RIVISTA POPOLARE 227 gl'interessi di Genova, di Torino e di Savona ad una ferrovia che si dovrebbe costruire in tre anni e che dovrebbe costare nove milioni se ne vorrebbe sostituire un altra che costerebbe trenta milioni e che si dovrebbe costruire in sei anni. Se noi abbiamo compretio il misterioso articolo a tanto si arriverebbe per favorire il Comune di Cortemilia ..... Cortemilia! Dove sta? Qnale importanza ha? E' in provincia di Cuneo ed ha una popolazione agglc,merata di 1708 abitanti ed una sparsa di 1943 abitanti ..... In tutte• ...,. 3651 abitanti ..... Pare chA Cortemilia da tempo chieda una tramvia, una ferrovit\ a scartamento ridotto ecc.; ma non c'è Htato un cane d'impresario, nemmeno col sussidio chilometrico di L. 8000 , che abbia voluto dargliela. Glielo darebbe lo Stato .... spendendo t1·enta milioni. .... Se non fossimo in Italia., se non si trattasse di un progetto in favore di un comunello microscopico del Piemonte - di q11el Piemonte che, relativamente, paga meno imposte e che, asso! utamen te, ha più ferrovie-, e infine se non ci fosse l'esercizio di Stato , la cosa sembrerebbe inverosimile e si sospetterebbe che I' on. Ferraris abbia E:-crittoun capitolo di romanzo .... Ma per le esposte ragioni crediamo possibilissima la cosa precisamente perché iniqua, balorda e dispendiosa. Intanto men~re per un Comune di 3651 abitanti si dovrebbero spendere 30 milioni in sei anni , non si è trovato tempo di soddisfare ai bisogni di Comuni dì Sicilia di 30 mila abitanti, che aspettano da trent'anJJi la esecuzione delle leggi votate; non solo; ma ai Comuni di Sicilia che hanno le ferrovie si negano i vagoni e ai proprietari di agrumet,i corre l'obbligo di pagare le i 1u poste e di vedere marcire il frutto oenza poter far fronte agli impegni contratti .... La gillstizia ferroviaria italiana è degna di fare il. paio con l'altra gim;tizia - quella dei magistrati di cui si occupa, oggi, luugarnente la rivista. + Il sindacalismo francese all' opera. - Ed eccoci alla réprise dello sciopero postelegrafico francese provocato non da veri interessi di classe, che avrebbero potuto se non giustificare , spiegare il movimento balordo, ma dalla pretesa di volersi sostituire alla Camera nel gindicare e giustiziare il sottosegretario Symian. E' veramente colpevole, costui ? Se lo è, se sono vere le accuse lanciategli dai postelegrafici , ha fatto malissimo Cìemenceau a mantenerlo al posto: se invece risultano infondate le accuse ha fatto benissimo a resistere alle pretese dei suoi dipendenti che volevano linciarlo. Al Presidente del Consiglio, inoltre, ha nociuto una certa indecisione, che ha assunto anche le forme della contraddizione, riuscendo a scontentare conservatori e rivolu1,;ionari. Se la Camera lo lascia al potere crediamo che ciò avvenga perchè in questo momento difficile nessuno vuolo sostituirlo. Nessuno dei nostri lettori, che oramai conoscono le nostre idee in proposito pei diversi articoli della Rivista, si meraviglierà se diciamo che siamo compiaciutissimi ed aderiamo pienamente al voto della Camera francese che nega ai funzionari dello Stato il diritto di sciopero. Permettere lo sciopero significherebbe darsi mani e piedi legati ad una classe che gode di non pochi privilegi rispetto a tante al tr~; significa passare addirittura il diritto di sindacare l'opera del governo alla classe dei funzionari , significa creare una vera legione di pretoriani che, coll'incubo continuo di uno sciopero, farebbero e disfarebbero a modo loro, dando il loro veto o la loro approvazione a Leggi e Decreti, a. ministri e rappresentanti della nazione i qnali ultimi, finchè almeno il patto fondamentale dello Stato, non riversi sui funzionari il diritto 