Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 9 - 15 maggio 1909

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Socia I i Bi rettore: Prof. NA POJJEONI~<JOLAJANNI (Deputato al Partamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese lt;1Jia: anno lire H; semestre lire a,50- }~stero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. !10 4mministrazione: Corso Vittorio Emmmele, n.0 . !lo - NAPOLI J\11110 XV - Nnm. 9 ABBONAMENTO POSTALE Ho ma, 15 Maggio 1909 SOMMARIO: Gli avvenimenti e gl1 uomini: Noi: Per una inchiesta negata - li dazio sul grano - Finanza di classe - Ferrovie di favore - Il sindacalismo francese all'opera - Una confessione di Bissolati - Nostro suocero - Un corazziere di Sua Maestà - Dott. N. Coiajanni e avv. Luigi Colajannl: çome si ammistra la giustizia in Italia - Francesco Ciccottl: l sccialisti e le spese militari - Antonio Martino: Una riforma urgente - L'Italo-Americano: La delinquenza italiana neirAmerica del Nord (Importanza dell'argomento dal punto di vista italiano) - GiacomoPavoni: Lettera dell'Argentina (Per una relazione del console Testa) - Pio Viazzl: Le gioie della deputazione (Prima portata) - Rivista delle Riviste: Uomini di lettere e affari pubblici, (North Amtrican Review'. - La novissima , Agitazione • - Un capitolo della Morale de' Consumatori; (Der ze:tgeist) - Il progresso delle donne nell'India, (The indian Maga,ine) - L'esportazione del capitale Inglese, (Financial Review of Reviews) - Metodo criminale di educazione, (North American Review) - Tariffe doganali e protezione operaie, (Les documents du progrés). Il diritto di asilo in Inghilterra dopo la legge sugli stranieri (Rivista lnterna 1 ionale). GLI Pr VVENI1'1ENTI e GLI UOMINI Per una Inchiesta negata. - Il discorso prouunziato da.ll'on. Nitti s,d bilancio dell'agricoltura e commercio fu una formidabile requisitoria contro quella amministrazione più che contro le persone. Il resto detto dal!' on. Ohie,;a. riprendn1do l'affare losco della Mutual Reserve, veune a riunalzare la impressione ricevuta dal paese. Abbiamo chiamato losco l'affare della Mutual Reserve e tale appariva sin dalle prime notizie corse sulle contraddizioni dell'on. Rava; tale fu confermato dalla paura che ba dimostrato il governo sollevando il conflitto di competenza per impedire cbe venisse di sc11sso e deci,;o dalla tm1gistrat11ra ordinaria : tale, infine, venne incoscientemente qualificato dal signor Lan-· grand, rappresentante della Mutual in Buropa , che Ai vantava nelle s11e lettere portate alla Camera dal- )'on. Chiesa di avere delle relazinni influenti al Mi• nistero di agricoltura e che voleva libertà di azione nella scelta dei mezzi per ottenere ciò che domandava ... cioè lo svincolo illegale pei deposi ti a garenzia degli assicurati. Queste, che furono rivelazioni nuovissime e non ripetizioni di antiche accuse -- e se tali fossero state con quale diritto il Presidente della Camera voleva impedire che il Chiesa se ne occupasse per ottenere quella luce cbe sinora non 1;i è ottenuta? - unite alle altre µiù 1rnmerose e non mrno gravi del Nitti facevano e fanno ritenere necessaria una inchiesta. Il giudizio della 1:1tumpa si µuò dire ehe sia stato unanime in proposito. L'auto-difesa tentata dall'on. Sanarelli non poteva cancellare tale impre1:1sione; sopratutto perchè dalla medesima si apprese, che un Collegio rappresentato da un Sot,tosegretario di Stato può ottenere senza IPggi speciali tutti quei benefici che vengono iresorabilmente negati agli altri, che non hanno tale fortuna. L'inchiesta e le dimissioni dell'on. Sanarelli chieste dal la Tribuna fecero credere che nel governo ci fosse l'inte11zio ne di accettare l' ,ma e di desiderare le altre. Ma le dichiarn.zioni altezzose dell'on. Giolitti tagliarono corto a tutte le 811 µposizioni e la Camera servilmente respimrn l' inchie;;La iuvocata dall'Estrema. Noi edotti del modo miserevole e ridicolo iu cui si fa l'inchiesta sul ministero della pubblica istruzione in verità non avremmo atteso molto da q nella sul ministero di agricoltura e commercio; ma il Presidente del Consiglio e la. Camera che l'hanno respinta hanno assai male provveduto all'autorità del governo e al buon nome del Parlamento. + Il dazio sul grano - Con un'-\ ingenuità di cui sono capaci certi socialisti, senza tener conto di tntte lA ragioni, che sono state esposte - e nr n se ne può tener cont') pArchè non si possono combattere con fatti - e con un semplice fl bravo ordine del giorno sulla. discm,sione dAl bilancio di agrir-oltura al capitolo, se non erriamo . dei concimi chimici l' on. Samo.çrgia volle proporre l'abolizione tiefinitiva del dazio snl grano. L'accoglienza a11'inqualifi.cabile trovata nella Camera fo tale. che il Samoggia ]o ritirò e in fretta e in furia dichiarando che solleverà la questione in forma più ampia sulla politica doganale. Bravo! qui lo vogliamo e lo aspettiamo. Intanto i prezzi, come avevamo previsto e senza ricorrere al facilissimo Aenno del r-: , i prezzi del grano si mantengono elevatiF1simi. SL u' è accorto anche n popolo romano , l'ufficioso della mattina. del1' on. Giolitti ; e si è accorto, dopo la dimostrazione che ne abbiamo fatta nel numero precedente , che il dislivello tra i prezzi italiani e quelli dAgli altri paesi è artificioso. Esso avverte gli speculatori che il '2:0verno li tiene d'occhio e cbfl avrebbe quasi trovato il modo di colpirli. Quando? Forse chiuderà la Rta.lla quando saranno scappati i buoi? 0' è un modo spiccio per colpirli : sospendere il dazio di entrata! Nota. - Sul dazio, in risposta all'articolo di N. Cotajanni il Prof. Einaudi ci manda un articolo che pubblicheremo e conmenteremo al numero venturo. + Finanza di classe. - Ohe il lettore non vada a supporre, neppure lontanamente, che ci sia in noi l'idea di una esagerazione, la voglia. di fare dello spiri10. La. finanz!\ di classe l' ha fatta. e la fa Lloyd George nel bilancio che egli ha testè presentato alla

