RJiV I S T A P O P O LA R E s 343 lentissirno discorso contro il progetto di costruzione di nuove navi da guerra. Dice che la marina italiana con la perdita della battaglia di Lissa , nel 1866 , rimase soccombente all'austriaca. (Da tutti i banchi della Cllmera,11ienodalt'Estrema Sinistra, violentiinterruzioni e rumori , smentiscono_le parole dell' on. Colajanni). « Fra le continue grida di << Basta, Basta », l' on. Colajanni continua nella sua ingiusta ed acerba critica della Marina italiana ». Il corrispondente in un altro numero dello stesso giornale parla di ovazione fatta ali'on. Mirabello. Tutto ciò è falso dalla prima all' ultirna parola. Chi ha mandato quelle notizie non può essc:re che un miserabile che non può essere u11 giornalista, ma dev'essere semplicemente un disgraziato che fu la spia della polizia e che a tempo perso tenta ingannare ignobilmente gl' Italiani, che vivono fuori d' Italia. Ed ora ecco la lettera, cui accennai da_ principio e dalla quale sopprimo le parole di chiusa troppo benevoli per me. DoTT. N. COLAJANNI Philadelphia Pa, 18 giugno 1909 Onorevole Colajanni, Mi permetto di richiamare la sua attenzioot: sull' agenzia telt:graticia che fornisce le nouzie ai giornali delle colon1t: delle due Americhe. La Prensa di Buenos Airns riceve uu servizio telegrafico direttamente da Roma ; i tdgeramrni sonù risevuti da un corrispondt:nte di quel giornale ali' ufficio del New York Herald da dove sono trasmessi a destinazione. A New Yorkl'actennato corrispondt:ntt: rivende le notizie ai giornali quotidiani di <1uella colonia edi Philactdphia. Le mando un saggio del modo come le notizie sono redatte. E forse è un caso de'i meno eloquenti, diciamo così. . . • . l d1scors1 dei ministri sono riportati più ditlusamente ed elogiati, mentre tutto ciò che dicono i deputati del!' est1 ema è non solo fai sato, ma accompagn11to da aggettivi altatto piacevoli. insomma è una propagancta continua e disonesta contro i deputati del- ! 'e ,trema simstra. Non e per caso che ho richiamato la sua attenzione, su questo fatto. Fui con l' Agostinont, egli per il l'ungnlo, io per alcuni giornali nord americani, nelle regioni del terremoto c1.1que giorni dopo il disastro, e proprio quando i giornali prezzolati sfogavano la loro bile contro di k1, che uon aveva. detto che parte della verità. Noi avemmo occasione di raccogliere, già prima di arrivare dalla bocca degli ufficiali a bordo della corazzata Umberto. 1 ° sulla quale viaggiammo, le critiche piu acerbe allo stato maggiore ed all'anarchia in cui si trova la miuina italiana. Dalla bocca degli uffi..:iali raccogliemmo la scomparsa, nei primi giorni dopo il disastro, d1 un capo di stato magg10re e della assenze di un a1t10 alto ufficiale il quale non voleva che la triste novdla dovesse disturbare le nozze di una sua tìgl a, tutte cose queste che ella ha già riprodotte nella iùvista t: conservo ancora i nomi dei bravi ufficiaii i quali erano davvero agitati da 1..na generosa impazienza di accorrere a portare soccorso ai fratelli sepolti, mentre la sapienza di chi comanJava pareva facesse di tutto per ritardare tutti i movimenti. 11 ministro della guerra ricorda come titolo di gloria della marina italiana l' invio di una divisione sulle acque turche. A questo proposito ricordo ciò che un ufficiale della citata corazzata, ci diceva, come sintesi ddle sue critiche alla ma• rina : ~ fortuna, egli disse, che non fu necessario fare la minacciata dimostrazione in quei giorni altrimenti anche i turchi ci avrebbero fischiato I » E noti che della disorganizzazianè della marine in mezzo agli uflìciali se ne par lava generalmente con una certa ltbertà ! Ora con i tdc:grammi che si inviano all'estero si vuol far credere che ella abbia attaccato marmai ed ~fuciali, facendola passare come un feroce erveista, mentre io, che in quel tempo ero in ltalia, ril..'