Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 10 - 31 maggio 1909

RIVISTA POPOLARE verno dell' on. Giolitti e del suo guardasigilli , ama la parte meno tragica : v ;zze~giare i nemici ». Vediamo l'entità del pericolo.~ Il censimento del· 1882, disse l'on. Chiesa, dava 7,191 frati e 28, 17l monache; quel'o del 1901 frati 7, 292 e monache 40,25 r; e 1'annuario e.;clesiast1co del 1909 frati 8,494 e monache 41,643, oltre le migliaia di pr( fesse ». « Vediamo come gli enti combattenti, le corporaz;oni si raggruppa.,o e troviamo che essi compaiono in due forme spedali di efficienze: monasteri e istituti di educaziont: ; ll (( I mt nasteri maschili erano nel 1901 , 95 r ; nel r 909, 1203; monasteri femmi~ili 2605 nel 1901; 2668 nel 1909. Istituti di educazione maschili, retti da frati, 441 nel 19u1 , 542 nel 1909; femminili, 901 nel 1901; 1493 nel 19-9. senza contar~ Roma, dove vi sono 173 monasteri maschili e 189 femminili, oltre gli Istituti di educazione che eta essi d pen dono. Totale dunque, nel 1901, 3556 monaateri; nel 1909, 4 332; lstitut i di educazione diretti da rdig1osi nel r 90 1, 1342, nel 1909, 2078. • « Più del doppio : invece si vanno chiudendo gli istituti di educazione laici e di Stato ». « E quando si osserva che le leggi evt:rsive dal 1866 al 1873 hanno soppresso in tutto 17 19 corporazioni e adesso abbiamo 4332 monesteri, non può dire il Governo: sono indifferente, lascio passare ... « A Firenze vi sono 44 conventi maschili e 80 femminili , a Genova 26 comunità maschili con 66 case, 11 comunità femminili con clausura con 16 case; e 55 congregazioni o istituti affini con 184 case, solamente nella diocesi di Genova. « E vi sono anche tre case di gesuiti, del quale ordine parleremo appresso •. « Milano ha anch'essa 50 congregazioni con 95 case. Venezia ha 14 conventi maschili e 33 femminili , fra questi due di nuove suore francesi, le quali appena arrivate h11nno aperto scuola e ricreatorio; ed un istituto delle dame dd Sacro Cuore, anche esse proibiti come sono proibiti i gesuiti, i quali hanno acquistato dall'arciduca .ereditario d'Austria (buona compagnie. !) un palazzo ed un magnifico lotto di terreno di undicimila metri quadrati, che sono una rarità per Venezia dove si ha tanta fa,ne di case. « A Brescia (cito i numeri più salienti) nove monasteri maschili e 77 femminili. Ed allora si vede come si sia una in - fluenza politica anche in questa org1rnizzaz1one monacale femminile per le irradiazioni, per i legami che vengono da essa e che dànno poi per risultato di veJere buttati fuori dalle urne i migliori uomini che rappresentano l'antico pensiero laico in questa Camera. Bologna 16 conventi maschili e 51 femminili, Napoli 27 maschili e 10 femminili, Torino 35 maschili e 51 femminili; Padova col famoso vescovo combattente Pell1zzo ha niente• meno che 86 comunità religiose femminili, 16 monasteri maschili, 1 I conservatori, e mi dice qualcuno di là che la diocesi di Treviso, per es<'mpio, è uno stato pontificio ! » I! A Roma non ho mai visto tanti fratt come in questi tempi: I colleghi non avranno dimenticato un caratteristico specchio che -pubbli ò il giornale La Vita; e forse ne avrà fatto oggetto in quella indagine anche l'on. minist, o •· (( Ma vede, qut noi abbiamo un altro mal seme: las-:iato da qudle leggi imperfette, come accennava il c0l1ega Fera: le 67 case genera1iz1e che hanno sede in Roma e dalle quali dc:- rivaoo poi i 361 monasteri che diceva pocanzi ,. • ~ Ma i gesuiti, on. Orlando, i gesui1i hanno qui otto sedi o1tre la casa generalizia in via di San Nicolò da Tolentino. C h1 mai pensa oggi d'applicare loro la legge piemontese del 25 agosto 1848, che non è abrogata e cht: potrebbe bene es sere t:sresa anche a Roma nostra? perchè quella legge imped1va non solo ogni convento di gesuiti, nun solo obligava, entro otto giorni dalla pubblicazione della legge, ad ogni gesuita a denunziare all'autorità politica il proprio domic11io, e ad ogni non regnicolo ad espatriare, entro quinctic1 giorni; ma conteneva questa proibizione che ripeto esattamente: , E' vietata ogni sua adunanza (dell'ordine dei Gt:suiti) in qualun que numero di persone>>- « Ora i ge:::uiti sono dappertutto; hanno stab1l1menti pub blici dappertutto, e non mi mt:rav1gl•erei che le recenti elez1cn1 ne avessero portato, sotto mentita veste, qualcheduno anche qui ». ~ Onorevole Orlando , questo è lontano dall'ideale della terza Roma di Mazzini. Io vedrò controllati questi fatti (non ne dubito) dalla sua inchiesta. Ci sono un1icici istituti di t:dU· cazione maschi:i; trt:ntadue educantati e convitti; undici istituti d'istruzione maschili; dodici istituti religiosi; cinquanta i:,tituti d1 bt:nefict:nza, ammaestrati da frati e da monache • venucinque astli infantili (in Rvma sola) amministrati da frati e da monache; e la nostra Italia ha asili d'infa.1zia solo in 2 176 comuni su 8,274 comuni