~ sare in linea retta con la velocità dell' aqnih~, con maggiore velocità che non I' aquila, le creste 1 delle montagne ammantate di nevi eterne, e i vasti deserti aridi, e i mari urlanti la furia d~i loro marosi e sarà ' cosa naturale: oggi il fatto grande sta in quest'uomo, che solo, sul suo piccolo apparecchio , in questa sua macchina quasi primitiva - anzi assolutamente primitiva del genere - ha imposto alla natura la sua volontà. L'uomo trionfatore. Perchè, è doveroso ed è ragione di 11manoorgoglio il notarlo, ciò che ba trionfato delht nebbia, del vento,· della irresistibile attrazione provocata dalla. enorme mass~ delle onde (legge naturale che i più, ci sembra, non ricordano e forse non sanno) non è la meccanica, non è lo strumento inerte che ben congegnato obbedisce, non è la grande forza bruta mes8a dall'uomo a servizio di se stesso, ma è la volontà ; la volontà tena.ce cbe si fida sola di se, e procede, e trionfa con un piccolo mezzo , col minimo mezzo ; col mezzo elementare perch' essa possa esplicarsi ed agire in tiera. Certo anche in Latharn c'era la volontà di traversare la Manica, ma in lui la volontà non era la potenza attiva e fattiva per cui - come dicono i -Vangeli - l'uomo può camminare su le acque, era pinttosto un desiderio di arrivare di là; ed egli a servizio di questo desiderio, di questa antica aspirazione dell'uomo, ha cercato di mettere i rnezzi più potenti e perfetti : ha cercato di congegnare ],apparecchio che, escludendo l'uomo, che non lasciando all'uomo altro che il minimo di opera e di volontà. presentasse la stabilità maggiore, la più probabile sicurezza, una '}Uasi perfetta. solidità. E d 11evolte le onde della. Manica lianno lambito e inabissato l' aereoplano di Latham. Non così Bleriot. Sul suo strumento c'era, principalmente l'Uomo. L'uomo che vuole, e che voleva, poco curandosi se •il suo congegno era il più saldo e più sicuro. Egli è arriv.~to su la. spiaggia con la sna piccola macchina stanca da tante precedbuti corse, col suo piccolo palco dalle ali affaticate da tanti altri voli ed ha detto: domani io voglio passare di là.. Ed è passato! Questa è la affermazione vittoriosa della volontà dell'uomo su le forze cieche de la Natura. Questo modesto uomo, di cui i giornali fino ad un'ora avau ti la sua partenza appena appena parlavano, ha segnalo 11na data immortale e gloriosa nei secoli , non solo perchè egli ha dimostrato - praticamente - la sicurezza. del nuovo principio; ma perchè egli ha affermato una volta di più vittoriosa la volontà dell'uomo. Il fato d'Icaro è vendL:ato. Quali saranno ora gli sviluppi e le applicazioni del nuovo principio, è difficile giudicare. La. maligna tendenza del!' uomo a distruggere ha peusa.to già a servirsi del mirabile congegno per opera di morte. Certo prima che l'aereoplano possa praticamente essere utile a qualsiasi opera dovranno correre anni; auguriamoci, auguriamolo alla umanità , che quando l' aereo plano 5srà diventato tale da poter trasporta.re sicuramente folle di umani oltre le terre ed i mari, sopra le terre ed i mari, sia soltanto per la pace ed· in opera di pace, sia soltanto perchè gli uomini possono - come brindando disse il vittorioso-stringersi la sinistra di sopra le nubi , come si stringono oggi la destra da spiaggia a spiaggia di mare. E che la vittoriosa volontà dell' uomo sia soltanto per il bene e per la pace. Auguriamolo. + La difesa marittima dell'Inghilterra. - La 1idda 001 milioni continuerà più iolle di prima. Mac-Kenna, il primo Lord dell' Ammiragliato - cioè ministro della marina - ha. dichiarato che neJ.
