Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 8 - 30 aprile 1909

RIVISTA POPOLARE 215 L'opera del Majorana , du,que, a questo intende , precisamente: a dare a chi abbia la stoffa ddl' oratore quegli ammaestramenti che valgano a non fargliela sciupare con errori di principio o di metodo : a mostrargli i pregi e i difetti , i vantaggi ed i guai della semplice lettura da una parte e della audace improvvisazione dall' altra, e , nel giusto mezzo , del discorso parlato con la guida di appunti schematici ben pre - parati e ruminati in anticipazione; ad istruirlo sulle condizirni fisiche dell'orazione, vocali e mimiche, verbali e musicali, e sulle condizioni intellettive, memoria ed attenzione, fantasia e dottrina, e sulle condizioni morali , sentimento e probità, coraggio e fede; ad ammaestra ·lo, poi, il futuro oratore, intorno alle sue relazioni con l' uditorio , con l' « orribile mostro » dalle cento teste e dai mille occhi, nervoso, mutevole, maligno , difficile, ironico, suggestionabile, che ora intende , ora fraintende, ora pende dalle labbra <li chi parla, ora si distrae e più non gli bada, ora si abbandona docile c0me un bimbo, ora si ribella e reagisce come un nemico. Infine , il Majorana passa ad a:1alizzare ad una ad una le forme pratiche dell'eloquenza, così svariate, e a determinarne i caratteri ed a tracciarne le norme: l'eloquenza didattica, serena e precisa, semplice e famigli-are, che ascende per gradi dalla scuola elementare alla media, e da questa ali' universi· taria , a mano a mano spersonalizzandosi e stilizzandosi , e ramificandoi;i ed estendendosi alle conferenze, alle accademie, ai congressi; l'eloquenza ufficiale, quella ricamata ed impen · nacchiata delle inaugurazioni, delle cerimonie, delle commemorazioni, dei ricevimenti, dei banchetti, delle solennità; l'eloquenza politica, tribunizia , elettorale , diplomatica , militare, parlamentare; l'eloquenza religiosa , del sacerdote, del quare• simalista, del missionario, dell'apostolo, del profeta, del rifor matore, magari dell'eresiarca; l'eloquenza giudiziaria, infine, l'eloquenza degli avvocati e dei magistrati , civile e penale, nei suoi disparati elementi, sentimentali, giuridici, scientifici, nei suoi vari fattori, i giudici togati o giurati , gli avversari, i clienti, i periti, gl'imputati, il pubblico delle tribune e quello delle vie, la stampa, l'opinione pubblica .... * A proposito d'avvocati: ho ricevuto da un pezzo una rac - colta , compilata da Giacomo Morgante , librajo antiquario, d' EPIGRAMMI SUGLI AVVOCATI E SUI MEDICI, tratta dai più diversi autori e seguita da un centinajo di frecciate dello stesso compilatore (Torino, Soc. Tip. Edit. Nazion.) : gli autori, dunque, sono svariatissimi, dall' Alamanni al Guidi, dal Bettinelli al Gargallo, dal Loredano al Pananti, dal Passeroni al Rosa, dal Sabbatini al Re; ma la materia, per quanto gustosa e dro!?ata, è alquanto monotona, nella sua artata enormità: il saggio isolato si apprezza certo più e meglio del libro. Diamo dunque il saggio, o meglio qualche saggio : « Un povero cliente all'avvocato un pollo regalò bell'e spiumato: Signor, dicendo p1en di cortesia, con questo v' vffro la_ persona mia • (Cesare Masini). , Cenò con noi Leandro allegramente , poi nella notte è morto d'accidente. Ma come mai? Dal medico Barbetta sognò d'avere avuta una ricetta » (Zefirino Re). « Il capo d'una banda di briganti mandò il figlio in città a studiar leggi all'università, dicendogli: tu almen, come avvocato, presto potrai rubar buoni contanti senza andar carcerato 11 (Giacomo Morgante). « Spiccialetti , il dottor , per fare il nobile, va spesso in automobile. Non è ver: sento dir ch'egli ci vada per accoppar la gente anche in istrada • (fdem). * L'affinità, se non dell' argomento, del genere letterario, mi porta a mettere qui un altro saporitissimo libro, quello delle FAVOLE ED APOLOGHI SOCIALI di Carlo