202 RIVISTA lascerei presto mettere mori combattimi;:nto senza neanche procurarti l'onore e il piacere di avert:: vinto un forte avversario. Affamo solo una cosa che non può venire smentita: il ribasso, anche eccessivo, dei prt::zz1 di certe derrate agricole non conduce sempre ali' abbandono della loro cultura , ma spinge dove è possibile, ad intensificarla. Noi viticoltori, per esempio, da quando la crisi ci stringe alle reni, in molti posti invece di abbandonare la vite ci siamo sforzati di ricavarne un prodotto unitario agricolo maggiore ( 1). Ed io penso che altrettanto dovrebte fare, per gran parte d'Italia, un ribasso ciel prezzo dd grano in riguardo alla granicoltura. Ma tu m'interrompi come hai interrotto Raineri: e dove cè da combattere la meteo, okgia? PerJona, ma da buon naturalista rispondo che la meteorologia ed il Padre EternJ non si combattono col protezionismo doganale. E mi spi:.'.go. Certamente avrai visto il volumetto pubblicato in questi u1timi mesi dal min:stero di agricoltura, coi primi risultati dei campi sperimentali i<stituiti nelle vostre provincie. Dai conti colturali che ivi si danno, io credo che quando ìl prezzo dd grano è a 24, 25 lire al quintale (e !"Einaudi ha lucidamente dimostrato che anche senza dazi doganali difficilmente sì scendtrebbe al disotte,), la granicoltura in molte provincie è, poco sì, ma un po redditiva anche coll'aratro a chiodo, e diventa largamente rimu:1erativa oppena si adottino (e levando la protezione doganale: sarebbe stimolata l'ado7ione) metodi un po' razionali di cultura. In certe provincie invece, anche coi sistemi migliori, vendendo a 2 5, si perde, anzi si perde di più colla culturo moderna che con quella arretrata la quale ri • chiede nessun anticipo dì capitali. E' in queste provincit che c'è da combattere colla meteorologia e col Padre Eterno, ma io là vorrei che non si coltiva-sse il grano, poichè là prima della granicoltura deve pa, ·sare avanti tlitto quel qiagnifico programma agrario cht: ha svolto il Raineri (rimboschimenti, rassodamenti, bonifiche, opere idrauliche ecc.). cui vi daremmo volentieri l'appoggio dei nostri entusiasmi, ma che per ora non è neancht: allo studio! Continueremo noi a tent:re alto artificialmente il prezzo del grano, fino a programma compiuto, per vedt:re attiva in quelle regioni una cultura che ailo stato 9.ttuale non può a meno di •iu• scire danncsa alle provincie medesime (rendendo in apparenza meno necessari i lavori di r,mboschimento, rassodamento ecc.), e dannosa all 'intiera nazio:·ie per la quale fa aumentare la media. del costo di produzione del primo alimento? Vorrem mo noi ostinarci a compiere una opera inutile, contro la Paura? Tutti aspiriamo comt: te a vedere aumentata la produzione n_azionale, ma tale aumt n: o deve venire da un'intensificazione della cultura nelle terre dove essa è possibile, non da una estensione di essa là dove sarebbero più redditive colture diverse. E fa protezione doganale temo favorisca più I' esten sìone che i'intensificazicne: vorrei che i dati statistici da te riferiti nei rapporti tra produzione e protezione; considerassero enche l'estensione della suptrficie coltivata, e vorrei si po tesso sapere quanta parte dei sacrificii che facciamo va mi• seramente perduta là dove le condizioni meteoriche e geofisicht: ri-:hiedono protezioni e sacrifici di ben altra natura. Intanto mentre voi vi sforzate a vincere, col protezionismo doganale, gli avversi fattori naturali, i grossi proprietari (spe eia/mente del Nord) delle terre più adatte, in nome vostro ma non per conto vostro , intascano rlegli utili di cui non avrebbero bisogno e che· noi non vorremmo pagare I (2) Non insisto sulla portata finanziaria della abolizione del dazio sul grano. A parte anche la considerazioae che il bi lancio fisiologico c1ei cittadini d0vrebbe preoccupare almeno quanto quello finanziario dello Stato, se, come e a sperarsi, con o senza protezionismo (io credo che senza sì farebbe piu predto) si riescirà ad aumentare la produzione nazionale, lo Erario ctovrà pure fare a meno di questo cespite d'entrata I Ecco le mie osservazioni. Ora