RIVISTA POPOLARE 311 l' interesse generale della nazi ooc. In questo triste momento di depressione morale , di platitude intellettuale, di menzogne, d'ipocrisia, di indifferenza i:iuperlativa èd anche d'inattese fiacchezze, la vita di un giornale, che ::1'inspiri ai più alti ideali e che sostenga tutto ciò eh' è giusto , tutto ciò che conferisce al benessere collettivo con corngg;io, senza riguardi e senza sottintesi, dovrebbe stare a cuore 'di quanti Italiani non sono rorrotti e non sono codardi. + Il monopolio del oereall In Isvtzzera. - Dal!' nlti•no pumero della Réqie dirPcte del Michand rileviamo che il Congresso socialisti\ svizzero di Olten in Novembre emise un voto condizionato in favore del monopolio dei cereali. Il governo federale poi incaricò il Milliet, direttore della RPg\a desrli alcoolA, di elaborare due pr0~etti di mon0polio dei cereali , chA i;iono stati sottoposti in Marzo ali' esame di una Commissione presiAdnta dal Consigliere federale Schobinger, Capo del dipartimento del Commercio e dell'agricoltura. Secondo 11 no di tali progetti lo schema Aarebbe il seguente. La Confederazione limita il monopolio alla eompra dei cereali al miglior prezzo . come nn negoziante qualunque, ma senza specult1rvi. La commissione incaricata de2:li acqnisti comprerebbe in proporzione rlei biAogni del consumo. conservando sempre uno stock di riserva di 1,~50.000 quintHli. EAsa ne fissa il prezzo di vendita per un anno secondo le condizioni del marcato. QueAtn prezzo è usnale per tutta la Confederazione, senza distinzione delle distanze. Sul prezzo grava L. 0,95 per ogni 100 chilogrammi rappresenh\nte la speAR di traAport.o medio. T mugnai comprerebbero dalla Confadflrazio11e al prezzo stahilito e dovrebbero comprnre allo stesAo prezzo il frumento indigflno. Ci sarebbe un fondo di riserva, che dovrebbe anche Rervire a compensare le differen7,e tra. grano indigflno ed importato che verrebbe costituito da L. 1,00 per 100 chilogr. in più snl prezzo di compra del grano importato. Il fondo di riserva dovrebbe garentire la regia contro le sorprese del mercato. L'altro progetto è niù largo. Fissa anche il prezzo delle farine; i mn~oai lavorerebbero per conto della Confederazione. Qnesto secondo prog-etto è preferito dA.lla Commissione. Si tratta di progetti; ma essi dimostrano che il principio del monopolio ba fatto un gran passo e che esso è realizzabile. + La dlsousslone sulla. potltloa estera. La l' rontreé ~ di E. Ferri. - Anchfl Aul bilancio degli esteri solo la Estrema sinistra si è fatta viva; ~li altri settori della Camera pare che oramai siano ridotti a la vergognosa figura di comparse. Non assur~ono nemmeno alla dignità del coro S?reco. L' Esfrema se non ha la forza di abbattere il ministero Giolitti. non ostante qualche errore, ha il merito di elev!'l,re la discu<1sione. L'hanno elevata sul bilancio degli esteri: Chiesa e Ferri, Coma.ndini e MorgRri , dne repubblicani e due socialisti. L'on. Eugenio Chiesa fece un esame accurato e logico della nostra politica. coloniale ed nna critica inesorabile. sopratut,to della nostra azione nel Benadir. Comandiui invece 8ostenne vigorosamente la utilità delle scno1e italiane all'estero e la necessità di migliorare le condizioni economichP clei relativi inAegnftnti , che sono tanto benemeriti della. italianità. Dell'argoment,Ò interesq:;1,nte, hen tra.tt,atri dR.1 d"lputato per Ce~enft in q,10~to stesAo numero s'intrattiene un professore della scuola di Alessandria di Egitto. Fra i socialisti emersero Enrico Ferri ed Odd.ino Morgari. Al discorso del deputato per Torino potremmo ~ss?ciarci incondizionatamente se non fosse pet la sua rns1stenza nel minacciare fischi