dt:l Regno. Sono 3,314 gli asili pubblici e privati, leggi re1ig1osi, asili che sono tum tn mane di munache e frati, perchè i comuni, depauperati dallo Stato, nC'n sanno come provvedrre c:ssi al!' 1stru1.ione dei nostri figlmoli, e lasciano a queste mani che ne torturano e ne comprimono il cerebro, fin dalla loro tenera età n. • Che dire, dell'invasione ,aratter1stica nell'eJuca~1one fem minile, per parte di relig ose? Nel 1904. !'on. Piochia, sottosegretario di Stato, in seguito ai deplorevoli fatti ddl'iscituto femminile Seghetti a Verona, orJinava ai provveditori d1 esercitare una severa ed assidua vigilanza sugli istituti i,Jrivati di educazione. Ma con quali mezzi? Non si hanno nemmeno le notizie precise sul numero degli istituti. I gesuiti stanno an..:he a Milano; e vi hanno fondato l'istituto Leone Xlll; ed a Mi.. ]ano c'è il collt:gio di Sa11Carlo; c'è 11CJllee-io di S. Ambrogio. Ci sono poi istituti diretti dalle Mantel1att:, dalle Orsoline, dalle Canos~ine e dalle Giust:ppine. Nel Collegio Reale ed in quello della Guastalla; che sono gli unici collegi laic,, ci sono 150 allieve; me:ltre le monache hanno nei loro istituti piu di tremila allieve ». • Il problema si pone nettamente: insegnamento di Stato, di diritto del:o Stato o dPdizione di ques·o inseg11ament, alle: congregazioni religiose. Per..:hè 10 St11to !èOVrdnoe laico non ha più la sua podc:stà rappresemativa, unicamc:nte dallo sct:ttro d'oro e dalla corona gemmata; la pod,stà dello Stato laico sta sopratutto nella azione della sua ducaziune e di formazione dei cittadini: questa è la prima base ed anche la più bella corona di uno Stato ». « Ma dalla kgge Coppi no del I 867 noi ci siamo arretrati: lo Stato non v,gila e non opera su questa edu-:azir ne manchevole e pericolosa degli Istituti di educazione, come possiamo convincercene quando pensiamo che quei Salesiani, di cui si molciplicano e;li Istituti in Italia hanno una storia d'Itaiia, la storia di don B"sco e non in una eJiz1one antica , ma del 1907. Ebbene per i Salesi11ni la storia d'Italia finisce nel 1859 con queste parole: t< Tuttavia l'ingrandimento dt:gli Stati SarJi con la Lombar -lia fu assai demolito con la cessione di Savoia e Nizza fatta alla Francia del nostro Governo: in s1m1li tempi altri fatti compievansi in Toscana, a Parma, a Modena e nella Romagna, di poi a Napoli ed in Sicilia, i quali, per la loro gravità e perchè troppo ,·ecenti. si Jebbono nmettere ad altri tempi, e prima di potane parlare imparzialmente secondo Vt:rità )). « Ora vi può essere un Governo, il quale dia il suo benestare a questi insegnanti ndle scuole d' 1ta ia che così rovinano le sue tradizioni ed i! pensiero dt:i giovani? • « A Varazze l' istruzione pubblica è athdate in mano a frati e a monache che vi hanno il loro tornaconto: se là vi fosse un libero pensatore non avrebbe modo di fart: istruire i suoi figliuoli, da~•poichè il prefetto, uno dt quei prefetti che sono a cuore dell' on. Giolitti, ha permesso che un comune come quello di Varazze, si lavasse le mani dall'obbligo d"impartire la istruzione mediante 6 mila lire date ai Salesiani, lasci,rndo ad essi ed alle monache ct' istruire i fanciulli • · , E questo non è un caso isolato , onorevoli colleghi. Ad A1·ona I' istruzione superiore è incomplt:ta , governata dai Fi - lippini e l'istruzione femminile è impartita t:sdus1vamente da monache che sino a poco tempo fa erano monache di clausura ed obbliga vano le bambine ad entrare in qud monastero di clausura per ricevere l'istruzione! • « Or bene ad Arona, poichè si è ricordato questo luogo, ho osservato uno degli alt ·i cararteristici fatti dc:plorevoli di que - sto prepotere delle corporazioni religiose. Le scuole tecniche femm nili han.,o per profrssore delle Oblate e I' 1st1tuto tecnico dd e monachJ, e là vi è un laboratorio di lavori fc:mminili, dove le allieve pagano per imparare dal filo ali' ago; pagano ed i lavori vengono venduti con la rèclame unica del genere dell'assoluzione at compratori li. « Ora questo industria,ismo degli ordini religiosi è una delle forme più odiose con le quali esse si aftè:rmano e si attacciano nelle speculazioni li. « Finchè speculano sul cuore di cioccolato di Maria Vergine o altrimenti è affart: se mai, che riguarda, (rerchè sono molto indulgenti, a questo rigu&.rdo, gti agenti fiscali) riguarda, !;O· munque il fisco, ma quando queste congregazioni femminili, soprattuttu, diventano sul mercato speculatrici e speculatrici del lavoro meno retribuito, come quello del lavoro donnesco ed esercitano una concorrenza illecita perchè fanno lavorare delle fanciulle per niente, o per ben poco; io dico che questo stato di cose deve preoccupare un Governo che abbia a cuore l' elevazione anche di queste piccole industrie femminili , . , A questo industrialismo delle monache si aggiunge l'opera

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