226 RIVISTA POPOLARE Camera dei Comuni. Il fatto curioso è che pochissimi hann scorto la vera portata di questa finanza: la profonda e radicale riforma che il Lloyd George porta nell'organismo statalt>, e per conseguenza i più si limitano a chiamare democratico, lfberale, la-rgo il bilancio presentat da L oyd George. In verità quest 1 bilanoio, tanto nelle espressioni e nei ragionamenti 0 11la r lazione che la precede, quanto nel carattere dei } ·ovved1-nenti e nelle dichiarazioni fatte dal Lloyd George stes 10 tti Comuni, in dife a del suo bilancio, questa esposizio 10 e previsione finaziaria è un atto di potere di classe quanto mai risolutivo ed ardito. Ed il notevole è che, per quanto sia ardito, la Camera lo accetterà, ed anche i conservatori che lo combattono, sono costretti a r:conoscere che sembra essere il solo atto a parare efficacemente alle necessità. del momento, ed a preparare al Regno Unito un nuovo peri odo di prosperità finanziaria. . Lloyd George si è fatto un ragionamento che trapela tutto dalla relazione che precede il bilancio. s~mbra che egli a bhia preso a petto il conservatore, e gli abbia detto : voi volete i Dreadnoughts, voi volete l'aumento dell'esercito, voi volete che la industria della birra, degli alcools, del tabacco siano considerate come capitale netto e redditizio, e non come capitale industriale, che rende interesse soltanto passando attraverso il lavoro : e sta bene : noi governo liberale, governo che intendlj fare il benessere delle grandi masse proletarie, e che deve mantenere al suo logico e naturale posto l'linghilterra: noi non abbiamo niente da obbiettare : avrete tutto ciò, e di tutto oiò vi sarà dato ragione : ma per tutto ciò pagate. Il ragionan1ento non fa nna grinza. Ma c'è di meglio e di più; Lloyd George va più lontirno. Egli dice: due forme di valore ha la terra; un prodotto da lavoro, un altro prodotto da circostanza. In uno l' uomo ci entra per la parte maggiore, nel secondo per la parte maggiore ci entrano il caso, la fortuna, l'abilità. Ora-è sempre Lloyd George che parla - il valore dato alla terra dal lavoro deve essere tassato in misura minore di un'altra terra il valore della quale sia dato dalla po· sizione e da altri coeftfrienti che non sono il lavoro. Discuiendo, e combattendo , qnesto bilancio ai Comuni il Balfour ha detto, e questo non è neppure un bilancio socialista, è socialismo messo in pratica ... epperò dannoso! » Naturalmente la dichiarazione del Balfonr capo dei eonservatori non è tale da sorprendere: i conservatori vedono la importanza mora.le e pratica del bilancio del Lloyd George e cercano di abbatterlo. Non è facile· vi riescano. Naturalmente il concetto finanziario del Lloyd George è del tutto nuovo, anzi è il preciso opposto dei concetti che sin qui servirouo di guida ai bilanci di tutti i finanzieri del passato. E', ci si consenta l' affermazione, un primo passo verso il riconoscimento di uno stato di cose che si è venuto creando ed al tempo stesso, un avviamento a concetti di governo molto diverso da quelli che hannu predominato fin qui. In Lloyd George è evidente la preoccupazione non solo del raggiungere il pareggio , colmando il deficit di 16,100,000 sterline, ma anche di arriva.re ad ottenere, panrndo a tutte le spese, un avanzo ; avanz0 che il Lloyd George preude fin d'ora di oltre 9 milioni di sterline. E queste spese sono : aumento di forza navale, pensione per la vecchiaia, riforme sociali , assicurazioni di Stato contro la inabilità., assicurazione contro la disoccupazione, e sviluppo dell'agricoltura. Egli sembra essne 1,,a1tito dal concetto che i beni di lusso chi li vuole se li paga; e non solo ma altresl che chi ha provveda a cLi non ha. Balfour parlando di socialismo, a proposito di questo bilancio, non ebbe torto: ebbe torto quando lo dichiarò pericoloso percbè di carattere socialista. Lloyd George che è il più giovine dei ministri Inglesi, ha intuito che la società evolve verse, una organizzazione nella quale la sola proprietà rispettata e inalienabile sarà q nella creata dal lavoro: quella che voleva Mazzini. Ora ecco le proposte del suo bilanci< : Deficit sterline 16,000,000. Entrate delnuovobiiancio. Riduzione del fondo di riserva . L. st. 3,000,000 Aumento di 2 pence su le rendite non guadagnate . . . . . . > Sopra.tassa su rendita di 5000 stered oltre. . . . Tassa di bollo . . Tassa su le eredità ed i beni Tassa su altre patenti l) Tassa su gli alcools . . . . . » 8 pence di tassa ogni libbra di tabacco manifa.tturato . Tassa sul valore fondiario 3,000,000 500,000 650,000 2,850,000 2,600,000 1,600,000 1,900,000 500,000 Totale L. 16,600,000 Ancora: per il mantenimento delle straùe che gli automobilisti rovinano egli ha imposto una tassa dalla quale calcola un provento di 600,000 sterline, su gli olii essenziali adoperati per gli automobili. La tassa su la proprie ti\ che non è frutto di lavoro è stata da Lloyd George organizzata cosi : Il lavoratore che guadagna oltre 500 sterline l'anno ed il cui salario è sottoposto alle fluttuazioni e casualità. dell' industria e del commercio pagherà soltanto 9 pence per ogni sterlina (L. 0,90 sn L 25) a partire però dalle L. it. 380 con una diminuzione di 10 sterline ogni figlio, se è padre di famiglia : al contrario la rendita su azioni industriali, o obbligazioni di Stato pagherà 1 scellino e 2 pence (L. 1.55) ogni sterlina, fino a L. st. 4,999. L. st. 5,000 pagheranno » 6,000 > > 9,000 > • 18,000 1> 1 so. 4 1/2 (1,70) 1 » 5 (1,75) l » 6 (1,85) 1 > 7 (1,95) Considerando che il valore della terra le è dato dal lavoro e dalla società egli ha stabilito una tassa di 9,05 su ogni sterlina di valore della terra incolta, più 11 10 per cento del valore acquisito allo Stato allo spirare del contratto di affitto. I Olubs dovranno pagare 3 pence la sterlina di liquore venduto: le case ove si ~ioca dovranno pagare una forte tassa: gli spiriti, la birra sono stati previsti come buoni elementi per nn proficuo gettito al fisco. Il risultc1.to di queste tasse dovrà essere di provvedere al soprappiù di spese per l'esercito e per la marina : più la estensione ai settuagenari dell11. pensione per la vecchiaia, e l'aumento di questa pensione; assicurazione ai malati ed in validi inferiori ai 70 anni di età; e l'assicurazione contro la disoccupl:l.zionetemporanea. Naturalmente questi provvedimenti e tutto il car11ttere del bilancio hanno fatto strillare i conserva• tori: ma la nazione non si è troppo commossa agli strilli: anzi col senso pratico speciale degli inglesi, si è osservato che non c'è aumento di tassa sul the, lo zucchero, la birra, il pane, e naturalmente si trova che poichè c' è chi paga i Dreadnoughts è bene avere questi, ed anche il bilancio di Lloyd George che promette ane per l'avvenire. + Ferrovie di fav-ore? -Nell'ultimo numero della Nuova Antologia con tanto di firma del suo Direttore on. Maggiorino Ferraris c'è un articoio sul Problema ferroviario del Piemonte, che ci ha vivamente impre;,sionato. Si rileva da quell'articolo che contro una legge recentissima, contro le dichiarazioni eaplicite del Ministro Berto I ini nella Camera e nel Senato , contro i progetti della Direzione generale delle Ferrovie, contro

