Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 13 - 15 luglio 1909

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Socia] i Bir~ttore: Prof. NAPOLl~ONI~ UOLAJANNI (Deputato al Par1amento) ---.....x:,a:,c:,c:x,o_., __ _ Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Italia : anno lire H; semestre lire 3,50 - Estero : anno lire 8; semestre li re 4,50 Un numero separato Cent. ao l\mministrazione: C01·so Vittorio Enumuele, n. 0 115 - NAPOLI A11110 XV - N11n1. 13 ABBONAMENTO POSTALE Homa, 15 Lug11o Hl09 SOMMARIO: GII avvenimenti e gH uomini: N. Cola)annl: Agli amici - Noi: (I deputati clericali agli ordin' di Giolitti. L'attitudine di alcuni gruppi - Carducci postumo - La rivincita di Campanozzi - La caduta del IV Cancelliere Germanico - L'India contro l'Inghilterra - Altre leggende di razze che scomparis :ono. La superiorità dei Giapponesi - La questione di Creta). - La Rivista: Le convenzioni marittime - Dott. N. Cola)annl : Chi c,rganizza in Italia la falsificazione della verità? - Dott. Napoleone Colajannl: Enrico Ferri e la quistione delle razze - Angelo Crespi : La campagna pro e contro il bilancio in Inghilterra - Pio Viazzl: Le gioie della deputazione - Sperimentalismo sociale ( Il movimento dei prezzi dei generi di prima nec~ssità in Francia dal 1888 al r907) - Manlio Andrea d'Ambroslo: Passività e~onomica e delinquenza - Ernesto Anzalone: Il cinismo d'Orazio? - S. Laurltl: La storia degli orologi - Rivista delle ltlvist;e: La presidenza delle assemblee politiche, (Revue politique et parlementaire) - lo s·:iluppo degli Stati Uniti del Pacifico, (Ecortomiste français) --· Il fanatismo industriate, (Les Temps Nouveax) - I signori Piaggio e l'Italia, (La voce) -'Il Risorgimento, (Neue Revue) - La visita dello Tsar a Re Eduardo, (The Nation) - Il divorzio tra l'arte e la politica, (Humanité) -· Noi ed i tempi dell'impero romano, (Morgen) - L'immoralità di Zola, (Divenire Sociale - Recensioni. GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI AGLI AlVCICI Ai concittadini n1iei carjssimi, agli an1.ici politici e personali che, da ogni parte d'Italia, da Torino e Milano a Palern1.o a Catania a Caltannissetta, da Tunisi e dall'Egitto n1.i vollero esprimere il loro plauso e la loro solidarietà per l'azione spiegata da me nella Can1era dei deputati; al]' an1ata studentesca tutta dell'Ateneo Napoletano che volle darn1i ripetute e calorose testimonianze di affetto associandomi con pensiero, di cui sono n1aggiormente grato, a Francesco Nitti, che n1i fu compagno autorevole ed efficace entro e fuori Montecitorio; a Romolo Caggese che degli studenti fu interprete eloquente e benevolo, i miei più sinceri e v1v1 atti di grazie. A tutti l'affidamento, che cogli anni non verrà mai n1eno in m~ il sentin1ento del dovere, che n1.i fu e mi sarà sen1pre guida nella vita e mi sospingerà sempre a flagellare colle forze, che mi restano la corruz1one, la n1enzogna e l' ipocrisia. I deputati olerloall agli ordini di Giolitti: L'attitudine di atounl gruppi. - Accanto alle manifestazioni di bassezza, di cui hanno dato triste spettacolo molti deputati, specialmente del mezzogiorno e pochi di Sicilia, ce o' è stata una che ba avuto 110a vera importanza politica. Venne da parte della deputazione clericale. Sinora c'erano state delle incertezze. Ora Cameroni votava sì mentre Cornaggia votava no; ora le parti &'invertivano. Ma di fronte alla grave questione delle convenzioni marittime le file si sono serrate e si può aggiungere anche: le mascherP sono cadute. Tutto il gruppo clericale, ad eccezione del!' on. Pecoraro, cui premeva ritornare in Palermo e conservare il Collegio, si è dichiarato pel ministero. L'avvenimento non è 8tato abbastanza rilevato nella E!tampa ed acquista uno speciale valore pe1 fatto che in questa occasione non si trattava di uno di quei problemi, a cui tengono maggiormente 1 clericali perNapoleone Colajanni chè conneAsi intim!'l,mente alle loro particolari vedute politico-religiose; ma era in giu0 co un prolema economico e morale, sul quale essi più facilmente avrebbero potuto mettersi in armonia col paese e mettere in opera, specialmente taluni, quei princi pii di pseudo democrazia e di pseudo cristianesimo, che fanno tanto comodo per ingannare il prossimo. Essi intesero compiere atto specialmente politico, certo per fare cosa gradita ali' on. Tittoni, che li dirige e li inspira dietro le scene. Da oggi in poi, quindi, se nei grn ppi di sinistra ci sono veramente dei depntati che tengono fede alle antiche tradizioni democratiche, la scissione dovrebbe avvenire rapida e recisa dalla maggioranza clerico-reazionaria e proclamare la propria autonomia. La costituzione della siuistra democratica sinora era sembrata una bu_rletta, perchè essa era rimasta fusa e confoRa nella maggioranza con elementi disparatissimi ed antagonistici col programma della. democrazia.; pareva

338 RIVISTA POPOLARE che il nome di Zanarrielli sotto la cui egida sembrava che essa si volesse porre dovesse servire come un etichetta per nasc0nrìere merce di contrabbando. Un primo accenno di rinsavimento la sinistra dem0cratica l'ha dato in qnesta occasione delle Convenzioni marittime; ma la legge era troppo disonesta e troppo assurda ed aveva troppo spiccato il carattere economico perchè il distacco dalla maggioranza potesse servire come indice dell'indirizzo definitivo, che vorrà prencìere. L'attitudine del gruppo clericale, però, dovrebbe fare sromp::nire ogni esitanza se il movimento è serio o sincero. Ang-uriamoci che tale esso possa rivelarsi tra no11guarì. Il grn ppo della sinistra democratica se \'Orrà seR"Uire un indirizzo che mette in armonia il nome coi fatti, dovrà prima affermare la propria indipendenza e poi sarà costretto ad epurarsi ed assottigliarsi un poco. + Carducci postumo. - Vett.)re Vittori pubblica nell'ultimo numero del Virtndarde lln articolo, in cui Ri parla degli· scritti inediti lasciati da Carducci e che vedranno la luce a cura di nna Commissione nominata dal Municipio di Bologna. Il Vettori lascia intravvedere di couoscere i tesori letterari che devono trovarsi. tra i manoscritti e chi ude con q 11esto augurio: e Noi ricordiamo le potenti invettive in iscuola eone tro la degenerazione del buon gnsto in Italia, che « usci vano senza legami di lingua od occhio a per- « sone o A. camerille. e non erano sempre improvvise; « noi ricordiamo le potenti invettive contro i nemici « d'Italia, i clericali, e qui sopratutto mi preme insi- ' stere. Qni è il Carducci vostumo, uomo, maestro e e letterato, e lo reclamiamo, si. Qui sta il compito e massimo della Commissione : e ca.da l'augurio nostro « non sn perfino, non presuntuoso, onesto cada : non si e nicchi punto nè poco, nel!' amore della luce, e nel « miglioramento della coscienza e nell'avvenire laico e della scuola italiana ! " e Assai ancora ad aggiungere resta del Carduc0i «uomo: grado a grado nulla di lni, siatene sicuri , e sarà perduto o deposto. Il che impongono la Gloria, , la Dignità della. terza Italia, ch'o1· batte l'ali e si « prepara al volo sulla tomba del sno poeta civile più « grande dopo due crii;tiani: Dante di parte bianca, e e l'abate Parini>. « Ricordo che nei mesi supremi il Carducci si die lettava in chiamar a sè il nipotino Valfredo, e con « la voce ornai incerta il fiero vegliardo imprimeva. nel e bimbo q 11ei d11e ven;i dell'Alfieri: « Il papa è papa e 1·e, « E dessi odia1· per t?