302 RIVISTA POPOLARE avev3 fatto un discorsetto quasi sensato, non privo di ragionevolezza e di opportunità. Per chi non soflre di autocritica, deve essere una bella cor1solazione vedere con tanta lucida concisione riflesso il proprio pensiero, pur poco innanzi così sperduto nel combattere eroicamente contro le resistenze dei mezzi di espressione, contrastantigli il passo da ogni parte ! + È una cosa un po' diversa quando si tratta di fare un discorso per uso interno, e che abbia anche una piccola ripercussione attraverso il paese. Allora la Camera ritrova tutta la sua intelligent1ss1ma 1ùalignità, e voi sapete di dover affrontare un pubblico che sa essere brutale quanto 11011lo fu mai il pubblico del più tumultuoso dei Comizi. Per chi non è nato con la vocazione di farsi compatire, la faccenda è seria davvero. Si immagini. L'imbarazzo più lieve è quello che può venire dalle interruzioni, dagli urli, dalle risate degli avversari per motivi che riguardano il contenuto del discorso. Anzi chi è mediocremente allenato , non cerca di meglio ; e certe proteste rumorose sono già di per sè sole un mezzo successo. Ben altro viene a preoccupar l'oratore! Bisogna mettersi in mente che il pubblico è in modo esclusivo composto di concorrenti, e che la massima parte di questi concorrenti, sono, dal punto di vista oratorio , dei mezzo failiti. Individui che ten tarano e non riuscirono, che conobbero tutta l' amarezza dell' insucesso o l' umiliaz.ione di non aver neanche osato tentare. Ha mai pensato il più nero degli ipocondriaci a una strata di debuttanti alla . Scal:t di Milano , con la platea , i palchi, il logg10ne invasi pressochè esclusivamente dalla turba d_ei_ gigioni a sp~sso, che popolano nelle ore pomendiane la prossima galleria Vittorio Emanuele? Aggiungasi che questa gente, al mal volere unisce la possa, perchè ne ha uditi molti, di oratori , ha conf_ro_n_tato_h, a _i~parat? :~ uotare i segni imperoett1bili dai quali 1ncommc1a a rivelarsi la prossima debolezza o la stanchezza di chi parla. Sa egregiamente quan~o e. come dare il colpo ai garretti con un mormono nvelatore. Niuno meglio di iei conosce l'arte di approfittare delle minime circostanze, adoperando con uguale accortezza ora la finta attenzione ora l'ostentato disinteressamento salvo a schiacciar l'oratore con la colossale urlata definiti;a se costui mostra di essersi lasciato travolaere. ' E. poi v'~ _il n_on grande ma rispettabile 0 numero degli uom1m d1 valor superiore. Non incutono come ~li altri, _paura , ma dànno pure una grand; soggez10ne. V01 sapete che taluno di essi ha nell'ar~omento che vi occupa, una competenza ass~i sup~r.10re.alla v_ostra; la preoccupazione del suo giud1z10 v1 trattiene da una franca affermazione che avreste li?era1!1ente lasc~ata correre per tutti gli altri. Av~ert1t_e, 10 UJ?- rapido aggrottamento di ciglia, la rmnaccia che 11 competente rilevi sottovoce un vost~o errore o una vostra inesattezaa. Guai a voi, se vi succede_! Tutti gli incompetenti vicini, che non avevano cap1to nulla fino allora, si daranno alla p_a,zzagio~a, e vi copriranno di denegazioni tanto prn energiche quanto meglio devono nascondere la loro origine di accatto, e vi schiaccieranno con le risa ironiche, e vi manderanno - simbolicamente - a scuola. Che se, per triste caso il competente , ' a ragione o a torto, crolla le spalle, e s1 mostra sdegnato per le vostre eresie, allora potete esser certi che siete fritti, non solo per quel discorso, ma anche per un bel pezzo di tempo a venire. Nè si può dimentic,tre- il terribile confronto con gli oratori, siano pur pochi, veramente formidabili, che non mancano nel parlamento italiano. E neanche si umilia il tema se si avverte la presenza di un altro scoglio, quello dei mezzi fisici, on<le, per la vastita e la poca sonori d dell' aub, per le interferenze acu<,tiche generate dagli immancabili mormorii , voi vi trovate a un dato momento a risolvere problemi pressochè insolubili di un equilibrio almeno relativo fra la esterna concitazione meccanica del corpo vostro e quelb che dovrebbe essere la serena ed ordinata estrinsecazione del vostro pensiero. Infine, imparate a conoscere un po' anche il significato del partito, dentro l'aula. Non credo di far torto a nessuno. E' cosi. L' amico scivola; gli amici lo star.umo a guardare. Il palcoscenico acuisce tutto quello che di vanid, o poco o molto che sia, cova nell' animo nostro. Con la vanita mi guardo bene dal mettere l'i11vi<lia( tutti sanno che a Montecitorio non v'è ombra d'invidia), ma una saggia preoccupazion6 di conservarsi, da parte di tutte le supremazie personali e di gruppi-ecco ; una cosa innocentissima,. del resto. Comunque, il discorsone è fatto. E pétre che non sia andato neanche tanto male. Si è un po stanchi, e si mangia meno del solito, alla sera. Dalle ore venti alle ventiquattro si correggeranno le bo·tze stenografiche. Le avete ora dinnanzi. Chi ha parlato ? Proprio voi , oppure un pazzo iu un accesso di delirio furioso? No ; siete voi; Ma tutto quel seguito di parole, esclamate, è il caos! E pensare che parlando sembrava cbe, dopo tutto, un certo ordine e un certo messo logico non mancassero ! Correggi, correggi, amico! Pensa alle virgole, ai poichè, ai siccome, che devi aggiungere o togliere,, alle concordanze grammaticali da ristabilire, al buon senso da disotterrare fra le macerie. Correggi; ancora! ancora! E<l ecco l'usciae che ti fa comprendere che la mezzanotte è oltrepassata. Sei disgustato di te stesso, ti duole il capo, ma la correzione non è terminata. Riprenderai domani il lavoro, sulle stampe. + Ebbene, dopo qualche settimana, meglio ancora dopo qualche mese, il Deputato si accorge : Che la massima parte degli elettori non sanno nulla di quello che egli fa alla Camera, e il suo futuro competitore potrà impunemente accusarlo di non essersi occupato di quell' argomento, il parlar del quale gli era costato quattro o cinque giorni di assidua preparazione : Che i giornalisti biasimano bensì le cosidette scenate del Parlamento Nazionale; ma ciò che in realtà riesce solo ad interessarli è proprio il pèttegolezzo e l' incidente personale : per la notorietà val meglio una interruzione volgaruccia che il più ponderoso dei discorsi ; Che, del resto, i discorsi serii non cavano quasi mai un ragno dal buco , e che l' unico lavoro ve_ ramente proficuo si fa solo nel periodo di incuba_
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