RIVISTA POPOLARE 295 rizza, « formativo » in quanto· da eflettivamente la « forma » voluta. Ciò posto , per ccformare » la cultura classica dei giovani non può bastare il ginnasio che comincia solo a « informarla » a quel tipo eh' è appunto in quel disegno di studi che si -svolgono, si compiono e prendono « forma » intera -in tutto il liceo. Che vuol dire per esempio : le parti formano il tutto, formare un pensiero, un rilievo, una statua? Non certo i soli elementi, ma tutto l'essere e il carattere di queste cose, grandi o piccole o anche minime che siano. Che vuol dire : informazione d'un fatto? che: processo informativo? Certo: raccogliere notizie, testimonianze, che ordinate insieme compongano la « forma », cioè l'organismo, l'aspetto, la fisonomia d' un fatto, J' un processo e simili. Non ostante i molteplici usi delle due parole in frasi o maniere affini e in costrutti vari e distinti, nel fondo permane sempre questa differenza: in tutt' i casi « informare» nulla mai può dire che non dica «formare». Per tutto questo nel predetto comma gli aggettivi « formativo·» e ccinformativo », cosi capovolti come sono, o dicono il contrario di quanto si pens:1, o non distinguono e non differenziano nulla : anche in quest' ultimo caso tradiscono o deformano il pensiero. Costa va tanto poco l'essere precisi e propri coll'acconcia elezione di altre due parole ! Ma i -congressi son fatti tutti cosi: nello specchio non terso della discussione, l'oratore in generale, o veJe solo l'imagine propria invece del principio, o questo vede appannato dal vano prevalere deli' io. Sembrano quisquilie, e pure intorno ad esse insorse vivacissima e molto controversa una discus- -ione a profitto della quale si trassero in campo la lettc::ratura , l,1 filosofia , la pedagogia , i' arte " la scienza, l' accademia e la scuola : discussione che appunto per tutto questo sottile e molteplice apparato di dottrina menò all'approvazione d'un errore che svisa pur troppo l' intima essenza della più vitale parte dell'ordine del giorno, la quale dovrebbe chiaramente determinare e nettamente esprimere la natura e il particolare carattere dei due cos1 diftcrenri gradi della scuola classica. E questo errore fu proclamato e sostenuto proprio da un professore di universita ! Ciò viene a confermare quanto dicemmo circa l' intervento alle nostre pratiche riunioni dei professori universitarii, i quali han piena la mente di troppa dottrina si che possano discendere fino a noi, fino alle rudimentalità di certe questioni , che, come questa della lingua, per essere discusse bene non vogliono esser filosofate dai dotti, i quali, com' è naturale, non possono per la grande autorita loro non esercitare un' influenz,t che per essere talvolta ingombrante, può an(he riuscire dannosa. E, d' altra parte, sembra strano che protes. ori di lingue classiche, raccoltisi a Congresso per discutere appunto intorno al valore, al car:ntere e allo svolgimento didattico di esse, abbiano errato proprio in materia di lingua , e <li lingua itali,rna, e, quello eh' è peggio, intorno alla significazione precisa di due parole in cui tutto e ben chiaramente dovrebbe essere raccolto lo spirito di una importantissima riforma. • Ma diverse questioni il Congresso le agitò bene e agevolmente le condusse in porto: questioni non tutte o in tutto nuove, ma, almeno alcune, se non ventilate certo con verti te per la prima volta in determinate e concrete proposte di riforma : quella, per esempio, su la necessità di ripristinare gli esami di ammissione ad ogni ordine di scuole, e l'altra, anche più importante, su la riforma del metodo, nell' insegnamento delle lingue, inteso a fare acquistare ai discenti sollecita conoscenza di esse, di guisa che quelli, aiutati convenientemente dagli inseenanti ad apprendere con la naturale riflessione loro la progressiva valutazione scientifica dei fatti grammaticali, possano al più presto procedere alla copiosa. lettura dei testi classici. Notevole fn an~he la discussione, che con molta larghezza e bravura si. svolse, circa la necessità di mantenere sostanzialmente intatto il caratte-re dell' istituto classico come scuola tipica di educazione mentale e di coltura, eliminando le cause intrinseche ed estrinseche che ne hanno progressivamente impedito o denaturato lo sviluppo e il funzionamento. Solo mi pare che si sia esagerata alquanto la portata di questa scuob elevandola fino al grado,· a cui certo non può nè deve giungere, di unica palestra e di esclusivo focolare di elevata istruzione aristocratica, perchè essa nell' ambito delle lettere classiche dev' essere ciò che l'istituto tecnico in quello delle scienze e delle lingue e letterature moderne, cioè una scuola di generale cultura e insieme di avviamento alle libere professioni che necessariamente le attengono, secondo i rea li e sentiti bisogni della vita odierna. Razionali e provvide mi paiono pure le proposte che si riferiscono alla Matematica, a cui è bene si dia, checchè se ne pensi in contrario, più adeguata larghezza ed estensione, e al carattere precisamente sintetico da dare agl' insegnamenti della fisica e della storia naturale per mantenere la debita proporzione tra le materie letterarie e le scientifiche. Se non che la larghezza e l' estensione della Matematica, eh' è raccomandata e proposta pcl ginnasio, dovrà pure riferirsi, nelle debite e relative proporzioni, alla scuola tecnica , dove il detto insegnamento è anche, per il carattere e il fine di quella, più essenzialmente importante. Forse sarebbe stato anche utile :tggiungere, o almeno chiarir meglio, che il sintetico insegnamento scientifico della fisica e della storia naturale deve nell'istituto che ha un carattere sostanzialmente classico, ricevere uno sviluppo adeguatamente limitato perchè non intralci o restringa quello delle lettere, il quale deve naturalmen te prevalere. Fu ben riagitata la questione, che già nel Congresso di Firenze e non raramente anche per mezzo dell~1stampa era stata mossa, circa la necessità di istituire nelle università le facoltà di _filologia moderna che preparino agl' insegnamenti di cultura moderna. Veramente le parole « filologia modana » e cccultura moderna » non paion chiare, perchè possono riferirsi benissimo anche ai rinnovati studi moderni di elevata cultura classica, letteraria e storica, filologic;t e critica, e così nazionale come straniera. Si sarebbe potuto dir meglio: « fa.colta di lingue e letterature moJerne come preparazione agli insegnamenti di esse negl' istituti secondari». Più concreta e pre(isa avrebbe dovuto esser_e la proposta che condanna l'opzione tra il greco e ht matematica : ma si andò troppo oltre , o meglio, troppo leggermente si errò nel dare così francamen te l'ostracismo al e< metodo diretto» nell' in-
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