RIVlSTA POPOLARE 369 ina.rzo 1912 dove essere assicurata la costruzione di quattro nuovi Dreadnoughts. Ed ha fatto un paragone. L'Italia . ha detto, ha deciso di aumentare con navi di questo tipo la sua fiotta, l'Austria fa altl'etta.nto. Fin' ora i programmi marinareschi di qne::;te nazioni erano e rimanevano programmi ; ora que:3ti programmi diventano realtà. Il famoso progra_mma Inglese del : più potenti che i due più potenti riuniti insieme obbliga a provvedere seriamente. Rimane fermo tutto ciò che era stato stabilito come programma del 1910-11; i 4 proposti nuovi Dradnoughts sono in più. La Germania è avvertita. E' avvertita la Germauia che sperava in un tempo più o meno lontano poter pareggiare la formidabile vicina , ed il cui bilancio marinaresco assorbe quasi i 3/8 del bilancio nazionale. E sono avvertite anrhe le altre disperate nazioni - la nostrn per esempio-che è vano buttare in mare milioni per ragginogere, non che la superiorita neppure una lontana eguaglianza; per una pace che è ormai per tutta Europa, più disastrosa di una guerra. Nè sono soltanto le grandi navi, i mostri di guerra, (;he formano una delle potenzialità deila difeSR, inglese, m1:1i,l Mac-Kenna parlando degli incrociatori rapidi, tipo Leviathan, destinati a catturare Ie navi commer~ ciali de~li avversari ha fatto altresì ben capire che, in caso di guerra, l'Inghilterra è pronta e dispostit a cacciarsi in tasca tutte le belle decisioni delle co.iacchierologie dell' Aja. Ciò che, del resto, era da prevedere. Durante la guerra al Transwaal i Transwaaliani accusarono le truppe inglesi di adoperal'e le palle dum-dum, nè l'accusa fu riscontrata falsa. Dunque disperata preparazione di guerra per una pace ~he continuando di questo passo, farà riconoscere buona, provvidenziale, utile, una volta per tutte, la guerra. Questo è il grave delitto degli inventori e dei continuatori della pace armata I Ed in vista della difesa marittima dell' Inghilterra si è inangurato ora il Congre':lso Coloniale. Da questo lato l' Inghi:terra non ha_ torto. Fino ad oggi le colonie hanno avuto la sicurezza. Ed eccole a loro volta prese nel vortice dei milioni buttati in mare. Le discussioni della Conferenza sono tenute segrete. Si sa che si dovranno trattare due questioni principali: Difesa. dell'Impero, e Da,-;i di favore: è probabile però che la discussione del primo articolo ali' ordine del giorno as!:lorba tutta la discussione. E le decisioni si possono, nella generalità, prevedere fin d' ora. Le colonie si assumeranno una parte delle spese per la marina. Anzi si è agitata in Australia ed al Canadà la· questione di creare esse stesse per la loro difesa la loro flotta. Questo fvrse l'Iugbil terra non concederà. Sarebbe, forse , pericoloso per l' avvenire; me è fuori di ogni dubbio che sia sotto qualsiasi forma che le Colonie contribuiscano alla difesa dell'Impero, l'Inghilterra vuole e riesce a mantenere il suo two power standard che è la spina nel piede alla Germania. Per la Pace, s'intende, sempre per questa pace che assorbe ormai la parte più larga ctelle ricchezze delle nazioni ci vili. Una pace fatta di miseria! Ma che proprio non ci sia mezzo di trovare , una volta, la parola e la via per essere in pace davvero? Certo dalla conferenza coloniale Inglese non uscirà guesta parola, nè in questa conferenza la via sarà trovata . . Alla indipendenza ed integrità delle colonie sinora s1 è provveduto a spese della madre Patria. L' Inghilterra ha pagato per tutte. Ma le nuove necessità impongono nuovi oneri e l' Inghilterra non può sopportarli da sola e le Colonie sono ricche e fin' ora non le hanno dato quasi niente. Su 35,142,000 sterline che costa ogni anno il bilancio della marina Inglese, l~ Australia contribuisce con 200,000 sterline, il Capo con 50,000, la Nuova Zelanda con 40,000 il Canadà con 60,000, il Natal con 35,000, Torranuova con 3000; 1a Rhodesia fin'ora con niente, e con niente l'India. Cos dunque in tutto 388,000 sterline. Una miseria. Partecipano alla conferenza il CR.nadà con 5,250,000 abitanti e 3,750,000 miglia quadrate rli superficìe, l'Australia con 5 500,000 abitanti e 3,000 1000 di miglia quadrate di superficie, la Nuova Zela.ud,i cJu 888,578 abitanti e 104,000 miglia qu<1dt·tttadi te:·ritorio. Vengono poi Terranova, il 'l\·answaal, il Natal, l'Orange e la Colonia del Capo con u11 complesso di oltre 5,000,000 di abitanti e di 600,000 miglia quadrate di superficie. L' anno scorso una sottoscrizione fu aperta al Canadà , ed una ne fu