Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 11 - 15 giugno 1909

RIVISTA fn Germania io sarei imbarazzato a dire che altro abbia il PangermaniRmo prodotto oltre opuscoli e discorsi i quali venner" accortamente ed utilmente utilizzati dal Panslavismo, che cosa specialmente abbia potuto influire sulla politica dello Stato. . Prender snl serio la vescica pangermanistica significa dar man forte alla crmpagna di calunnie dei Panslavisti. Si dice: la Germania coi suoi 63 milioni di abitanti può propor,;i di diventare 11ignora dei mari. Può la Germania riuscire a questo? Se essa d'un tratto per rriiracolo potesse aver la flotta che avrà fra 6 o 7 anni, al più svanirebbero i pensieri inglesi di assalirci, poichè l'Ine-hilterra non può andar incontro a gravi perdite per mare. Ma dal momento che l'accrescimento della flotta tedesca non potrà effettuarsi che lentamentamente permane intanto il pericolo di guerra e le provocazioni inp_:lesi si accrescono. Ma in nessun caso, anche a costruzioni crmpletate, la Germania, situata fra Francia, Russia ed Inghilterra avrebbe la forza di muovere e conquiste. nove potrebl-e? Soltanto in un campo: nell'Austria tedesca. ·E recentemente la Nowoje Wremia faceva le la proposta beffarda d'un alleanza ru3~a. Ma per la nostra gente il pensiero Jella grande Germania si è perduto. il Pang~rmanismo austriaco é morto, 1'Austria Ungheria resta il necessario amico ed alleato. Non vi è Stato in Europa che ouanto la Grrmania si limiti alla difensiva. ' Ma anche in questa sua attitudine la sua libertà di movimento è molto limitats. Chi ha fitto nella memoria il posto occupato da Bismarck nella Triplice Alleanza . le apparenze teatrali del regime personale. la straordinaria preponderanza della pnpolazione e del potere materiale della Germania nC)n può farsi un giusto criterio del corso del conflitto serb0. L' insinua1ione <lei Panslavisti che l'Austria da sola non si sarebbe mai azzard:ita all'avventura fu goffamente e onestamente creduta. Si dimen tica che I' Austria-Ungheria per e~tensione . popol!lzione, forza è la terza potenza d' Europa . che i torbidi interni non hanno valore per il suo stato maggiore. che essa costituisce un potente stru..,.,ento passato dooo lungo riposo senile nelle mani di uomini giovani ed ambiziosi. Questa ambizione viennese che non ha limiti nelle neces sità nazionali, comprende 'lii scopi della politica da un punto di vista esteriore e personale e pensa a ristabilire il prestigio della grande potenza degli Absburgo, non è disposta a sentire consigli e dissuasiofli ed è penetrata dal pensiero che la Ger mania abbisogni dell'alleanza austriaca molto più che 1' Au • stria, alla quale si offrono altre combin0zìoni, della germanica, Inoltre Vienna è un pÒ gelosa di Berlino. E poichè d'altra parte l'Austria sui Balcani e sul!' Adriatico si trova a contatto di· formazi<'ni nazionali non ancora a termine, la Germania dovrà seguirne ancora l'una o l'altra volta la po\itica personale d'avventure; senza poter opporvi11i per non disgustare un alleato indispensabile che intanto è l'unica garenzia della pace. L'esame approfondito del conflitto serbo sarà buon aiuto contro la tendenza a cercare il principio e la fine di ogni c"sa a Berlino e di addossare ad essa ogni colpa quando non ebbe neppure occasione di commetterne. - Venendo ad una consideraziont: obbiettiva , e non più a solo scopo di agitazione, della politica estera , non dobbiamo cadere nel giuoco delle combinazioni della politica mondiale che sono eredità di una tramontata epoca della storia europea. Vi sono seritteri socialisti che non sanno scrivere di politica estera, senza lasciarsi scatenare un groviglio di inevita - bili guerre mondiali. come vivessero ai tempi di Napoleone Hf fra quella grande fermentazione che ebbe per risultato confi,mrazioni durature nel mezzo d' Europa. Il pericolo di guerra è serio e minaccioso , non è più una frase come nel 90 ; le tendenze che alla guerra conducono, sono chiaramente riconoscibili. Ma non è lecito e ne pure -ioveroso dipingersi nella fantasia la concreta possibilità di 11na determinata J?Uerra dell' avvenire. Per l'attività pratica della democrazia sociale basta,.. fissare: che il pensiero panslavista e jingoistico è il vero eccitatore pericoloso , che esso deve lot tare con forze per ora superiori. che trovasi però in un pe - riodo di adente diffusione agitatrice, che quindi - esciusa la possibilità di una· controazione socialistica - tutt0 sta nel non prestargli aiuto dall' interno del paese minacciato. Mentre la favola del pangermanesimo viene predicata de tutti i pulpiti jingoisti e planslavisti è dovere di quanti am1mo la pace fare che la politica tedesca sia più che è possibile as - sennata, oggettiv~ e prudente (So:rialist:che Monatsltefte. 