Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 13 - 15 luglio 1909

RIVISTA POPOLARE 339 dei liberali, dei socialisti, dei cattolici insomma di tutti i gruppi del Reichstag persegue una politica che pare sua, ma che egli ha ereditata dal nonno ed ebbe a proprio massimo fattore il Principe di Bismark. Egli, il grande Cancelliere di ferro, sognò, volle una Germania potente, signora dei destini del mondo; volle che la Germania. togliesse ali' Inghilterra la padronanza dei mari e la supremazia della industria, alla Francia la maggiore autorità nei consigli politici e nello svolgimento dei fatti internazionali, alla. Russia, la possibilità di espansioni maggiori nell'Oriente Asiatico. A questa politica, ferocemente imperialista, se ma.i una ve ne fu, il Principe di Bismark tese tutti i suoi sforzi, a preparare questa Germania egli spese tutta l'opera sua: egli pose le basi dell'edificio, meglie tracciò i I piirno dell'opera fnt11ra, e cosi salde furono quelle basi - che ebbero per prima pietre Sadowa e Sedan - e cosi rigorosamente chiaro e preciso quel piano cLe anche dopo che l'Imperatore - con le impazienze dei giovani - ebbe cacciato il fedele servitore, e l'Imperatore più maturo di anni e di esperienza curò quasi di essere bellicoso anche a parole, qnell' edificio continua ad innalzarsi come Bismark lo volle, ed il piano continua ad essere la g11ida dei Cancellieri dell'Impero tedesco. Caprivi ed Hohenlohe, i due predecessori del Biilow, furono quasi una parentesi all'opera, ma breve è &'enza effetto, Blilow, salito al Cancellierato riprese le antiche armi del Cancelliere di ferro, con metodi meno violenti bensl, quali al suo temperamento si addicevano, ma con gli stessi identici intenti. Nè la caduta di BUlow può modificare questo andamento delle cose che l'Imperatore trova bnono - si addice perfet tamente al suo temperame11to mistico ed alle sue idee di potenza e di govnno - e che del resto lo svolgersi dei fatti storici ora, e prr lungo tempo ancora, impone alla politica '11edesca. Chiunque sia che succederà al BGlow, e si parla del re13to del Wedel, del Tirpitz e del Bethmann Holwe.g-, (1) chiunque sia non potrà che seguire la mede~ima via, non potrà abbandonare la esecuzione del piano, lasciare in tronco l'edificio tracciato e voluto da Bisu.iark e dalle necessità stesse della 'Germania. É se così non farà dovrà rassegnarsi ad essere per brevfl tempo l'ospite della Cancelleria, rappresenterà una parentesi da aggiun~ere a qnel:e di Capri vi e Hohenlohe. E la ribellione dei Conservatori ? Oh ! essa ben poco rappresenta nella politica internazionale tedesca. Il progetto finanziario ha subito delle fiere censure alla discussione ma la marina non avrà. un soldo di meno. Questa è la volontà dell'Imperatore - ed in fondo anche la necessità fatale della Germania -; e la cad 11 ta di Blilow non rappresenta affatto, ancora, che la Germania sia una nazione parlamentare. Certo sarebbe bene, e nell'interesse della pace che lo fosse, ma disgraziatamente non è cosi: la scelta del successore di Bulow che è fatta direttamente ed unicamente dall'Imperatore è là a provarlo. E' uu male; ma è un fatto, e bisogna constatarlo. + L' India contro l' lnghllterra. - Ormai nou è più possibile farsi illusioni su l'avvenire dall'India rispetto all'Inghilterra. Noi, più volte, in questa stessa rubrica, abbiamo attratta l'attenzione dei nostri lettori sul corni,licato e pericoloso problema Indiano. Abbiamo fatto notare via via i fatti salienti e suggestivi della sitnaziono e più volte abbia~e dovuto concludere affermando che o l'Inghilterra cambierà sistema, o perderà l'India. Indubbiamente l'Inghilterra - che 1100 vuol cambiare sistema - non è proprio alla vigilia della perdita dell' India, ma è un fatto che i fenomeni di risveglio nazionalista. si fanno ogoora più gravi fino al recento atto di DLingra, e fino, ciò che (1) Fu il prescelto quest'ultimo. è più significativo, fino alla sua eroica condotta, ed alla sua