.ordo bene che lei ben distinse fra il valore dei marinai e deglt ufnc1ali e l'insipienza, per non dire pegg;o, dello Stato maggiore e le colpe dei responsabili della disorganizzazione della marina italiana. i telegrammi del Bullettino della Sera seno poi ricuc1nati e abbelht1 dal •••.. il giornale del famigt:rato ..... il cucinatort: è quel •.... recentementt: espulso dalla !)alite Aligllltri e che si trova sotto la terribile accusa d'ince . t •: Intanto questo giornale e queste persone sono protetti dal nostro ambasciatore 1l quale recentemente otteneva per il ..... un dono dal re d'Italia. 1l re fa così da .... ; la frase è dura onorevole ma si! ella fosst: qui non ne saprebbe usar-: una diversa. Enrifceorrei laquistidoenUeraezze La mancanza di spazio mi ha impedito sinora di riprodurre e commentare questo pun lù del discorso pronunziato da E. Ferri il 22 g rngno scorso : « Nel!' America , disse il deputaco socialista , ho « v1sto gl' Haliani aggiungere alla mirabile potenza « del loro ingegno naturale· una j'orz.a metodica di « volontà, che e dunque l'espressione non di un « carattere di raz. 1a immutabile e }alale, ma che è <e in gran parte la produ 1 ione del1' ambiente in cui <e questa nobile razza lat,na si trova quando deve « combattere la lotta per l' esistenza in condizioni <e diverse dalla vecchia civiltà storica ». <e Naturalmente, se fosse qui· r amico Colajanni, <e egli sarebbe assai lieto di questa mia dichiara- « z10ne, perché avemmo alcune polemiche scienti- « 1iche, egli sostenendo che la razza non ha alcuna <e impottanza ne1 destini dei popoli, ma soltanto le cc ragioni economiche sociali. Duci, però, all'amico <e Colajanni che questa mia osservazione deve avere <e un senso relativo, cioè che Le quaiiLà ai raz.z.a non << si possono canceLLare dei tullo. B<tsta ricordare, <e per esempio, i desti111 di versi della California « nnchè fu in mano degli .Spag.rnoli e quando andò << in mano ai Nord-Amencani per cvmprendere che <e 11 dato fondamentale della razza , per quanto sì <e m~dihchi nell'ambiente, è sempre un fattore de- <c ClSl VO >). << Gl' Italiani ad ogni moJo nelì' America sebbene cc abbandonati a Loro stessi , sebbene I Uoverni ita- « liani che s1 sono succeJuti in mezzo secolo quasi « mai abbiamo ricordato l' opera benemen La dei <e nostri connazionali, hanno compiuto opere vera- << mente amm1rab!li e che s'impongono alla rico- <c noscenza sincera e leale degli stessi 1ìgli del paese « che li ospita i>. + Sono davvero sinceramente grato ad Enrico Ferri della leale dichiarazione fatta alla Tribuna parlamentare; tanto più grato 111 quanto eg11 avrebbe potuto agevolmente farne a meno pur venendo alle conclusioni, cui pervenne, cwe alia apologia degli italiani in America, La intcnslta della mia sodu.isfazione si può intravvedere dal ratto che la polemica mia con Enrico Fern durava giusto da venticinque anni, poichè nel 1884 vide la luce la r' Edizione del m10 Socialisnw. Dirò brevemente delle riserve dell'amico Ferri; ma prima voglio ricordargli una coincidenza slrana, che egli forse ignora. .Fu dopo aver visitato l'Argentina nel 1871, che 'io maniìestai la prima volta nella moJesta Rivista partenopea le mie con.vinz10ni, che dopo divennero mio saldo patrimonio sc1ent1tico, sulla 1nth1enza ,della razza e dei fattori iìs1c1 nella evoluzwne sol ciale. E dopo aver visitato 1' Argentrna, e visto gli I ltaliani all'opera , Ennco Ferri alla distanza di I ' 38 an111 dalla mia prima atfermazwue, sostanzialmente riesce alJ.e mie medesime condusioni. _Che egli riesca alle stesse mie conclusioni m'indugierò brevemente a dimostrarlo.
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