RIVISTA POPOLARE 227 gl'interessi di Genova, di Torino e di Savona ad una ferrovia che si dovrebbe costruire in tre anni e che dovrebbe costare nove milioni se ne vorrebbe sostituire un altra che costerebbe trenta milioni e che si dovrebbe costruire in sei anni. Se noi abbiamo compretio il misterioso articolo a tanto si arriverebbe per favorire il Comune di Cortemilia ..... Cortemilia! Dove sta? Qnale importanza ha? E' in provincia di Cuneo ed ha una popolazione agglc,merata di 1708 abitanti ed una sparsa di 1943 abitanti ..... In tutte• ...,. 3651 abitanti ..... Pare chA Cortemilia da tempo chieda una tramvia, una ferrovit\ a scartamento ridotto ecc.; ma non c'è Htato un cane d'impresario, nemmeno col sussidio chilometrico di L. 8000 , che abbia voluto dargliela. Glielo darebbe lo Stato .... spendendo t1·enta milioni. .... Se non fossimo in Italia., se non si trattasse di un progetto in favore di un comunello microscopico del Piemonte - di q11el Piemonte che, relativamente, paga meno imposte e che, asso! utamen te, ha più ferrovie-, e infine se non ci fosse l'esercizio di Stato , la cosa sembrerebbe inverosimile e si sospetterebbe che I' on. Ferraris abbia E:-crittoun capitolo di romanzo .... Ma per le esposte ragioni crediamo possibilissima la cosa precisamente perché iniqua, balorda e dispendiosa. Intanto men~re per un Comune di 3651 abitanti si dovrebbero spendere 30 milioni in sei anni , non si è trovato tempo di soddisfare ai bisogni di Comuni dì Sicilia di 30 mila abitanti, che aspettano da trent'anJJi la esecuzione delle leggi votate; non solo; ma ai Comuni di Sicilia che hanno le ferrovie si negano i vagoni e ai proprietari di agrumet,i corre l'obbligo di pagare le i 1u poste e di vedere marcire il frutto oenza poter far fronte agli impegni contratti .... La gillstizia ferroviaria italiana è degna di fare il. paio con l'altra gim;tizia - quella dei magistrati di cui si occupa, oggi, luugarnente la rivista. + Il sindacalismo francese all' opera. - Ed eccoci alla réprise dello sciopero postelegrafico francese provocato non da veri interessi di classe, che avrebbero potuto se non giustificare , spiegare il movimento balordo, ma dalla pretesa di volersi sostituire alla Camera nel gindicare e giustiziare il sottosegretario Symian. E' veramente colpevole, costui ? Se lo è, se sono vere le accuse lanciategli dai postelegrafici , ha fatto malissimo Cìemenceau a mantenerlo al posto: se invece risultano infondate le accuse ha fatto benissimo a resistere alle pretese dei suoi dipendenti che volevano linciarlo. Al Presidente del Consiglio, inoltre, ha nociuto una certa indecisione, che ha assunto anche le forme della contraddizione, riuscendo a scontentare conservatori e rivolu1,;ionari. Se la Camera lo lascia al potere crediamo che ciò avvenga perchè in questo momento difficile nessuno vuolo sostituirlo. Nessuno dei nostri lettori, che oramai conoscono le nostre idee in proposito pei diversi articoli della Rivista, si meraviglierà se diciamo che siamo compiaciutissimi ed aderiamo pienamente al voto della Camera francese che nega ai funzionari dello Stato il diritto di sciopero. Permettere lo sciopero significherebbe darsi mani e piedi legati ad una classe che gode di non pochi privilegi rispetto a tante al tr~; significa passare addirittura il diritto di sindacare l'opera del governo alla classe dei funzionari , significa creare una vera legione di pretoriani che, coll'incubo continuo di uno sciopero, farebbero e disfarebbero a modo loro, dando il loro veto o la loro approvazione a Leggi e Decreti, a. ministri e rappresentanti della nazione i qnali ultimi, finchè almeno il patto fondamentale dello Stato, non riversi sui funzionari il diritto 0he hanno le Camere elettive, devono essere i soli ad indicare o rovesciare ministri o sottosegretari. Un simile stato di cose non potrebbero tollerarlo nemmeno i sindacalisti se andassero al governo. Con ciò non vogliamo dire che i funzionari non abbiano il diritto di discutere l'operato del governo o della Camera co1t1equalunque altro cittadino: ma dal discutere, dal contrib1tire col voto o colla propaganda a far accettare e ad appoggiare questa o quell'idea o questo o qnel partito, a v_olersi imporre paralizzando la vita della nazione, Cl corre. La violenza stessa degli organizzatori e propttgnatori dello sciopero francese, lo ha fatto fallire, o quasi: la grande maggioranza degl'impiegati (secondo notizie ufficiali sarebbero 2637 su 2i215 impiegati , coloro che hanno abbandonato il lavoro ) non ha voluto im • pegnarsi in una lotta ad oltranza dove , secondo uno degli oratori « o i postelegrafici o il governo dovevano sparire. ,, E ce ne dispiace per Hervé che in uua intervista parecchio guascona col Talamini dell'Avanti! preconizzava la vittoria dei postelegrafici. Lo sciopero, com'era organizzato, era un vero movimento rivoluzionario che favoriva C•)loro che alla Camera francese rispondevano al canto dell'Internazionale col Viva Em·ico IV. J aurès , che lo ha capito, male ha fatto a sconBigliare in privato lo i;iciopero e a difenderlo pubblicamente alla Camera. In questo non ha voluto essere di meno di qualche compagno della Camera italiana, che ha fatto lo stesso negli scioperi generali che ci hanno felicitato in pas::;ato, E se anche J aurés lo sconsigliava per non fare il gioco di Clemenceau, come si dice, ha fatto male a non parlare diversamente alla Camera. Lo sciopero - almeno mentre scriviamo - può dirsi fallito: le energiche misure prese da Clemenceau ed il buon senso della gra maggioranza dei postelegrafici hanno avuto ragione di pochi sconsigliati che, a quest'ora saranno pentiti de\ mal fatto. E gli Orleans aspetteranno un' al tra occasione per una restaurazione monarchica e uno degli herveisti organizzatori dello sciopero, che diceva che sarebbe anche pronto a tendere la mano ai tedeschi invasori, potrà compiere quell'atto nobilissimo quando i fonzionari saranno giunti a governare lo Stato per mezzo delle loro orgnizzazioni. + Uria confessione di Blssolatl.-Il Direttore dell' Avanti! è uno dei pochi socialisti italiani , che non si credono infallibili. Egli, perciò , nella interessante polemica sulle spese militari, che si dibatte nel campo socialista , rispondendo a Turati non esita a confessare, e non senza amarezza, di essersi convinto che il proletariato socialista dell'impero austro-ungarico lasciò compiere indisturbata la mobilitazione dei formidabili eserciti del nostro nemico-alleato. Noi ci eravamo accorti un poco prima che i socialisti austriaci nou rispondevano alle i;peranze concepite dai socialit->ti italiani; ma Bissolati allora ci contraddisse .... In ogni modo questo ò un epiHodio senza alcuna importanza·. Ciò che è grave assai è la sit,iazione che gli errori di alcuni Italiani, dal Re agli irredentisti e la perversità della Corte di Vienna. hanno creata a noi ed all'Europa; situazione dalla quale forse nou si potrà_ uscire senza qualche spaventevole guerra. Nella quale non è detto che gli scellerati che l' avranno voluta non potranno ricevere la terribile punizione, che meritano. + Nostro suocero. - Il Ooiirrie1· Européen pubblica un manifesto della Federazione reµubblicana degli studenti serbi di Ginevra, che merita di essere conosciuto. Gli studenti serbi dichifl.rano che il loro giornale La 1·epubblica è stato am nazt.ato dèl.is:,hlu·1stri e dalle

