234 RIVISTA POPOLARE si accorgono che occorrono rimedii difensivi più energici e cercano altri testimoni, tra cui uno che avrebbe dovuto dire addirittura di aver visto due persone ad assassinare il vecchio Sava e di avere riconosciuta in una di esse l'accusatore degli arrestati, Calogero Vicario. Si compilò in tal senso uri foglio di lume, ma nessuno dei 4 avvocati dif sori dei Sava e dì GugUelmino e nessuno dei p'l.renti o amici di costoro ebbe il coraggio di sottoscriverlo, così che fu presentato senza indi rizzo , senza data e senza fìrma ; da un avvocato autorevo1issimo. Il presentatore non sottoscrisse il foglio, che ~erciò restò, qual'era, un foglio anonimo. Nondimeno i testi in esso indicati furono tutti escussi, ma fallirono uno per uno. Così l'istruttoria poteva dirsi eh_iusa; ma malamente pei Sava e pel Guglielm1no. 4° Fino a questo punto sono stati in campo a testimoniare o a cercar testimoni gli inquilini e gli amici di Francesco Guglielmino (fratello dello imputato Santo) che è il più ricco proprietario di Belpasso; gli inquilini e i servi di Agostino Sava, zio carnale del Sindaco; gl' inquilini e gl' impiegati della Baronessa Bufali, altra zia del detto Sindaco~ gli assessori, i consiglieri e gli impiegati del Comune, il cassiere della Banca Operaia, che, in quel tramestio di favoreggiamenti ha trovato modo di fare un vuoto di cassa di L. 22,000 e di scapparsene in America. Tali forze, pure, come si è visto, non erano bastate a conseguire la liberazione dei Sava e del loro uomo di fìdµcia Guglielmino Santo. Occorrevano altri aiuti e scesero in c:impo i Sigg. Toscano da Pedara. Il soccor'-O era 11en valido perchè tra essi è l'avv. Alfio Toscano, _onsigliere di Corti! d'Appello. in attività di servizio, zio materno del Sindaco· allora imputato e de- ~cnuto. Tutte coteste forze riunite si diedero a chiedere che i testi del foglio di lume anonimo fossero riesaminati in confronto con g~i a,scssnri e coi consiglieri del partito Sava ·, col Cassiere infedele di c_µi sopra, e con un pregiudicato, che dovette subuto dopo scappare anche lui per l'America sotto l'imputazione di omicidio per grassazione. I confronti furono fatti e con l'esito voluto dai partigiani dei Sava: Il testimonio oculare smentì se stesso una prima volta, affermando di avere riconosciuto tra i due assassini Calogero Vicario; gli altri deposero in modo da appoggiare la tesi sostenuta 1i Sava in quel periodo della istruttoria, che mandante dell' as5assinio fosse stato il sopranominato Roccella. Ma i partigiani dei Sava dovettero capire che il Procuratore del Re (Cav. Barbieri) e il Giudice Istruttore (avv. Chiurazzi) non erano persuasi della innocenza del Sindaco e del canonico detenuti, e allora spiegarono influenze per costringere il cav. Barbieri a chiedere la chiusura ·dell'istruttoria. Ed egli cedette a tali influenze, ma chiese il rinvio a giudizio dei Sava e di Santo Guglielmina. Ed inoltre, pure affermando che i testi del foglio di lume non meritassero molto credito, propose il rinvio a giudizio dei due acccusatori dei Sava, Vicario e Roccella (esecutore quegli, complice del mandante questi). La Camera di Consiglio rese un'ordinanza conforme a tali richieste. Dopo ciò quelle stesse persone che avevano collaborato a far costringere il Procuratore del Re a chiedere la chiusura della istruttoria, come completa, la fecero riaprire, come incompleta, in sezione d'accusa. Quindi la guida della nuova istruttoria fu assunta dal sostituto Procuratore Generale Giuseppe Mondio. La prima istruttoria era durata otto mesi, quella guidata dal Mondio