·e l « Ripeti, Valfredo ! Odiar per tre: e per papa, e c per re, e per papf,-re >. Ora noi temiamo forte che gli italiani non conoscerauno questi lati del sommo poeta. Pensate: i manoscritti erano di proprietà della· Regina Margherita, cbe li regalò alla Bibliote '.a Comunale di Bologna e il Municipio di Bologna è riPllt-i ma.ni dei rlerico-moderati. Non sarebbe pretendere troppo che una Commissione eletta da. costoro pPnsi a recare offesa ai sentimenti politico-religiosi della. d,,uatrice e dei mandanti? Se si facesse uua Rcelta ad usum delphini degli scritti inecìiti da pnbhl rnre - e non si dimentichi, che fo fatto già da una ~entildonna faentina il tent.ati vo di pre8entan~ il cantore di Satana travestito da credente ..... - ,v·c:virebbe al Carducci ciò che toccò ad Alberto Mario, l er opera dello stesso Carducci. + La rivincita di Campanozzl. - Campanozzi, de.stituito da! mini~tro Schanzer perche al Congresso di Fireuze rivelò q ualclie co::;a del dietroscena del Riscatto Telefrmico, dt>!la Convenzione Picelli, e dei Servizi marittimi, giu8tamente può vantare-come vanta in un articolo della sua Rif01·ma - vittoria dopo il recente voto della Camera. Il riscatto telefonico fu un altro carr,)zzone e se ne 8ono accorti i contribuen t.i che lo hanno pagato; le Convenzioni Pil'elli ha avuto punti abbastanza or,c11ri e se non è stato un rarro11zone pnò es:3er ::,tetto un carrozzino; delle Convenzioni Marittime che non 80110 passate in giudicab come gli affari precedenti. ne abbiamo parlato in questo stesso numero e sarebbe inutile ripeterci. Anche su qneste convenzioni Campanozzi mise in guardia il Paese notando le varie respon!:iabi!ità del governo ... Egli ci guadagnò la destitnzione ; Schanzer, colpito in pieno dal voto della Camera, sconfessato dallo stesso presidente del (fomiiglio che lo huttò a mare per salvare la barca ministeriale dal nanfragio. resta al posto a preparare altre convenzioni secondo le inten zioni del Senatore Piaggio e di qualche altro senatore. E' la solita giustizia italiana che ci fa provare le delizie del Basso impero e chfl svaz1;a via ine8orabil- • mente chi tenta opporsi alle brame delle bande affaristiche mai sazie, che divorano milioni estorti ai contrib11enti. Ma anche i milioni possono, qualche volta, far crepare d' indigestione l . + La caduta del IV Cancelliere Germanico. Ed ecco dunque che l'Imperatore di Germania è obbligato a scegliersi un nttovo Cancelliere del!' Impero. Din}lnzi al)R. rabbin:-ia resistenza cìel Centro e dei Conservatori nel Reichstag alla riforma finanziaria, BCilow ha dovuto dare le òimissioni. La ragione della uscita del Ca.ncelliere - o della sna cad11ta per chiamare le cose col loro vero nome - merita di essere illustrata. La Germania ha bisogno di 1tna più forte marina: i I pazzo .....:.. poichè non è possibile qualificarlo ::tltrimenti, - il pazzo sogno tedesco di riuscire e superare sul mare la potenza della flotta Britannica, si traduce nel bilancio tedesco in una pazza ridda di milioui di marchi. Navi=denaro; questa la eqneeione terribile; terribile p0rchè di denaro la Germania n0n ne ha. Questo enorme colosso militare, burocratico, nazionalista è senza quattrini. Malgrado l'enorme svil1tppo indu8triale e commerciale la Germania è molto povera; non è esagerato dire che è una delle più povere nazioni d' Europa, eppure malgrado la sua povertà la Germania vnol misurarsi, come po8sibili tà di spese per la marina, colla rivale fortunata di là dai mari, alll'I.ricca Inghilterra. E BLilow ha cercato di trovare i denari là dove certamente sono, cioècolpendoprincipalmente i l11ssi e gli oggetti del lusso. Di qui la ribellione dei Couservatori. Ribellione, del resto identica a quella dei Conservatori Inglesi contro il bilancio di Lloyd George, e a quella dei conservatori Francesi contro le proposte .finanziarie di Caillaux. A dir vero la rivolta dei Tedeschi è wolto meno giustificata di quella dei Francesi e degli Inglesi specialmente; i q uaìi vedono. e non forse a torto, introdursi 11n nuovo principio uei concetti della politica finanziaria. Nuovo principio che tenderebbe a modificare il concetto della st,,1.bilità della µosse~sione privata a beneficio di 11naq11alunque pct1sessione com11ne. Il µrogetto di riforma finanziaria del BLilow col relativo corredo di tasse più gravi sn i generi di lusso che su quelli di immediata nece:'lsità era stato prepa rato dal Cancelliere ~on la collaborazione dei liberali, ma i liberali, al parlamento tedesco non souo più la ma~gioranza - e da tempo - ed il centro ed i conservatori uniti. insieme uanno determinato la cad11ta del Caucelliere, arguto, sottile e ::,cettico anzichenò. Cui gli succederà ora? La domanda sembra in teressantr;, e tuttavia è s11perflua, quasi inutile. La aowina. rimane all'Imperatore il quale al disopra delle lotte dei conservatori,

RIVISTA POPOLARE 339 dei liberali, dei socialisti, dei cattolici insomma di tutti i gruppi del Reichstag persegue una politica che pare sua, ma che egli ha ereditata dal nonno ed ebbe a proprio massimo fattore il Principe di Bismark. Egli, il grande Cancelliere di ferro, sognò, volle una Germania potente, signora dei destini del mondo; volle che la Germania. togliesse ali' Inghilterra la padronanza dei mari e la supremazia della industria, alla Francia la maggiore autorità nei consigli politici e nello svolgimento dei fatti internazionali, alla. Russia, la possibilità di espansioni maggiori nell'Oriente Asiatico. A questa politica, ferocemente imperialista, se ma.i una ve ne fu, il Principe di Bismark tese tutti i suoi sforzi, a preparare questa Germania egli spese tutta l'opera sua: egli pose le basi dell'edificio, meglie tracciò i I piirno dell'opera fnt11ra, e cosi salde furono quelle basi - che ebbero per prima pietre Sadowa e Sedan - e cosi rigorosamente chiaro e preciso quel piano cLe anche