aperta in Australia per regalare due Dreadnoughts all'Inghilterra , e le sottoscrizioni fruttarono più della somma necessaria: ma le Colonie ser tono ora che esse debbono , poichè possono , fare di più. + E di nuovo Il Marocco. - Sè\rebbe interessanti::i::111uvoeu1re a c•:m J::!Cere che 1>endiuo dentro se stessi - se pur son capaci di 8incerità, almen verso se stessi i diplomatici - della bella conferenza di Algesiras : la conferenza che doveva ac0omodare tutte le faccende del Marocco. E' vero che l'opinione di?! popolo Marocchino n"n fu interrogata quan tunq ue alla conferenza assistessero tre delegati di Abd-ul-Az1z. Ed il popolo Marocchino manife::1ta le proprie intenzinni assediando Mulai H~fid a Fez , col seguire le bandiere di Ben Ramare - il Roghi - col far truppa favorevole intorno a Mulei-el-kebir, fratello di Hafìd, e che reclama per sè il trono Scheriffiano, e col mettere in scacco le truppe spagnuole intorno a Melilla. La conferenza di Algesiras aveva per scopo di assicurare nel Marocco la proteziOne agli Europei, di aprire il Marocco alla ci viltà Europea , di paciffoare il Marocco: come si vede dai fatti i dibattiti della conferenza di Algesiras sono coronati da pieno successo. E' vero che ci si potrebbe osservare che la conferenza di Algesiras ebbe per ::icopodi stabilire buoni e leali accordi (si è pregati di dnnenticare il discorso buccia d'arancia di ClemenceLrn) e delimitare una franca azione delle potenze Europee fra loro ; ma noi ci sentiamo in dovere - ed anche in diritto - di ricordare che allora e più di una volta, facemmo notare che le potenze Europee vendevano la pelle d' un'orsa che non Aolo non era ancora morto ma non aveva affatto voglia di morire. E che l'orso viva lo fanno provare ora alle truppe spagnuole le tribù B,iffene. Non è la g11erra, questo è bene inteso. Gli Spagnoli davano mano a. proseguire quella ferrovia che fu trovata opportuna alla Conferenza di Alge8iras, e costruivano quelle opere di manuteuzioue e dìfeda ohe L\ Conferenza implicitamente a pp1ovò, le tribù Riffone hanno considerato che la ferrovia e le opere rappresentavano una occupazione che loro sp1acti dei suolo Mc1.rocchinoed hanuo preso a fucilate gli ::,pagnoli, hauno demolito ciò che delJa strada era stato ccJ.:;truito,hl:tuno portato via cavalli e macchinario e stanno ora respiu ~ gendo le trappe avanzate del generale Marina. Si fanno, su certi giornali a corto di geog,·afia, dei raffronti fra la spedillione a Casablauca d~, generale Francese D'Amade e questa del Mariua, ma Je condizioni logistiche erano differenti e se dal mare a Casablanca si potevano bombardare i hl,rnrt, da Melilla si possono bombardare con le artiglierie delle navi, le colline dietro le quali essi hanno i loro campi, ma ciò non fa loro del male, e bisogna attaccare i Mauri corpo a corpo o quasi. Ora i Mauri sono un popolo di uomini agguerriti, bellicosi e - a quanto pare gutdati singolarmente bene all'Europea. I Riffeni poi, fra tutte le tribù del Marnuco ha11110 fama - e lo provano col fatto - di potet· mettere insieme le Kabile, circa un 50000 uomini , più fieri ed
370 RIVISTA POPOLARE audaci. La Spagna gioca dunqne un cattivis8imo gioco, anche perchè, qnantunqne il desiderio sia stato esternato dal generale Marina, uua • fetta del Riff non se la può pigliare sempre in virtù di quei capitolati di Algesiras i CJ nali se Rono meno che zero per il Marocco ed i Marocchini , hanno però un incontrastato valore per le potenze Europee, grazie alle loro sempiterne gelosie. Per la Spagna dunqne azione in pura perdita. Intanto la partenz11. di truppe Spagnole JJer MeliHa provoca dimostrazioni violente, e tumuìti e ribellioni in '3pagna. E si ca1ii~1~e. Più saggio del proprio governo il popolo Spngnoio non intende affatto cavai· dal fuoco castagne che nou potrà e che non vuol niangiare. Ma questo non è tutto. I patti della Conferenza stipulati cou Abd-el-Aziz furono riconosciuti dal suo successore Midai Hafid ; ma, di g-razia, qual è l' au t'~rità di costui? Sconfitto dalle truppe del