RIVISTA POPOLARE 245 d'ora innanzi nostalgie di pensiero sarà bene : ciò vorrà. dire che la segreta idealità. della patria noi· l' avremo affermata senza v~na retorica e senza sbl\.nd;erameuti con le vi ve energie del nostro lavoro. Il patriottismo non è un pallone che si gonfia. Il Console Testa, parlando al Congresso di Roma della protezione agli emigrati ha però fatto due grandi distinzioni: ha distirto cioè la protezivue che egli chiama generica e che comprendt•, anclte come ho detto, le scuole tecniche e gli accordi ide"'li della protezione eemplicemente consolare, che secondo lui non ha poteri sufficienti, onde i Consoli in America < per le ine· vi tabili conseguenze di certe cause che non esprimo fanno quel poco che possono, mentre farebbero di più e la protezione di loro sarebbe più pratica ed efficace " , se in omaggio ai principii del p;ù moderno giure internazionale venisse esplicitamente dichiarata che : e I Consoli inviati nei limiti della loro attribuzione rappresentano il governo del Re". Accade spesso in America - dice il Console del Rosa rio - di sentirsi dire da un funzionario: • Voi non avete veste per reclamare, voi siete un semplice addetto commerciale". Ma soggiunge che a lui non glielo ha mai detto nessuno. I Consoli non sono ministri ed è bene. Quei pochi che il governo ha inviato in questi ultimi tempi, sono funzionari ottimi, degni della carica che rivestono e all'occorrenza sapranno essere di va.- lido aiuto all'autorità <iiplomatica che per buona for-. ttrna (Dio voglia che alla Consulta non ce lo portino via per uno di quei soliti movimenti cervellotici che ci sono costati cari parecchie altre volte) è impersonata in un uomo integro, al quale riesce sopratutto facile la sua missione nell'Argentina, per i vincoli di amicizia che lo legano alle personalità più cospicue ; legame da cui sorge q uell'liccordo che è elemento necessario di successo, se del succe::iso non è l'unico segreto. E' questo nn lato caratteristico della vita politica argentina ·che non tutti i ministri esteri hanno capito, per cui molti di loro fanno le valigie, impauriti, alle prime schermaglie , non riuscendo a persuadersi che per fare il diplomatico in America bisogna allontauan,i un tantino dai vecchi canoni e dalla rigida etichetta per compiere un lungo paziente, tenace lavoro di penetrazione. Qui si ha un sacro terrore del,e note diplomatiche che per i nostri ospiti, souo imposizioni larvate e si prefedsce l' altro sistema, cui possono e devono ricorrere soltanto quei rappresentanti che hanno saputo ispirare fidudia. Dico dunque che i consoli , anche se le loro attribuzioni non sono precisamente q nelle di un ministro ·pienipotenzia rio, possono far mcl to quando s.iano funzionari intelligenti non solo , ma sentano tutta la dignità. del loro ufficio e in vece di fermarsi alle piccole e misere ambizioni che ci dilaniano, guardino alle affermazioni del nostro lavoro per trarne insegnamenti e consigli. Ho avvertito che i nostri Consoli sono pochi e vorrei dire a chi sta in alto che sarebbe ora di pensare sul serio alla riorganizzazione di un servizio cosi importante. Il Console Testa ha pure accennato nella sua s11a relazione a q 11estìl nece::isità, avvertendo che gli Rgeuti con.::iolari scelti fra i connazionali più idonei, fiu dove IR scelta è possibile, non sempre sono utili; ma non ci si ferma su e, premesso nella forma più dogmatica che il bilancio dello stato non consente di sostituire coi consoli di carriera gli agenti consolari, suggerisce di ridurre ai miJ1i1ni termini le operazioni di_ leva il cui servizio cosi rimpicciolito potrebbe benissimo essere affid1:1toagli addetti consolari di emigrazione, i quali hanno I dovere di visitare i centri e i nuclei d' It,aliani per render8i couto delle coudizioni dei lavora tori. Io mi propougo di studiare il problema della protezione dei connazionali emigrati nei suoi rapporti con la madre patria, ma questa prima lettera è già troppo lunga perchè possa incominciare a farlo. Non vorrei chiuderla seuza. prima avere rivolto una domanda a quel funzionario, senza en lrare a discutere se convenga o no affidare agli addetti consolari di emigrazione il servizio di leva, che a me interessa in quanto può servirmi a studiare e le attribuzioni 0 le attitudini dei nostri consoli al Plata. La domanda è questa: Ha mai pensato il Console Testa che anche i consoli generali, in un paese come l' Argen tiua, dove la nostra immigrazione è cof;titui ta in grandissima parte da lavoratori della terra, anche i consoli generali, dicevo, potrebbero visitare ogni tanto i nuclei d' Italiani? L'esempio è stato dato dal Ministro; il quale per volersi rendere esatto conto delle condizioni in cni vivono i nostri agricoltori, ha visitato chetamente quelle colonie dell' interno dove la nostra immigeazione è più fitta. Un altro funzionario, il Carrara, Console della Plata, farà, mi dicono altrettanto. E a me questa pare l'opera che i nostri consoli siano chiamati a svolgere nell'Argentina. Ma 11e parleremo un'altrn. volta. GIACOMO PAVONl Le • • g101e della deputazione Prima portata In Italia (non so quello che succede negli altri paesi) si La una certa abitudine di parlare, per la quale sembrerebbe che una delle maggiori felicità. a cui possa aspirare l'uomo oltre i trent'anni, sia l'elezione a deputato. Ebbene, io ho l'assoluta certezza che se, invece di elezioni, si procedesse alla scelta dei • legislatori per estrazione, come si fa per i giurati, non vi sarebbe cittadino estratto che non troverebbe, o almeno non cercherebbe modo di esonerarsi dall'ufficio con qualche certificato di malattia rilasciato da un medico compiacente. Vero è che chi ha provato una volta, fa il possibile per essere rieletto. Io stesso sono fra i recidi vi. Ma dirò in altra occasione, se ne avrò voglia, le cause riposte di questa apparente contradizione. Per ora
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