Rivista popolare di politicas lettere e scienze sociali - anno XV - n. 12 - 30 giugno 1909

RIVISTA POPOLARE 329 Malgrado la intrinseca bontà del disegno di legge egregia - mente messe in luce al ,° Congresso forestale inauguratosi domenica scorsa a Bologna, esso non è stato discusso finora e non lo sarà nemmeno negli scorci di sessione. La niuna rispondenza dei mezzi finanziari al fine costituiva un troppo stringente contrasto con le promesse contenute nel discorso della Corona e colla persuasione universale, della grandiosità ed argenza del problema e, dopo I' annuncio di altri e più rispondenti provvedimenti allo studio per opera dei vari ministeri interessati dato a Bol0gna dall 'on. Cocco Ortu nel suo discorso ·inaugurale, resta a vedere se il progetto Bertolini, che d'altronde contempla altre materie, sarà semplicemente accompagnato da un altro disegno di legge probabilmente mirante alla costituzione di un grande demanio forestale o sarà fuso in esso. Questo punto non risulta bene chiaro dai vari resoconti sommari, non perfettamente conformi, che abbiamo sott'occhio del discorso del ministro di agricoltura. Certo è eh' egli ha riconosciuto che i provvedimenti finora adottati per arrestare l'opera distruggitrice o rimediare 11d essa sono stati insufficienti : che, dopo il progetto di le~ge della passata legislatura mirante a promuovere ed integrare le iniziative dei proprietari isolati o riuniti in consorzio, il problema è stato oggetto di nuovi studi da parte del- Ministero di agricoltura, che ha compiuta la preparazione tecnica di un piano organico completo circondato àa tutte le cautele e guarentigie per la sua gra duale e per ciò non perturbatrice attwizione. Questo piano, ora sottoposto all' esame degli altri ministri più direttamente interessati perchè naturalmente investe il problema sotto il punto di viata te.cnico amministrativo e finanziario, e che l'onorevole Cocco Ortu ha •Ì-Ìpetutament~ cffchiarato essere di vaste proporzioni e di grande importanza sarà inspirato al con - cetto di estendere il demanio forestale che attualmente non è esteso a più di 60 mila ettari, riconquistando allo Stato nella immensa distesa dei nostri monti centinaia di migliaia di ettari: di rendere più effettiva la difesa di quanto ancora possediamo e pm mtensa l'opera di riconquista delle pendici diboscate, e di eccitare al tempo stesso le iniziati ve private intese allo stesso fine. A quest'opera completa dovrebbe, seconjo il Ministro provvedere un organismo forte e competente costituito presso il Ministro di agricoltura con ampi poteri per regolare e disciplinare il lavoro di ricostruzione ed impedire nuovi dibo_ scarnenti. Ora, tutto il desiderio che ia nostra previsione vada dispersa, non possiamo astenerci dal dichiarar~ che proba bi I - mente in quest'ultimo concetto e negli inevitabili attriti che dalla sua applicazione derivano fra le varie Amministrazioni interessate sta il debole delle proposte annunciate. Meglio avvisato indubbiamente è stato l'on. Luztatti, il quale, mentre ha evocato la visione dello Stato italiano che, proprietario di_ una infinita tratta di boschi in ogni parte della penisola , ne trae salute e ricchezza per la nazione, ha insistito nel con - ~etto già altre volte manifestato nel Corriere della Sera di un' Amministrazio:1e forestale quasi completamente autonoma e che possieda tutti gli elementi t~cnici necessari per l'attuazione del suo programma. E su questo punto dobbiamo particolarmente insistere specialmente dopo aver visto l'esecuzione del disegno di legge della passata legislatura affidata al Ministero dei Lavari Pubblici, mentre quella del disegao di I egge allo studio verrebbe affidata a quello di agricoltura. L'on. Luzzatti, I' oratore ufficiale della seduta inaugurait! del Congresso di Bologna ha terminato il suo splendido discorso con le seguenti parole : ~ Che cosa importa se non potremo vedere queste giornate radiose di un altro riscatto nazionale? A noi basti la coscien r.a di averle preparate. I figli