Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 13 - 15 luglio 1909

.. I RIVISTA di trasportarle in un mondo proprio : da Omero a Geethe, da Goethe a Hugo ed a Wagner. Anche il grande Omero che si rappresenta come un genio istintivo ed ingenuo , se ha tradotto la realtà della vita che si sviluppava a lui d' intorno , non ha posto il suo grande specchio troppo vicino alle cose : ha aperto delle prospettive lontane ed ha fatto muovere i suoi eroi e suoi iddiì in un mondo che era di tutti cd era suo. Goethe ha potuto dire che non vi era una particella delle sue opere in cui non si riflettesse la sua vita personale e la vita del mondo: « Io vivo nei secoli •, e gli oggetti più prossimi erano inondati dalla luce degli orizzonti. Hugo stesso che trasportò le sue collere e le sue pas§ioni nel cuore delle solitudini per prendere a testimonio la natura ddle sue sofferenze e delle sue speranze cantava : • Alberi delle foreste, voi conoscete la mia anima •. E Wagner, infine. Chi può dire dove ha tolto l'ammirabile canto della foresta nel Sigfrido ? Chi potrà dire se gli è venuto dall'emozione della natura dalla potenza dell'amore. o da quella primavera di speranza che passa sulle sue folle e le sfiora di un brivido comunistico? Nessuno potrà ritrovare queste sorgenti come nelle nuvole d' oro che si librano ta1volta nello spazio, non si sa a quali sorgenti abbia bevuto il sole: noi non domandiamo ai geni, agli spiriti liberi di partecipare alla mediocrità delle nostre lotte: lo spirito della nazione è un Olimpo a più cime: !'equi - libri o dev' esser conservato tra tutte le facce di questo spirito di cui il livello si abbasserà in un popolo se la potenza di rappresentazione, se la potenza della vita pubblica, se la potenza dell'espressione nazionale dell'idea e delle passioni delle moltitudini è sottomessa alle leggi della mediocrità. (Humanité, 26 giugno), + Albrecht Wirth: Not ed I tempi dell'Impero romano. - Giacobbe Burckhardt ritrovò nel rinascimento molti segni dell'epoca post-pedclea. Da dieci anni i nostri sci,'nziati e filosofi - Belhge, Breysig, Naumann - paragonano la no stra ali' epoca cesarea. Mette conto fermarcisi su e trarne forse ammaestramenti politici. Alcuni sintomi di der,adenza. I festini di Trimalcione e simili insolenti ricconi ricompaiono a Londra e a New York. In mezza giornata si converte una ss la d'albergo in un lago e si banchetta su gondole. Oppure a c&vallo, serviti da camerieri pure a cavallo. Un milionario di Irkutsk fa lastricare di rubli d' argento la sua sala di ricevimento. Inoltre i cir - censes. La curiosità s'è acuita infinitamente. Il brutale, il bizzarro, il lascivo ottenngono i maggiori applausi. Anche nelle regioni nordiche, a Parigi e a Berlino si tenta introdurre il combattimento dei tori. Corse ciclistiche, su ghiaccio, Cake walk, corse di cavalli, danze serpentine, pulci e porcellini d' India ammaestrati ; il bello ed il mostruoso frammischiati insieme, ma il tutto sicuro dell'attenzione riconoscente del pubblico. Le esposizioni di nudo che Apuleio racconta con tanto di - letto, corfispondono ai noti spettacoli berlinesi. Fra la pompa degli spettacoli una nota comune: il pubblico rifugge dal classico e si rivolge ali' insulso ed al buffonesco. Così in Alessandria la folla accorreva giornate intere a contemplare, estasiata, un elefante verde, Ma anche i grandi lavori dell' epoca romana trovano oggi il loro riscontro. Grande industria oggi come allora; giganteschi patrimoni, enormi cotruzioni, un mare di letteratura. Arte e letteratura in massa. Lo stile nobile si fa grossolano e volgare; va scomparendo nell'espandersi delle merci di fabbrica. La politica sia interna che estera mostra meravigliose analogie. Come oggi si mandano continuamente spedizioni nel! 