Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 8 - 30 aprile 1909

206 RIVISTA POPOLARE <e nipolo di contadini danesi fosse trasportato nelle cc zone aride del Mezzogiorno, nella Maremma, nel- « l'Agro RLmano, nelle Puglie, nell'interno della « Sicilia o della Sardegna saprebbe cavare dal suolo « quei famosi 38 ettolitri di frumento per ettaro cc che sono il record nella produzione frumentaria << del mondo ? » « In realtà non occorre una grande conoscenza « delle leggi che regolano la vita dei vegetali, per cc comprendere che i contadini J?anesi con tutto il cc loro sapere n~rn eotre~bero m~1 operare nel ~ez- <c zogiorno quei miracoli che nescono a con1p1ere cc nel Settentrione »• « E la ragione è questa che l'altissimo reddito della « granicoltura settentrionale è il risultato del com- « plesso di molti fattori , fra i quali certo la mane, canza di analfabeti e la conveniente istruzione agra- « ria diffusa sono elementi importanti, ~a non certo cc i più efficaci e necessari )>. « Il lavoratore, nell'Italia meridionale deve lot- « tare contro difficoltà totalmente ignote al Javora- <c tore del Settentrione. Sarebbe tropp.:>lungo entrare cc in un' analisi dettagliata dell'argomento a svol- <c gere il quale i brevi li miti di un articolo non « bastano, ma sarebbe necessario un grosso voce lume». « Io richiamerò l'attenzione del lettore sopra un « solo punto che però è senza alcun dubbio il più e, importante di tutti, quello delle condizioni del <e clima >>. cc Ognuno sa che per fare crescere una pianta <e qualsiasi, occorrono queste tre condizioni: 1° un « suolo convenientemente adattato per le sue pro- « prierà fisiche e chimiche; 2° un certo grado di << calore; 3° un certo grado di umidità ». « Quanto al suolo non si può davvero dire quello « della Italia Meridionale sia sempre il più adatto, << tuttavia con buone lavorazioni fatte con stru- « menti perfezionati, con opportuni emendamenti, « con sufficienti concimazioni chimiche nella mag- « gior parte dei casi sarà possibile di mettere il « suolo nelle condizioni opportune». cc Quanto al calore si dovrà temere piuttosto per « l' ec_cesso che per il difetto per le terre del Mez- « zogtorno ». « Rimane però la terza condizione indispensabile cc allo svolgimento della vita vegetativa, l'umidità. « Come è poS3ibile rimediarvi quando la siccità <e dura ostinatamente per sette e perfino otto mesi cc di seguito? ». . cc I paesi settentrionali godono della fortunata « coincidenza del periodo delle pioggie con la sta- <c gione più calda, ciò favorisce potentemente lo « sviluppo della vegetazione erbacea.Nell'Italia me- « ridionale invece succede tutto il contrario, durante << i mesi caldi per la mancanza d'acqua lo sviluppo <e vegetativo si arresta completamente ». « Infatti il periodo di attiva vegetazione dura nel <e Sud come abbiamo detto soltanto tre mesi, cioè nel « marzo, nell'aprile, nel maggio ». cc Poco dopo comincia la stagione secca e alJora cc l'energia del bel sole potente che innonda le cam- « pagne del Sud nei mesi di giugno, luglio, agosto <e e settembre va completa mente perduta per le terre « aride del Mezzogiorno. Ora nel mese di maggio cc la temperatura media della stessa Sicilia è mi- <c nore della temperatur~. media che nel luglio, e cc nell'agosto godono nou solo le provincie setten- « trionali d'Italia ma perfino le campagne di Ber- <c lino e di Copenaghen! » « E' ben vero che a questa deficienza dell'attività cc vegetativa nell'estate supplisce in parte la vegeta- <c zione continua ma lenta della stagione autunno- << invernale; ma questo vantaggio per l'agricoltura <e meridionale è ben lungi dal compensare le per- « dite prodotte dall' arresto della vegetazione in <e estate. Bisogna quindi venire alla conclusione che cc forse molti a prima vista troveranno inaspettata cc e quasi inverosimile, che cioè le colture erbacee cc del settentrione, durante il loro sviluppo vegetativo « approfittano di una temperatura più elevata di cc quella che possono godere le colture consimili nei « paesi meridionali aridi • . cc In questa condizione di fatto ognuno compren- « derà come l'agricoltura meridionale, per quanto « riguarda le colture erbacee, si trovi in condizioni <e immensamente più difficili e svantaggiose di quelle « dell'agricoltura settentrionale. Ora le colture er- <c bacee, cioè le colture dei cereali, delle foraggiere <e associate coll'allevamento del bestiame sono la <e base fondamentale della moderna agricoltura. Come « è facile comprendere questo effetto disastroso della <e siccità porta con sè molte altre dannose conse- <c guenze ». « Non. potendosi avere il prato estivo, non si può « avere il bestiame e ql.indi non si può avere la " forza per lavorare la terra e per fornire a questa <e una conveniente quantità di quel concime orga- <c nico che l'esperienza antica e moderna ha <limo- « strato non solo utile ma necessario per avere una cc terra fertile. Ma vi è di più : tutti sanno come i « meravigliosi progressi di questa agricoltura mocc derna sono principalmente dovuti all'applicazione « dei concimi chimici. Questa grande innovazione « ideata sessanta anni fa dal genio di Liebig ha « determinato nell'agricoltura un effetto che può « paragonarsi a quello che nell'industria è stato cc prodotto dalla introduzione della macchina a va• <e pore. Ora l' esperienz.a di molti anni ha ormai di « mostrato che nelle terre aride del Menogiorno, cc appunto per cagione della eccessiva siccità, l' appli- « caz.ione dei concimi chimici non dà buoni risultati « se non nelle annate con primavera piovosa, mentre « se la stagione corre, come è d' ordinario, asciutta, « allora si ottengono risultati meschini e talora anzi « si ha un effetto contrario di quello che si vuole ot- « tenere, cioè la concimazione chimica diminuisce il « prodotto, mentre aumenta le spese di coltiva 1 ione >>. « Questo disastroso fenomeno si spiega facilmente « quando si pensi che se nel terreno manca una << quantità sufficiente di acque?. i concimi chimici « non si sciolgono e quindi non producono nessun cc effetto. Anche i profani conoscono l'antico adagio « corpora non agunt nisi saluta. Che se poi in de- << terminate circostanze per la troppo rapida evapo- <c razione, la salsedine del terreno sale oltre un « certo limite, allora l'aggiunta dei concimi chimici cc aumenta ancora questa salsedine che esercita una « azione nociva sulla vegetazione ». « Sotto qualunque punto di vista la siccità si deve « considerare. come la causa prima, fondamentase, es- <c senziale delle difficoltà che mantengono l'agricoltura « meridionale in uno stato inferiore a quella del Set- <c trione ». « Le altre cause delle quali si è tanto parlato e « scritto in questi ultimi anni dopo che la qui- << stione meridionale è diventata un argomento alla « moda, come il latifondo, la mancanza di case e « di stalle e sopratutto la deficienza di capitale non « sono che delle cause secondarie per quanto im- « portanti, le quali in fondo derivano tutte dalla « vera causa prima cioè la poca produttività del « suolo conseguente alla siccità ». Ma chi è questo insolente, che ha osato venire in aiuto di Colajanni giustiGcandone ampiamente tutte le affermazioni; questo petulante che ha osato dare tale lavata di capo all'on. Agnini ? E' il prof. Giuseppe Cubani dell' Università di

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