204 RIVISTA POPOLARE cc e felice risultato hanno inteso negli ultimi anni " i solet·ti vitiçultori della provincia trapanese >>. La mirabile ene1·gia dei solerti siciliani non si volge alla cerealicoltura come alla viticoltura? Ecco l'indagine da fare. + L' on. Monternartini ha voluto ricordare a Colajanni il volume sui Campi dimostrativi di concimatione, ecc. Ma egli avrebbe fatto meglio a consigliarne la lettura ai suoi colleghi in socialismo, on. Bentini, Agnini, ecc. che si divertono a parlare del mezzogiorno senza darsi cura di studiarlo e di conoscerlo. A costoro, che negarono ogni progresso dell'a~ricoltura italiana in genere e di quella meridionale in ispecie colla sicumera dei fanatici, necessariamente inesatti e partigiani perchè fanatici, vogliamo risparmiare la lettura poco divertente del volume richiamando la loro attenzione su qualche pagina soltanto (1). L'on. Colajanni nel suo discorso alla Camera e noi nell'articolo del N. 7 abbiamo documentato come fossero nel falso coloro che predicando contro r ignavia e la poltroneria dei meridionali negavano ogni progresso della granicoltura nel mezzogiorno e in Sicilia. L'on. Rainieri, un vero competente aveva detto alla Carnera che il progresso si poteva misurarlo dal consumo dei concimi chimici. E noi ricordammo che in Sicilia da 4000 quintali in dieci anni si era passati a 365,000 quintali. Ecco qualche altra notizia che prendiamo dalle relazioni delle Cattedre ambulanti e di altre istituzioni, cui furono affidati i Campi dimostrativi ecc. Nel giudizio com plesso sulla regione adriatica meridionale si osserva: cc tutti indistintamente i dice rettori degli esperimenti accennano all'accresciuto « consumo dei concimi chimici, all'aumento dei fo- « raggi, del bestiame e all'aumentata produr_ione del <e frumento » (pag. 37). Nel circondario di Sulmona « la resa media del frumento era prima di quintali 13 e mezzo circa per ettaro; attualmente sarebbe di quintali 18, riferendosi sempre a terre mediocrernen te fertili, (pagina 40). La fabbrica di concimi chimici di Barletta produsse circa 4r quintali di perfosfati nel 1904; ar.:. rivò a 51,579 nel 1906. La vendita crebbe da 27,511 quintali nel 1902 a 51,579 nel 1906. Anche l'uso delle macchine si è esteso (pag. 44). In provincia di Bari quasi tutti i proprietarii presso i quali furono impiantati i campi di concimazione han no modificato le loro rotazioni. Molti altri proprietari del luogo hanno seguito tale esempio (pag. 45). ( 1) L 'a nonim0 presentatore dei risultati dei Campi dimo - mostrativi nel Capo 1° sulle Noti 1 ie generali scrive: « E' « doloroso constatarlo, ma la produzione granari~ italiana non « si è accresciuta ~e ;:mre non tende a diminuire, come lo di- « mostrerebbero le statistiche di quest'ultimo trentennio. Non « si hanno dati precisi per stabilire assolutamente quale sia << in Italia la superficie del terreno coltivato a grano ; sì cal- « cola per altro che essa si aggiri sui quattro milioni e mezzo ~ di ettari, la cui produ,iene raggiunge appena una media an- « nuale cli 44 milio~i di ettolitri di frumento » (pag. 6). Ora da altre pubblicazioni ufficiali dello stesso ministero di agricoltura e commercio risulta che la produzione media del 1901 1905 fu di circa 57 milioni di ettolitri; di 62 milioni quella degli ultimi anni. Qual' è il documento ufficiale che ha detto il falso? La statistica agraria in Italia, coma altrove, è incerta assai; ma il ministro di agricoltura e commercio dovrebbe raccomandare ·ai suoi funzionari di evitare certe contraddizioni' che &ervono solo a discreditarla. r