Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 8 - 30 aprile 1909

l{lVISTA POPOLARl: ~11 esserlo per un partito a base di religione; giacchè esso , per natura sua intrinseca , transazioni non dovrebbe ammetterne. I clericali , invece , hanno adottato la tattica di tutti gli altri partiti, cioè di transigere quando occorre. Ma nella transazione hanno avutG anche meno scrupoli degli altri partiti. Spesso non si sono lasciati imporre un ritegno dalla mancanza di affinità; hanno accettato come loro candidati pertìno dei massoni notorii; la stessa S. Sede è arrivata a togliere il non expedit a beneficio di costoro, povera religione I (r) Perchè Gesù Cristo non torna in terra a scacciare i mercanti dal tempio? Di fronte a questi scandali, il patrocinio clericale ài candidature di liberali, i quali occasionalmente non dicono verbo sui loro sentimenti, caso comunissimo, diventa una bazzecola. Il clericalismo alla Camera rappresenta, dunque, almeno attualmente un male, non solo come pegno per la ripristinazione del confessionismo, ma anche quale manifestazione di ipocrisia; ipocrisia da parte del governo, dei candidati e deputati clericali, del partito clericale stesso. E' l'epidemia disgraziatamente si allarga, ed infetta anche il campo liberale. Come i candidati clericali generalmente non osano proclamarsi tali, così, analogamente e per ragioni in parte analoghe, parecchi candidati liberali non hanno il coraggio di manifestare tutte le loro idee; mantengono l'eti- .chetta di liberali, ma non ardiscono di dichiararsi anticlericali, neppure quando tali siano i loro precedenti; perchè altrimenti perderebbero l'appoggio o la neutralità dei clericali, che , in molti collegi, anche quando non rappresentino la maggioranza, sono già una forza. La dissimulazione, è dunque diventata una regola di galateo politico. E non solo pei candidati e pei partiti nel momento delle elezioni , ma anche pei riusciti a deputati, che poi sono obbligati a proseguire in questa condotta per evitare di perdere a suo tempo il collegio. E non solo pei clericali, ma anche pei liberali. L'iniezione dell'equivoco arriva per conseguenza al Governo. Questo, da una parte, ne è già stato autore, dall'altra poi, deve finire col sopportarne le conseguenze, che mano mano diventeranno più gravi di guanto esso aveva immaginato. • Un governo parlamentare, non potendo prescindere dalla maggioranza, disposto, quando voglia ad ogni costo restare al potere, a transigere, deve fare i conti coi vari gruppi, e quindi all'occasione concedere qualche riforma reazionaria al gruppo clericale ed almeno arrestarsi nellè riforme liberali, ed usare nelle varie critiche occasioni, un nuovo linguagg:o parlamentare , più dissimulatore e più untuoso. Così l'ingresso dei clericali alla Camera , che avrebbe dovuto essere un esponente di sincerità politica, rappresenta invece una fonte inesauribile d' ipocrisia per loro e per gli altri. I cosidetti abati volteriani, cioè i deputati razionalisti che in pubblico semiclericaleggia vano per paura degli elettori , un tempo si contavano sulle dita di una o due mani, ora aumenteranno sensibilmente. Un ministero, che avesse davvero fede in un programma, dovrebbe accorgersi di avete scherzato col fuoco e, recitando il mea culpa, dovrebbe dare (1) C'è il caso tipico di Piazza Arrnerina; dove fu tolto il rron expedit in favore di un ufficiale dell'esercito, ch'era stato massone sino al giorno 1° Marzo. La Reda,rione macchina indietro, altdmenti mostrerebbe di pensare non tanto alle istituzioni, quanto alla propria conservazione. IL Un governo italiano, sinceramente liberale, dovrebbe combattere l'invadenza del clericalismo in nome dell'interesse nazionale e della sincerità politica. Ha esso mezzi legali per farlo? Le norme della legislazione italiana contro i reati elettorali commessi dai ministri di culti, stante lo astensionismo, per parecchio tempo sono rimaste lettera morta, per mancanza di materia. Vero è, che la coercizione , materiale e morale, all'astensione costituisce reato. Ma quando era veramente osservata dal Vaticano ed in gran parte anche dai fedeli, praticamente non d.:iva luogo a tali inconvenienti da eccitare clamori, nè veniva sempre inculcata in modo da costituire reato. Si ricordi, che la persona del papa è, giusta la legge 1 3 maggi o r87 r delle guarentigie pontificie e delle relazioni fra Stato e Chiesa, sacra ed invio- ~abile come quella del Re; perciò egli non incorre 1n pena pel fatto, che con minaccie e promease spirituali, incuìcava ai fed-eli l'astensionismo: che sono irresponsabili anche gli organi dell'emanazione dei suoi atti , ma per tali si intendono quelli del go--:erno centrale, della cosidetta Curia pontificia, e tali non sono da per sè stessi i vescovi e gli organi inferiori; costoro quindi sarebbero incorsi in pena inculcando l'astensionismo. Essi, però non lo facevano in modo da soggiacere alla legge, e, pur facendolo in tal guisa, non suscitavano vera ira di parte sinchè si limitavano all'astensionismo puro e semplice; e quindi erano lasciati in pace. La situazione è mutata dacchè si è tolto il non expedit, dapprima per le elezioni amministrative soltanto e poi, a discrezione della S. Sede secondo i casi, anche per le politiche. Una volta che la Chiesa è diventata militante amministrativamente e politicamente, la stessa astensione assume un significato diverso di prima : non è più protesta contro lo Stato italiano, nè indifferenza; ma è tattica elettorale, ha una finalità speciale, di non misurare le proprie forze in momento inopportuno, di non favorire un candidato che dovrebbe per motivi politici avere lo appoggio della Chiesa se non abbia fatto abbastanza per meritarlo, ecc. 1:Ia sin qui siamo sempre nel lato piuttosto negativo. influenza infinitamente maggiore viene esercitata dalla Chiesa quando ha tolto il non expedit amministrativo e quando occasionahnente toglie quello politico. E tale influenza è ancora maggiore, in quanto non si tratta, come sembrerebbe dall'espressione, di lasciare liberi gli elettori di esercitare il loro diritto elettorale attivo e passivo, ma di imporre ai medesimi di votare per un determinato candidato e perciò contro di un altro o di altri Giacchè il Vaticano, quando toglie il non expedit, non resta mai neutrale anche nell' ipotesi di due candidature cattoliche; appoggia sempre uno; in ciò è forse anche più inesorabile dei Gabinetti italiani in generale. L' influenza della Chiesa è, sotto un certo punto di vista superiore a quella del Governo. Il Ministero, a meno che, come pur troppo spesso fa, non adoperi addirittura la forza, più o meno direttamente ed apertamente, coi semplici mezzi cosidetti morali e magari con le pressioni sul corpo degli impiegati, può assai meno della Chiesa, specie nelle grandi città, ove più difficile riesce il controllo dei voti e si ha meno paura dello scioglimento del Consiglio Comunale.

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