dopo che l'Imperatore - con le impazienze dei giovani - ebbe cacciato il fedele servitore, e l'Imperatore più maturo di anni e di esperienza curò quasi di essere bellicoso anche a parole, qnell' edificio continua ad innalzarsi come Bismark lo volle, ed il piano continua ad essere la g11ida dei Cancellieri dell'Impero tedesco. Caprivi ed Hohenlohe, i due predecessori del Biilow, furono quasi una parentesi all'opera, ma breve è &'enza effetto, Blilow, salito al Cancellierato riprese le antiche armi del Cancelliere di ferro, con metodi meno violenti bensl, quali al suo temperamento si addicevano, ma con gli stessi identici intenti. Nè la caduta di BUlow può modificare questo andamento delle cose che l'Imperatore trova bnono - si addice perfet tamente al suo temperame11to mistico ed alle sue idee di potenza e di govnno - e che del resto lo svolgersi dei fatti storici ora, e prr lungo tempo ancora, impone alla politica '11edesca. Chiunque sia che succederà al BGlow, e si parla del re13to del Wedel, del Tirpitz e del Bethmann Holwe.g-, (1) chiunque sia non potrà che seguire la mede~ima via, non potrà abbandonare la esecuzione del piano, lasciare in tronco l'edificio tracciato e voluto da Bisu.iark e dalle necessità stesse della 'Germania. É se così non farà dovrà rassegnarsi ad essere per brevfl tempo l'ospite della Cancelleria, rappresenterà una parentesi da aggiun~ere a qnel:e di Capri vi e Hohenlohe. E la ribellione dei Conservatori ? Oh ! essa ben poco rappresenta nella politica internazionale tedesca. Il progetto finanziario ha subito delle fiere censure alla discussione ma la marina non avrà. un soldo di meno. Questa è la volontà dell'Imperatore - ed in fondo anche la necessità fatale della Germania -; e la cad 11 ta di Blilow non rappresenta affatto, ancora, che la Germania sia una nazione parlamentare. Certo sarebbe bene, e nell'interesse della pace che lo fosse, ma disgraziatamente non è cosi: la scelta del successore di Bulow che è fatta direttamente ed unicamente dall'Imperatore è là a provarlo. E' uu male; ma è un fatto, e bisogna constatarlo. + L' India contro l' lnghllterra. - Ormai nou è più possibile farsi illusioni su l'avvenire dall'India rispetto all'Inghilterra. Noi, più volte, in questa stessa rubrica, abbiamo attratta l'attenzione dei nostri lettori sul corni,licato e pericoloso problema Indiano. Abbiamo fatto notare via via i fatti salienti e suggestivi della sitnaziono e più volte abbia~e dovuto concludere affermando che o l'Inghilterra cambierà sistema, o perderà l'India. Indubbiamente l'Inghilterra - che 1100 vuol cambiare sistema - non è proprio alla vigilia della perdita dell' India, ma è un fatto che i fenomeni di risveglio nazionalista. si fanno ogoora più gravi fino al recento atto di DLingra, e fino, ciò che (1) Fu il prescelto quest'ultimo. è più significativo, fino alla sua eroica condotta, ed alla sua fiera dichiarazione dinanzi al tribunale. Poichè bisogna ben riconoscerlo Dhingra è un patriota per l'atto e un eroe per le parole ed il contegno, e merita che gli Italiani riscossi dal servaggio auche per opera di eroi qualificati di assassini dagli oppressori, merita, diciamo, che gli Italiani salutino in questo giovine ribelle uno dei precursori della indipendenza Indiana, ed anche uno dei martiri di quella indipendenza poichè è probabile che non passi un mese senza che Dhingra non penda dal cap~stro Inglese. Nè l'Inghilterra avrà ottenuto molto impiccandolo. Avrà ri vendicato il Curzon Willie ed il dott. Larcala, ma non avrà per niente migliorato la propria posizione nello spirito degli Indiani. Anzi, anzi c'è da credere che sieno rigorosamente esatte le parole che Dhingra ha pronunciate al processo : e Desidero, egli ha detto, che voi mi condanniate a morte perchè cosi i sentimenti di vendetta saranno più forti». • E questo è chiaro ed è probabile che sarà cosi. L'inghilterra è ormai su la via della repressione violenta, e della oppressione brutale ed è curioso che questa opera di odio e di violenza debba essere condotta dal più liberale, anzi dal più radicale dei liberali inglesi, lo storico Iohn Morley. Forse è in questa una punizione dell'Inghilterra, il principio della punizione. Una delle sne più belle e idealistiche e fine e pnre personalità firma ordini di morte, di deportazione, di violenza per mantenere un popolo che vuole essere libero sotto il giogo dell' Inghilterra. Poichè l'Inghilterra tratta l' Iudia in una maniera infame. Le parole che Dhingra ha pronunciate al processo sono una verità che sarà ben presto suggellata dalla vita di un uomo, che è proclamato dalle galere, so'tto i I bastone, in ogni grido ed appello di rivolta ed è la condanna dell' Inghilterra : ~ Voi inglesi, ha detto Dhingra , siete responsabili della morte di 80 milioni dei miei compatriotti. Durante questi ultimi 50 anni, voi inl?lesi siete responsabili di avere sottratto ogni anno 100 miliot1i di lire sterline, che togliete ali' India per portarle nel Regno Unito, e siete responsabili delle impiccagioni e delle deportazioni dei miei comp ttriotti, i quali non fanno dopo tutto se non ciò che voi consigliate ai vocompatriotti di fare•. « Il funzionario inglese che va a risiedere nell'India e che percepisce 100 lire sterline al mese, riceve una somma che potrebbe bastare largamente ad un migliaio dei miei poveri compatriotti e per questo solo fatto condanna a morte un migliaio di indiani, mentre egli getta il suo denaro in frivolezze ed in piaceri. Gli inglesi non hanno il diritto di uceupare l' India e noi abbiamo il diritto di uccidere gli Inglesi che insozzano il suolo che ci è sacro » . e Voi che posate da campioni dell'nmanità a.l Congo ed in Russia, opprimete l'India e corumettete atrocità. Voi che siete causa della morte di due milioni di Indiani all'anno, voi che insultate le nostre donne, supponete che i tedeschi occupino l'Inghilterra e circolino nelle vie di Londra con l' insolenz t di conquistatori; non qualifichereste voi di patriota un Inglese che, non sopportando questo spettacolo, andl-l.d::ìaed uccidere uno o due tedeschi i Ebbene anche io sono patriota, anclrn io lavoro alla emancipazione del mio pae.:-ie >. E queste parole dell'eroico ribelle sono il riassunto di tutte le accuse che la parte più eletta e più evoluta. della società Indiana, va formulando contro l'Inghilterra. Queste parole sono il grido' di un popolo che vuole ed ha diritto di esser libero. Ed è una. politica falsissima questa dell' Inghiltero che tratta Pindia come paese di conquista. L' unificazione del paese si va facendo ora nell'odio all'Ing!Jilterra, mentre potrebbe farsi invece nella stima e nell'affetto allA. Grande Bretagna. Accadrà indubbiameu te questo, che mentre l'Inghilterra potrebbe avere ne!l' India una fiorente e felice e fedele colonia, avrà invece un popolo