Contini (Milano, Treves), libro tutto originale, tutto fresco, tutto arguto, e, per la materia, infinitamente più vario, e, per la forma, molto più eletto di quello del Morgante: buono scrittore e sottile umorista, sicuro conoscitore, e moderno , dei costumi degli animali e delle pecche degli uomini , il Contini compone queste aue brevi e nitide pagine senza nessun partito preso, nè politico, nè filosofico. nè religioso, facendosi semplicemente, modestamente , rettamente , il portavoce del buon senso e del giusto criterio umano , di fronte a tutti i traviamenti e a tutte le aberrazioni comuni. Sentite: i Nel vangare, l'ortolano recideva quanti lombrici dissotterrava. Trillò il grillo impietosito: Se sapesse quanto si travagliano a suo pro' I Soggiunse un lombrico: Dei monche - rini nostri si formeranno due soggetti; l'uomo ne conculca, ·e noi gli radjoppiamo il beneficio ... ; ma l'attendiamo sotterra ! E il grillo: Terribile, la ven..-ietta degli umili ! • E sentite quest'altra: ~ Alcune mosche dorate , con gran bisbiglio, studiavansi di muovere ad ammirazione il grillo : ma questo, rintanando, trillò : Di certo, v'ha qualche sJZzura qua presso: sempre, le ricchezze sfrontate ànno putrida culla •. E ancora: ~ Una giovinetta formica, estatica mirava I' incesso di un julo , che in armonica successione moveva le cento paja di gambe. L'anziana spiegavate, come quell'essere fosse un insieme d'individui stcettamente collegati: Il segreto, soggiungeva, sta nel farli agire ordinatamente. Ne volete la chiave? (disse il julo): alla volontà collettiva, fate presiedere . una testa forte ». E infine: • Saputo che le disoccupate offrivansi a vil prezzo, le api. operaie in servizio, convocatele , strinsero l'intesa di sostentarle, rerchè desistessero dalla dannosa gara. La regina le apostrofò: Voi violate la libertà del lavoro ! E le anziane: Della libertà intenerisci sol quando ti guastiamo l'interesse. È forse libero chi deve vendersi per fame? ,1 O mi sbaglio, o anche le bestie, dai tempi d'Esopo e di Fedro, e da quelli, pure, dd Lafontaine e dèl Clasio, si sono terribilmente evolute, e minacciano d'inscriversi anch'esse ai partiti dd << blocco , ! Attento, GioJitti ! Il giorno stesso io cui ricevevo dalle mani dell'usciere l'ordine di comparire personalmente davanti alla Corte d' Assise a prestarvi servizio come giurato ordinario nelia seconda quindicina di marzo , ricevevo pure dall'editore Sandron di Palermo il volume di De Sarlo e Calò su LA PATOLOGIA MENTALE in rapporto ali' etica ed al diritto, la cui lettura doveva ser · virmi di eccellente preparazione ali' adempimento dell'arduo e penoso dovere. Gl' illustri autori vi trattano infatti della normalità della condotta, e dei concetti d'imputabilità e di responsabilità rispetto ai deviamenti e ai traviamenti da tale normalìtà ; vi analizzano le varie forme di aberrazione e di degenerazione della volontà e del!' attività umane, in rapporto con le loro cause ereditarie od individuali patologiche, artritismo, nevrastenia, tisi , :;ifi.lide, alcoolismo, scrofola , eccetera , e con le altre e non meno poderose determinanti esterne, economiche, mor11li, i;ociali, intellettuali, politiche, religiose, e via dicendo; vi discutono della volontà libera come fonte dell' anormalità etico giuridica , nel senso che la volonta è libera realmente soltanto quando si sottragga a tutte le forze inibitrici, a tutti i contrasti del dovere, a tutti i freni della ragione, come appunto accade nei criminali e nei pazzi; vi si ricerca quindi quale sia il vero fondamento della responsabilità, e, dopo una larga critica delle discordi teorie che ancora tengono il campo oggidì , lo si pone nell' integrità della persona psichica , e si gradua la responsabilità stessa >t seconda dello sviluppo cui siano giunte nel soggetto l'intelligenza e la volontà, e dell'im

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==