Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 10 - 31 maggio 1909

RIVISTA POPULARE 255 discutere il valore della triplice, nè quanto convenga ora a noi l'alleanza con l'Austria, ove si dichiara esser ad Ala il confine italiano, nè se convenga mantenerla. Queste sono opinioni delle q nali non è ora il caso, nè il momento di discutere: verrà il tempo opportnoo ed allora sarà logico vagliare il pro e eontro della situazione. Ma quella che, alleanla o no, triplice o no, ci sembra opport,mo considerare è la condotta dei nostri vi~ini, nonchè amici ed alleliti, gli austriaci,f a proposito di alcune questioncellA, che potrehbero an- • che essere hizantine, se non ne andasse di mezzo qualche brandello della nostra dignità, nel lasciarle pas-, sare senz9, commento. D'altra parte è, ci semhra,' interessante anche per l'Anstria che l'alleanza non sia troppo antipatica, e non la diventi di più in più fra noi. Alla corte degli Absburgo dovrebbero persuadersi che in fondo in fondo chi guadagna bene e tira vantaggi positivi dalla alleanza è l'Austria; noi, ora, e da lungo tempo, non più. In. Anstria si dovrebbe pur tener conto che la Bosnia e l'Erzflgovina non avrebbero potnto essere annesse se l'Italia avesse tenuta una condotta diversa da quella tenuta - se fu buona o cattiva quella condotta, non è, ora, il easo di disquisire. Si dovrebbe tener conto, in A11stria che un milione 700 mila nomini sono per qualche rosa anche armati come Dio vuole , e comandati alla peggio; italiani rn,l loro territorio qualche cosa valgono non solo, ma possono essere egualmente utili amici, o nemici terribili. Ma nelle alte sfere austriache, dove con la influenza del bigottissimo arciduca Francesco Ferdinando è in auge il gretto e reazionario potere pretesco, pare che la nou si intenda cosi. E ciò è male: tanto male che i giornali austriaci seri e ponderati , come la. « Zeit e la Neue Frei Presse» per esempio, biasimano apertamente la condotta del governo, il quale non sembra persuaso che le sconfitte toccate all'Austria nelle guerre del nostro risorgimento hanno modificato non solo la storia d'Amitria e la carta geografica d'Europa, ma altresi , e forse anche più radicalmente, il pensiero moderno. Sua Santità, poveraccio, giace su la paglia, prigioniero e vittima del!' Unità italiana, ha pt-rdnto il potere tem1-1orale come l'Austria ha perduto la Lombardia, il Veneto e l' egemonia su le altre regioni italiane , e questo l'uno e l'altro per sempre, e non c'è rimedio. Sua Santità piange e prote~ta dolorando nel suo umido giacigl,o di paglia, nel Vaticano abbellito però da Raffaello; e pare che l'Austria non si raHsegni , da bravo nemico vinto ma sempre forte, a pigliare in santa pace il risultato degli eventi. Che Sua Santità pianga e protesti è logico: porta la sottana, indice di inferiorità, e bisogna lasciare libertà all'innocente suo sfogo. Ma che l'Austria eerchi di non sgarrare una occasione per far capire che il 59 e le susseguenti sconfitte le dolgono aueora, è cosa da un lato ridicola, dall'altro pericolosa poicbè l'Austl'ia ha-checchè faccia o dica - serio e grande bisogno dell'alleanza italiana. Ora le si predentarono due occasioni di fare bella figura, di dimostrare il nero ani rno amico a noi alleati e le ha bocciate tutt'e dne. L'Uuiversità a Triest1c1che avrebbe fatto piacere in Italia, ed agli Italiani dell'Austria, non si è concessa; ma si è voluti arrivare alla dimostrazione chiara che le botte ricevute cinquanta anni fa prudono ancora; e l'Austria ha rifiutato di partecipare uffieial111ente alle feste per il nostro plebiscito. Atto stupido sotto ogni aspetto. Noi certamente, uon desideriamo che l'Italia risponda con qulcue r::1catto,anche percbè consideriamo che raggiunto lo scopo di cacciare l'Austria dal suolo italiano, è inutile andare a cercare