La cattedra ambulante di Campobasso qÙando cominciò a funzionare nel 1900 consumò 29 quintali di concimi; ne consumò 10,000 nel 1907; si diffondono, benchè lentamente, le buone macchi ne agricole; si modificarono le rotazioni; aumentò la resa media del frumento (pag. 57). In provincia di Chieti in pochi anni si è ari ivato a 18,000 quintali; si diffonde l'uso delle macchine agricole, divengono più razionali le rotazioni (pag. 61). A Brindisi da 3,500 quintali nel 1902 si è arrivato a 25,000 nel 1906. E' aumentata la produzione foraggera e granaria, si è accresciuto e migliorato il bestiame (pag. 70). A Benevento da quintali 800 nel 1904 si è arrivato a 15,000 nel 1906 (pag. 89). A Piedi monte di Alife da 914 quintali nel 1903 a 7000 nel 1907 (pag. 98) a Sora e Gaeta da pochi quintali nel 1900 a 60,000 nel 1906 (pag. 98). Nella pianura del Ionio, dove appunto la coltura dei cereali si esercita intensivamente souo diffusi gli aratri, gli erpici, gli svecciatoi (pag. 104). Non ci vuole adunque un bel coraggio per affermare che nulla si è fatto e si fa nel mezzogiorno? Ma il progresso è lento! Sicuro: sono dapertutto lentissimi i progressi agrari; devono esserlo di più nel mezzogiorno dove la natura del terreno e del clima, l'ignoranza e la mancanza di capitali costituiscono specialissimi ostacoli. Assai tardi sì è cominciato a sperimentare; tardissimo il governo ha aperto scuole agrarie pratiche; ma in tempo brevissimo si sono ottenuti miracoli l E non sono mancati gli esperimenti falliti, che naturalmente hanno dovuto esercitare una perniciosa influenza. Così il direttore della Scuola pratica di agricoltura di Cerignola scrisse nel 190 5 : cc I risultati dei 5 campi sperimentali non furono cc soddisfacenti. A sintetizzare il concetto informa- « tore dei campi dimostra ti vi, rni pare si possa dire e< che il loro scopo fu_quello di dimostrare ai col- « tivatori come usando i concimi chimici la spesa « per il loro acquisto si ritrova nel maggior pro- (< dotto e avanza anche un margine di guadagno, « che incoraggia all'uso dei concimi stessi. Ora i « risultati avuti in quattro su cinque campi sono « negativi, cioè che non solo manca in essi un marce gine di guadagno ma nel prodotto non si trova <e nepp~r~ tutta la spesa sostenuta per l'acquisto dei <e conci m1. « E conclude col fare molte riserve sull'efficacia « dei concimi chimici impi•egati nella concimazione « di alcune terre di Puglia >> (pag. 68). Infine il redattore della pubblicazione ufficiale, di cui in nota da principio abbiamo rilevato le audaci e inesatte affermazioni sul progresso agricolo conclude il libro sui Campi sperimentali con queste parole : cc Certo che nel mezzogiorno siamo ben lon- « tani dal raggiungere quella cospicua cifra di quin- « tali di concimi che si consuma nelle provincie cc del Nord e in ìspecial modo nella Val Padana, « date le condir_ioni del clima e le difficoltà di irri- « gazione nell' Italia mtridionale; ma é l' indice con- <c fortante che il miglioramento agricolo e~iste e che « non teme sosta nella sua lenta, ma sicura ascen- « sione >> (pag. 217). ♦ Nel numero scorso ricordando i nomi di alcuni baroni e latifondisti di Sicilia benemeriti dell'agricoltura non fecemmo il nome di alcuni meridionali del continente. Oggi ripariamo in parte rammentandone uno solo che vale per cento: il senatore Visocchi scomparso da recente. Egli prima, o contemporaneamente e certo indipendentemente dal Solari, tanto giustamente celebrato, iniziò il sovescio in provincia di Caserta.
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