0he hanno le Camere elettive, devono essere i soli ad indicare o rovesciare ministri o sottosegretari. Un simile stato di cose non potrebbero tollerarlo nemmeno i sindacalisti se andassero al governo. Con ciò non vogliamo dire che i funzionari non abbiano il diritto di discutere l'operato del governo o della Camera co1t1equalunque altro cittadino: ma dal discutere, dal contrib1tire col voto o colla propaganda a far accettare e ad appoggiare questa o quell'idea o questo o qnel partito, a v_olersi imporre paralizzando la vita della nazione, Cl corre. La violenza stessa degli organizzatori e propttgnatori dello sciopero francese, lo ha fatto fallire, o quasi: la grande maggioranza degl'impiegati (secondo notizie ufficiali sarebbero 2637 su 2i215 impiegati , coloro che hanno abbandonato il lavoro ) non ha voluto im • pegnarsi in una lotta ad oltranza dove , secondo uno degli oratori « o i postelegrafici o il governo dovevano sparire. ,, E ce ne dispiace per Hervé che in uua intervista parecchio guascona col Talamini dell'Avanti! preconizzava la vittoria dei postelegrafici. Lo sciopero, com'era organizzato, era un vero movimento rivoluzionario che favoriva C•)loro che alla Camera francese rispondevano al canto dell'Internazionale col Viva Em·ico IV. J aurès , che lo ha capito, male ha fatto a sconBigliare in privato lo i;iciopero e a difenderlo pubblicamente alla Camera. In questo non ha voluto essere di meno di qualche compagno della Camera italiana, che ha fatto lo stesso negli scioperi generali che ci hanno felicitato in pas::;ato, E se anche J aurés lo sconsigliava per non fare il gioco di Clemenceau, come si dice, ha fatto male a non parlare diversamente alla Camera. Lo sciopero - almeno mentre scriviamo - può dirsi fallito: le energiche misure prese da Clemenceau ed il buon senso della gra maggioranza dei postelegrafici hanno avuto ragione di pochi sconsigliati che, a quest'ora saranno pentiti de\ mal fatto. E gli Orleans aspetteranno un' al tra occasione per una restaurazione monarchica e uno degli herveisti organizzatori dello sciopero, che diceva che sarebbe anche pronto a tendere la mano ai tedeschi invasori, potrà compiere quell'atto nobilissimo quando i fonzionari saranno giunti a governare lo Stato per mezzo delle loro orgnizzazioni. + Uria confessione di Blssolatl.-Il Direttore dell' Avanti! è uno dei pochi socialisti italiani , che non si credono infallibili. Egli, perciò , nella interessante polemica sulle spese militari, che si dibatte nel campo socialista , rispondendo a Turati non esita a confessare, e non senza amarezza, di essersi convinto che il proletariato socialista dell'impero austro-ungarico lasciò compiere indisturbata la mobilitazione dei formidabili eserciti del nostro nemico-alleato. Noi ci eravamo accorti un poco prima che i socialisti austriaci nou rispondevano alle i;peranze concepite dai socialit->ti italiani; ma Bissolati allora ci contraddisse .... In ogni modo questo ò un epiHodio senza alcuna importanza·. Ciò che è grave assai è la sit,iazione che gli errori di alcuni Italiani, dal Re agli irredentisti e la perversità della Corte di Vienna. hanno creata a noi ed all'Europa; situazione dalla quale forse nou si potrà_ uscire senza qualche spaventevole guerra. Nella quale non è detto che gli scellerati che l' avranno voluta non potranno ricevere la terribile punizione, che meritano. + Nostro suocero. - Il Ooiirrie1· Européen pubblica un manifesto della Federazione reµubblicana degli studenti serbi di Ginevra, che merita di essere conosciuto. Gli studenti serbi dichifl.rano che il loro giornale La 1·epubblica è stato am nazt.ato dèl.is:,hlu·1stri e dalle
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