dei nostri figli ci benediranno perchè, oltre alla patria redenta e libera, avremo dato a loro una Italia salvata dalle inondazioni, dalla malaria, dal disboscamento e salvata più a buon mercato, perchè oggidì i rigidi esploratori del bilancio hanno chiarito la grave somma che si spende in media ogni anno per liberarci dalle inonda - zioni, le quali si rinnovano incessanti pel difetto della difesa idraulica forestale •. Pur troppo trattandosi di foreste è naturale che la maggior parte dei vi venti non potrà vedere gli ~effetti di disposizioni che per essere completamente a.,plicate richiedono un ciclo di aimeno tre quarti di sc:colo. A noi basti augurare che la gestazione sia bre.ve e che si tratti di pisposizioni veramente pratiche ed organiche, per la cui esecuzione non si lascino difettare i mezzi e che, da: momento che ormai è assicurato trattarsi di vera e propria trasformazioni di capitali, si appli - chino al problema forestale per il numero d' anni occorrente per costituire tante foreste che il loro sfruttameato regolare possa bastare al bisogno non ,oltanto dell'Italia attuale, ma dell'Italia, quale sarà quando queste foreste potranno cominciare ad essere sfruttate. Per quell'epoca lontana il costo del legname sarà t&nto au mcntato per forza naturale di cose , da rendere largamente fruttifero l'impiego di capitali occorrenti per quanti copiosi essi siano. Nè mancano in Italia, pur troppo, terreni su cui ricostituire il bosco I (Giornale dei La11ori Pubblici I r giugno). + Arthur von Guinner: La verità su la ferrovia di Bagdad. - A proposito di questa ferrovia si sono fatte le più ingiuste supposizioni contro la Germania accusandola d1 volersi fare la parte del leone nel!' affare, mentre in verità niente è stato più innocente e corretto della condotta della Germania in questa faccenda. Vale la pena di raccontarne la storia. E bisogna subito osservare che era proibito ai forestieri, tedeschi e via, d'impiantare colonie lunga la linea. Gli Inglesi avrebbero potuto avere otto direttori se oggi avessero ratificato il piano di Lord Londsdowne. Ma il sentimento antitedesco prevalse , la stampa si scagliò furiosamente contro il progetto; fu impossibile limitarne la influenza danno:.a e I' Inghilterra si trovò tagliata fuori assolutamente dall'affare. Ciò fu colpa dell'Inghilterra e dell'Inghilterra unicamente. Ora, naturalmente, la ferrovia è in buone mani. Il Gwinner firmò il 5 marzo 1903 insieme a Zilmi Pescia, allora ministro Ottomano dei Lavori Pubblici , la convenzione per la ferrovia di Bagdad, quale è attualmente in vig0re. Nel giugno 1908 egli concretò un' altra convenzione col Governo Ottomano, stabilendo una garanzia sul debito pubbiico ottomano per due prestiti a favore: della ferrovia di Bagaad. Questi due prestiti potranno portare la costruzione della ferrovia di Bagdad al di là della catena del Tauro e del!' Amanus, verso l'Eufrate e nell'Alta Mesopotamia, circa 840 chilometri oltre l'est ad un luogo chiamato Helif, non molto al sud della città di Mardin e su la via di Mossul. Su la distanza totale di 2893 chilometri da Costantinopoli a Barrah ne sono ora aperti al traffico 946. I circa 840 chilometri ora in costruzione, lasceranno soltanto 1155 chilometri, i più facili, da costruire; ed a questi si lavorerà quietamente e lentamente ma con persistenza, finchè la sicurezza e la cultura 1ieno state portate da un capo all'altro della nostra molto deprecata ma utile impresa. Non b,sogna credere d' altra parte che sieno stati lasciati intentati molti passi per conciliare ali' impreaa anche l' Inghilterra. Dopo che fu fìrmstn la convenzione della ft:rrovia di Bagdad, l'autore cercò d'interessare molti notevoli inglesi all'affare ed alcuni di essi aderirono , ed erano dei più noti uomini d'affari della City di Londra. Anche il ministero degli esteri fu consultato e aderì , date certe condizioni di garanzia delle dogane turche, ai prestiti. Se queste intese fossero state man

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==