'inPOPOLARE 361 terno e nelle regioni meridionali dell'Africa, nel Marocco e nella Coata Somala, e dalle potenze coloniali si inviano truppe dall'Indocina al Madagascar e di qui nella Senegambia e dalla Cina a Ceylan, alla Sierra Leona, al Canadà ; così ai tempi di Silla e di Pompeo le spedizioni. in lontani paesi erano all'ordìne del giorno. Oia una potenza imperialistica suscita a bella posta agitazioni nel Marocco, I' Inghilterra eccita alla sollevazione paesi per impadronirsene; allora Cesare spingeva gl 'indigeni di Spagna e di Gallia alla guerra per saccheggiarne le città e venderne schiavi i prigionieri di guerra. Cesare partiva da Roma con debiti enormi e vi. ritornava dalla Spagna con 40 milioni di marchi di avanzi). Come conse guenza delle molte campagne ai confini dello Im;. ero si ebbe una ti oritura dell' etnclogia e della geografia, lo stesso fenomeno oggi. Se Tacito dipinse idealmente le popolazioni germaniche, Forster celebrò i costumi paradisiaci di Otahaiti. Se subito dopo Tacito vennero le storie meravigliose di Alessandro e di Ap~llonio e il romanzo d'avventure e di viaggi intreccia•o coll'odissea di una faccenda d'amore noi abbiamo -0ggi Giulio Verne ed abbiamo Cooper e Sealsfield. La febbre del Sudan s'era già accesa in quei tempi. La brama di scoperte condusie, pure senz11 ordini da Roma parecchi condottieri d'eserciti in regioni sconosciute nelle foresti vergini della Germania nel fens scozzese , al di là. del1' Atlante e del Caucaso. Le spedizioni dì Elio Gallio nello nell'interno dell'Arabia e di un Cavaliere rom ano nel 5r1r ci ricordano i viaggi dì Carlo Peter e del Co.,quistatore del Tibet Younghusband. Vi era anche una specie di problema giallo nella non estinguibili lotte coi Parti. Vi era altresì una que st;one ebraica e un sentito Antisemismo. Anche allora la co scienza dei c/)ntrasti fra le razze stava di fronte ad un fortissimo cosmopolitismo. Caracalla conferì i diritti civili a tutti gli abitanti dell' lmpero; ora gli Inglesi chiedono che anche i Baniani e i Nigger siano riconosciuti come cittadini britannici. Quindi nella politica interna i! sorgere dei liberti, dei parvenus arricchiti ed il crescere delle brame proletarie. Il li berto Tremai ci one ammassò trenta milioni di sesterzi. Con - tadini russi, colti vatori di barba bietole , edifica no palazzi a Kiew. Portinai d'alberghi, camerieri di Monaco divengano proprietari di Hotel e speculatori di terreni. Anche la burocrazia dei nostri tempi, comune a tutti ì paesi sia monarchici che repubblicani ( l'America pare ne sia un un pò più salvaguardata) trova il suo contra?posto nella rigorosa concentrazione amministrativa dell' Impero romano. Già Ulpiano, il giurista del principio del terzo secolo aveva stabilito la divisione fra militari e borghesi , ed appunto gli Stati in apparenza 'più liberi, I' Inghilterra e l' Unione , ripetono il dispotico ordinamento dell' Impero, secondo il quale i militari appartengono ad una casta legalmente privilegiata e socialmente stimata. Anche la crescente aspirazione ai titoli dei nostri tempi non è tanto un residuo del medio evo quanto un segno delle epo cho burocratiche imperialistiche. Tutti sono uguali dinanzi alla legge, ma ciascuno tende ad aggrapparsi a qual segno esteriore di ineguaglianza. La tecnica ottiene i più grandi successi nelle ep0che imperialistiche. I Romani edificarono il Colosseo , la Cloaca massima e salde stradl! a scopo di dominio politico. Nei nostri tempi ai provvede ai bacini depuratori, all'igiene delle città, si costruiscono case popolari, saloni per conferenze e ferrovie transcontinentali pure a scopi imperialistici. Ad un Imperatore romano ,.si presentò un uomc, che aveva inventata una macchina per volare. Nella successione di Commodo si misero ali' incanto i carri che correvano senza ca valli , dunque una specie di automobili ad impulso meccanico,

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