Pretendente, chiuso quasi a::isE:diatoin Fez, alla vigilia d1 cedere il trono a.I fratdlo o di vedernelo portar via da ~I Roghi in che cosa p11òRSl::licurarel'Europa che i patti di Algesiras avtauno u11quabiasi valore? E d'altra parte bisogna ben dire che i Mauri non hanno affatto torto. Essi vedono uella avanzata degli Europei, nei loro lavori stradali, ferroviari , e minerari il prnl udio alla conquista del loro paese e non vogliono saperne. Ed in questo M11lai Hafid quanto El-Roghi, i Riffeni quanto gli Zamon::; i M'-'rir che parteggrnuo per Mulai-el-Kebir sono tutti d'ùcc0rdo. 81 era detto cLe El-Raisuli , questo nobile ladrone patriotta, atava d'Hccordo con gli Spagnoli; le sue re· centi imprese sono v•~nute a dimostrare ch'egli è tanto buon ·Marocchino, e arguto brigante - e simpaticissimo - quanto prim1:1.Gli Spagnoli hanno dunque una brutta matassa da dipanare e molto filo da torcere, e il Marocco, per ora, manifesta ben chiara la propria intenzione di non volerne sapere di Europei. Or dunque - giriamo la onest,a dotnanda ai diplomatici che fecero tutti que' bei discorsi e patti cl..ietutti sappiamo - a che servi, e ehe coi:ia di pratico ritmltò dalla confereuza di Algeciras? Il capitombolo di Olemenceau. Valeva proprio la pena! + I sindacalisti sotto l'Impero tedesco e sotto la repubblica francese. - Di ts.nto in tanto i sociali::;ti italiani si divertono ad os8ervare che di fronte al movimeu lo socialista la Repubblica agisce come la Monarchia; qualcuno, anehe, ripetendo le calunniose sciocchezze pronunziate da Bebel nel Congrestio di Amsterdam e delle quali ci 8iamo più volte occupati uella Rivista del 1904 (Settembre ed Ottobre) osa affermare che in fatto di libertà smdacalista si sta meglio nell'Impero degli Hohenzollern. A questi socialisti spregiatori delle forme, se ancora ce ne fossero in Italia, dedichiamo questo trafiletto, che togliamo dalla Rassegna dei lavot·i pubblici e delle Str«de fe'rrate (N. del 13 Luglio J.909). Confro il soc.alismo dei ferrovieri in Germania. - e La Ge1:man1a, ehe vigila assiduamente lo sviluppo ~ del socialismo preoccupandosi dei danni che ne pose sano venire agli interessi di Stato, è rimasta assai .. impres1:,ionata della recente agitazione sindacalista. e dei po:;telegrafiei francesi e specialmente della mie naccia di sciopero che fece in quel tempo il sindae cato nazionale dei lavoratori ferroviari, affiliato alla e Confederazione Generale del Lavoro. In conseguenza e - c'informa la Zeitu.ng des Vereins - la Direzione e Generale delle Ferrovie ha creduto comunicare a tutti e indis~intamente i suoi agenti, a mezzo di appositi e avvisi , che si vieta loro, in modo at.lsoluto e sotto ( qualsiasi pretesto, l'adesione ad ogni associazione o e gruppo avente rapporti diretti o indiretti con la fe. e derazione Socialista dei lavoratori tedeschi. Qualsiasi e agente - dispone questo ammonimento - che ai pere metta di contravvenire al di vieto della Direzione " generale sarà pun,to con la espulsione immediata dal « servizio di Stato ». I signori Pataud, Hervé e O.i che in Francia sfacciatamente organizzano il sabotage e gridano: Abbasso la ~epubblica I non oserebbero fare altrettanto in Germania. Per molto meno Carlo Liebknecht fu condannato alla galera dal supremo tribunale tede~co I + La costituzione in Persia. - Dunque il fedifrago sanguinario, che si era imaginato d'avere domata la volontà del popolo perchè aveva fatto spianare a cannonate il palazzo del Parlamento ha dovuto fuggire ed abbandonare il paese, lasciando ormai libero il terreno all'opera dei costituzionali. E quest'opera rappresenta una vittoria della politica Inglese. Il fatto steeiso che Mohammed Ali , lo Scià deposto si recò fuggiasco alla legazione di Rm~sia, prova, anche all'evidenza di dove provenivano i consigli - improvvidi con:iigli - di resistenza al sovrano ora spodestato. E poichè ciò si sa nel popolo il risen• timento contro la Russia è grande ed uno dei compiti più gravi del nuovo ~overuo sarà quello di impedire alla popolazione di manifestare troppo