340 RIVISTA POPOLARE ferocemente nemico, e che le rimarrà nemico anche quando per il logico e fatale svolgimento dei fatti umani si sarà. reso indipendente. E l'InghiltetTa pagherà cosl doppiamente il fio della propria cocciutaggine e del proprio egoismo. E non sarà che giustizia. Un'ultima osservazione. Non si creda che ci sia esagerazione nelle accuse di Dhingra: furono formulate e documentate dagl'Inglesi più eletti; più da recente da Hyndmann , come a suo tempo rilevò la nostra Rivista. + Altre leggende di razze ohe soomparlscono. La superiorità del Giapponesi. - Quando cominciava a declinare la leggenda della superiorità del1a razza anglo-sassone, rappresentata par• ticolarmente dal popolo inglese e dal popolo tedesco, per colqro che hanno bisogno di .ammirare superlativamente qualche individuo o qualche popolo, si tece avanti la superiorità dei Giapponesi , sino a poco tempo fa considera.ti come un popolo di scimmie gialle più che di uomini. Ad essi furono attribnite tutte le virtù ; e ne avevano spiegate bellissime tanto nelle tre guerre combattute dal 1894 in poi contro la Cina e contro la Russia quanto nella vita pubblica nazionale e nella vita privata. Al solito si disse che erano caratteri di razza e non della fase di evoluzione nella quale si trovano. Molte di queste virtù reali o immaginarie fallirono non appena essi poterono agire da conquistatori. E nella Corea si mostrarono avidi, brutali, dispotici .... come gl'Inglesi, come i Francesi, come gli Spagnuoli, come i Russi, come i Tedeschi. Ora il telegrafo ci annunzia da Tokio che parecchi, - ventitrè I - deputati giapponesi sono stati condannati per corruzione : essi contro compenso pecuniario furono convinti di aver votato in favore di una legge che instituiva il trust dello zucchero. A loro favore si può dire che nel Giappone ci sono ancora dei giudici, che condannano i corrotti, mentre in Italia non se ne trovano per procedere contro i Ministri , che hanno conchiuso le Convenzioni Marittime ..... Ma temiamo che anche nell'Impero del sole Levante si arriverà alla fase delle impunità dei corrotti e dei corruttori.. .... + La questione di Creta - Dunque le quattro potenze protettrici hanno deciso per il manteni 1oento dello statu, qu,o a proposito di Creta, e la decisione è saggia. Certo questa di Creta è una delle questioni più ardue e pericolose della politica Europea. È un fatto che tosto o tardi le aspirazioni dei Cretesi e dei Greci, aspirazioni che sono state consacrate dal sangue, dovram10 essere realizzate , ma realizzarle significa sottrarre Creta al dominio turco. Vero che questo dominio non è che nominale, ma anche a quest'ombra il Governo ci tiene , e non tanto per seria convinzione quanto per opportunità.. Già quando l'Impero Austriaco si prese la Bosnia e l' Erzegovina in Turchia fu un violento fremito di ribellione, ed il nuovo regime, allora allora instaurato ne tremò su le sue basi. Dovette subire, senza reagire la violenza brutale, ma appunto per ciò non conviene ora al Governo Ottomano lasciar fare uno strappo di più al territorio e permettere che Creta torni , come del resto sarebbe giustizia e diritto alla Grecia. Più tardi il momento potrà essere più propizio ed allora senza timore di vederglisi ribellare contro tutto il popolo, offeso nella sua dignità di- conquistatore, il Governo ottoma110 potrà lasciare che Creta torni ad estiere, com'era, una parte del regno di Grecia. Aspettando questo tempo le potenze protettrici hann{) saggiamente operato, decidendo di mantenere lo Statu quo. Ed i Cretesi ed i Greci sembrano essersi rassegnati al fato. Del resto è questa la sola via che loro rimane per non ricadere sotto il giogo turco. La Grecia non è abbastanza forte per tenere il campo contro la Turchia, e neppure l'aiuto di Creta le basterebbe a non subire rovesci che non sarebbero forse cosi innocui come dopo la recente gncrra Greco-turca del 1897. Ma chi assnme un atteggiamento assai pericoloso è la Turchia. Il governo Ottomano ha iniziato mobilizzazioni, ha ammassato moltissime truppe nei pressi della frontiera Greca, ed ha fatto capire che non intende affatto rinunziare alla antica preda. Il pericolo sta tutto qui. NOI Leconvenmzioanrittime Poche parole sulla fine della discussione delle convenzioni marittime , di cui si occupò con tanta competenza il nostro Nauta nella Rivista del 15 Giugno. Il progetto che importava per l'Italia una spesa di oltre 500 milioni e il vincolo di un quarto di secolo per la sua vita marinaresca e commerciale fu demolito pezzo a pezzo, spietatamente, inesorabilmente da uomini di ogni parte della Camera; di Destra e di Sinistra estrema , e del Centro ; tra. gli oratori più formidabili non mancarono i ministeriali ardenti, come l' on. Ancona; e gli_ assestò colpi vigorosi il vice ammiraglio Bettolo. Chi sorse a difendere la legge contro le critiche schiaccianti di Sonnino, di Nitti, di Marcello, di Foscari, di Ancona, di Colajanni, di Ciccotti, di Ferri; contro la requisitoria insuperabile di Pantano , che fu il vero Deus ex machina della opposizione ? Nessuno, proprio nessuno I Eppure il governo contava sopra una maggioranza di 60 o 70 voti; nè s' ingannava, nè esagerava. Egli è che erano presenti tutti i deputati eletti coi metodi che sono cari all'on. Giolitti, quei deputati, che nulla _sanno e nulla vogliono sapere; e che sono staffieri dei ministri anzi chè rappresentanti del popolo. Il governo era sicuro di vincere ; ma il giorno 8 Luglio con sorpresa generale esso scappò e rinviò la discussione a Novembre. Ciò che l'opposizione dapprincipio invano aveva chiesto. Quali le ragioni di questa improvvisa e imprevedibile risoluzione? Parecchie ipotesi si accampano. Si dice che l'on. Giolitti sia rimasto impressionato dalle critiche che contro il progetto si appuntarono; si sospetta che egli abbia acquistata la convinzione di non poter condurre in porto la legge : dagli ascari era sicuro di ottenere un voto di fiducia pel passaggio alla discussione degli articoli, ma non sperava di trattenerli in Roma per tutto il mese di Luglio e forse per quello di Agosto e resistere alla tempesta degli emendamenti sostanziali, e non ostruzionistici, preparati da Pantano e dall'Estrema sinistra. Ma ciò che dovette maggiormente decidere l'on. Giolitti alla fuga , che in qualunque altro paese equivarrebbe al suicidio ministeriale , con molta pmbabilita ddvette ]essere la quistione morale messa innanzi da Colajanni e da Pantano.

