360 RIVISTA POPOLAR.E degli eretici e dei ribelli aono semplicemente un incidente nella realizzazione dei sublimi scopi della fede. Naturalmènte essendo egli per educazione e concetti di qual· che secolo indietro su le aspirazioni e la educazione della sua razza, egli è stato costretto a circondarsi di uomini dal livello intellettuale bassissimo, dalle idee ristrette, dallo spirito retrivo. Egli è caduto così sotto l' ascendente dei finanzieri astuti e di speculatori che indussero la famiglia reale ad imbarcarsi nella avventura dorata delle concessioni dello Ialu, e ne risultò la guern .. Giapponese. Cercando n'essere aiutato nel risolvere la crisi interna egli non seppe trovare altro sostegno che nella lealtà medievale dei Cento Neri fra i quali è difficile dire chi predomini se il criminale o il fanatico. Preoccupato dalla propria sicurezza personale egli ha confidato la cura della libertà dei suoi sudditi ad una polizia che pratica la tortura e gli agenti provo catori , e qualunque sia e possa essere il ministero che governi la Russia, i veri dittatori del raese sono quasi poliziotti terroristi che, grazie alla permanenza della legge marziale, sono i padroni della Russia, e della libertà dei cittadini. L1 Russia è diventata, tanto sono educate e colte alcune sue classi, la più progredita ed umana nazione di Europa , e nondimeno essa ha un governo tale che la immaginazione mo• derna non concepisce facilmente. Pietro il Grande usava decapitare, con le sue proprie mani , i ribelli al suo potere su la grande piazza di Mosca: un recente decreto del Senato dà dtritto al. Governatore di una provincia , sotto la legge marziale di condannare a morte un prevenuto senza processo. Ed il Senato è uno strumento dell' Imperatore e della cricca imperiale. Un'esame delle attuali condizioni della Russia ci dimostrerà che non siamo vicini al rimedio. Ci si presenta una società singolarmente intelligente i cui Governan:i tentarono respin gere nella barbarie. La indimenticabile protesta di Tolstoi contro le esecuzioni sotto la legge marziale non è stata udita. Il numero delle donne, delle ragazze, degli uomirj giustiziati negli ultimi due enni supera, i duemila, più di due ogni giorno. Le carceri dell' impero , costruite per 90000 prigionieri ne chiudono ora di 180,000 e il colera , il tifo , la dissenteria corrono da una galera all'altra, le decimano , non le vuotano mai. In alcune prigioni il 40 per cento dei prigionieri è ammalato e tutti prigioneri per reati politici o per reati comuni giacciono tutti nella stessa promiscuità e tutti egualmente senza cure o soccorsi, salvo che le frequenti bastonature inflitte loro dei guardiani. E tutto ciò è basato non su le chiacchiere ma su relazioni ufficiali presentate alla Duma. Non si sa quale sia il numero preciso degli iaviati in esilio, in>ia amministrativa : le cifre ufficiali ne dichiarano 700000: in verità sono molti di più. E quando si chiede la ragione di un così terribile stato di cose la vera non si sa dire. Non c'è sciopero generale ora, non ci sono ammutinamenti non ci sono rivolte, gli atti di rivolta individuale sono la spasmodica azione di vendetta di alcuni individui oltraggiati , e del resto il disprezzo della vita umana è il resultato dato dal. l'esempio del Governo stesso. Non bisogna indebitamente ridurre al minimo la responsabilità di Stolypine e del suo Governo. Gli agrari e la casta uftìciale lottano per la perpc tuazione dei loro privilegi e la conservazione del potere a Stolypine gli aiuti, nella lotta che è di classe tanto quanto di costituzione. E per il carattefe che ha la responsabilità sale allo Tsar. Ed egli non se ne è ritratto. La protezione data: da lui alla Lega degli uomini Russi, altrimenti detta dei Cento Neri lo ha rivelato come il capo della reazione. Egli ricevette il loro capo e lo ascoltò