228 RIVISTA POPOLARE persecuzioni della posta. Dopo di aver esposto quali sono i fasti dispotici e rovinosi di Pietro Karag-eorgewitch di Serbia, che sono notissimi, parla cosi di Nicola principe del Montenegro, che è meno noto e che pnre è il suocero del Re d' Italia: e Il Principe del MontenPgro , dice il manifesto , si è sforzato di non essere sorpassato nei capi d' opera della tirannia del suo genero amato. Assiduamente egli riempie la cassa della Banra di Londra, sfruttando i poveri montanari montenegrini, il cui eroismo dette tante perle alla poesia europea. Egli li getta sotto i propri piedi , disprezzando il loro amor proprio; non lo si vide in certi giorni obbligarli a baciargli la suola delle sue scarpe? Servilmente egli copia i fatti e le gesta del suo confratello e correligionario del Nord, lo Czar Bianco, ad imitazione del quale egli fece 4 anni or sono ai suoi cm·i MontenPgrini il regalo di una pretesa costituzione. » e Al tempo delle bande serbe in Macedonia egli prestò dei milioni al Sultano Rosso e si abbaasò sino ad interdire ai propri sudditi di portare aiuto ai suoi fratelli Serbi. Il paese rovinato da una carestia fu colpito da un secondo flagello. Quelli ohe altra volta avevano difeso col coraggio deJla disperazione la libertà e l'indipendenza furono costretti ad emigrare. Questo popolo abit11ato all'aria libera e al sole dovette fornire delle braccia alle miniere dell'America. E come ultima bassezza egli combinò colla connivenza dell'Austriaco Nastich un falso complotto contro sè stesso, per potere colpire nel modo più sicuro coloro che avevano osato criticarlo (processo di Agra.m). E ora che la verità è conosciuta in questa pseudo cospirazione , che ciascuno conosce le intenzioni colpevoli dell' Austria, che non cercava che di eccitare i Montenegrini e i Croati contro i Serbi in vista di un'annessione,-ora che tutto ciò è noto, il desposta montenegrino lascia gemere nelle sue prigioni fredde gli uomini più eminenti del paese •. Per un piccolo principe non c'è male. Nicola è degno di essere elevato al grado di Re. + Un oorazzlere di Sua Maestà. -In nessnn paese, come nel nostro·, si concede l'impunità con tanta frequenza a chi è riuscito ad accaparrarsi protezioni alte o altissime : siamo un po' come nei felici tempi feudali quando ba"ltava essere coperto dall' ombra dì un trono p~r potere permettersi qualunque abuso e poter comp10re qualunoue reato senza riceverne ness~na m 1 olestia. Ultimo •della serie è il caso del magg10re d Alessandro che forse per essersi strofinato troppo a pe 1 rson?ggi sacri ed inviolabili, ha guadagnato anch egh riueste prerogative per lui extrastatutarie. I regolamenti militari sono rigoristi in modo eccessivo: nn ufficiale, accusato di reati comuni, assolto dal tribunale, è quasi sempre revocato dal grado e dall'impiego; un sottoufficiale che si trovasse nello. ste~s? c~so , è _retrocesso .senza pietà. I regolamen t1 mil1tar1 vogliono che 11 militare sia come la moglie di Cesare: non dev'essere nemmeno sospettato. Ma le eccez;oni vi sono : l' esercito stesso non è sfuggito alla piaga delle raccomandazioni e delle protezioni e solo chi non ne possiede paga quando rompe. Il D'Alessandro, promosso maggiore, avrebbe dovuto abbandonare il comando dei corazzieri invece vi resta.· compie dei veri reati e le inchieste lo proclaman~ candido quanto un ...... corazziere bianco ; è, querelato per omicidio colposo per aver costretto a frustate nn suo dipendente, che trovò la morte a saltar barriere a cavallo e l'autorità giudiziaria lo manda assolto. li tetto del Quirinale o la protezione di qualche dama più o meno alta amante di forme atletiche hanno ' reso anche lui sacro ed inviolabile. I fatti. precisi. denunziati da De Felice hanno grandemente 1mpr_ess1onatola Camera e la infelice risposta riel sottosegretario Prudente non ha convinto nessuno della innocenza del comandante delle e cento guardie. • La morte del povero milite non fu un fatto isolato: altri due corazzieri riportarono fratture negli esercizi acrobatici che il comandante imponeva ai suoi dipendenti per divertire le visitatrici della caserma. Il commercio di cavalli e le frodi del D' Alessandro, che faceva lavorare i corazzieri come operai e si faceva firmare buoni in bianco che andava a riscuotere, completano la figura morale del brillante ufficiale. E De Felice promise rivelazioni di fatti più gravi se nessun provvedimento sarà preso contro il colpevole. Ma il maggiore è situato tropµo alto per esser raggiunto; la credenza invalsa di salvare il prestig-io di una istituzione soffocando ~li scandali, gli assrnura l'impunità. L'Arca santa del!' e8ercito, la scnola della nazione, mostra i crepacci nella voi ta e minaccia ài sconq uassarsi , mentre i puntelli che gli Spingardi cercauo porvi sono rimedi peggiori del male. Intanto registriamo lealmente la voce cor~a di una inchiesta severa ordinata dal Re. Saremmo lieti come Italiani se essa conducegse alla punizione del colpevole. NOI coms~iamministra la~iustizniIatalia I. Un mese è passato dalla assoluzione dei fratelli Vasap0lli e BoDfirraro e di Giuseppe Salomone, che dette il nome al proce~so svoltosi innanzi alle Assise di Perugia e in Italia, la terra classica dell'amnesiache si direbbe attraversata, anzi quotidianamente allagata dalle acque del Lete - forse si sarà spenta la eco soll_eva_tadal -rerdetto, che strappò gravissime consider;..{zIOnt alla ufficiosa Tribuna di Roma. Al più sarà ricordato come un qualsiasi fatto di cronaca. La Rivista che promise di ritornare sull'argomento mantiene la promessa per mezzo mio; ed io che da quel processo prendo le mosse e lo ritengo soltanto un indice del modo come si amministra la giustizia in Italia, nel compiere quello che mi sembra un dovere assai più alto di qualunque altro, di fronte al mio paese, deploro vivamente di non possedere l'autorità e la formidabile vigoria nello scrivere di Voltaire e di Zola per assicurare alla causa che imprendo a trattare tutta la forza vindice di una pubblica opinione fattiva, intelligente, volenterosa del bene. Dissi che il processo Salomone non è che un indice. Infatti se esso fosse il caso eccezionale di un errore giudiziario che costo la rovina economica, sofferenze indicibili, la libertà di quattro innocenti per quasi quattro anni; il caso, ripeto, sarebbe deplorevolissimo e meriterebbe indagini accurate da parte di chi ne ha il dovere e il potere, che conducano alle relative sanzioni e possibilmente alle congrue riparazioni ; ma non ci· sarebbe da allarmarsene, perehè da che mondo è mondo e in tutte le parti dell'orbe terracqueo sono avvenuti errori giudiziari, che costarono le sostanze, la libertà ed anche la vita di qualche innocente. Ma in Italia, ma almeno in Sicilia - e vorrei che la generalizzazione a tutto lo Stato non fosse possibile (1)-il caso Bonfirraro-Vasapolli non è che. ( 1) Mentre correggo le bozze di stampa apprendo con piacere una notizia , che fa onore alla magistratura di Napoli e mi affretto a segnalarla. La sezione di accusa, contro l'crdinanza del Tribunale di S. M. di Capua e contro il parere del Procuratore Generale, ha rinviato a giudizio l' on. Giuseppe Romano per l'accusa di falso e concussione.