RIViSTA POPOLARE 341 Della iegge sospettavasì da tutti; i sospetti sorgevano dal contesto di ogni articolo; i sospetti si aggravarono per le contraddizioni sull' intervento del Direttore della 'Banca d' Italia nelle trattative tra la Ditta Piaggio, il Lloyd Italiano e la Navi- ~az.ionegeneraleitaliana; i sospetti s'in tensifìcarono quando si apprese che si era posto ogni studio nell'allontanare i possibili concorrenti nelle trattative; e i sospetti s'ingigantirono quando si acquistò la convinzione che il Lloyd Italiano rinunziava a decine e decine di milioni , pur di mantenere il contratto, non appena c'era qualcuno che resisteva ' . -e s imponeva. Su questo punto l' on. Pantano strappando applausi fragorosi in ogni parte delb Camera osservò: « L'assuntore ha creduto una prima volta, modifì- « cando gli articoli 13 e 14 , di poter lasciare per « via , senza troppo rimpianto , il massimo utile « sperabile di un altro centinaio di milioni. Rinunzia « ad altre risorse e va avanti; poi cede la linea « Hong-Kong , ed è sempre ricco , ricco tanto « quanto chi, avendo fatto un gran bottino , ne ,e andasse gettando una parte per via , a fine di << salvarsi; ma gliene resta ancora tanto che uomini « più abili ed accorti, i signori Peirce e Parodi, lo « inseguono calcolando che gliene resta ancor tanto « da poter alla lor volta fare un gettitç> di 50 mi- « !ioni ! » Infatti l' offerta dei signori Peirce e Parodi importava una minore spesa da parte dello Stato di circa 50 milioni. ... E l'offerta venne respinta I Non bastava questa ridda di milioni e questa ,cura estrema di volerli conservati alle Ditte Piaggio per far giudicare disastroso il contratto e farlo so- :spettare come fraudolento? .I tentativi del ministro delle Poste e telegrafi per distrurre le critiche degli avversari furono soltant_o miserevoli. Si sperò di riuscire meglio nell'allontanare i sospetti d'indole morale in un modo spiccio : riversandoli sugli avversari. Una stampa abbietta, le cui lodi e le cui difese disonorano, infatti, appena le critiche si fecero insistenti non esitò ad affermare esplicitamenre che i critici erano pagati dalla navigaziont generale, che le dimost_razioni di Palermo erano provocate artificiosamente da emissari pagati dalla stessa società. E si può immaginare ciò che si disse di Colajanni dopo il suo scatto del 7 Luglio! Un sozzo giornale di Napo1i scrisse come se avesse assistito alla consegna degli chèque.s... ; un altro più turpe, ma meno noto, della Toscana deplorò, che alla Camera non si sia trovato un uomo coraggioso per domandargli qual'è .stato l'onorarioche gli fu pagatoper tali sicariate... Ma sino a tanto clie la campagna di denigrazione e di calunnie, stupide piu che malvage, era fatta da certa stampa il cui mestiere è per lo appunto quello di calunniare non e' era da meravigliarsene e si poteva credere che venisse fatta nello interesse della Ditta Piaggio e del Lloyd 1ialiano. Che si partisse dal governo se ne ha la certezza ricordando che furono i più fedeli ministeriali a propalare tali calunnie nei corridoi di Montecitorio; ed ebbe sinanco il coraggio di dirlo l' on. De Tilla in una riunione di deputati meridionali; nella quale, però, il deputato Salandra gli rispose come si doveva e lo costrinse a rimangiarsele. Dopo tutto questo pò pò di roba l'on. Schanzer non potendo dimostrare buoni i patti del contratto e non potendo distrurre i sospetti ebbe l'impron~ ti tudine di dichia r:tre che nella discussione si c:rano adoperati metodiincivili di lotta a base d'insinuazioni e di calunnie..... Allora avvenne lo scatto dell'on. Colajanni, che portò in piena Camera a proprio rischio e pericolo, ciò che si ripeteva nei corridoi. D'onde il tumulto. • Noi non aggiungeremo alcun commento allo spettacolo di viltà e d'ipocrisia che dettero molti deputati plaudenti all' on. Schanzer entro la Cam½ra, e di alcuni di Sicilia specialmente , che nei loro Collegi avevano dichiarato l' on. Nasi un martire, una vittima <li odi politici e di antagonismi regionali; nè ricorderemo che erano innumerevoli quei deputati che nei corridoi, pur riconoscendo l' onorabilità personale dell' on. Schanzer , ad alta voce affermavano quei sospetti e quei giudizi che l' on. Colajanni ebbe il coraggio e la fr,rnchezza <li porta te alla Tribuna parlamentare scatenando contro di sè l'ira e l'indignazione, sincera o mentita, delle falangi ministeriali e di pochi deputati di opposizione costituzionale. Ma dobbiamo aggiungere qualche commento all'attitudine dell'Estrema sinistra. Essa, come ve::me telegrafato al Secolo , al Tempo e ad altri giornali in maggioranza rimase costernata e non disposta a mostrare la propria solidarietà con chi aveva provocato il tumulto. Qualcuno pronunziò parole balorde contro ii Colajanni; e balordissime sarebbero state quelle di Fradeletto se fosseto state realmente:: pronunziate. Ma la misura dei sentimenti dell'Estrema può tro• varsi nei commenti immediati del 1èmpo; il qualè arrivò a dire : che se il Colajanni non f asse davvero superioread ogni sospetto , si avrebbepotuto credere un comparedi Giolitti,cheavrebbeprovocatoil tumulto per consolidarele basi barcollantidel suo ministero.... Ora e bene anzitutto fare qualche distinzione. Non tutta la Estrema manif~stò tali sentimenti; quasi tutto il gruppo repubblicano e parecchi socialisti - tra i quali ci piace ricordare Ciccotti, Podrecca, Cavaliera, Enrico Ferri, De Felice ecc. -sin dal primo momenfo manifestarono la loro piena approvazione e la loro solidarietà illimitata col Colajanni. I deputati di Estrema, che si mostrarono più addolorati e indignati, furono i raiicali - salvo poche eccezioni - e quei socialisti, che sino alla vigilia della discussione parlarne□ tare si erano mostrati favorevoli al disegno di legge sulle conveniioni ma - rittime ... I primi sopratutto .vivevano nella illusione infantile che la opposizione sarebbe riuscita ad abbattere il Ministero; e non erano pochi quelli che già sognavano di avere acchiappato. il portafoglio. Le dichiarazioni e il successivo tumulto parèva che avessero di un colpo distrutto le illusioni e il sogno! Ma su questo stato di animo di una parte del- • l'Estrema è bene richiamare alla memoria due precedenti: uno recente e l'·altro remoto. Un mese fa il Colajanni in un articolo della Ragione,· pur manifestando il desiderio di vedere procedere unita tuttaJ' Estrema, prevedeva che non era sempre possibile man tenere tale Unione e che su certe q uistioni era utile, era necessario, che i radicali battessero una strada e i repubblicani e i socialisti-almeno quelli non ministeriali - ne seguis-

