Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 11 - 15 giugno 1909

RIVISTA POPOLARE 287 forti e preparati e si ripete sino alla nausea vi si pacem,pa1'a bel/um. Nè mancano, con sjtuazioni e condizioni tanto diverse, i rievocatori del solito Campo formio. La giustificazione degli armamenti, per impedire la guerra, la si è voluta lumeggiare anche con un articolo recente di Emilio Olivier sulle origini della guerra franco - germanica del 1870 7r. Con quell'articolo si è voluto dimostrare che il famoso schzajJ'o assestato malignamente, diabolicamente, da Bismarck alla diplomazia dell'Impero francese per rendere inevitabile la guerra, venne dato perchè Moltke e il Cancelliere di ferro sapevano che la Francia non era preparata e che della impreparazione si doveva immediatamente profittare. Ma si dimentica con leggerezza, se non con malafede, che precisamente lo stesso Olivier àà la prova chiara e lampante che Bismarck potè assestare il diabolico schiaffo perchè la diplomazia francese pazzamente provocò la Germania e volle umiliare il Re di Prussia chiedendogli burbanzosamente per mezzo del famoso e non mai abbastanza maledetto ambasciatore Benedetti, una formale promessa che giammai pel futuro il pri n.cipe di Hohenzollern avrebbe aspirato al trono di Spagna. Che la richiesta fosse imprudente e provocante non siamo noi n dirlo; . ma lo dice esplicita men te, a lettere di scatola, l'Olivier, che ci fa sapere che su di ciò erano c,rncodi lui, il ministro degli esteri Duca di Grammont e il ministro della guerra Maresciallo di Le Boeuf. La burbanza e la provocazione dell'Impero francese rendevano avverti ti i politici e i generali del Regno di Prussia del malvolere della Francia e della manifesta intenzione dell'impero napoleonico di spiare il momento opportuno per aggredire la Germania. Bismarck e Moltke allora colsero l' occasione propizia di muover guerra alla Francia senra darle tempo di prepararsi. Dalla Francia si partì la prima e vera provocazione ; se ne accorsero tardi Napoleone 3° e i suoi ministri, stando alle confessioni odierne di Olivier; e la Francia ebbe la terribile punizione, eh<: tutti sanno. Ora se Fortis, Marcora, e tanti retori dell' esercito e del Parlamento, facessero verso l'Austria la parte <lei Benedetti, dei Grammont, degli Olivier, ci sarebbe da sorprendersi se gli Asburgo, che ardono dal desiderio di prendersi la rivincita del 1859 e del 1866 e di toglierci la voglia di pensare alle pro vincie irredente, imitassero Bismark. e assestassero lo schiaffo diabolico sulle nostre guance? Bismarck e Moltk.e precipitarono gli avvenimenti, perchè sapevano impreparata la Francia; non vollero lasciarle la scelta del momento e vennero alla guerra quando sapevano di avere per loro tutte le probabilità della vittoria. E le probabilità stavano per la Germa·n ia non solo per le armi e per gli ordinamenti migliori; ma anche perchè aveva possibilità di scagliare contro il nemico più grossi battaglioni : da Wohrt e Weissembourg sino a Sedan il fattore principale delle vittorie tedesche, fu la forza numerica. Perchè mai l'Austria non dovrebbe scegliere essa il momento più favorevole e lasciarci il tempo alla preparazione, tanto più che generali, dep_utati e giornalisti con una fatuità veramente imperdonabile dichiarano esplicitamente che essi si vogliono meglio preparare alla guerra per la scadenza della Triplice alleanr_a nel 1912? . Data la ostentata manifestazione dei nostri sentimenti supporre che l'Austria ci dovrebbe dare il tempo per la preparazione equivale ad ingannarci grossolanamente supponendo in essa una ingenuità ed una cavalleria superlative. L'Austria al primo passo falso di un qualsiasi Maocrra-Benedetti, o F rJ rtis-Benedetti ripeterebbe il giuoco della Prussia nel 1870: sapendoci impreparati e sapendo che essa potrebbe disporre contro di noi di più grossi battaglioni, creerebbe una di quelle situazioni dalle quali non si esce, che o battuti materialmente u distrutti moralmente. Rileviamo questa ultima circostanza, alla quale ecssu no ha accennato: l'Austria - Ungheria è un Impero di circa 50 milioni di abitanti e l'Italia ne conta appena 33: gl' Italiani a parte tutte le inferiorita di ordinamenti, geografiche, ferroviarie ecc. si troverebbero in 2 cont,·o 3 I Nè varrebbe la pena di discutere sul signiGcato, che avranno le nuove spese mili tari, se in un discorso insolitamente bislacco Leonida Bissolati non avesse annunziato la paradossale ipotesi che si potesse sospettare che esse sarebbero volte contro la Francia o contro l'Inghilterra. Ah! no. L'ipotesi è semplicemente ridicola. Nessuno in Europa vedrà altra tinalità ai nostri maggiori armamenti che l' Austria; e meno Ji tutte cadrà in equivoca la nostra alleata. + Non è assolutamente necessario che l' Au~tria precipiti gli avvenimenti e provochi e assalga l'ltali;,1, mentre la sa impreparata e pìù debole; essa può seguire altra via e mantenere la propria superiorità. All'aumento delle nostre spese essa può rispondere con un altro aumento, che serva a mantenere immutata la situazione attuale; e può riuscirvi con sacrifìzio minore, poichè sappiamo che essa spende meno di noi a parità di efficienza. Come conseguenza della nostra maggiore spesa, si può essere sicuri oramai, che anche l'Austria, se ci darà il tempo della preparazione, spenderà dì più. La corsa agli armamenti, quindi, rassomiglierà a quella tra la Germania e l'Inghilterra, per la costruzione di Dreadnoughts. Ad ogni nuovo mostro marino che la prima imposterà in cantiere, la se onda ne imposterà due: E siccome ciascuno di questi mostri costa circa 75 milioni, tra pochi ::inni il bilancio della marina cbf! attualmente è di 8; 5 milioni all'anno in In;hiltern, e di 415 in Germania si può essere sicuri che sarà raddoppiato. Senza che l'Italia rispetto all'Austria abbia quella superiorità che l' Inghilterra possiede rispetto alla Germania, è certo che noi sul •narc attualmente siamo più forti della nostra alleala e presunta nemica. Ma questa non si è rassegnata alla propria inferiorità ed ha già a~segnati altri 400 milioni per costruzione di mostri ,_-arini; e l'Italia immediatamente si affretta a seguirne i movimenti. D'onde l'assegnazione di altri 168 milioni, oltre i 150 che furono votati pochi anni or sono e che fanno intravvedere imminenti nuove richieste. Nessuno, quindi, oserà credere che noi esagerian10 affermando che i due bilanci della guerra e della marina in Italia raggiungeranno per lo meno i 600 milioni all'anno e che in Austria si avrà lo stesso i ncremento. Sarà una vera follia, la corsa verso l' abisso a tutto benefizio dell'anarchismo, che s'infiltra sempre più negli eserciti e finirà collo spezzare nelle mani di coloro, che vorrebbero adoperarlo lo strumento della disastrosa pace armata ( 1). + Noi crediamo di avere dimostrato sin quì: 1° che la concessione delle nuove spese mili tari non farà sentire il bisogno de.te riforme organiche e delle economie; (1) In quali terribili cifre si traduca il sistema della pace armata lo mostreremo nel numero prossimo.

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