RIVISTA POPOLARt 229 uno della lunga serie; serie tanto lunga, che si può considerare come la regola. Esagero forse in un momento di sconforto o d'indignazione iEcco quà; posso ricordare nel volgere di pochi anni cinque processi, pi_', o meno celebri: il processo Salomone per l'assassinio del comm. G:ordano; il processo Russo per l'assassinio dell' esattore Saladino; il processo Lepanto per l'uccisione dello avvccato Asciutto; il processo Materazzo per l'assassinio Modica; il processo Pappalardo per l'assassinio Sava. Questi processi presentano i seguenti caratteri comuni: durata dai quattro ai cinque anni; sottrazione del processo ai giudici naturali e rinvio a Corti di Assise più o meno lontane da quelle nella cui giurisdizione avvenne il reàto, che dette luogo al processo; enormità processuali, che assumono tali proporzioni da dare agli errori le parvenze di grandi delitti giudiziari o legali; indignazione dei giurati, cui fu demandato il giudizio, che per protestare contro la magistratura colpevole h:inno assoluto, anche quando qualcuno degli accusati avrebbe potuto essere colpito più o meno duramente. I reati che formarono soggetto di questi mostruosi processi furono commessi in Sicilia; ma so che altrove, specialmente nel mezzogiorno, non mancano ripetizioni clamorose di quei casi. Fermiamoci un momento su di uno dei caratteri comuni di quei cinque processi. Perchè il costante rinvio ad altre Corti di Assise - due volte nella stessa Sicilia - e tre volte nel continente? Forse i gi u_rati dell' isola, o per corruzione o per facilità a lasciarsi intimidire dalla mafia, sono troppo proclivi alle asso - luzioni? Tutt'altro. Certe accuse si dovrebbero e potrebbero forse rivolgere alla magistratura togata di Sicilia, anzichè ai giurati. Sono frequenti le assoluzioni scandalose in certi processi e per opera di alcuni Tribunali; lo sono tant0 che spesso delegati di P. S. e Carabinieri scoraggiati, non vogliono più raccogliere prove ed indizi e procedono a denunzie e ad arresti solo quando c'è la flagranza. Questi casi, adunque, formano la contropartita degli altri, dei quali vado ad intrattenermi; in quelli la magistratura pecca di arrendevolezza per non dire di benevolenza verso gli accu~ati ; nei processi in esame è caduta nello eccesso opposto. Gli uni e gli altri dimostrano che la magistratura è profondamente turbata e che la sua azione si svolge non di rado contro la giustizia ed ai danrti della sicurezza sociale. + Alla illustrazione dei cinqqe menzionati processi non basterebbe un volume meno ponderoso di quello, che raccolse l'arringa di Giuseppe Marchesano illustrante il famoso processo Palizzolo per l'assassinio Notarbartolo; la quale arringa se non dà la prova della colpa dell'accusato, luminosamente dimostra l'opera meravigliosa della magistratura e della polizia nel fare smarrire le tracce della verità. Devo limitarmi, perciò a ricordare: che nel processo Lepanto, terminato colla liberazione dell' accusato dinanzi alle Assise di Potenza, bastò l'accesso sul 1uogo del delitto per provare che il testimonio decisivo di accusa non poteva aver veduto ciò che affermava aver visto; nel processo Materazzo - un pr~tore arrestato clamorosamente mentre si appresta va ad amministrare davvero giustizia - terminato coll' assoluzione di tutti gli accusati innanzi alle assise di Palermo, bastava ritenere per falso qualche testimonio, che aveva mutato la narrazione dei fatti una decina di volte ed aveva affermato un dato inverosimile dimostrato falso col semplice accesso sul luogo del reato per riconoscere l'innocenza degli accusati; nel processo Russo terminato sempre coll'assoluzione dell'accusato dinanzi alle assise di Catanzaro, ci volle tutta la violenza di un Presidente perchè venisse continua to, mentre non solo mancavano le prove, ma tutte le autorità politiche, dai Delegati, ad un sottoprefetto, a parecchi ufficiali dei carabinieri - insultati villanamente d,d suddetto presidente in pubblica _udienza, come ricordai nel N.0 del 30 aprile 1907 ài questa Rivista - per farlo continuare. Non potendo dire di- tutti e cinque mi limiterò a riassumere i dati e i precedenti più tipici che illustrano la condotta incredibile e inqualificabile della magistratura nei processi Salomone e Pap-· palardo. Il processo Salomone non si può intenderlo senza conoscere i precedenti. Più di dieci anni or sono Salomone venne condannato a Caltanissetta per una rapina. Egli si protestò sempre innocente con parole vivacissime e con accenti commossi; attribuì la condanna alle informazioni date dal Sindaco del suo paese natio Com m. Giordano, il quale, egli ha affermato più volte innanzi ai giurati, volle sbarazzarsene per rubargli l'amante. Salomone giurò di vendicarsene appena in libertà. L'odio del Salomone, che indarno si era rivolto a tutti i rr.agistrati e al Re per avere, dice lui, non grazia ma giustizia, venne acuito dalla circostanza che la madre da lui adorata morì nel giorno prima in cui egli arrivò in Barrafranca dopo avere scontato la pena e impiegato una quarantina di giorni nella traduzione dal reclusorio al paese natio. Salomone, dunque, odiava Giordano, perchè lo riteneva, a torto o a ragione, autore della propria condanna a 10 arìni di reclusione; pcrchè gli aveva rubato la donna amata; perchè gli aveva impedito di chiudere gli occhi alla madre adorata. Ce n'era d' avanzo per la fabbrica di un brigante! E il Corriere della Sera che in questo processo c'è ragione speciale di citare, dopo la sentenza di Perugia osservò: « La giuria perugina, probabil - « mente, non ha avuto tor_to; a ogni modo, se vi « sono in qualche remota parte del mondo dei « sindaci che si credono eredi di illi,11itati diritti « feudali, se vi sono in qualche lontano continente <( autorità politiche e di pubblica sicurezza che << credono il loro compito limitato a inseguire, << arrestare e far processare i briganti, senza darsi e( soverchio pensiero del terreno, concimato d' ar- « bitrio e d'ingiustizia, dove è fatale che la pianta << del brigantaggio alligni e prosperi, il verdetto <e della giuria perugina potrà forse servire di am- « monimento e giovare a correggere qualche anacrocc nismo morale a· sociale ». Salomone un brutto giorno compì la vendetta covata e premeditata ed uccise il Com m. Giordano. La causa a delinquere era notissima al la cittadinanza, alle autorità politiche ed anche a qualche magistrato. Ciononostante poco dopo vennero arrestati i fratelli Vasapo!li e Bonfirraro, come mandanti. C'_erano indizi per autorizzare la magistratura a dare questo indirizzo al processo iniziato~ Questo solo : il Giordano era srato avversario politico e amministrativo dei Vasapolli e dei Bonhrraro; quello nelle elezioni politiche del novembre 1904 aveva sostenuto l'ex deputaLO Marescakhi Gravina e questi avevano sostenuto l'avv. Cascino, che riuscì vincitore nella lotta politica; e vincitori precedentemente erano riusciti nella lotta amministrativa i Bonfìrraro e i Vasapolli contro il Giordano. I vinti della lotta politica avevano interesse a fare processare come mandanti dell'assassinio i Vasapolli e i Bonfìrraro? La magistratura era capace