criticale il più benignamente possi'::>ile. Saluti cordiali dal tuo LUIGI MONTEMARTINI (1) Richiamo su questo fatto l'attenzione di coloro che sosten gono il dazio snl grano per far diminuire la produzione del vino, e per e.lare un vantaggio anche ai nostri viticoltori. Noi ringraziamo di tale buona intenzione, ma assicuriamo che in molti posti l',~ttuttle sperequ:tzione, aumentata anche artificialmente tra i prezzi dei vari prodotti, rende ancor più dolorose le condi~ioni di quelli che, abituati a cambiare un ettolitro di vino per avere un c1ui1.tale e mezzo di grano, devono ora dare tre ettolitri per un solo quintale. z. m. (2) Il corsivo è di Montemartini. La Rivista POPOLARE + All' osservazione del Montemartini relativa al prezzo di L. 25 al quintale, che egli crede acquisito definitivamente risponderemo dopo che avremo esposto il ragionamento dell'Einaudi; così pure a quelle sulle condizioq.i climatologiche e geologiche risponderemo - oltre ciò che avevamo detto nel numero precedente della Rivista colle paro le di un tale, la cui autorità vale più della nostra e che, speriamo, non vorrà mettere in dubbio il nostro cortese contraddittore; ed a più esatto apprezzamento sull'agricoltura del Mezzogiorno noi lo ricondurremo precisamente coi dati e colle considerazioni della pubblicazione, cui egli ci rinvia : I campi dimostrativi di concimaz.ione indiretta del frumento (1). Intanto rileviamo che il Montemartini parafrasando e male interpetrando l'interruzione dell' on. Colajanni all'on. Rainìeri sulla influenza del clima nel mezzogiorno da buon natun:ilista osserva che la metereologia ed il padre eterno non si combattono col protez.ionismo doganale. Chi l'ha mai pensato? Colajanni ricordò l'avver· sità di Giove Pluvio , per ricondurre alla ragione coloro che attribuiscono alla solita poltroneria dei meridionali la scarsa produzione unitaria del mezzogiorno e che con imperdonabile leggerezza dimenticano o ignorano che negli ultimi due anni fu scarsissima tale produzione a causa della ostinatissima siccità. Ai liberisti che dimenticano o ignorano tutto ciò si ricorda che il protezionismo se non può fare venire la pioggia , può invece compensare i danni delle siccità. Ma il Montemartini pensa che il ribasso dei prezzi non costringe necessariamente ad abbandonare una coltura, ma ad intensificarla. Questa obbiezione s'infrange o meglio si riduce ad una bolla di sapone di fronte ali' esperienza che vale più delle chiacchiere. La riduzione del prezzo non intensificò la coltura del grano in Inghilterra; non la intensificò in Italia sino al 1887. Questi due esempi, di una eloquenza schiacciante, che furono da noi ricordati nel numero precedente, sono conclusivi e distruggono la speranza che nutre il nostro egregio contraddittore sulla pretesa azione stimolatrice del liberismo. E' liberista rigidissima la prima; era liberista l'Italia sino al 1887. Intanto in Inghilterra la granicoltura si ridusse definitivamente di oltre il 50 °/ 0 ; si ridusse pure in Italia e si allargò di nuovo e si intensificò in pari tempo dopo il r 888. La virtù stimo latrice , se i fatti dev.J no valere più delle chiacchiere, in Italia come in Francia, come in Germania , come negli Stati Uniti, pare che si debba riconoscere nella politica protezionista. Il liberismo, in Italia come in Inghilterra, esercitò o esercita una terribile azione deprimente! Il Montemartini, more solito, riconosce che in molte provincie del mezzogiorno il clima e il suolo non sono adatti per.la coltivazione del gra~o ed esalta i provvedimenti consigliati dall' on. Ra1nieri - rimboschimenti, sbarramenti ecc. - Anche noi li abbiamo esaltati; e noi sono degli anni che li' abbiamo chiesti. E non sono venute I Non possono venire, mettendocisi di buzzo buono sin da ora, come fattori efficientì di rigenerazione che fra venti anni ..... Quando verranno e daranno la loro efficienza l'allevamento alla stalla potrà riuscire più proficuo; ma non risolverà il problema demografico, di cui ( 1) Roma. Ministero di agricoltura , industria e comme,·- cio, 1909.
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