342 RIVISTA POPOLARE sero un'altra. Poichè mentre a1 primi preme sopratutto pervenire ai potere , agli altri io fondo importa poco che ci sia un Ministero Giolitti o un Ministero SDnnino. Sui rapporti tra l'Estrema e Colajanni d'altra parte é bene ricordare che essi non furono mai molto intimi e che in qualche grande occasione anzi la prima gli fu decisamente avversa. Nella lotta sugli scandali della Banca Romana, durata sei mesi nella Camera, l' Estrernasinistra quasi tutta - con Fortis, Marcora, Sacchi, Nasi, Panizza ecc. - difese vigorosamente Giolitti; soltanto Bovio, Vendemini, Garavetti, Pansini,-Cavallotti, Imbriani, Pantano erano caduti nelle elezioni generali del Novembre 1892furono con Colajanni. Ma questi tranquillamente continuò a seguire gi'impulsi della propria coscienza senza preoccuparsi del giudizio avverso dei colleghi dell'Estrema. Così ha continuato a fare per diciassette anni; e non ha motivo di pentirsene. Il mancato appoggio dell'Estrema gli è stato largamente compensato dal consenso del paese , che ebbe larghissimo anche in questa ultima occasione. + gio, quando fu messo alle strette dal governo, sotto la pressione dell'opposizione, accetta la riduzione. 5° Il 1lli□ istro Schaozer aflerm& il 3 Luglio eh e il contratto sottoposto all'approvazione della Camera era il migliorepossibile; e l' on. Giolitti l' 8 Luglio espresse la speranza che le aste potranno migliorare le convenzioni. 6° L'on. Giolitti il 1 ° Luglio, rilevando una interruzione di Eugenio Chiesa, disse : Se non passa « la legge, vuol dire che il Governo non sa fare i « contratti e non ha più la fiducia della Camera; « verranno dunque i nostri successori a fare con- « tratti migliori ». • Il giorno 8 lo stesso on. Giolitti chiedendo il rinvio della legge tra lo stupore generale dichiara: « Naturalmente noi non chiediamo più la fiducia sul contratto ... ». Così Giolitti che aveva dichiarato che se il contratto non passava se ne sarebbe andato, lui resta, mentre il contrattonon passa... E resta, pur troppo, una maggioranza che serve l'on. Giolitti e che non si vergogna di essere guidata dall'on. De Bellis. La Rivista Choi rganizinzaItalia la falsifieazidoenlelaveritYà Quanto abbiano influito nella fuga momentanea del ministero l' attacco di Colajanni a Schanzer e il conseguente tumulto non è facile dire; nessuno, nemmeno coloro che nell'Estrema di più se n'erano allarmati, possono negare che non abbiano esercitato Rilevai nel numero scorso della Rivista l'ignobile una influenza. E sbolliti certi entusiasmi precoci tentativo di falsificare la verità sul discorso da me per il godimento futuro dei portafogli la fuga del- pronunziato nella discussione del Bilancio della Mal'on. Giolitti era tutto quello che l'opposizione in rina e sulla infelice risposta del Ministro Mirabello. questo momento sperava. Era facile immaginare che se ciò ten tavasi in Ma come rimane il ministero dopo questa fuga? Italia ben di peggio si sarebbe tentato fuori. Un Materialmente rimane forte; moralmente è an- amico , infatti , che vive in una grande città degli nientato. Stati Uniti e ch'era stato a Messina sd.egnato delle Colla maggioranza servile sino all' inverosimile notizie che si mandano da Roma, sistematicamente eh' e a disposizione dell'on. Giolitti e che egli con calunniose contro l'Estrema sinistra, mi manda una tanta cura si creò nelle elezioni generali, il Presi- lettera che pubblico oggi stesso e d,llla quale tolgo dente del Consiglio potrà continuare a farle ingoiare i nomi per ragioni facili a comprendersi. rospi vivi e potrà far passare le Convenzioni Ma- Mi acchiude poi due ritagli che riferiscono sinrittime, alquarno migliorate, ma pur sempre dete- teticamente ciò che mi si fa dire e la impressione stabili , se la Estrema non ricorrerà alla violenza della Camera e dei corridori così calunniosamente ostruzionistica. falsata da suscitare la nausea in chiunque conserva Quale sia la posizione morale del Ministero , a qualche rimasuglio di onestà. Giudichino i lettori tener conto esclusivo delle risultanze delle ultime da questi saggi. fasi della vita parlamentare e senza riferimenti ad Nel Pro(fressoItalo-Americano dopo un sunto del altre discussioni, che lo hanno menomato , si può mio disco/so, si aggiunge: • _ rilevare con evidenza da alcuni confronti opportuni « E via di questo tono , provoc.rndo le proteste fatti dal Giornaled'Italia (10 luglio) e che noi rias- della Camera e violenti interruzioni da parte del sumiamo : ministro Mirabello >>. 1 ° Il ministro Schanzer dichiarò il 30 giugno, ccL' impressione del discorso Colajanni fu disache occorre_ una legge pèr riaprire la gara dell'asta strosa, e nei corridoi si deplorava ad alta voce che per le convenzioni marittime; e Giolitti provocando il deputato per Castrogiovanni fosse venuto a poril voto deil' equivoco vuole riaprirla senza una nuova tare alla Camera di nuovo i suoi risentimenti perlegge. sanali e la eco delle ultime polemiche giornalistiche 2° Il ministro Schanzer aveva respinto dichia- provocate dalla sua famosa lettera , ripercossa in randolo ingiustificatoe fatale ogni rinvio; e Giolitti tutta Italia, e che ebbe una solenne smentita dallo ha domandato ed ottenuto. l' inchiesta ordinata dal Ministero della Marina e 3° Il Ministro Schanzer sostenne che soltanto il che ridonò a questa quella fama che Colajanni Lloyd Italiano possegga il materiale per esercitare i . voleva distruggere ». serv1z1 mantt1mi; e Giolitti riaprendo le gare lo J:\ « Circolava anche la voce nei smentisce ed ammette una diversa possibilità. {1i discorso di Colajanni fosse stato corridoi che ìl deplorato dagli 4 ° L' on. Chimirri dichiarò che la Commissione kl stessi suoi colleghi dell'Estrema ». a~eva interpellato il Governo sulla possibilità di,\t Nel Bollettinodella Sera poi in un primo numero ndurre la convenzione a 20 anni e il Governo aveva!. ·si dice : risposto che ciò non era possibile. Il senatore Piag- . cc L' on. Napoleone Colajanni pronuncia un vio-

