260 RIVISTA POPOLARE può essere rìspettata dalla legge e lo Stato se ne deve impossessare. Questo soprattutto ha voluto la legge francese del 1° luglio. Non è già per imitare ciò che si fa oltre Alpi, che invochiamo qualche co,sa di simile dell'articolo 17 di quella legge, che colpisca tutte le frodi ». • Noi abbiamo bisogno di qualche cosa di simile, quando la legge nostra, che dovrebbe bastare, no:i serve, non si presta o non volete farla prestare a questo servizio ». « Noi onorevoli colleghi, potremmo forse attenderci da questa Camera una volontà d'azione conforme ai nostri voti, fose anche nel Governe non si è molto amici delle congregazioni religiose. Ma la diversità della forma dell' opposizione sta qui. Vi sono coloro ai qua'i basta dichiararsi nemici delle congregazioni, e che poi al momento di votore se ne vanno, non vogliono imbarazzi, fuggono e lasciano il campo libero agi; a vversarii >>. Vi sono altri oppositori indifferenti che dicono che le congregazioni finiranno da sè, e voi vedete che non è vero. Vi sono poi gti oppositori complimentosi, timorati, che dicono che non bis0gna creare situazioni, violente. • Ed intanto quel,i fanno e saranno i tentacoli dell'ombra e della tolleranza ». 11 Queste tre serie di oppositori, qui dentro vogliono esse agitare ancora una volta la gestione ». « Indubbiamente, più della Camera, più del Governo ha sensaz.ione di questo pericolo la piazza, il popolo, il quale è disposto sempre ad accorrere in aiuto di questo Stato, il popolo, nel suo senso intuitivo collettivo, che vede la grande quercia dello Stato attorno a cui si è abbarbicata tutta quest'edera che tende a soffocarlo, e dà mano alla scure per cagliare questa soffocazione, queste barbe attorno alla quercia grande dello Stato italiano; ma è solamente il popolo..... non il Go· verno ». Nè si limitò a questo l' on. Chiesa;_ ma ricordò anche che i denari della nazione - e sono tala quelli della lista civile - attraverso alla Regina Madre vanno ai preti e· ai clericali; cioè ai nemici dello Stato Italiano. + L'on. Chiesa non si limitò a mostrare il pericolo della risurrezione delle corporazioni religiose - pericolo economico e morale - ma esaminò anche se c'era modo di combattere il male prendendo le mosse della stessa legge del I 866, che le soppresse. Egli osservò: (( Là dove ali' arttc0lo primo è detto: e nvn sono più riconos..:iuti dallo Stato gli ordini, !t: corporazioni, le congregazioni religiose e secolari » si aggiunge 1.1nsecondo punto: « le case, gli s!ab1limentt appartenenti agii ordini anzidetti sono soppressi ». 11 Dunque nella prima parte negazirne della personalità giuridica; ma nella seconda parte negazione del modo di essere anche come semplici associazioni , . 11 Se volete soppresse le case e gli stabilimenti, non lo po - tete volere unicamente pel passato, perchè la legge impera sempre:, e dovete volerle soppresse anche per oggi ». 11 Nel 1876, all'alba di una politica ecclesiastica più energica, fu, del resço, il Consiglio di Stato (6 marzo 1876) ad esprimere il parere che la coabitazione di donne e fanciulli in una casa religiosa; che non abbiano vestito l'abito ecclesiastico e professati i voti solenni , innnnzi alla legge di soppressione, è in cont raddi2ione aperta con la legge stessa , e con le esigenze dell'ordine di quella lel!ge di pubbhca sicurezza di cui fa uso 1 'onorevole Giolitti di fronte, egli dice alle congregazioni rei igi ')Se, se necessitasse , . (1 Ora; o basta, come pensa il Consiglio di Stato , la legge vigente per disciogliere le corporazioni, e usate della legge; o non basta e allora presentate dei progetti per sopprimerle. » (1 Perchè il diritto degli individui e anche il principio della libertà di associazione non è qui in quistione, quando si tratta di corpi costituiti contro quello che è il d:ritto della natura, di corpi costituiti in violazione del diritto umano ». 