230 RIVISTA POPOLARE di colpire quattro innocenti per fare le vendette politiche di un candidato battuto e di prestarsi a farlo risorgere? C'era l' in te resse a trovare nel Vasapolli e nei Bonfìrraro i mandanti dell'assassinio; e c'era la capacità nella magistratura che istruì il processo tale interesse. Invero il candidato battuto nelle elezioni del Novembre 1904 era riuscito a fare dichiarare contestata l'elezione del Cascina; avvenuto rassassinio, a sette mesi dalle elezioni generali, del reato si volle trarre giovamento per mostrare di che cosa erano capaci i Bonfirraro e i Vasapolli eh' erano stati i sostenitori del Cascino. Il candidato battuto facendoli processare come mandanti dell'assassinio Giordano prendeva due piccioni con una fava: impressionava la Giunta delle elezioni e la Camera per fare annullare l'elezione del Cascino; si sban, zzava dei più influenti e sinceri sostenitori del proprio avversario pel caso che si avrebbe dovuto rifare l'elezione. Né si creda che queste siano fantastiche e calunniose ipotesi. Ah ! no. Michele Torraca, che faceva parte della Giunta delle elezioni non esitò a mettere in rapporto l' assassinio del Giordano colla elezione del Cascina in una corrispondenza al Corriere della Sera e fu perciò da me staffilato a sangue in una lettera alla Tribuna ; all' assassinio accennò l'on. Spirito nella Camera per combattere la convalidazione dell'eletto; e Michele Torraca fu il relatore della minoranza della Giunta contro la convalidazione e riuscì a fare nominare un Comitato inquirente. L'infernale macchinazione per quanto potevasene sperare aveva in parte raggiunto lo scopo. Ma non in tutto perchè il comitato inquirente all'unanimità propose la convalidazione. L'iniqua orditura politica risulta infìne dalla costituzione dì parte civile. E chi va a rappresentare la parte civile innanzi alle Assise di Caltanissetta? Il candi 1ato battuto nelle elezioni del 1904 e a cui benefizio si tra inventato il mandato di assassinio dato dai Vasapolli e dai BonGrraro. D'onde i vivacissimi incidenti sollevati dall' on. Altobelli, che mise a nudo la mostruosità morale di una simile situazione. La capacità della magistratura a commettere tanta infamia risulta evidente da una mia pubblicazione che precedette, per fortuna, l'assassinio e che é stata largamente ricordata e discussa nella difesa strenuissima ed incisivamente coraggiosa fatta dall' on. Altobelli innanzi alle Assise di Perugia e nella risposta del Procuratore generaìe De Martino, che vi rappresentava l'accusa. Per giudicare del valore di questa circostanza soggiungo che qu;;ndo il 6 Maggio 1904 denunziai la magistratura di Caltanissetta come interamente asservita al deputato Marescalchi Gravina fui violentemente interrotto non solo dal Guardasigilli del tempo ma apchc dal Presidente Biancheri, che mi rimproverò di portare alla Camera accuse gravissime, quasi valendonii della impunità Parlamentare. Allora promisi al Bìancheri che quelle accuse da 1 ui e dal ministro ritenute gravissime le avrei ripetute fuori della Camera, assumendone la completa responsabilità da libero cittadino. Mantenni la promessa e sotto il titolo: Come si amministra la giusti:r_ia in Italia pubblicai l'opuscolo in cui documentai e allargai la requisitoria contro la Magistratura di Caltanissetta e sopratutto contro il Proc. del Re Mercadante, che non rendeva giustizia ma prestava bassi e turpi servizi al Deputato del tempo, on. Marcscakhi. A Perugia il Pubblico Mini_stero, in forma coi-- tese, per togliere valore a quella mia requisitoria disse che io ero stato tratto in errore in buona fede e che le mie accuse, gravissime a giudizio del Ministro e del Presidente della Camera Biancheri, erano state smentite. Ma vedi fatalità ! Il De Martino stesso che così parlava da Pubblico accusatore fu costretto, sebbene non esplicitamente, a riconoscere come esatto uno dei più gravi episodi che nell'opuscolo erano stati denunziati, che lo riguardava e che, del resto, a lui faceva onore... Inoltre l' Arnone, uno dei magistrati da me denunziati, era stato severamente punito dalla Corte di Cassazione. Del resto se le mie accuse erano infondate c'era un modo semplicissimo di mostrarle tali: darmi querela. A darmela avevo esplicitamente sfidato il Proc. del Re Mercadante; per l'onore della magistratura il Ministro Guardasigilli, data la gravità delle accuse e il rumore che intorno ad esse si era fatto nella Camera dei Deputati e nella stampa, doveva costringerlo a darla, come il Ministro Bonasi aveva costretto il giudice Arnone altra volta a darla contro l' avvocato Ruffo, di Reggio Calabria. Il Procuratore del Re Mercadante invece di seguire la via corretta che gli era imposta di percorrere dalla propria dignità tentò qualche sozza e impalpabile insinuazione contro di me, e al mio formale invito di dare forma concreta alla insinuazione per dargli querela per diffamazione egli rispose ... col silenzio, e dichiarò che gli bastava la fiducia dei propri superiori. Aveva ragione. La fiducia che accordano agli indegni costituisce la colpa più spaventevole e la maggiore responsabilttà dei Ministri di grazia e giustizia del Regno d' Italia. Quella fiducia, comunque accordata, assicura la impunità ai magistrati indegni, li incoraggia a malfare; e rappresenta il germe malefico del contagio. Date queste premesse, l'attitudine della magistratura nel caso Salomone corrispose a ciò che potevasi prevedere ? Completamente; la corrispondenza fu di una spaventevole precisione. Eccone la breve dimostrazione: 1° Avvenuta l'uccisione del Giordano il giorno di domenica ed essendo chiuso il telegrafo in Barratfranca, il Pretore, come narra l'on. Altobelli nella sua grave intervista pubblicata dal Giornale d'Italia non potette trasmettere la notizia alla Procura Regia di Caltanissetta, che nelle prime ore del giorno seguente; ma il Procuratore del Re, preveggente fece richiesta di cattura non solo contro il Salomone, ma contro i possibili cooperatori e mandanti, e i mandanti furono subito trovati nei Vasapolli e nei Bonfirraro, che dopo poco tempo vennero arrestati. -2° Sì convalida l'arresto non ostante la fierissima protesta degli accusati, e senza sentire nemmeno uno dei parecchi testimoni da essi indicati subito a loro difesa. 3° Il 20 agosto 1905 fu inteso l'ultimo testimone; nello stesso giorno gli atti processuali vennero rimessi al Procuratore del Re. 4° Sempre nello stesso giorno 20 agosto il Procuratore del Re lesse i quattro volumi che formavano allora il processo, meditò, vagliò, e dettò la sua requisitoria che occupa quasi 60 pagzne di scrittura minutissima e ritornò gli atti al giudice istruttore ! 5° Il 22 agosto l'ordinanza di trasmissione che occupa quasi 50 pagine era già scritta copiata e rimessa cogli atti alla Sezione di accusa in Palermo. 6.° Fu certamente questa fretta che indusse il Proc. del Re ed il G. I. prima, il consigliere De Feo, dopo, a leggere in un documento del processo