RJiV I S T A P O P O LA R E s 343 lentissirno discorso contro il progetto di costruzione di nuove navi da guerra. Dice che la marina italiana con la perdita della battaglia di Lissa , nel 1866 , rimase soccombente all'austriaca. (Da tutti i banchi della Cllmera,11ienodalt'Estrema Sinistra, violentiinterruzioni e rumori , smentiscono_le parole dell' on. Colajanni). « Fra le continue grida di << Basta, Basta », l' on. Colajanni continua nella sua ingiusta ed acerba critica della Marina italiana ». Il corrispondente in un altro numero dello stesso giornale parla di ovazione fatta ali'on. Mirabello. Tutto ciò è falso dalla prima all' ultirna parola. Chi ha mandato quelle notizie non può essc:re che un miserabile che non può essere u11 giornalista, ma dev'essere semplicemente un disgraziato che fu la spia della polizia e che a tempo perso tenta ingannare ignobilmente gl' Italiani, che vivono fuori d' Italia. Ed ora ecco la lettera, cui accennai da_ principio e dalla quale sopprimo le parole di chiusa troppo benevoli per me. DoTT. N. COLAJANNI Philadelphia Pa, 18 giugno 1909 Onorevole Colajanni, Mi permetto di richiamare la sua attenzioot: sull' agenzia telt:graticia che fornisce le nouzie ai giornali delle colon1t: delle due Americhe. La Prensa di Buenos Airns riceve uu servizio telegrafico direttamente da Roma ; i tdgeramrni sonù risevuti da un corrispondt:nte di quel giornale ali' ufficio del New York Herald da dove sono trasmessi a destinazione. A New Yorkl'actennato corrispondt:ntt: rivende le notizie ai giornali quotidiani di <1uella colonia edi Philactdphia. Le mando un saggio del modo come le notizie sono redatte. E forse è un caso de'i meno eloquenti, diciamo così. . . • . l d1scors1 dei ministri sono riportati più ditlusamente ed elogiati, mentre tutto ciò che dicono i deputati del!' est1 ema è non solo fai sato, ma accompagn11to da aggettivi altatto piacevoli. insomma è una propagancta continua e disonesta contro i deputati del- ! 'e ,trema simstra. Non e per caso che ho richiamato la sua attenzione, su questo fatto. Fui con l' Agostinont, egli per il l'ungnlo, io per alcuni giornali nord americani, nelle regioni del terremoto c1.1que giorni dopo il disastro, e proprio quando i giornali prezzolati sfogavano la loro bile contro di k1, che uon aveva. detto che parte della verità. Noi avemmo occasione di raccogliere, già prima di arrivare dalla bocca degli ufficiali a bordo della corazzata Umberto. 1 ° sulla quale viaggiammo, le critiche piu acerbe allo stato maggiore ed all'anarchia in cui si trova la miuina italiana. Dalla bocca degli uffi..:iali raccogliemmo la scomparsa, nei primi giorni dopo il disastro, d1 un capo di stato magg10re e della assenze di un a1t10 alto ufficiale il quale non voleva che la triste novdla dovesse disturbare le nozze di una sua tìgl a, tutte cose queste che ella ha già riprodotte nella iùvista t: conservo ancora i nomi dei bravi ufficiaii i quali erano davvero agitati da 1..na generosa impazienza di accorrere a portare soccorso ai fratelli sepolti, mentre la sapienza di chi comanJava pareva facesse di tutto per ritardare tutti i movimenti. 11 ministro della guerra ricorda come titolo di gloria della marina italiana l' invio di una divisione sulle acque turche. A questo proposito ricordo ciò che un ufficiale della citata corazzata, ci diceva, come sintesi ddle sue critiche alla ma• rina : ~ fortuna, egli disse, che non fu necessario fare la minacciata dimostrazione in quei giorni altrimenti anche i turchi ci avrebbero fischiato I » E noti che della disorganizzazianè della marine in mezzo agli uflìciali se ne par lava generalmente con una certa ltbertà ! Ora con i tdc:grammi che si inviano all'estero si vuol far credere che ella abbia attaccato marmai ed ~fuciali, facendola passare come un feroce erveista, mentre io, che in quel tempo ero in ltalia, ril..'.ordo bene che lei ben distinse fra il valore dei marinai e deglt ufnc1ali e l'insipienza, per non dire pegg;o, dello Stato maggiore e le colpe dei responsabili della disorganizzazione della marina italiana. i telegrammi del Bullettino della Sera seno poi ricuc1nati e abbelht1 dal •••.. il giornale del famigt:rato ..... il cucinatort: è quel •.... recentementt: espulso dalla !)alite Aligllltri e che si trova sotto la terribile accusa d'ince . t •: Intanto questo giornale e queste persone sono protetti dal nostro ambasciatore 1l quale recentemente otteneva per il ..... un dono dal re d'Italia. 1l re fa così da .... ; la frase è dura onorevole ma si! ella fosst: qui non ne saprebbe usar-: una diversa. Enrifceorrei laquistidoenUeraezze La mancanza di spazio mi ha impedito sinora di riprodurre e commentare questo pun lù del discorso pronunziato da E. Ferri il 22 g rngno scorso : « Nel!' America , disse il deputaco socialista , ho « v1sto gl' Haliani aggiungere alla mirabile potenza « del loro ingegno naturale· una j'orz.a metodica di « volontà, che e dunque l'espressione non di un « carattere di raz. 1a immutabile e }alale, ma che è <e in gran parte la produ 1 ione del1' ambiente in cui <e questa nobile razza lat,na si trova quando deve « combattere la lotta per l' esistenza in condizioni <e diverse dalla vecchia civiltà storica ». <e Naturalmente, se fosse qui· r amico Colajanni, <e egli sarebbe assai lieto di questa mia dichiara- « z10ne, perché avemmo alcune polemiche scienti- « 1iche, egli sostenendo che la razza non ha alcuna <e impottanza ne1 destini dei popoli, ma soltanto le cc ragioni economiche sociali. Duci, però, all'amico <e Colajanni che questa mia osservazione deve avere <e un senso relativo, cioè che Le quaiiLà ai raz.z.a non << si possono canceLLare dei tullo. B<tsta ricordare, <e per esempio, i desti111 di versi della California « nnchè fu in mano degli .Spag.rnoli e quando andò << in mano ai Nord-Amencani per cvmprendere che <e 11 dato fondamentale della razza , per quanto sì <e m~dihchi nell'ambiente, è sempre un fattore de- <c ClSl VO >). << Gl' Italiani ad ogni moJo nelì' America sebbene cc abbandonati a Loro stessi , sebbene I Uoverni ita- « liani che s1 sono succeJuti in mezzo secolo quasi « mai abbiamo ricordato l' opera benemen La dei <e nostri connazionali, hanno compiuto opere vera- << mente amm1rab!li e che s'impongono alla rico- <c noscenza sincera e leale degli stessi 1ìgli del paese « che li ospita i>. + Sono davvero sinceramente grato ad Enrico Ferri della leale dichiarazione fatta alla Tribuna parlamentare; tanto più grato 111 quanto eg11 avrebbe potuto agevolmente farne a meno pur venendo alle conclusioni, cui pervenne, cwe alia apologia degli italiani in America, La intcnslta della mia sodu.isfazione si può intravvedere dal ratto che la polemica mia con Enrico Fern durava giusto da venticinque anni, poichè nel 1884 vide la luce la r' Edizione del m10 Socialisnw. Dirò brevemente delle riserve dell'amico Ferri; ma prima voglio ricordargli una coincidenza slrana, che egli forse ignora. .Fu dopo aver visitato l'Argentina nel 1871, che 'io maniìestai la prima volta nella moJesta Rivista partenopea le mie con.vinz10ni, che dopo divennero mio saldo patrimonio sc1ent1tico, sulla 1nth1enza ,della razza e dei fattori iìs1c1 nella evoluzwne sol ciale. E dopo aver visitato 1' Argentrna, e visto gli I ltaliani all'opera , Ennco Ferri alla distanza di I ' 38 an111 dalla mia prima atfermazwue, sostanzialmente riesce alJ.e mie medesime condusioni. _Che egli riesca alle stesse mie conclusioni m'indugierò brevemente a dimostrarlo.