vivamente i propri veri sentimenti per la Rnssia. Ma non questa sola dovrà essere l'opera grande dei costituzionali e neppure quella di organizzare il 11uovo governo liberale e di mettere in vigore le leggi in armonia con la co::;tituzione ; ma bensl ristorare il paese dalle perdite della lunga e feroce lotta e pacificarlo. Quasi tre anni di guerra hanno esauste le finanze e le risorse t11:1.zionaliL.a Persia, fino a poco tempo fa, una delle più ricche nazioni dell'Asia è cttduta impoverita nelle mani dei costituzionali. Sospesi i commerci, roviuato il traffico, vnoto il tesoro ; t>d i costituzionali si trovano di fronte alla necessità di ricoHtruire ciò che durante la lunga lotta fn abbattuto e distrutto. E nori solo. Ma anche le traccie degli odii e delle fazioni che durante tanto tempo agitarono il paese devono scomparire: opera dei costituzionali sarà il farle sparire. Essi si trovano dunque dinanzi alla grande 0!Jera da compiere di creare una nuova Persia. Non mancano fra loro uomini di grande valore educati ai metodi Europei, tutti imbevuti d, idee larghe e di pratico spirito di civiltà; ma e:isi hauno ancora d.a. lottare contro abitudini inveterate, pregiudizi antichi e, soprntutto, contro i fautori e beneficiari dell'antico regime. Mohammed Ali si rifugerà in Crimea. Questa è forse la spina acuta del nuovo _regime. I giovani tur~ chi, più fortuuA.ti dei loro correligionarii Persiani, eb • bero Habd-ul-Hamid nelle mani e possono sorvegliarlo: Mohammed Ali si rassegnerà alla perdita del potere, sia pure questo potere passato a suo figlio? Rifugiato in Crimea, consigliato dalla Russia, è lecito dubi tam e. Opera dti Costituzionali - ed opera accorta - dovrà essere dunque il fare tanto amare dal popolo il nuovo regime, cosi che anche volendo Mohammed Alì, in Persia , noH trovi partigiani. E questa s~rà l'opera saggia e grande della Costituzione Persiana. + I divorzi In Francia. - Ci occupe1·emo fra breve delle coudizioui demografiche della vicina repa bblica, che sono assolutamente anormali non tanto perchè la natalità nel 1908 era ridotta a 21, 1 per 1000 abitanti, ma sopratutto perchè in un paese ricco come la Francia la mortalità si manteneva nello stesso anno a 19,0 ¾o• Questa mortalità confrontata con quella dell' Inghilterra ridotta a 15 °/ 00 è più elevata di quello che appaia a prima vista perchè l'Inghilterra ha un numero
RIVISTA POPOLARE 371 di fanciulli da O a 5 anni molto superiore a quello della Francia; e la mortalità in quella età e specialmente da O ad 1 anno è dapertu tto enormemente più alta. En passant, però, avvertiamo che la natalit<\ non è 8Carsa perchè i matrimoni non vi sono frequenti: sono almeno tanto frequenti quanto iu Italia. Egli è che non solo sono freq ueuti i mariages à deux, tn9: sono anche numerm;i queili del tutto sterili. Oggi vogliamo dare notizia di un altro dato demografico , che ha un notevole valore morale • cioè dei divorzi. ' Ecco iì loro decorso negli ultimi nove anm : Numero dei dlvorzl Numero dei matrimoni Dlvorzi per 1000 matrimoni 1898 7,238 287,189 25,2 1899 7, 179 2 95•752 2 4, 2 1900 7,157 299,084 23,9 19° 1 7,741 3o3-46q 25,5 1902 8,43 l 294,786 28,6 I 9o3 8,9 t 9 295 .996 3o, l 1904 9,86 298,72 I 33,0 1905 10.019 302,623 33, I 19°6 10 ,573 3o6 487 34,4 19°7 ro,,_38 314,75b 34,7 1908 11,515 315,928 36,4 Tra la media degli anni 1898 900 e quella degli anni 1906-908 c'è stato un aumento enorme del 43,8 °/ 0 Ciò indica una crescente iui,tabilità dell1:1f.amiglia, che neutralizza la quota alta della nuzialità. Ciò nonostante noi restiamo partigiani del divorzio. Il voler mantenere per forza uniti i 23000 conjugi che vollero separarsi nel 1008 non avrebbe che potuto accrescere i rea ti di ogni sorta e i mali sociali, ~~, ... Per una dimenticanza. - Nel numero scorso nel ncordare cile u10lt1 ueputati di hstrema nel 1892 in occa8ione deila Banca .Romana furo110 contrari a Colajanni e favorevoli a Giolitti, tu rieordato che allora Cavallotti, Pantano e Imbriam erano fu.ori della Camera perchè erano caduti nelle