RIVISTA POPOLARE 231 che riguardava Salamone, la firma del comm. Giordano mentre non si trattava che della firma di Girolamo Di Benedetto, e a desumere da quel docu • mento, anzi da quella pretesa firma, con htsso di argomenta 1ioni ..... la responsabilità dei Vasapolli e dei Bonfirraro ! La ragione della fretta l'ho esposta: si doveva impressionare prima la Giunta delle elezioni e la Camera dei Deputati e dopo il Comitato inquirente sulla elezione di Piazza Armerina. A questa fretta spaventevole del primu periodo fa poi riscontro la spaventevole lentezza posteriore che fa arrivare il processo alla fine della 22. a legislatura I Quattro lunghi anni.. ... 7<> Il processo in Sezione di accusa viene affidato al Sost. Procuratore Generale Dobelli: quello stesso magistrato, che aveva funzionato da Pubblico accusatore nel processo per rapina del Salomone ed a cui era stata denunziata, come ha narrato in un giornale giudiziario l' Avv. Gestivo, dal Giudice Istruttore la minaccia di uccidere il Giordano dopo la condanna. Per la mancanza assoluta di prova e per il movente dell'omicidio che a lui era noto il Dobelli per uno scrupolo eccessivo provoca dalla sezione dì accusa una istruzione suppletiva. 8° La seconda istruzione dura un anno ed è condotta col massimo rigore e colla massima obbiettività; i risultati furono tali, che indussero il Sost. Proc. Generale _Dobelli a chiedere il proscioglimento dei Vasapolli e dei Bonfirraro per mancanza di tracce di reato ..... e colla esplicita dichiarazione che tutte le tracce indicate nel processo come conducenti alla dimostrazione delle responsabilità loro si appalesavano o false o infide ..... 9° In sezione di accusa avviene questo: il Presidente Mazzella toglie l'ufficio di relatore al Consigliere Siringo, a cui spettava, secondo il Regolamento generale giudiziario, art. 316, per essere stato incaricato della istruzione suppletiva e secondo le corrette consuetudini, perchè da dieci anni era stato a capo dell'Ufficio d'istruzione del Tribunale di Palermo ed affida la relazione al Consigliere De Feo. 10° La sezione di accusa rinvia alle assise per semplice suspetto i Bonfirraro e i Vasapollì. E qui altra breve parentesi. Mercadante che da procuratore del Re aveva reso servigi al Marescalchi, a cui benefizio pareva istruito il processo contro i Bonfirraro e i Vasapolli contro ogni lume di logica, contro le ptoteste mie e dei Deputati Vassallo, Cascino e Di Scalea, quando la sua scandalos3 permanenza in Caltanisetta fu dimostrata impossibile, venne traslocato come Sost. Proc. Generale a Palermo, da cui dipende il Tribunale di Caltanis-etta. La Corte di Appello di Palermo era presieduta da quel magistrato servizievole, che fu staf. filato a oangue dal Presidente della Corte~di Cassazione di Palermo, Ferro Luzzi, per la incredibile sentenza Faravino; che fu insultato dall'avvocato Fileti in pubblica e solçnna udienza; e che ..... venne promosso a Firenze. La relazione tolta al Siringo dal Mazzella venne affidata al Consigliere De Feo, su cui esercitò influenza il Mercadante come affermò in pubblica udienza a Perugia il Commissario Menditto ..... 11° Dati" i primi precedenti che sono stati esposti la dlfesa dei Bonfirraro e dei Vasapolli domandò che il processo non fosse portato alle Assise di Caltanissetta dove vivevano ed esercitavano la professione e tutta la loro influenza l'ex deputato Marescalchi e il suo competitore vittorioso on. Cascino, cioè i due maggiori interessati nel senso politico, nel processo. Ma la Cassazione respinse la richiesta e volle che il processo si svolgesse alle Assise di Cal tani sse tta. Dopo una sessantina di drammatiche udienze, dopo che la difesa per venire alla decisione aveva rinunziato ad un centinaio di testimoni, quando da tutte le manifestazioni unanime dell'ambiente parve sicur:.!. l'assoluzione dei poveri Vasapolli e Bonfirraro, la- parte civile - rappresentata, è bene ripeterlo, da chi avev'l interesse politico a farli condannan~ - avanza essa la legittima suspicione ... E la Corte di Cassazione, compiacente sempre, accorda all' accusa, al termine della discussione innanzi alle Assise di C~ltèlnissetta, ciò _che aveva negato alla difesa prima che cominciasse lo svolgimento del processo. 12° Quale l'epilogo di questa serie di anormalità giudiziarie che sono delle vere infamie morali? Queste; ed enormi: a) il Pubblico Ministero De Martino, di accordo colla parte civile - non più rappresentata dall'interessato politico-dinanzi alle assise di Perugia rinunziò all'accusa contro i Bonfìrraro e i Vasapolli mantenuto scelleratamP.nte in prigione per quasi quattro anni; b) lo stesso Pubblico Ministero più che altro, per malinteso spirito di corpo, da pubblico accusatore dovette tramutarsi in pubblico difensore ::!ella magistratura, che era stata messa alla gogna da Carlo Altobelli con parole fierissime ed alte; c) i giurati di Perugia per dare sanzione alle risultanze del processo, non potendo colpire i magistrati iniqui, mandarono indenne da ogni pena Salomone reo confesso dell' omicidio del Comm. Giordano, rispondendo negativamente al quesito della colpevolezza. + Tutto ciò che risulta dal processo Salomone e dagli altri impallidisce di fronte al processo Pappalardo e per l'assassinio di un certo Sava. Questo processo sembra un romanzo di Gaboriau, ma è una storia vera per quanto triste e dolorosa ed io raccomandando a gli amici, alla stampa tutta la narnarrazione sobria che ne fa l'avv. Luigi Colajanni, che alla difesa di un innocente e oovero contadino, si consacrò coll'entusiasmo di un apostolo, sì da costringere all'ammirazione il Pubblico Ministero, contro il quale più volte si era levato fierissimo. Le poche considerazioni colle quali chiude Luigi Colajanni, però hanno bisogno di essere ampliate, completate. La serie dei processi di cui mi sono occupato non serve che a completare nefastamente, terribilmente l'azione di quei fattori politici e morali, che in Sicilia dettero alla mafia la influenza e la forma attL1ali; di quei fattori che mi fecero conchiudere con quell'apoftegma, che parve c·alunnioso e di ~n pessimismo esagerato, 1.1 che ve11ne fatto proprio ad u uomo di governo, che ·f e forse ancora è il prediletto dell'on. Giolitti. Hc.. nominato Angelo MaJorana. Egli convenne cJn me : il governo italiano in Sicilia é stato il più grande mafioso. Orbene l'amministrazione della giustizia in Si.- cilia è tale frequentemente - con fre uenza inverosimile ed incredibile se non fosse vera - da autorizzare la credenza : che la gi ust1zia della m~fia si~ preferibile a quella amministrata da c~rti mag1str~t1l Questo non è un paradoss); ma e una conv111zione che penetra incoscientemente nell~ mas~e ~ le domina determinando correlative man1festaz1on1 in ogni campo e in ogni forma dell'attività politica e sociale. E' smarrito completamente il ~en~o de_ll_alegalità; di che si ha la prova nelle el~z1om _polit1ch~,_nell~ decisioni e nella vita dei corpi locali, nelle liti, nei concorsi, in tutto. A chi vi chiede un favore, un