344 RlVISTA POPOLARE Ciò che si è attribuito come carattere proprio degli Anglo-sassoni, d'onde poi si sono fatte derivare tutte le altre buone qualità della razza è per lo appunto la for:r.a metodica di volontà, comunque chiamato dagli scrittori che se ne sono occupati. Questa for:r.a metodica di volontà, che parrebbe mancare, per vizio di razza, agl'ltaliani che vivono in patria, Enrico Ferri ha riconosciuto negli Italiani, che vivono nell'Argentina. Ora lo sviluppo di questo carattere prodotto dall'ambiente è tanto più notevole e significante in quanto che è avvenuto tra gli emigrati, che non rappresentano certamente una élite; gli emigrati si possono considerare anzi intellettualmente ed economicamente come degli inferiori. Se si trattasse degli. emigrati negli Stati Uniti si potrebbe almeno ammettere che essi siano forti e sani biologicamente, perché si sa che dalla Repubblica delle stelle vengono respinti non solo i delinquenti, i poyeri, gli ammalati, ma anche i deboli in genere _e quelli che hanno sorpassato i 45 anni; mentre nell'Argentina e nel Brasile non si guarda pel sottile alle qualità degli immigrati. Enrico Ferri non rinunzia completamente alla teoria della razza e per mostrare l' influenza residuale di essa ricorda il mutamento avvenuto nella California dopo che gli Anglo-sassoni si sostituirono agli Spagnuoli. Ma egli dimentica qualche circostanza ecceziornlle. Dopo che la California passò agli Stati Uniti vi si scoprì l'oro; e la febbre dell' aureo metallo richiamò sulle sponde del Pacifico tutto ciò che c'era di più energico e di più intraprendente. Questi uomini intraprendenti dopo che la ricerca dell'oro cessò di essere una professione che arricchiva rapidamente si dettero all'agricoltura .. Del resto in Latini e Anglo-sassoni ho dimostrato sulla scorta degli scrittori più competenti le profonde differenze tra gli emigranti che popolarono gli Stati Uniti e quelli, che conquistarono il Messico; e siccome ho sempre creduto nella forza del1' eredità, così non mi sono mai meravigliato delle differenze tra gli Stati di origine spagnuola e quelli di origine inglese in America. I caratteri er~di tati poi sotto l'azione permanente dell'ambiente lìsico e sociale si sono consolidate ed hanno generato l'illusione della raHa. • Ed ora mi si può chiedere perchè ho rilevato il brano del discorso di Ferri , •che mi riguarda ? Certamente la soddisfazione personale vi ha la sua parte; ma c'è un motivo più alto che mi muove. Combattendo la teoria della ra:r.za, di un fattore cioè che dovrebbe esercì tare un azione fatale, nel la debole misura delle mie forze credo di contribui re al risveglio di nostra gente. Infa~ti per deprimere o per eccitare le energie umane non c'è forza più attiva di quella che viene dall'auto-suggestione in un senso o in un altro: per deprimerla quando si crede nella immutabilità dei caratteri di razz2; per eccitarla e rinvigorirla quando si bandisce lo intervento di questo fattore e si crede invece che possiamo agire efficacemente per crear,i un avvenire migliore di quello attuale. Do1 T. NAP. CoLAJANNI Laearnpagnaproe eontro il bilaneio in Inghilterra Se la discussione delle clausole del bilancio 19091910 al la Carnera dei Comuni continua a procedere con l'attuale lent.ezza, è prevedibile che la sessione legislativa non potrà terminare prima d'ottobre. I lettori della Rivista Popolare sono già informati circa le cause di questo ostruzionismo conservatore. A cagione delle nuove spese navali e delle nuove pensioni sulla vecchiaia. il bilancio inglese per l' anno finanziario in corso si chiude con un deficit di circa quatlirocento wilioni. E sono già in vista nuove spese difensive e n11ove riforme sociali <'ostosissime. Come uscire da questa situazione senza ricorrere a nuove imposte? E per un governo radicale libero - scambista che si rifiuta di contemplare l'idea di tassare il cibo del popolo e le materie prime delle inJ nstrie con imposte indirette, quale altra soluzione è poss,bile cbe non sia quella di far pesare le nuove imposte sulle spalle di coloro che son più Rtti li. sopportarne il peso? E poiché in Inghilterra il s11oloha avuto l'uit.ima s11a.valutazione ufficiale nel 1692, e da allora in poi per tutte le iwmt:>IJ.Setrasformazioni sociali ed industriali avvenute nel frattempo il valore della terra sia nella città che nelle loro vicinanze ha spesso subito aumenti fantastici senza relazione alcuna con le iniziative dei suoi posse8sori, ·cbe cosa si può pensare di più naturale che il prelevare su questi valori parte delle som1ue necessarie alle nuove esigenze sociali ? O che la società non ba diritto di usare ciò che essa ha prodotto? Di qui varie clansole nel bilancio concernenti una speciale imposta sui valori urbani, sulle aeree circum-urbane fabbricabili, sulle aree rurali non coltivate e nondimono coltivabili, sulle a.ree minerarie non 1:1fruttate e non dimeno sfruttabili; e di qui del pari_una clausola concernente l'obbligo nei proprietari di procedere a sottopor::ii a una nuova valutazione della loro proprietà, a loro spese, naturalmente. Ohe ccsa vi è di rivoluzionario in tutto questo? O cbt, questi principii non sono audae~mente applicati in tutta la legislazione delìo colonie dell'Impero? O che essi non sono applicati in tutta la legislazione municipale germanica? O che essi non hanno avuto, sia pur timidamente, la sanzione di almeno tre voti della Camera dei Comuni conservatrice già presieduta <lal Balfour? ~ono queste domande che il lettore può legittimamente fare, poichè peri:1iuo un ex ministro libera.le , Lord Rosebery, h" proclamato che queste clausole contengono una Vl:lra ri voiuzione ed ha chiamato la Ca.- mera dei lordi a respingerle. E Lord Avebuey e Lord Rotschild si sono uniti a lui nel promettere che la Ca.mera Alta non se ne starà inerte ·e tutta la stampa conservatrice li incoraggia : sono domande che sollevano questioni importantissime d'ordine finanziario ed economico non meno ohe d'ordine co~tituzionale. Cominciamo dalle prime; questo a loro volta sono, talune di principio, altre di applicazione. L'opposizione conconservatrice, alleata. ai liberali di tradizione classica come l' Harold Co:x fa anzitutto queste obbiezioni di pnnc1p10. Si. parla di unearned increment (aumento non guadagnato) nel valore capitale della terra per ragioni di sviluppo sociale; ma perchè prescegliere la proprietà terriera come speciale oggetto d'imposta quando questo fenomeno dell' unearned increme1it è ormai riconosciuto

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