232 RIVISTA POPOLARE privilegio. una raccomandazione, un atto illecitoeJ ai deputati vengono continuamente e insistematicamente tali richieste - se ones.amente rispondete, che ciò è scorretto, è contrario alla legge, vi sentite rispondere o con un sorriso di compassione o con una insultante sghignazzata. Chi invoca la legge o la correttezza per giustificare il proprio rifiuto: o passa per un imbecille; o per un mendace imbroglione, che rifiuta all'uno ciò che avrà concesso ad un altro per interesse elettorale, per amicizia, per laido com penso pecunia rio. La cultL~ra, il coraggio, l'onestà del L'eputato, del consigliere provinciale, del Sindaco, del funzion1rio sono tenute in uno scarsissimo conto; solo come qualità formali, decorative. Ciò che si apprezza è quella forza indefinibile e imponderabile, ch'è peggiore dell'omonima malattia biologica: la influenr_a. Di questo terribile pervertimento è responsabile lo Stato colla sua azione politica e colla sua amministrazione dell' ..... ingiustizia. Non si può pensare alla rigenerazione se non vengono meno le cause che hanno generato le morbose condizioni attuali; se lo =,tato non agisce in senso in verso a quello in cui sinora ha agito. E l'opera di rigenerazione deve cominciare sopratutto dalla mag;stratura, dall' aG.1rninistrazione della giustizia. Che cosa si è fatto in questa direzione dal 1904 in poi, dal giorno in cui cominciai la campagna che mi ha procurato tante amarezze, ma di cui vaJ;) orgoglioso come dell' episodio più meritorio della mia vita di deputato e di pubblicista? Qualche cosa, anche molto, si è fatto nella provincia di Caltanissetta, cui mirarono più direttamente i miei primi sforzi; ivi siamo già In condizioni normali; vi sono bravi magistrati che amministrano giustizia. Non posso generalizzare sulle altre provincie dell'isola, perche mi mancano notizie esatte che mi per· mettano un giudizio coscenzioso. So, però, che si sta malissimo a Palermo, cioè nella circoscrizione giudiziaria, dove è più alta la criminalità omicida, quella che disonora l'isola. Vi sono numerosi certamente i magistrati eccellenti sotto tutti i punti di vista; però i buoni ma {ìacchi e timidi si sentono scoraggiati da cene promozioni e da certe concentrazioni; i malvagi, invece, se ne sentono rinfrancati per osare sempre più e sempre più amministrare la giustizia in guisa da rendere preferibile quella amm1nistrata ..... dalla mafia. Si è visto premiato e promosso il Mazzella; ora per rendere accettabile tale promozione bisogna va punire come un diffamatore il Presidente della Cassazione Ferro-Luzzi. Si è visto premiato e promosso il DeFeo; ed egli è il complice del Mazzella e il maggiore responsabile del processo contro i Bonfi.r raro e i Vasapolli. Si è visto premiato e promosso il Mercadante; ed egli che si era reso incompatibile a Caltanissetta venne promosso a Palermo, da cui Cal ranissctta dipende, senza che abbia mai osato smentire una sola delle nu.merose e gravi accuse che furono da me formulate contro di lui nel Parlamento prima e nella stampa, sotto la mia personale responsabilità, dopo. Si è visto iniìne premiato e promosso, sempre a Palermo, il Mondio, quello del processo Materazzo e d.el processo Pappalardo, che non può essere considerato come un errore giudiziario, ma come un grande delitto della ... giustizia amministrata dalla nos~1a magistratura. Ora nell'alta magistratura di Palermo, da cui prende norme ed inspirazione quelle della più importante circoscrizione giudiziarie dell'isola: importante per popolazione - comprende quattro pro• vincic: Palermo, Trapani, Girgenti e Caltanissetta - e per gravissima criminalità; nell'alta iuagistra tura d • Palermo, ripeto, possono due magistrati eminentissimi sotto ogni rapporto, come il Mortara e il Riccobono, che vi sono stati da recenti promossi, neutralizzare l'opera nefasta della triade DcfeoMercadante-Mondio? E ci può es.,ere retta ed efficace amministrazione della giustizia dove una parte della magistratura deve vivere sospettosa dell'altra, invigilarla e correggerne l'azione, se e quando lo può? Sottopon~o il quesito a Vittorio Emmanuele Orlando. Egli da m1111stroguardasigilli si ha acquistato non poche e non piccole benemerenze. Vegga lui se non sia il caso di acquistarne delle maggiori o correggendo qualche errore da lui stesso commesso, o riparando a qualche dimenticanza. Se il ministro guardasigilli, che ne ha il potere e il dovere saprà correggere e riparare - ed ha la mente e l'energia per farlo - egli avrà reso un grande servizio all'isola sua natia che egli ama, ne avrà preparata la rigenerazione morale ed avrà raggiunto una più alta e generale finalità restituendo nelle popolazioni italiane la fede nell'amministrazione della giustizia. DoTT. Ì'~AP. CoLAJANNI II. 11processorappalardo 1() Il giovane Sindaco di Belpasso, Avv. Filippo Sava,aveva uno ziu di anni 72,a nome SavaAntonino, senza prole, che con. testamento notarile avevalo istituito erede. Nei primi mesi del 1903 il vecchio zio fu preso da una forte passione per una giovina donna, Mio Giuseppina, ed espresse il fermo proponimento di sposarla. Ciò suscì tò le ire di tutte le persone della famiglia Sava e massime del detto nipote e futuro erede Avv. Filippo, che fece ripetutamente minacciare il vecchio, anche a mezzo di certo Santo Guglielmino, autorevole pregiudicato del paese. Inoltre _lo fece sorvegliare da certo Leotta, il quale, un giorno aggredì il vecchio e lo percosse dinanzi alla porta della tidaòzata. Ne seguì un procedi .. ento penale nel quale i Sava parteggiarono pel Leotta, prestandogli denaro e procurandogli testi a discolpa. Ma ciò inacerbì la passione del vecchio che in una sua lettera lasciò scritto così: cc Capisco che le minaccie .« sono per la roba che perde mio nipote, ma c' è cc un rimedio: un testamento ad altri, e così farò. cc Frattanto vado dal Questore a denunziare le mi- « nacce e faccio il matrimonio con legge e chiesa ». Difatti .e. g!i depositò un nuovo testamento segreto · presso un notaro e fece sapere di avere istituiti eredi dieci estranei. Indi condusse con sè l'amante e chiese al Municipio il rilascio dei certificati di stato libero. Ma il Sindaco, cioè il nipote Avv. Sava, negò di rilasciarli, così che il vecchio denunziò tal fatto al Procuratore del Re di Catania. Allora i i certi(ìcati furono rih.sciati, ma il Sindaco si accordò con gli zii Agatino e Canonico Gaetano, cioè coi fratelli dell'Antonino, e da uno di essi ne fece proporre l'interdizione. 11 Tribunale ordinò, come di legge, la convocazione del Consiglio di famiglia, che fu dal Pretore fissata pel giorno 1 Dicembre 1903. 11 30 Novembre, cioè un giorno prima di quello fissato per la detta aJunanza, un carrettiere si reca dal vecchio Sava e tenta di stabilire con lui, per l'indomani, una gita ad un fondo, di proprietà di detto Sava, a motivo di una compra-vendita di paglia, ma questi gli risponde che potrà recarsi al-
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