232 RIVISTA POPOLARE privilegio. una raccomandazione, un atto illecitoeJ ai deputati vengono continuamente e insistematicamente tali richieste - se ones.amente rispondete, che ciò è scorretto, è contrario alla legge, vi sentite rispondere o con un sorriso di compassione o con una insultante sghignazzata. Chi invoca la legge o la correttezza per giustificare il proprio rifiuto: o passa per un imbecille; o per un mendace imbroglione, che rifiuta all'uno ciò che avrà concesso ad un altro per interesse elettorale, per amicizia, per laido com penso pecunia rio. La cultL~ra, il coraggio, l'onestà del L'eputato, del consigliere provinciale, del Sindaco, del funzion1rio sono tenute in uno scarsissimo conto; solo come qualità formali, decorative. Ciò che si apprezza è quella forza indefinibile e imponderabile, ch'è peggiore dell'omonima malattia biologica: la influenr_a. Di questo terribile pervertimento è responsabile lo Stato colla sua azione politica e colla sua amministrazione dell' ..... ingiustizia. Non si può pensare alla rigenerazione se non vengono meno le cause che hanno generato le morbose condizioni attuali; se lo =,tato non agisce in senso in verso a quello in cui sinora ha agito. E l'opera di rigenerazione deve cominciare sopratutto dalla mag;stratura, dall' aG.1rninistrazione della giustizia. Che cosa si è fatto in questa direzione dal 1904 in poi, dal giorno in cui cominciai la campagna che mi ha procurato tante amarezze, ma di cui vaJ;) orgoglioso come dell' episodio più meritorio della mia vita di deputato e di pubblicista? Qualche cosa, anche molto, si è fatto nella provincia di Caltanissetta, cui mirarono più direttamente i miei primi sforzi; ivi siamo già In condizioni normali; vi sono bravi magistrati che amministrano giustizia. Non posso generalizzare sulle altre provincie dell'isola, perche mi mancano notizie esatte che mi per· mettano un giudizio coscenzioso. So, però, che si sta malissimo a Palermo, cioè nella circoscrizione giudiziaria, dove è più alta la criminalità omicida, quella che disonora l'isola. Vi sono numerosi certamente i magistrati eccellenti sotto tutti i punti di vista; però i buoni ma {ìacchi e timidi si sentono scoraggiati da cene promozioni e da certe concentrazioni; i malvagi, invece, se ne sentono rinfrancati per osare sempre più e sempre più amministrare la giustizia in guisa da rendere preferibile quella amm1nistrata ..... dalla mafia. Si è visto premiato e promosso il Mazzella; ora per rendere accettabile tale promozione bisogna va punire come un diffamatore il Presidente della Cassazione Ferro-Luzzi. Si è visto premiato e promosso il DeFeo; ed egli è il complice del Mazzella e il maggiore responsabile del processo contro i Bonfi.r raro e i Vasapolli. Si è visto premiato e promosso il Mercadante; ed egli che si era reso incompatibile a Caltanissetta venne promosso a Palermo, da cui Cal ranissctta dipende, senza che abbia mai osato smentire una sola delle nu.merose e gravi accuse che furono da me formulate contro di lui nel Parlamento prima e nella stampa, sotto la mia personale responsabilità, dopo. Si è visto iniìne premiato e promosso, sempre a Palermo, il Mondio, quello del processo Materazzo e d.el processo Pappalardo, che non può essere considerato come un errore giudiziario, ma come un grande delitto della ... giustizia amministrata dalla nos~1a magistratura. Ora nell'alta magistratura di Palermo, da cui prende norme ed inspirazione quelle della più importante circoscrizione giudiziarie dell'isola: importante per popolazione - comprende quattro pro• vincic: Palermo, Trapani, Girgenti e Caltanissetta - e per gravissima criminalità; nell'alta iuagistra tura d • Palermo, ripeto, possono due magistrati eminentissimi sotto ogni rapporto, come il Mortara e il Riccobono, che vi sono stati da recenti promossi, neutralizzare l'opera nefasta della triade DcfeoMercadante-Mondio? E ci può es.,ere retta ed efficace amministrazione della giustizia dove una parte della magistratura deve vivere sospettosa dell'altra, invigilarla e correggerne l'azione, se e quando lo può? Sottopon~o il quesito a Vittorio Emmanuele Orlando. Egli da m1111stroguardasigilli si ha acquistato non poche e non piccole benemerenze. Vegga lui se non sia il caso di acquistarne delle maggiori o correggendo qualche errore da lui stesso commesso, o riparando a qualche dimenticanza. Se il ministro guardasigilli, che ne ha il potere e il dovere saprà correggere e riparare - ed ha la mente e l'energia per farlo - egli avrà reso un grande servizio all'isola sua natia che egli ama, ne avrà preparata la rigenerazione morale ed avrà raggiunto una più alta e generale finalità restituendo nelle popolazioni italiane la fede nell'amministrazione della giustizia. DoTT. Ì'~AP. CoLAJANNI II. 11processorappalardo 1() Il giovane Sindaco di Belpasso, Avv. Filippo Sava,aveva uno ziu di anni 72,a nome SavaAntonino, senza prole, che con. testamento notarile avevalo istituito erede. Nei primi mesi del 1903 il vecchio zio fu preso da una forte passione per una giovina donna, Mio Giuseppina, ed espresse il fermo proponimento di sposarla. Ciò suscì tò le ire di tutte le persone della famiglia Sava e massime del detto nipote e futuro erede Avv. Filippo, che fece ripetutamente minacciare il vecchio, anche a mezzo di certo Santo Guglielmino, autorevole pregiudicato del paese. Inoltre _lo fece sorvegliare da certo Leotta, il quale, un giorno aggredì il vecchio e lo percosse dinanzi alla porta della tidaòzata. Ne seguì un procedi .. ento penale nel quale i Sava parteggiarono pel Leotta, prestandogli denaro e procurandogli testi a discolpa. Ma ciò inacerbì la passione del vecchio che in una sua lettera lasciò scritto così: cc Capisco che le minaccie .« sono per la roba che perde mio nipote, ma c' è cc un rimedio: un testamento ad altri, e così farò. cc Frattanto vado dal Questore a denunziare le mi- « nacce e faccio il matrimonio con legge e chiesa ». Difatti .e. g!i depositò un nuovo testamento segreto · presso un notaro e fece sapere di avere istituiti eredi dieci estranei. Indi condusse con sè l'amante e chiese al Municipio il rilascio dei certificati di stato libero. Ma il Sindaco, cioè il nipote Avv. Sava, negò di rilasciarli, così che il vecchio denunziò tal fatto al Procuratore del Re di Catania. Allora i i certi(ìcati furono rih.sciati, ma il Sindaco si accordò con gli zii Agatino e Canonico Gaetano, cioè coi fratelli dell'Antonino, e da uno di essi ne fece proporre l'interdizione. 11 Tribunale ordinò, come di legge, la convocazione del Consiglio di famiglia, che fu dal Pretore fissata pel giorno 1 Dicembre 1903. 11 30 Novembre, cioè un giorno prima di quello fissato per la detta aJunanza, un carrettiere si reca dal vecchio Sava e tenta di stabilire con lui, per l'indomani, una gita ad un fondo, di proprietà di detto Sava, a motivo di una compra-vendita di paglia, ma questi gli risponde che potrà recarsi al-

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