allo Czar. Su questo dissentiamo profondamente e non abbiamo biso_g~o di ripetere ciò che abbiamo eAposto più volte. Egh 1n nome dell'idealismo di remotissima realizzazione nuoce alle condizioni politiche at,tnali del nostro paese. Il clou della discussione venne rappresentato dalla. rentrée di Enrico Ferri sul palcoscenico di Montecitorio dopo un' assenza di due anni. Di accordo con tutta la stampa con lii:1~uaggio da. teatro chiamiamo rentrèe questo suo ritorno alla vita parlamentare, senza la benchè menoma intenz:one di arrecargli offesa. La parola è adatta, perchè Enrico Ferri è stato ed è artista, che ama le emozioni della scenR.; un grande nrtista della. parola, le cui qualità oratorie suscitano I a invidia o l'ammirazione. Il ritardo a rientrare À stato compensato dA.1 F3UCcesso clamoroso ottenuto tra gli avver.;;iui della Estrema Sinistra. Tre quarti della Camera, dall'Estrema Destra alla Sinistra più o meno umoristicamente democratica, lo applaudirono e le strettfl di mano, an<'.he da parte -'lei membri del governo, furono innumerevoli. I socialisti erano cupi e silenziosi e guardavano al fenomeno con molta diffidenza; senza alcun entnsiasmo gli altri membri della Montagna. Non ci scandalizziamo affatto per gli applansi che a Ferri vennero dai monarchici ; come non crediamo che col discorso saturo di nazion!\lismo e gli abbia creduto di rinnnziare al socialismo; meno di tutti ci i,orprendiamo della intonazione nuova che venne fuori òal medesimo percbè noi siamo stati tra i pochissimi che non abbiamo mai creduto ftl suo rivoluzionarismo e lo abbiamo anzi sempre messo in canzonatura. Coloro che non lo conoscevano, quindi, poterono rimanere sorpresi di quella che considerano come una evoluzione o ritorno verso il suo antico radicalismo, non noi che lo apprezzammo sempre al giusto per q nello che ern: per un galantuomo, per un grande oratore , preoccnpato sopratutto del successo. Il nazionafo~mo vibrante in tema di emigrazione che Enrico Ferri ha portato dall'Argentina a Montecitorio, anche senza ricorrere alla politica coloniale a, base di conquista violenta preconizzata da Antonio Labri0la, nulla ha di contrario al socialiAmo di molti altri sociafoiti nm~tranl ed esteri. Non si acconcia però al rivoluziona,,-ismo, di cui con leggerezza, e vorremm 1 dire con incoscienza , per tanti anni egli si proclamò il portabandiera. Ma anche in questo di1,corso l' artista ere ~iudica per impressioni fugaci e non con merHtata rifleAAione si rivelò quando consigliò ai Miniski ed !\l Re di intraprendere un viRggio verso le colonie nostre senza bandiera. Se il consiglio venisse accettato a~li Haliani emigrati oltre l'Atlantico egli avrebbe reso un pessimo servizio poichè le accoglienze entusiastiche che riceverebbero i ministri o il Re nell'Argentina o nel 'Brasile non sarebbero snfficiente compenso alle diffidenze, alle ostilità che provocherebbero tra gl'indigeni contro le nostre colonie, già tanto malviste. Abbiamo detto che i socialisti alla Camera accolsero il discorRo di Enrico Ferri con ostentato malumore; furono più sinceri e più precipitosi i socialisti di Milano, che contro di lui lanciarono la scomunica considerandolo sic et Bimplicit~,· come ritornato al sno antico radicalismo. • . I socialist,i di Milano sono stati ingiusti perchè hanno adoperato due pesi e due misure. Essi non hanno scomunicato Leonida BisRola.ti, che è andato più in là di Ferri, riconoscendo nel suo articolo della Nu,ovri Antoloqia del 1° Ottobre 1906 - e di cui noi c'intrattenemmo nella Rivista del 15 - la possihilità dei Aocialist.i di assumere la responsabilità del potet'e
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==