11 I voti di povertà, celibato, obbedienza fino alla mortt:, evidentemente sono voti contro cui già la proclamazione dei diritti deli"uomo davanti ali' Assemblea francese ha pronun ziato essere contrari al diritto nazionale ed alla costituzione ». rimentali, come si può scorgere da questo brano tolto da un libro di Arbib: « Cavour diceva: « Per provare l' influenza degli ordini religiosi, i quali ebbero la loro origine nei tempi di mezzo sulle condizioni civili delle nazioni, io non farò che invitarvi a confrontare lo stato economico dei popoli presso i quali questi ordini furono in alcuni secoli riformati con lo Stato di questi paesi in cui sono stati mantenuti finora ». « Fate il paragone delle condizioni in cui si trova la Spaona e lo Stato in cui si trova l'Inghilterra. In certi paesi voi ~edrete come da tre secoli la ricchez2a non si è sviluppata ; invece di esservi un progressivo miglioramento vi è un re - gresso assoluto! e guesto è tanto vero che la condizione economica di quei paesi si può determinare (egli parlava della Svizzera e delle città romane) con una formula matematica che non sarà , spero contraddetta da nessun geometra che segga in questa Camera ed è che la prospera condizione economica dei cantoni svizzeri e delle città renane è in ragione inversa della quantità dei frati che vi sono conservati ii. In verità la spiegazione d~lla differenza _tra la ricchezza della Spagna e dell' Inghilterra è troppo semplicista; ed è del pari semplicista la spiegazione contorme che il Chiesa dà tra la inferiorità economica e sociale del mezzogiorno d' Italia e l' .aumento di monache e frati nella Campania e nella Sicilia. « Ci sono nella Campania, egli dice, 1239 frati « e 5,072 monache, sopra 50 mila che sono in tutta « Italia; a civilizzare la Sicilia vi sono 888 frati e « 4122 monache » ed in base al censimento del 1901 si potrebbe dimostrare che tali regioni non sono tra le più ricche ecclesiastiche. Nè vi può estendere a tutto il mezzogiorno Lacondizione della Campania. Ad esempio la Sicilia menzionata dal Chiesa ha un numero di preti (185 per 100,000 abitanti) e di frati (142) inferiore pei primi a quelli della Liguria, del Piemonte, dell' ~milia, della Toscana, delle Marche e dell'Umbria; e pei secondi della Liguria, della Toscana, dell'Umbria e delle Marche. 11 _Lazio, 1Lturalmente, supera tutte le regioni in preti e frati. Ma la parola di Ca~our fu bene ricordata per dimostrare con quale ardimento e con quale giustizia egli guardasse il problema delle corporazioni religiose. A settant'anni di distanza e quando al piccolo Piemonte retto da un Re bigotto si è costituito il Re~no d'Italia e con un Re più moderno e rLpettoso delle for.t,e costituzionali i ministri mancano di coraggio per applicare le leggi del 1866 o per integrarle onde impedire le frodi che contro la legge si commettono. Infatti il succo della risposta dell' on. Orlan~o ~ tutta a base di distinzioni sottili tra corporazioni religiose e associazioni monastiche sta nella dichiarazione: che nulla c'è da fare contro la risurrezione delle prime sotto la forma fraudolenta delle seconde - nemmeno contro i gesuiti, che non sono tollerati da alcuno Stato civile. Nè può bastare a giustificazione del suo parere l'inazione dell' onorevole Zanarderli - che dal liberalismo dottimario alla inazione era disposto - e dell'on. Sacchi che in tre mesi non poteva affrontare e risolvere l'arduo problema; come non può bastare quello del profes_- sore Ruffini, perchè se si dovesse agire in base ~1 giudizi dei giuristi, sempre in conflitto tra loro, 1~ meglio che potrebbero fare i ministri e i Parlamenti sarebbe il chiudere bottega. Che dire della conchiusione , che trae l' on. Ortando dal fatto che in Austria dove è ammessa la personalità giuridica delle associazioni monastiche ii loro stato é meno rigoglioso che in Italia dove Per sospingere poi i governanti attuali a prov- 1 non é ammessa? A lui per comodità polemic~ v~dere ricorda l'azione spiegata dal governo subal- l sfugge la differenza delle condizioni storiche _dei p1110e la resistenza di Cavour alla Corte Sabauda,l ~due Stati; comunque egli venne meno alla log_1ca, che premeva su Vittorio Emmanuele 2°. Gli argo-4 lperché se il confronto lo ritiene meritevole dt fi~ _del grande statista piemontese erano pratici , spe- ducia e tale da trarne una indicazione pratica, egh
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