Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 13 - 15 luglio 1909

356 RIVISTA POPOLARE Classica, rincalzata l'interpetrazione dell'Occioni ?h'_io fui credo. tra i primissimi ad hCcogliere fra no1, in un~ dotta· uota dd prof. Carlo Pascal. L'illustre latinista dell'Universita di Catirnia, dopo aver esemplificate con luoghi dei classici le varie e più comuni significazioni che l'espressione non bene irnote as,rnmer~ in latino finisce col concludere che la sola e che si attagli a 1 l passo oraziano" è quella di « improvvidamente stoltamente > com'è in Ovidio, Met. XV, 826, dove ;wn bene fisa detto di Cleopatra significa teme1·e fisa. . . Orazio ste~so, aggiunge :l Pascal, lia bene uel s1gmficato di "provvidamente, opportunamente~ ( Ca, m. !Il, 27, 59); indi, per natural 00111:rnguenza, non bene « improvvidamente ~. . . . . Che idtro :;i vuole per assolvere il fh1e poeta d1 Venosa da oo-ni taccia di cinismo? Claudite jcmi rivos, pue1·i, è il c:so di ef:iclatn:tre; ma i filologi 11011 ~i lasciano indurre co.--i facil:!1ente a chiude1·e le d1scuss10m. ERNESTO ANZALONE La storia degli urologi Se due paesi, fra gli antesignani della civilt_à come la Svizzera e la Germania, vanta ognuna 11 suo monumento ad un suo figlio orologiaio, non è meno meri tevole di ricordo la storia degli orologi, in un periodico di lettori italiani. Si sa quali sono stati i primi strumenti irnpi_egati a misurare il tempo: la clèssidra, od orolog10 ad acqua, l'orologio a polvere e ii qu~drante s?lare: L'orologio a ru?te apparve nel m~d10 evo; ~e1 pes~ trasmettevano l energia al meccanismo; Ga Iileo gli diede il pendolo, cl1e ne re_gola ~l movimento: .. In prosieguo di tempo, 1 pesi furono sost1tmt1 dal bilancière oscillante. Allora si riuscì a racchiudere il fonzionamento dell'orologio in un piccolo spazio. E si vide per la prima volta l' orologio da Lisca. Si crede che lo costruì, nel 1488 , il fabbro di Norimberga Peter Henlein, e fu il susseguente secolo XVI a veder sorgere tale industria, che doveva gradatamente raggiungere uno sviluppo straordinario. Ma come la piccola macchina di Norimberga era differente dai nostri orologi da tasca ! Quella era una scatola cilindrica di bronzo o di ferro, fornita di un quadrante, sul quale girava una sfera. Si posava questa scatola in mezzo alla tavola, e si chiamava orologio da favola. La molla spirale non esi · steva ancora; una setola. fissata ad un braccio del bilanciere, regolava il movimento. Pure cosi fatta, questa novità meravigliò il mondo al tempo della Riforma. L'orologio da tasca fu il primo a potersi tenere in tutte le posizioni. In Germania, i famosi uovi di Norimberga, che, in principio, si portarono pendenti al collo da una catenina, rappresentavano già un notevole miglioramenco sui prodotti della nuova industria. Ben presto gli artefici si diedero ad ornare lo strumento nuovo, come si può vedere presso i rari e fortunati collezionisti che ne posseggono anche del secolo XVI e di bellissimo stile. Gia in quel tempo s' incideva, si cesellava, si smaltava la scatola di metallo fino; la s'incastonava di pietre preziose, o si faceva di cristallo di rocca, di agata, di topazio; le si davano le forme più svariate. E eosì l'orologio da tasca, riccamente ornato, res 1ò per molto tempo un oggetto di lusso, che si concedevano solo i potenti della terra. I mirabili campioni del secolo XVI e XVII sono assai ben conserva~i , fatto che si spiega facilmente, perchè quegli orologi non sono stati mai portati, rappresentando regali principeschi, custoditi gelosamente coi gioielli di famiglia. Nei