ele,1,io1iigenerali per le male arti del governo. D,meuticamaw d1 .aggiungere ai loro nomi quello· di Roberto Mirabelti, che se alla Camera ai fo::;se trovato, retto, coraggioso e generoso com'è &arebbe stato sempre s. fianco del denunziatore degli scandali bancari. <· .t~:--5 NOI LARIPOR~\AELETTOllALE Gl' inconvenienti gravi constatati netle ultime elezioni generali e nelle parziali, che sono avvenute in seguito ad annullamenti e a proclamazioni di ballottaggi fatti dalla Giunca delle elezioni e dalla Camera, hanno rimesso in grande onore la quistione della riforma elettorale ch'è anche all'ordine del giorno in Francia. Maggiore rèclame alla meàesima ha fatto un ar• ticolo dell'on. Leone Caetani (La ri,forma elettorale con il sistema proporrionale, nella Nuova Antologia del 16 Luglio). Il partito repubblicano nella Camera e nel paese, sopratutto per opera ài Roberto Mirabelli, che nello studio dell'interessante problema ha posto un grande amore ed una grande dottrina, pari soltanto alla perseveranza nell'insistervi (1) può vantarsi di avere pr_eceduto gli altri partiti nel propugnare la riforma (r) Risorta la quistione l'on. Mirabelli ha pubblicato nella Ragione (N. del 21, 25 e 27 Luglio) tre luciJi, esaurienti articoli, ne1 quali d!m<.:-tru la superiorità e la possibil?tà pratica del sistema di H!lri; pt.r , ttencrt! una rappresentanza giusta e proporziona:e dei partiti. ora, cor_ne li aveva preceduti colla Lega della Demoaazia (1_8787_9) e col Comizio dei Comizi (1881), sotto la guida d1 Alberto Mario , altra volta riuscendo a strappare la riforma del r 882 che seu-nò . . ) r, u~ pnmo p~sso rn avanti, dopo il quale, dal punto d1 vista dell elettorato ce ne fu uno indietro colla revisione delle liste elettorali del 1895. Non additiamo come un altro regresso il ritorno dallo scrutinio di lista al Collegio uninominale nel 189.1 perchè sulla bonta del primo metodo di votazione non siamo del tutto convinti. Ora, da molti segni pare matura una riforma della presente legge elettorale, ed auguriamo cbe essa si trovi compiuLa quando si arriverà alle elezioni per la XXIII legi- .slatura e che segni un progresso tale da restituire sincerità ed equità alle elezioni. • La stampa quotidiana si è largamente occnpata dell'articolo dell'on. Caetani; ciò non ostante noi vogliamo riassumerlo e farlo segui re da poche considerazioni, che rispecchino i nostri dubbi e Je nostre aspirazioni. L' on. Caetani incomincia il suo studio con un esame dei gravi inconvenienti del sistema vigente. Nelle ultime elezioni l'on. Turati è stat,> eletto al V Collegio di Milano con 5225 voti, il Cerrnenati di Lecco con 5006 e molti altri con 4000 a 5000 voti .. Ma, di fronte a queste solenni votazioni, abbiamo in Italia altri Collegi, i quali banno mandato i loro rappresentanti in Parlamento con 1000 900, 800 e persino 100 voti soltanto. Questo stato di cose si risolve - dice l' on. Caetani - in una vera e propria ingiustizia sociale, I 5000 cittadini votanti di Milano e di Lecco sono rappresentati da un solo Jeputato, come i 1007 dell'on. Aprile a Rcgalbuto, i 523 dell'onorèvole Materi a Tricarico, i 710 dell'on. Marghieri ad Amalfi ed i 691 Jell'on. Gallini a Pavullo. Ciò che equivale a dire che in Italia i paesi più intelligenti e più politicamente attivi sono quelli che sono i meno rappresentati in Parlamento. Ma v'è Ji peggio. Può accadere che tutto un partito, numeroso quasi quanto il vincitore rimanga perennemente senza rappr.esentanti politici. Supponiamo che una città presenti 4 candidati monarchici e 4 candidati socialisti, e che in tutti e quattro Collegi i socialisti siano in piccola maggioranza: ebbene i quattro candidati mon:::ri.:hici resteranno tutti esclusi e una quantità enorme di elettori resterà senza un solo rappresentante del proprio colore politico. Riassumendo - il Collegio unino,ninale presenta il gravissimo difetto di otfendcr~ l'elettore sulla proporzione numeric~ rappresentativa, e di offendere il diritto delle minoranze. 