298 RIVISTA POPOLARE luppo progressivo d~i _serv1z1 mun_icipali - i:nantenimento di strade v1c10al, e rurali, accrescimento dell'assistenza medica gratuita a vecchi ecc, -quanto nella diminuizione del reddito dei beni comur1ali. L'octroi (dazio di consumo) !apprese1:ta una part<~ importante nelle entrate det com,um. Il numero degli octrois era di 1,502 nel 1896; di 1,499 nel 1907. Essi resero : Pai-igi Altri Comuni 1898 L. 155,825,818 L. 163,859,755 1907 ll l I0 7000,000 ll 166,390,458 Ci fu a dunque una notevol~ dim_inuizion~ a Parigi ed un lieve a~men~o. negli alt~• co_mum. Il movimento dei debiti comunali fu Il seguente: Pal'igi l 898 L 2,043,883,752 1907 )) 2,456,261,292 Altri Comuni l ,468, l 00, 500 l ,603,745,73 2 'l'utta la Frau<Jia 3,5 l 5,984, 2 52 4,060,984,552 Aum. 20, I 0 ro 9,0 °ro 15,5 °[o Vorremmo fare un paragone completo coi C?i:nuni Italiani; ma molti dati non sono comparabili per l'ordinamento diverso delle entrate e delle spese. La comparazione poi per l'ltal!a si arresta,, ~o~~ avvertimmo, al 1899. Dopo quell anno non_ ce pm alcuna pubblicazione nei bilanci comunali e provinciali ! Ad ogni modo diamo qu~lche ~on~ronto prendendo alcune notizì e da recenti relaz10111 parlamentari. Le entrate compiessive dei Co-r.uni Italiani furono di L. 316,101,278 nel 1871; di L. ~45,037,9_49n~l 1899. Certamente adesso sorpassano 1 600 m1hon1. La minore entrata italiana deriva non solo dalla minore popolazione, ma, anche dalla :up,e~ficie minore. Questa differenza e notevole perche Il Regno d'Italia ha una superfìcie minore di circa il 46 °/ 0 . I Comuni francesi non pagano le spese per l'istruzione elementare, i:he gravano sui comuni Italiani per oltre 80 milioni. La sovraimposta fondiaria urbana e rurale dav:a in Italia nel 1871 Lire 48,513,575; nel_ 1903 L_1re 143,638,830. Non c'è bisogi:io di ~~vertue c_he 1~ Italia data la minore superficie e pm ancora 111111 nor ~alore della proprietà urbana la differenza a danno dell'Italia è enorme. C'è poi la sovrimposta provinciale, che fu di L. 48,893,833 nel 1871 e raggiunse L. 90,590,664 ne 1 1906. . . . Due terzi dei comuni, 5635, eccedevano 11.hm1t~ Pormale della sovrimposta nel 1899; tra 1 qualt 367 avevano centesimi addizionali del 200 °/o; 205 da 250 a 300; 172 da 300 a 400; 59 da 400 a 500 e 74 oltre il 500 °lo! Nel I 90 5 i Com uni che eccedevano erano 6,60?, tra i quali in cifre assolute 84 eccedettero da Lire 50,000 a L. 75,000; 23 da L. 75,000 a 100,000; 27 da L. 100,000 a L. 200,000 e 19 oltre L. 200,000. Il dazio di consumo rese L. 7 r,034, 114 nel 1871 e L. 158,774,448 nel 1899. I mutui passivi contratti furono per L. 43,31 r,914 nel 1871 e per L. 66,836,366 nel 1899. • I debiti comunali aumentavano a L. 1,237,404,838 nel 1906 con una media di L. 3~,_13pe1: a?it~nte. C'erano poi L. 172,700,557 deb1t1 provmciah con una media di L. 5,32 per abitante. . , . Le dodici provincie, che oggi hanno una c1tta d1 oltre 100 ooo abitanti avevano debiti comunali elèvati; e di'sposti in ordine decr~scente se~ondo il debito per ogni abitante erano 1 seguenti (1900) : nebito comun. Provincia totale Per abitante Roma. . )) 2 39,845,876 L. 200,67 Napoli. I 208,254,279 ll 180,94 Livorno )) 20,667,638 » 162,02 Genova » 97,310,508 )) 