RIVISTA POPULA.Rtl 325 e Dalla generazione dei nostri padri che fecero la rivoluzione italiana e crearono l'unità della patria, a questa nostra generazione egoistica e positiva , ci è una distanza che sembra di secoli, tanta distanza da far temere che i nostri nepoti, ereditando lo scetticismo pratico che ci abitua a diffidare déi vivi, abbia proprio a finire leggendo la gloria dei morti •. Ma il mite Pio Raina, dopo ·d'aver notato che la sete di rivendicazioni giuste ed ingiuste, provvide ed improvvide, ha riempito il mondo di guerra, di livore e di odio, soggiunge : e Io sono convinto che se un nuovo S. Francesco apparisse in questa nostra che più ormai non ruò essere chiamata società e coll'animo riboccante di simpatia predicasse l'amore, le turbe ancora gli correrebbero dietro, e seguitandolo si sentirebbero come tratte da un carcere tetro, si sentirebbero resa la libertà del respiro •. E il mio e suo buon amico Alberto Del Vecchio uella stessa pagina gli dà sulla voce. No, amico Pio, gli dice: e Troppo forte è il dissidio e l'odio profondo, perchè un miracolo avvenga.; nè il regno dei santi è più di questa terra. Anzi neppure il loro ricordo è tollerato talvolta•. • Dalla caligine melanconica usciamo all'aperto. Domanda A. G. Riceri: e L'onda che viene da lon-· tano affaticata e sbattuta da fiere tempeste, ad esu: lare in una dolce carezza alla riva la forte anima irrequieta, l'auretta che passa bisbigliando soave fra gli oleandri fioriti, non ti dicono che la vita è mistero , che la vita è amore ? » E Clelia Bertini Attili, rivolgendosi con grazia amorosa alla figlia d'un recluso, cosi le parla in versi: Bimba che sai la lacrima cocente, quando l' altre negli occhi han no il sorriso ed apparisci sola in fra la gente ; bimba, cui segna sull' intatto viso indelebile stigmate il dolore, il dolore che in te sta sempre fiso ; bimba hai visto gemere l'amore nell'istante che il ca1cere s'.apria, e un Calvario s'alzò di tutte l' ore; ridi e spera pur tu, ridi ed oblia : ecco una casa bianca, ecco novelle giornate d' esultanza, o bimba mia, una madre che t'ama e le sorelle I Mario Tabarrini ammonisce paternamente: < Non dom~ndare alla vita mortale più di quello che essa può dare : il resto chiedilo alla immortalità, alla Fede •. E ali' addolorato Eugenio Fusco (che io non conoséevo e solo apprezzo da che ho visto il suo amore in questo sonetto semplice) sia conforto rileggere il suo dolore: Gentile e bella più che umana cosa, Chiuso il bel corpo ne la bianca vesta Che ti recinse il dì che fosti sposa, Luce invocata sembri ad una festa. Ma tu, diletta, dormi, e l'amorosa Voce, ed il pianto mio non ti ridesta. Da greve peso è la pupilla ascosa E quiete) immota più che sonno, è questa. Sei morta ! tua virtude al ciel fu cara, E crudelmente ti apprestò la sorte, Ne l'anno istesso il talamo e la bara : Addio, dal core eletta, o mia consorte ! Me non uccide questa angoscia amara, E sol mi lascia senza te la morte ! Cesira Pozzolìni Siciliani, dopo avere narrato la storia pietosa d'un condannato all'ergastolo, delle sua compagna separata per trent'anni e impazzita d'un tratto, di tre piccini nati dall' amoro di quei due 1 percossi dalla stessa sciagura conchiude: « Poveri figli che colpa hanno es8i del delitto del padre, della pena a lui inflitta dalla giustizia umana? I condannati allo ergastolo sono morti al mondo e anche scontata la lor pena non si riabilitano più; il delitto non si cancella dalla memoria degli uomini. Salviamo le creature loro i loro orfani innocenti l ~ Pur io, invitato a dar poche livee all'albo rigeneratore, scrissi cosi : Quante volte ho pensato alla misera gente precipitata nella colpa dai culmini del desiderio, la pietà sempre mi ha vinto. Ho visto il caduto guardare lassù dove l'aveva agitato una speranza vana che era il ma.le in sèmbianza di bene. Allora ho detto: perchè dalla speranza può nascere la colpa? Oggi Stella Maris - la stella dei naufraghi - mi dà più luce. E ne dà pure al delinquente, recandogli la lieta novella che dalla colpa si genera la pietà e talora dal male rinasce il bene. Cosi la vita si torce m circolo come un serpente : si morde e si bacia. SALVATORE FARINA ~TBLLe)NCINI LBTTBRf.tRII XLV. La Bibbia della Speranza - I discorsi dell' Arcolèo - Anima oscura - I caratteri della femminilità. Io nutro per Paolo Mantegazza , pur senza conoscerlo di persona , una reverenza e un affetto quasi filiali : io devo a lui , come a pochissimi altri , il più ed il meglio della mia prima educazione intel)ettuale extra-scolastica, cioè veramente viva, schietta, sincera, libera; da lui riconosco in gran parte quell' orien•amento spontaneo del mio spirito giovanile, che, uscito appena dai convenzionalismi e dai dogmatismi_ e dai formalismi della filosofia liceale , della scienza a programma. della letteratura a paragrafi, della storia a date, anelava ad uscir di minorità e di tutela , ed a prendere una posizione sua, spontanea, d'elezione, nel mondo del pensiero. Si capisce da questo, con che sentimente> di calda e grata sim;,atia io abbia salutato I' arr;vo in casa mia di questa BIBBIA DELLA SPERANZA, che del mio vecchio e sempre giovane Maestro ha ora stampata la Società Tipografica Editrice Nazionale : essa è quasi una ricapitolazione , una rivista re - trospettiva, un'esposizione generale in forma c~mpendiosa, a brevi versetti, quasi come ad articoli di codice , di tutta la
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