quando lo supplicò di distruggere la Costituzione rami e radici. Egli gli incoraggiò con Ul'\ discorso pubblìco quand' era saputo da tutti che essi stavano organi'zzando uri massacro di Ebrei. Poche settimane fa egli fece un pubblico dono a questa società proprio nel momento in cui il r:apo di questa era accusato dell'assassinio di un membro liberale della Duma il :ie-· putato Hertzenstein. La responsabilità , la complicità di, N'i.'; cola II in tutti gli omicidi e massacri praticati dai Cento N'eri è tanto .chiara quanto la responsabilità di Abd ul•Ami.d nei1 massacri degli Armeni e nelle persecuzioni dei Giovani, Turchi. Considerare come un sovracio costituzionale questo patrono_ di tutto il movimento reazionario è una schiocchezza. Fingere- di salutare nello Tsar in lotta col suo popolo, -il rappresentante della fratellanza Russa è una pedanteria. Trattare come un governante civilizzato un uomo che si è alleato con i reazionari organizzatori di massacri è un tradimento alla civiltà. Il benvenuto offerto a lui è un errore nella storia dt!I Liberalismo ed une infedeltà alla causa della libertà (The Nation, 1 2 Giugno). + Jean Jaurès: Il divorzio tra l'arte e Ja politica. (1) - Vedete ctme si aggravano le cose: il p·.-ofetariato aggrondato ed ostile , la borghesia compiacente e ·beffarda in . sieme , e tutto il mondo dell' arte e del per_.sìero.si separa sempre più con ·una affettazione di sdegno insolente. da ciò che è la rappresentanza legale del paese, Qui ancora io non .mi lascio ingannare da certe manovre. Per quanto deplori il divorzio crescente tra il mondo della scienza del pensiero, del!' arte ed il mondo parlamentare, altrettanto io sono poco disposto a prendere sul serio certe critiche altezzose di lette• rati o di artisti contro il parlamentarismo. È vero frattanto-scartato da noi questo suobismo e queste frivole menzogne - che, se noi mterroghiamo le intelligenze sincere~ i giovani ingegni , constatiamo che tra il mondo del pensiero e deli' arte e quello politico , la comunione si fa sempre più rara. Un tempo, in un'epoca altamente drammatica, si potè ~('(ld'.e1·~· l'alleanza di una parte almeno del mondo del pensierc.,,,, col.: popolo democratico. Ebbi l'onore di visitare il gra11d~ Ernilio, Zola nel periodo di sua vita in cui, condannato all'ej;ilio vo-- lontario per la iniquità dei giudici , abitava nei dintorni dii Londra ove (gli cercava un rifugio contro la doppia impor•. tunità dell'odio e della gloria. Egli mi disse: • Molte. cose che. mi avevano appassionato non mi sembrano pii. c~w. ~lurh~zza1 o vanità : io vedo ascendere delle nuove stelli i,.· Ebbent:;, quel sogno dei grandi pensatori nel quale il fior fiore del pen, siero e quello del lavoro si sarebbero associati in un' opera comune, si frange. Il più grande tra essi, Anatole France , dopo essersi esau. rito contro le scempiaggini e l'ingiustizia delle critiche pene - • tranti come frecce, sembra ritornare, nella conclusione del suo ultimo libro, ad una specie di nihilismo senza incantesimo . ed egli vota l'umanità alla vanità degli scacchi periodici e di ricominciamenti abortiti. Lo stesso divorzio, la stessa stanchezza, lo stesso languore in riguardo alla vita nazionale, tal quale si esprime nel Parlamento. Tali cose cesseranno il giorno in cui grandi correnti di pensiero e d' azione passeranno da qui. In tutte le grandi epoche della storia, l'armonia della vita, del pensiero e della, vita sociale fu realizzata. Noi non domandiamo agli artisti, ai pensatori , di essere il banale piffero delle nostre battaglie sociali. I geni più grandi, dalle origini del mondo , hanno avuto il doppio carattere di essere sensibili a tutte le realtà, di risentirne tutti i fremiti e (t.) Dall'ultimo diacono contro Clemenceau. La Reda 1 ione
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