si dilunga per altri due anni, durante i quali passa per le mani di tre diversi consiglieri Istruttori, fìnchè si ferma in quelle del Consigliere Em;dio Tedeschi. E siccome i partigiani dei Sava si erano accorti che la liberazione del loro Sindaco dipendeva dal trovare un mandante in sostituzione di lui, e che il Roccella da loro accusato come tale , potevi'\ passare per com• plice dei Sava, quale l'aveva ritenuto la Camera Ji Consiglio, ma non come mandante co'n motivi propri ed esclusivi; così tutti i loro sforzi e perciò tutta la nuova istruttoria fu diretta a dimostrare che mandante dell'assassinio fosse stato un povero contadino, Orazio Papnalardo, padre di cinque tra quei dieci poveri fanciulli, che all'apertura del testamento segreto dell'assassinato, eransi scoperti eredi di lui. E come i1.1 un primo periodo essi avevano insistito nell'accusare come mandante la Mio, e nel secondo periodo il Roccella, così, pur non potendo più recedere per prudenza dall'accusa· contro costui, si diedero ad accusare come altro mandante il povero Pappalardo. 5° Il terreno per la nuova accusa era stato preparato bene: Il delegato di P. S. solo perchè aveva ritenuto colpevoli i Sava e q.lun niose le prime voci contro il Pappalardo, fu urgentemente traslocato, ma perchè non cantasse lo si mandò e lo si tenne a lungo in missione con otto lire al giorno di .soprassoldo. Il brigadiere dei carabinieri, reo anche lui di credere colpevoli i Sava ed innocente il Pappalardo, fu pure traslocato. I Sava si allearono coi parenti di Peppina Mio, che frattanto moriva di tisi e di dolore, e, laddove prima li avevano presentato alla Giustizia come pericolosi delinquenti, autori dell' assassinio, ora li presentarono come testi a propria difesa e ad accusa di Pappalardo, Vicario e Roccella. La Baronessa Bufali, zia del Sa va, desisteva da una querela contro un suo inquiliao, che essa aveva. incolpato di 1ppropriazione indebita dì 18 salme di frumento, e questo inquilino prometteva di indicare un teste che dicesse di avere avuto altra volta dal Pappalardo il mandato di uccidere il vecchio Sava. E perchè questa circostanza sembrasse verosimile, violando i regolamenti, lascia pervenire al detenuto Sava una lettera da parte della Baronessa Bufali, nella quale si narrava la detta storiella ; e il Sava, dopo avere consultato i suoi avvocati, in carcere e ad istruttoria ancora aperta, consegnò tale lettera all'autorità giudiziaria. Preparato così il terreno, i signori. Mondio e Tedeschi, riesaminarono per la quarta, quinta e sesta volta, quella trentina di persone che avevano favoreggiato invano i Sava ed il Gu~lielmino, durante la precedente istruttoria, e cioè gli assessori, i consiglieri del partito, i servi e gl' inquilini di Sava Agatino, gl'inquilini di Francesco Guglielmino, e i servi e gl'im piegati della Baronessa Bufali, e così cercarono di stabilire che al momento del delitto da tutto il paese ed anche dal Pappalardo si conosceva avere il vecchi:::, Sava istituito eredi con altri cinque fanciulli, cinque figli del Pappalardo. Anzi siccome alcuni testi falsamente avevano affermato che Pappalardo avesse soltanto i cinque fìgii isitituiti eredi; i1 pro-Sindaco di Belpasso nel rilasciare gli atti di rito, attestò falsamente che esso Pappalardo, avesse cinque figli anzi che nove. La falsità di tali testimonianze risultava con ferrea certezza da tutti gli atti della precedente istrutto:- ria, perchè, nè i Sava nè i testimoni da loro addotti, finchè il testamento non fu aperto, e sino a parec-
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