secoli XVII e XVIII, i padroni orologiai furono artigiani molto stimati , e la loro industria prese un'importanza ognora crescente, finchè nel secolo scorso si é collocata in prima linea delle industrie svizzere. Nacque in tre località diverse del _territorio ~he forma oggi la Con federazione: a Ginevra, poi a Nyon, nel paese di Vaud, e infìne alla Sagne, nel Principato di Ne·1chatel. Da questi centri, l' un<? grande, ~li altri ~ue mi_nori, s'irradiò n_ci_di?torm e in altn Cantoni, modi fìcando le cond1z10111della vita e recando l'agiatezza dove si stabili ;a. Nel r587, Carlo Cousin, osologiaio borgohno~e, la introdusse a Ginevra; un altro francese la introdusse nel paese di Vaud: egli. si (ìs_sòa _N}:o_n, in principio del secolo XVIII, e 1 suoi alhev1 Il~ riva al Lemano, a Nyon, a Vevey, a Rolle, e pot anche a Moudon. Invece, nel paese di Neuchatel, l'orologeria si produsse come per gcnerazion_e spontanea,. ad opera del giovane apprendista_ ma~1sc.alc? D~m~le. ~ean Richard, della Sagne, v11lagg10 del1a grnnsd1z1one del Locle. Un o-iorno del 161 9, egli era intento al lavoro della s°ua fucina, quando entrò un sensale, di passaggio al paese, e gli mostrò il SLIO Oi ologio, che si era fermato, ciò che gli dispiac~va moltissimo. Era il primo orologio da .tasca che st ved~va alla S~gne. Pure, Jean Richard, che conosceva Il meccamsmo degli orologi, s' impegnò e riuscì a raccom_odare quello fermato. Poi volle costruirne_ uno_ ~ut e lo fece in capo ad un anno. Nel 1705 s1 stab1h al Locle, e formò molti apprendisti , tra i quali i suoi numerosi figliuoli. Così la sua officina fu la culla dcll' ìndust;ia, che doveva estendersi e svilupparsi in tutte le montagne neo castellane , dove , a cagione degl' inverni lunghi e rigorosi, gli abi~ant~ menavano una vita sedentaria, occupando gh oz1 in mestieri ed arti meccaniche. Mentre gli uomini fabbrica vano falci, utensili ed orologi di ferro, le donne attendevano a fare il merletto al tombolo, e e in ogni casa, i fusi danzava.no agilme~te. . . A Ginevra e nel Cantone dt Vaud, gli orologiai furono in origine aggruppati in maestranze. Nelle montagne di NeJchatel, invece, l'orologer=a si sviluppò liberamente e divenne subito l'in_d~st_ria ~omestica per eccellenza. Il padrone orologia10 rn n va al Lemano lavorava circondato dagli aiutanti, operai ed apprendisti, ai quali le regole della corporazione gli davano diritto. Il montanaro neocastellano non aveva abbandonato del tutto le sue oL:cupazioni rustiche. Volta a volta, le sue mani robuste adoperarono i pesanti utensili di paesano (1) o quelli delicati dell'orologiaio. Il padre e i figli erano seduti, per il lavoro di orologiai, presso la finestra. La madre e le figlie intessevano i loro merletti finissimi che si esportavano lontano. Se non che, presto è ben trascorsa quella vita patriarcale. La necessità, agendo come uri padrone imperioso, obbligò alla di visione del lavoro di orologiaio, all'aggruppamento degli operai dedicati ad (,) Per la struttura economica della Svizzera, non si pensi ad un gal deismo quan Jo è detto paesano: non esiste il conta - tadino: il lavoratore della campagna è sempre un piccolo agricoltore, piccolo produttore, spesso anche esercente; ed ha ist'ruzione, vestito, usi e ct.stumi di ogni altro lavoratore del paese: impo1 tari ti fattori di tale uguaglianza - uguaglianz~ civile, di fatto, non soltanto sulle carte - a me sembrano il suffragio universale, la completa assenza dell'analfabetismo e il s!!rvizio militare lo stesso per \utti, ricchi e poveri.

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