RIVISTA POPOLAKE 239 benefico, di cui, a suo tempo la cc Tribuna » a corto di argomenti meno zoppi, cercò insidiosamentelagenesi nell'oro dei massoni francesi, per non darsi la noia di rimproverare ai suoi amici la loro insipienza, e di pigliare atto di questa bella e magniGca manifestazione, con che il paese ha giudicato il governo passato ed indicato la via agli a venire. I quali potranno ancora fingere di non capire, perchè numericamente saranno ancora i più forti, potranno ancora andare avanti vivacchiando, peggio che non abbian fatto nel prossimo passato, pur sapendo di aver contro di sè la coscienza della pc:irte migliore e maggiore del paese; ma certo cominceranno a pensare sul serio che, se la loro odierna vittoria di Pirro si dovesse ripetere ancora, assai malconce ne uscirebbero quelle instituzioni, alle quali disperatamente si aggrappano, e in nome delle quali si credono licenziati a perpetrare una politica insipiente ed inetta, che ha fatto dell'Italia la nazione più derisa e più arretrata fra le consorelle d'Europa. Sia, dunque, lode al nostro buon popolo, che, svegliandosi dal lungo torpore umili~nte, ha ritrovato in sè i semi dell'antica virtù, e sbarazzandosi di cariatidi vecchie e giovani, spontaneamente generatesi o imposte dalla provvidenza ministeriale, ha detto chiaro ed aperto, e più chiaro ha promesso di dirlo in avvenire, .che la sua meta è, sì, ancora lontanà, ma esso vi si avvia a gran passi, sprezzando coraggioso i pericoli e superando felicemente ogni -ostacolo, che voglia intralciare e ritardare la sua gloriosa e trionfale ascensione. Sia, dunque, lode al nostro buon popolo, che ha avuto la virtù di mandare a monte i biechi calcoli dei suoi dissanguatori, e di far mordere le labbra ai trombettieri sGatati di ogni prepotenza e di ogni sozzura. ♦ Coi quali trombettieri, che oggi strillano piagnucolando contro le deGcienze del sistema elettorale vigente,. noi, pur partendo da punti interamente diversi, possiamo tuttavia, una volta tanto, trovarci pienamente d'accordo. . Anche noi, infatti, siamo convinti dell'assoluta necessità che questa legge venga profondamente corretta e largamente modificata, non, come piagnucolano i nostri accidentali alleati, oerchè essa non sia capace di assicurare aqualunque governo il numero di muletti che occorrono a sgovernare, sì bene perchè è inefficace ed insufficiente a f.u rispettare e tutelare li ~ibera volontà degli elettori, che anzi pare creata a bella posta, perchè questa volontà resti deturpata o annullata, a segno che, nella più parte dei casi, l'eletto è tutto ciò che si vuole, meno l'espressione sincera della volontà di quelli che deve rappresentare. • Quando innanzi alla Camera saranno sfilate tutte le turpitudini e le violenze - non parlo delle in• frametténze governa.tive, le quali, con la morale che corre, sono entrate oramai nel novero dei mezzi più leciti e più puri - quando innanzi alla Camera saranno sGlate tutte turpitudini e le violenze, per cui, muovendo dalle Alpi e scendendo giù fino in Sicilia, andranno tristamente famosi i recenti comizi politici, quando sarà stata esposta agii occhi di tutti l'origine poco ... parlamentare di molti, stavo per dir moltissimi, deputati, si vedrà più chiaramente che una riforma s'impone, radicale ed energica, senza dilazione di sorta. Sopratutto, senza dilazione; poichè non sarebbe inverisimile che noi, i quali abbiamo oggi 1uesto mo ·imento di rivolta, irrefrenabile e generoso, dimenticassimo ogni cosa domani, per tornare a parlarne di qui a cinque anni, quando, cioè ne avessimo sperimentato nuovamente gli effetti moralmente e poriticamente disastrosi. La riforma, che la democrazia invoca si capisce che non può essere quella presentata testè dall'on. Giolitti. Invece di questa riforma basterebbe che egli imponesse di rispettare e far rispettare le leggi attuali e tutto procederebbe correttamente senza rincrudire pene inutili, che discreditano le leggi perchè cancellate delle grazie sovrane. Vediamo, quindi, di additare ben altri rimedi, coli 'augurio che il paese, che non ha •celato il senso di nausea suscitato in lui dalle turpitudini e dalle violenze perpetrate, sorregga ~ conforti del suo appog~io possente i deputati dell'Estrema Sinistra, i quali hanno assunto l'impegno solenne di condurre - a proposito delle origini impure di parecchi onorevoli bacati - una campagna contro il nostro imperfettissimo sistema elettorale. ♦ E, prima di tutto,, risolviamo una questione fondamentale: le basi dell'attuale diritto di suffragio si devono modificare? Quanto al diritto, io penso che si debba essere rivoluzionari, o, magari, reazionari, purehè non si sia conservatori. Gli elettori attuali, secondo il punto di vista da cui si guarda la cosa, son troppi, o troppo pochi; bisogna, quindi, procedere o ad un restringimento della lista elettorale, per modo che ne e~cano gli indegni, o all'apertura dei ruoli, per modo che vi entri no tutti che han raggiunto la maggiore età. Troppi degli attuali elettori, e non fra i contadini e non fra i più umili ~oltanto, in quei collegi dove nel periodo elettorale si intensifica la circo· lazione della moneta, vendono all'incanto il pro• prio voto, tal che si stabilisce un turpe mercato , sul quale il voto assume un prezzo che, da un minimo di cinque lire, si eleva a cifre favolose. Nè sono pochissimi quelli che vivendo, per viltà o per ignoranza, o per tutte due le cose insieme, fuorì di una linea politica quale che sia, votano per questo più che per quel candidato, o perchè il prete l'ha detto, dal confessionile o dal pulpito, o perchè così vuole il tale, o perchè, così votando , sanno di far cosa grata al tal altro. Il tale e il tal altro sono, d'ordinario, i maneggioni della vita dei piccoli centri, i quali hanno tutto l'interesse di raccogliere quanto più voti possono sul candidato del loro cuore, per pagarlo di favori illeciti anticipatamente strappati, e per riservarsi di sfruttario, a breve scadenza , ai loro fini non sempre leciti e non sempre puliti. Ora, se quello del voto non deve essere diritto comune, ma solo privilegio di pochi, bisogna subito procedere all' epurazione delle liste, cacci:une tutti gli clementi impuri, gli abulici, i corruttori e i corrotti, per assicurare che l' eletto sia veram~nte l'espressione di coscienze libere e diritte, che liberamente ha voluto riaffermarsi in un senso più tosto che in un altro. Ma questa riforma, oltre che antipatica, come sono antipatiche tutte le leggi restrittive, sarebbe di impossibile attuazione, poiché presupporrebbe la valutazione etica, spassionata ed imparziale di ogni elettore inscritto e da inscriversi; valutazione che dovrebbe essere delegata, collegio per collegio, ad una commissione non d'uomini ma di eroi. E gli eroi, sciaguratamente, col vento che tira, non si incontrano ad ogni due passi. E allora? Allora, suffragio universale, per modo che tutti i cittadini possono far pesare la loro volontà, e l'eletto sia veramente quello che la maggioranza di tutto il popolo ha voluto. Quando prima l'on. Mirabelli e poi l'on. Turati lanciarono il
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