164,'.ln Milano. » n1,077,160 » 77,12 Firenze » 42,733,779 » 45,55 Bologna • 19,468,270 » 36,99 Palermo » 23,1r9,140 » 29,46 Torino » 29,402,100 » 26,17· Venezia » 9,r15,625 li 22,73 Catania » 15,636,667 11 21,34 Messina » 15,967,018 » 10,98 La media del Regno per abitante era di ~- ~9,22. Tra le regioni la Toscana nelle ~ue 8 ~rovmc_1e ne aveva sei che superavano la media 1 e P1s~ arrivava a L. 64,28 per abitante; solo Arezzo e Siena erano so,ito la media. . Tenendo conto delle condizioni economiche in quanto a debito erano ìn eccellenti_ co1~di~ioni Torino e Catania. Milano e Genova ncch1ss1me possono bene sopportare il debito alto. Roma è la capitale del Regno. Ma Napoli? . Ritenendo che la ricchezza privata della Francia sia di circa 240 miliardi e quella dell'Italia di 65 miliardi ii debito comunale in Francia rappresenta l' 1 66 °/0 - Ma il debito francese è quello del 1907 e quello italiano del 1900. Oggi, perciò, il debit? dei comuni italiani certamente rappresenterà 11 2 45 ù/ 0 • Così pure l'enorme debito dello_ Stato in Francia coi suoi 31 miliardi rappresenta 1112,91 °/o della ricchezza; i 13 miliardi di debito dello Stato italiano ne rappresentano il 20 °lo· =======================:=:======= Le crisi religiosee il paesaggio (Doploaeleziondei donRomolMo urri) La conversione od apostasia o ribellione del prete Murri ( « don Romolo M~rri )): così c_ontinue~à a chiàmarlo per un pezzo Il gran p~bbllco) avra un significato politico, minimo o mass1m? n~n s?. ~a del signiticato politico del nuovo ep1sod1~ ?1 vn~ italiana si sono già occu p'.:l.ti per necess1 ta altri uomini su queste e su altre colonne~ .. Qui tutt'al più ci si pot~à c?nsentire ~1 r! pe~ere, spiegandoci, che questo e_p1s_od1d0ella _v~ta 1talian~ è veramente nuovo, al d1 la della po~1t1ca come e comunemente intesa nel campo estetico e morale. Non accade tanto spesso in Italia, non vi accadeva da molto tempo, che una crisi di un'anima r_eligiosa commuovesse _asolidar_ietà. q?a!c~e moltitudine. Che importa se la soh1a_rieta e_1_ntellettual~ mente equivoca? Certo lo spinto re1Ig10so non s1 crea in un attimo, e nessuno ignora che dal quattrocento in poi in fatto di religiosità una mol~e diftusa frivolezza è parsa ai più geniale car_atter~- stica della italianità. Le accuse mosse al R1nasc1mento, il dolore espresso. per l'insuccesso, fra. noi? della Riforma da uomini come Pasquale V1llan parvero state di animo solitarii. . . Duri cranii tedeschi 0(correvano per nnserrarv1 tempeste di ribellione dogmatica, senza che le tempie ne scoppiassero. . . . A noi per la fronte p~a~c10n? magg~o:mente serti di rose e fra le mam Il calice prop1z10 oraziano e sulle Libbra l' inno della mensa e della l sensualità. Di chi il merito o la colpa perciò? F?rse ~el sole asserirono mille filosofi. Troppo sole 111 Italia? troppo profonda e squisita la i1!sidia dei prof~_m1 a primavera, troppo saporose , . d1 estate_ e al p11ncipio di autunno , le frutta e 1 grappoli abbandonati sui tralci. Quando Martin Lutero, venendo a piedi dall_e terre del nord a Roma , trovò per la sua sete 11 frutto del melograno , benedì lddio che sotto la scorza amara avesse preparato la rossa, dolce, fre-
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