fiera dichiarazione dinanzi al tribunale. Poichè bisogna ben riconoscerlo Dhingra è un patriota per l'atto e un eroe per le parole ed il contegno, e merita che gli Italiani riscossi dal servaggio auche per opera di eroi qualificati di assassini dagli oppressori, merita, diciamo, che gli Italiani salutino in questo giovine ribelle uno dei precursori della indipendenza Indiana, ed anche uno dei martiri di quella indipendenza poichè è probabile che non passi un mese senza che Dhingra non penda dal cap~stro Inglese. Nè l'Inghilterra avrà ottenuto molto impiccandolo. Avrà ri vendicato il Curzon Willie ed il dott. Larcala, ma non avrà per niente migliorato la propria posizione nello spirito degli Indiani. Anzi, anzi c'è da credere che sieno rigorosamente esatte le parole che Dhingra ha pronunciate al processo : e Desidero, egli ha detto, che voi mi condanniate a morte perchè cosi i sentimenti di vendetta saranno più forti». • E questo è chiaro ed è probabile che sarà cosi. L'inghilterra è ormai su la via della repressione violenta, e della oppressione brutale ed è curioso che questa opera di odio e di violenza debba essere condotta dal più liberale, anzi dal più radicale dei liberali inglesi, lo storico Iohn Morley. Forse è in questa una punizione dell'Inghilterra, il principio della punizione. Una delle sne più belle e idealistiche e fine e pnre personalità firma ordini di morte, di deportazione, di violenza per mantenere un popolo che vuole essere libero sotto il giogo dell' Inghilterra. Poichè l'Inghilterra tratta l' Iudia in una maniera infame. Le parole che Dhingra ha pronunciate al processo sono una verità che sarà ben presto suggellata dalla vita di un uomo, che è proclamato dalle galere, so'tto i I bastone, in ogni grido ed appello di rivolta ed è la condanna dell' Inghilterra : ~ Voi inglesi, ha detto Dhingra , siete responsabili della morte di 80 milioni dei miei compatriotti. Durante questi ultimi 50 anni, voi inl?lesi siete responsabili di avere sottratto ogni anno 100 miliot1i di lire sterline, che togliete ali' India per portarle nel Regno Unito, e siete responsabili delle impiccagioni e delle deportazioni dei miei comp ttriotti, i quali non fanno dopo tutto se non ciò che voi consigliate ai vocompatriotti di fare•. « Il funzionario inglese che va a risiedere nell'India e che percepisce 100 lire sterline al mese, riceve una somma che potrebbe bastare largamente ad un migliaio dei miei poveri compatriotti e per questo solo fatto condanna a morte un migliaio di indiani, mentre egli getta il suo denaro in frivolezze ed in piaceri. Gli inglesi non hanno il diritto di uceupare l' India e noi abbiamo il diritto di uccidere gli Inglesi che insozzano il suolo che ci è sacro » . e Voi che posate da campioni dell'nmanità a.l Congo ed in Russia, opprimete l'India e corumettete atrocità. Voi che siete causa della morte di due milioni di Indiani all'anno, voi che insultate le nostre donne, supponete che i tedeschi occupino l'Inghilterra e circolino nelle vie di Londra con l' insolenz t di conquistatori; non qualifichereste voi di patriota un Inglese che, non sopportando questo spettacolo, andl-l.d::ìaed uccidere uno o due tedeschi i Ebbene anche io sono patriota, anclrn io lavoro alla emancipazione del mio pae.:-ie >. E queste parole dell'eroico ribelle sono il riassunto di tutte le accuse che la parte più eletta e più evoluta. della società Indiana, va formulando contro l'Inghilterra. Queste parole sono il grido' di un popolo che vuole ed ha diritto di esser libero. Ed è una. politica falsissima questa dell' Inghiltero che tratta Pindia come paese di conquista. L' unificazione del paese si va facendo ora nell'odio all'Ing!Jilterra, mentre potrebbe farsi invece nella stima e nell'affetto allA. Grande Bretagna. Accadrà indubbiameu te questo, che mentre l'Inghilterra potrebbe avere ne!l' India una fiorente e felice e fedele colonia, avrà invece un popolo

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