1 •• V' é una via di uscita? - si domanda l'onorevole c;etani. Egli risponde di sì. E iclude il si jtema dello sJruti nio di lista, per l' i ufelicissima prova ch'esso fece nei tre esperimenti del 1882, 1886 e 1890: se questo sistema ha - teoricamente - molte ragioni militanti in suo favore, pure l'esperienza ha dimostrato cbe i suoi inconvenienti, sono sotto alcuni rispetti più gravi che non quelli del vigente sistema del Collegio uninominale. r::.-Basta pensare, che, per compilare una lista di ~ndidati, tali da assicurare la vittoria è necessario con lo scrùtinio di lista scendere ad umilianti ed immorali transazioni tra i partiti, la cui missione sarebbe invece di combattersi sinceramente, per il trionfo detle proprie opinioni. ( :n solo rimedio ai mali del sistema uninominale e dello scrutinio di lista - secondo l'on. Caetani ·- è il sistema proporzionale. H!lnno accettato già questo sistema alcuni Stati - non grandi, ma molto
72 RIVISTA POPOLARE evoluti - come il Belgio, la Svezia, la Sassonia e la Tasmania. In Francia esso va guadagnando terreno ed in Inghil terra vi è una vasta Società la Proportional Represenlation Society , che ha appunto per scopo di propugnare il trionfo del sistema proporzionale. Il sistema proporzionale ha un unico obbiettivo semplicissimo: di costituire un Parlamento, nel quale i partiti i trovino in condizioni aritmetiche armoniche coll' irnporraoza dei partiti nel Paese, così che la Camc ra s_iala JJera rappresentanza politica àelle masse elettorali. Que_sto obbie:tivo, così piano e semplice, non è nella realtà raggiJngibile senza certe complicazioni tecniche, al confronto delle quali il sistema del Collegio uninominale è un fenomeno di semplicità e che - sebbene l' on. Caetani non lo dica -- formano llno degli inconvenienti più sensibili del regime proporzionale. L'esempio del Belgio che l' onorevole Cae~ani ci offre, a spiegarci che è:os' è il sistema proporzionale in funzione e in realtà, piglia infatti più di due terzi dell'articolo della « Nuova Antologia » che riassumiamo. Poichè non possia no seguire l' on. Caetani per tutti i meandri della sua spiegazione, preferiamo spogliare il si::.tema proporzionale di ciò che non è ess~nziale e p rcsentarlo ai lettori nelle sue linee massime. Il Belgio è diviso in poche grandi circoscrizioni elettorali, ed a ciascuna è attribuito un rappresentante per ogni 30 - 70,000 abitanti. Si hanno così circoscrizioni cun 6, altre con 20 e più rappresentanti. Per ogni circoscrizione i partiti presentano ufficialmente la li sta che hanno concordato. Il giorno dell'elezione all' eléttore è presentata una scheda nella quale le varie liste sono raggruppate. Egli, con un segno speciale, fatto in capo alla lista, indica qual' è la lista ch'egli vota. Fin qui - se anche noi sonoliamo sopra certi dettagli, per esempio, quello dei deputati supplenti e quello del deputato o dei deputati preferiti - le cose sono abbastanza semplici. Diventano più complesse nello seru tinìo. Questo - eleminate le complicazioni non essenziali alJa comprensione d~l sistema - si svolge così. Supponiamo che nella circoscrizione che studiamo vi sia posto per 5 rappresentanti; e che vi siano tre liste - monarchica, radicale, socialista - e C:he la prima abbia riunito 24,000 voti, la seconda 13,000 e ìa terza 10,coo. L'operazione fondamentale che è a farsi é di ricerca re ciò che in Belgio si chiama il divisore elettorale, cioè il numera di voti più ridotto, che abbia diritto ad un seggio. Questa cifra si ottiene così : si dividono successivamente per 1, 2, 3, 4, 5 (poichè 5 sono i posti in contesa) i 24,000, 13 mila e 10 mila voti ottenuti rispettivamente dalla lista monarchica, radi.:ale , socialista. Si dispongono i quozienti 1 n ordine progressivo , pigliandoìi senza distinzione da tutte le liste: il quinto quoziente, l'ultimo, il minimo, sarà il divisore elettorale. Nel nostro caso sarà 8,000: ciò che signifìca che ogni lista, per ogni 8,000 voti, ha diritto ad un segg~o, ci?