di più; ma consideriamo però - e ci piace dichiararlo-che l'Au~tria si guadagnerebbe molte maggiori simpatie, e sarebbe più dignitosa se tenesse ·un po' meno bordone a Sua Santità che piange. Che diavolo: il coro dei lacrimanti diventa ridicolo. Nota - Era composto questo stelloncino quando ci pervenne la notizia che l'Austria aveva mesrn un pò di giudizio di fronte alle proteste della sua stampa liberale, di qudle di Berlino e del l'Ungheria; pur troppo, lo spirito reazionario dell'Arciduca Francesco Ferdinando lo rende sempre opportuno. + I socialisti Italiani :rlentJtauo nella :realtà In fatto di polltlo~ doganale.-Discntendo della protflzione accordata agli zucc~erieri e che la mozione Samoggiri vorrebbe attenuare, l' Avanti I (23 maggio) ba fq,tto questa prPziosa confessione: e II partito sociali8ta, partito di azione , non può e e~sere - come Marx dir,eva - nè assolutamente libec rista nè assol11tarnente protezionista. Pure tenendo "l'occhio agli interessi della collettività com1umatrice, « e combattendo per esslt contro l'artificio del sistema e protezionistico, non deve, in qtwsto combattimento. e dimenticare quella misura che gli è imposta dagli « interessi di numerose falangi operaie che sarebbero « alle prese colla famE\ He il 1iberi8mo economico avesse e di colpo 1:1. trionfare. ~ Abbiamo bisogno di dire che noi ne siamo arei che soddisfatti? Anche uoi in un altro numero abbiamo ricordato agli ignorantelli l'opinione di Marx. Se l'interesse di poche migliaia di operai preoccupa l'Avanti e lo induce a temperato protezionismo a fortiori dovrà ugualmente ragionare di fron1.e ali' interesse dei milioni di la.voratori che coltivano il grano. + Il fallimento dello •solope:ro del funzlo- :rl francesi. - Era previsto e proviamo sincero compiacim1-nto perchè sia fallito. Noi non c'illudiamo sull'avvenire e temiamo forte che i Pataud, i Grangier e simili sindacalisti, - che se non sono agenti provocatori agli sti peodi dei monarchici sono degli anarchici, che trionfando porterebbero a rovina la Francia - vorranno qua.ndo che sia la loro rivincita. Ad allontanarla qnanto più si può, se non a renderla asHolutamente impossibile, serviranno da un lato la corretta condotta dflllo Stato e dei Slloi organi, che devono rendt>re giustizia a tutti i funzionari, e non ai soli postelegrafici, e procederP a tutti i miglioramenti economici e morali possibili; dall' altro lo intervento attivo della pubbli0a opinione, che deve essere illuminata sulle consegue,,.ze della tirrannide dei funzionari e sull'anarchia disastrosa cui andrebbe incontro la società col trionfo dei sindacati egoisticamente corporativiste. Informati a senso pratico ed abbastanza equanimi sono stati due art-icoli pubblicati dal Campanozzi nella Riformrt, (16 e 23 Marzo) sullo scivpero dei postelegrafici sn quello generale, fallito ancora più miseramente. ~1;li che certamente noo pnò essere sospettato di tiepidezza per la causa dei funzionari, ha tratto argomento da qnesto follimento per dare savi conaigli e ammouimenti ai ferrovieri ed ai funzionari tutti d'Italia, il cui spirito è proclive ai falliti tentativi di sc10pero. N,,tiamo intanto con vera soddisfazione che Le Socialisme (N .' 0 del 29 Maggio), l'organo di Guesde e del Marxismo più purò in Francia, rimprovera aspramente a J aurès e agli altri socialisti unificati la loro inerzia di fronte allo aeiopero \ inerzia che incoraggiò i rivo- !uzionari. Tale inerzia in mo!te occasioni noi abbiamo rimproverato ai deputati socialisti italiani E cogliamo volentieri questa occasione per ricordare che delle pretese e dei tentativi dei pubblici funzionari italiani si è occupato con rara competenza l'on. Giustino Fortunato nell'ultima relazione ai suoi antichi elettori di Melfi. •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==