16 Maggio). + P. Sagnac: La relativa Importanza del fatti eco POPOLARE 305 nomtcl nell'evoluzione sto:r1ca. - Si è diffusa oggi la dottring, che i fatti econrmici spiegano e determinano tutti gli altri di varia natura. Marx disse: l'economia è la causa di tutte le trasformaz'oni politche: la concentrazione econor;nica' genera la concentrazione politica. Anche l'arte, la religione la morale derivano dall'economia e non ne sono che il riflesso. Che in questa dottrina risieda gran parte della ver:tà è certo. Ma il sistema è tr<'ppo semplice. Alla determinazione dei fatti sto1ici contribuiscono moventi economici, politici, religiosi, morali, intellettuali, ecc. fl Cristianesimo e la Rifor!Ila furono delle rivoluzioni reliriose; ed han t0rto i seguacì del materialismo storico quando spiegano il primo di questi grandi fatti coll'esplodere delle rivendicazioni dei poveri, e il secondo con la vendita delle indulgenze, da parte del clero tedesco. La rivr-luzione francese è, nello stesso temp0, una crisi econo mica, sociale, politica, morale e relig-iosa. I segnati del materialismo storico, solo 111 qest' ultimo caso, potranno sostenere la loro dottrina. fnfatti, in quel tempo, in Francia, si desideravano delle riforme economiche, mediante la dedizione dei diritti feudali, delle decime; meriiante l'abolizione della proprietà ecclesiastica e la divisi0ne ~ei beni demaniali; in virtù di una migliore ril'.'artizirne di tributi, ecc. Ma vi troviamo pure dei moventi politici; come la trasformazione della monarchia assoluta in costituzionale e poi ancnra in repubblica democratica. Dopo, è vero, si ritorna ali' impero, però ,restan" immutate le conguiste sociali e morali, già racchiuse nel codice civile. Ora di questi fatti di carattae politico non tennero c0nto abbastanz11 i seguaci del materialismo. Anche la storia della Francia, lungo il XIX secolo, presenta molte eccezioni a tale dottrina. Per ese::1pio, la rivoluzione del r830 fil sopratutta politica. Gli 0perai pangm1, che presero parte all'insurrezicne delle giornate di luglio, non reclamarono riforme economiche. In Germania. lungo lo stesso secolo sì,o alla costituzione dell'impero, i fiitti economici non eb~ero carattere preminente. Solo oggi essi esercita no a1.ione sempre pitÌ decisa. Bisogna però riconoscere che nell'Inghilterra e nt:Rli Stati Uniti. lungo gli ultimi tre se-:oli, la s~oria è fortemente in - fluenz11ta dall'economia sociale. Quì si applica assai bene la dottrina marxista. [I sorgere della grande industria, la ricerca degli sbocchi ali' estero, le conquiste coloniali, le isfruzioni sociali, ecc. provano che la grande leva del progresso è di natura economicaRiassumendo, resta questo di vero: che il fattore economico ha sempre un potere decisivo, tanto subordinato agli altri che preponderantemente ad essi, nel!' evoluzione della società. E' vero anche eh e la sua azione tende ad aumentare. Ma non bisogna esagerare la capacità determinatrice del fattore economico. (Rivista di Scienza, fascicolo X). • PierreLoroy: La fine della crisi nord-amer1ca.ua. - La crisi americana è al suo termine. GI' introiti lorrti delle ferrovie cominciano già a crescere. Nel gennaio scorso l' aumento è stato del 4 °lo e del r 3 °/0 in aprile. Anche le operazioni delle stanze di compensazione depongono favorevolmente alla ripresa. Nel primi quattro mesi dell'anno in corso, il loro valore superò del 30 °/o quello raggiunto nell'egual peric,do dell'anno precedente. E il pro sresso riguarda tutti i paesi dell'Unione; ma appare più deciso nello Stato di New-York. In questo, nel primo quadrimestre del 1909, le compensazioni han raggiunto i 31 miliardi e 873 milioni di dollari, contro 22 miliardi e 635 milioni del 1908. Si ebbe quindi un aumento del 41 °lo, mentre negli altri Stati esso raggiunse appena il I 5 °/ 0 • L'industria edilizia è uno dei migliori inJici dello stato eco-

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