è, la li~ta monarchica (24,000 voti) a 3 seggi la lista radicale (13,000) ad un seggio, la lista socialista (10,000) ad uno egualmente. Così la lista radicale e la lista socialista, che nel sistema uninominale o dello scrutinio di lista, avrebbero potuto non aver rappresentanti, ne vengono ad avere uno ciascuno. Questo vigente nei Belgio è il sistema De Hondt; ma è preferibile quello di Hare propugnato dal nostro amico Mirabelli. + L'oa. Caetani, cui va data lode per lo interesse posto nello studio della quistione, s'illude molto sulle conseguenze della sua riforma. Del suo ottimismo sì potrà giudicare dalle seguenti sue con• elusioni: « Non v'é dubbio che, adottando questo sistema, la nostra rappresentanza nazionale subirebbe una profonda trasformazione. Alla prima elezione si sentirebbe forse ancora - nella composizione delle liste - l'influenza del sistema antico, ossia le influenze regionali, ma con l'andar del tempo si imporrebbe certamente ai candidati l'obbligo di spiegare più apertamente, il vero colore della loro bandiera. Con tale sistema i candidati non potranno più contare, come sevente per il passato , sulle sole amicizie ed aderenze personali : saranno eletti sovratutto per la schiettezza delle loro opinioni politiche, per la fiducia ispirata, per la loro vita, per le loro azioni, per le loro opere, per il loro passato e s' i1nporranno per i loro meriti a migliaia di elettori a cui saranno forse anche personalmente sconosciuti. La forza maggiore dei candidati poggerà sulla loro riputazione personale e sul valore delle associazioni politiche che li presenteranno agli elettori, garantendo la sincerità del loro programma ». (< E' bene però essere sinceri ». « Il sistema porterà come conseguenza, specialmente in Alta Italia, ad un aumento considerevole di quei partiti che avranno migliore organizzazione e maggiore energia, quanti non sapranno costituire forti associazioni politiche, dovranno per necessità di cose scomparire dalla scena politica. Tutto induce a sperare che, dopo rrn breve periodo d' incertezza, il nuovo sistema imporrà la formazione di partiti politici ben delineati: in mezzo fra i socialisti ed i clericali vedremo sorgere alfine quel tanto desiderato partito di sinistra democutica, ossia quello che sarà sempre in Italia il più numeroso, come quello che meglio corrisponde alla natura italiana essenzialmente progressiva e liberale. <.< I clericali si fonderanno in partito unico con i conservatori e i moderati, mentre i socialisti smorzando alcune tinte eccessive, guadagneranno molto a spese dei repubblicani e dei radicali ; tutti gli altri, ossia la grande maggioranza del paese, dovranno, se posseggono senso politico, unirsi in un partito solo, ossia quello democratico costituzionale. Questo partito unico potrà governare il paese , se saprà resistere a tendenze ed interessi regionali ». <.< In ogni modo la trasformazione politica generale del nuovo sistema elettorale sarà sicura arrecatrice dì bene: i partiti saranno più nettamente distinti e la scomparsa degli elementi personali propri del Collegio uninominale darà un fiero colpo ai parti ti personali in Parlamento. I Ministeri per sopravvivere alle burrasche parlamentari dovranno. contare assai più sulla bontà del loro programma, che sulle aderenze, sulle amicizie e sugli intrighi. L' ingerenza governativa sarà ridotta al nulla nelle elezioni e i deputati potranno assumere verso il Governo un contegno più fiero e indipendente >>. « Il sistema proporzionale avrà poi anche un altro immenso vantaggio, quello cioè d'imporre la scelta degli uomini migliori. Se un uomo politico, per esempio, acquisterà, per l'opera prestata in servizio del suo paese, speciali benemerenze e molta popolarità - in un grande collegio plurinominale - si raccoglieranno sul suo nome numero di voti assai maggiore di quanto è necessario perchè venga eletto, in questo caso la sua popolarità ed i suoi voti varranno a far eleggere altri suoi colleghi nella lista, i quali altrimenti sarebbero rimasti in terra ». « I servizi quindi che un uomo rende ~l suo paese
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