RIVISTA POPOLARÈ 301 dole per non adorarne in perfetta ortodossia l'autore supremo. E La Mennais? A una sua gentile amica che si recava in Italia, egli scriveva prima della sua ribellione, ma quando l'aveva già matura nella mente se non nella volontà: « Voi andate verso una primavera più intensa che la nostra ... <e Abbandonatevi a tuttociò che v'è di dolce in questa stagione della rinascenza. fate·:i fiore con i fiori. Noi perdiamo per nostra s ·entura una parte e la più grande Jei benefici dì Dio. <e Egli ci avvolge coi suoi doni e noi ci riiìutiamo di gioirne per non saprei quale trista nostra ostinazione di tormentarci da noi stessi. « In mezzo all'atmosfera da profumi che emana da lei noi ve ne fabbrichiamo un'altra avvelenata da tutti i vapori mortali che esalano dai nostri sogni dalle inquietudini nostre e delle angoscie. « Oh! la fatale campana da palombari che ci isola in mezzo all' immensità dell'Oceano !... » Sainte Beuve critica: Ma perchè egli che sapeva ciò non spezzava la sua prigione avvelenata? Perchè? Qual palombaro respirerebbe se in mezzo ali' Oceano spezzasse le sue maglie e volesse confondersi con le acque ? Voi risentite le chiese d' Is con i loro echi. Voi rivedete il giovine De Guèrin in un bosco sotto il_ sole ... E poi sugli scogli, in faccia all' Oceano, vi par di scorgere La Mennais che eccita col gesto il vento dell'ovest e le onde infuriate. Più lontano Ernesto Renan passeggia cogliendo rose con spine e aforismi con dubbii ... Noi amiamo il paesaggio e godiamo la terra come gli occhi dell' anima ci permettono di vederli. INNOCENZO CAPPA • Le • • g101e della deputazio 11 e Seconda portata Si arriva alla Camera. Fa piacere, alle prime difficoltà del guardaporton;, opporre, con una certa sostenuta modestia , la rivelazione della propria qualita di deputato. E si entra. Si trova qualche vecchia conoscenza che saluta e ta i rallegramenti. E' un colleoa anziano. Prima vi davate del lei. Ora siete su 0 bito af, fronta~o con un tu cordialissimo. Si registra un'altra se~sazione gradevole , tanto più che fate due passi e mcontrate un bellissimo scalone entrate in sala d~ lett~ra ~ ~edete in buon ordine' una quantica di g10rna~1 ~ n_v1ste, con certi sofd e poltrone, proprio comodissimi. Tutto casa vostra ! . Infa!t.i , l' usciere che si era già messo a vostra disposiz10ne per lettera prima che foste a Roma vi viene dinanzi e si fa conoscere. Anch' eo·li si ral: legra , e v~ dice. che sarà sempre pronto ~1d ogni vostro ordine. Si comprende; bisognerà lasciar correre qualche mancia, ma almeno si è serviti! ~ come, si _è serviti! Avete appena dato un'occh1at~ ~ u~ g10r?a1e, eh~ un altro usc~ere vi _porge un bigliettino. E una signora che desidera di parlarvi. Ve~go subito! Bisogna farsi insegnare la strada, per la prima volta, ma, quando ìe signore chiamano, nella sala dei colloquii si va volentieri. La Signora è li. Magra, vecchia, vestita di nero, con certi occhi languidi ma spiritati ad un tempo. E' la vedova di un patriotta. La famiglia soflre nella più desolata miseria. I bimbi vogliono pane. La Signora chiede dieci lire. Gliene date solo cinque, e le altre crnque superstiti vi pare di averle guadagn,1 te. Quante vedove di patriotti imparerete a conoscere durante la vo tra vita parlamentare! . N~n _import~, pensate che q?e to sia una specie di biglietto <li rngre so , e ritornate ai sommari delle Riviste. Imparerete fra un giorno o due che delle Riviste voi non potrete oramai più leggere altro che i sommari! E fate un passo alla posta. Ritirate la corrispondenza. Ce n'è molta. Con qualche difficoltà la fate entrare in tasca , scartando i giornali e i fascicoletti, pensando che risponderete stassera: oggi ci sarà <la fare abbastanza a cercare la vostra modesta carnera per :i.lloggiare. Dio, come costano care a Roma le camere ammobigliate ! Ma finalmente alle sette <li sera, una l'avete trovata, è fissata; modestissima, questo si, e salata, questo anche. D'altra p:1rte non diversamente siete conciati, nel servizio, nei cibi, nei prezzi, nei ristoranti e nelle trattorie. No .. :11i sono mai imbattuto in città di provincia ove generalmente e abitualmente ·si sia trattati peggio che a Roma. Ed ecco il deputato , stanco per le molte scale inutilmente salite, che se ne va a letto. A sentirsi dire onorevole, vi ha gi:\ fatto l'abitudine: non se ne commuove più. + Bisogna decidersi a rompere il ghiaccio e tare il primo discorso , perche nel Collegio gli avversari cominciano a bisbigliare, e qualche amico da' segni non dubbi di affettuosa perplessità <li spirito nei riguardi del suo eletto. Nulla di più facile che fare un discorso alla Camera, per uso esterno. Si può scriverlo prima e leggerlo poscia pessimamente, stridendo o gracchiando o sbofonchiando o sospirando, secondo i gusti e i temperamenti. Si può urlare un sacco di castronerie senza nesso e senz' ordine, salvo poi il sostituire nel resoconto stenografico ( di cui si farà un' estratto da distribuire agli elettori) un discorso del tutto nuovo, che e quello che avrebbe dovuto essere fatto, se la parola, per le vie della improvvisazione, non avesse precipitato nel caos. Si possono confidare sottovoce quattro parnline agli stenografi che son lì pronti a raccoglierle con le orecchie tese. Si può ..... insomma, si può fare di tutto; basta che sia di rado, e basta saper scegliere il momento opportuno, nelle sedute morte, fra le discussioni che non destano le passioni politiche o non urtano diffusi in te ressi di luoghi e <li classi. E' un lascia passare che si chiede e si dà vicendevolmente. Nessuno ascolta. Le Signore delle tribune si annoiano, ma tanto non capiscono mai nulla lo stesso. I quindici o venti colleghi seduti ncll' aula, scrivono per conto loro. Pensano fra sè: lasciamolo dire, anch'egli, poverino, ha i suoi elettori I Accade poi questo fatto. I giornalisti avevano disertato i loro posti, e intanto i Revisori, che sono persone colte ed intelligenti, avevano steso per conto loro qualche periodo sensato in un contesto non privo di un legame logico, e in una vaga rispondenza di suoni con le parole raminghe dell'oratore. Le cartelle dei Revisori passano all~ tribuna della Stampa , e i giornalisti le trascrivono. Alla sera, leggendo nei giornali il resoconto <lella seduta, si vede che l'Oratore, contro tutte le apparenze 1
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