Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 7 - 15 aprile 1909

176 l{lVlSTA POPOLAKE zioni sono frequentissime in Sicilia end mezzogiorno e il Prof. Ghino Valenti nella sua inchiesta avrà osservato qualche località che le presenta più o meno riunite ... In Sicilia oramai si adoperano, dove si può, macchine di ogni genere; sono diffusissimi gli aratri Civinini. - i più adatti - ed il progresso dei concimi chimici, in gran parte dovuto alla iniziativa del Consor1.io agrario siciliano vien dato da queste cifre: si adoperarono 4000 quintali di perfosfati, nel 1908 se ne adoperarono 365,000 quintali non ostante il servizio ferro_viario pessimo che pare fatto apposta per ostacolare la produzione agricola e industriale ! In Sicilia e nel mezzogiorno ad un rapido progresso si oppongono altri ostacoli, che si potrebbero e dovrebbero rimuovere : manca l' istruzione; manca il capitale, mancano le strade, manca la sicurezza. Ciò che vorrebbero fare alcuni poltroni latifondisti lo dimostreremo altra volta ricordarnlo cio che ha fatto il cav. Cesare Saporito ... in Tunisia ! In quanto all'osservazione dell' on. Agnini sulla esistenza del grado necessario di umidità in· Sicilia e nel mezzogiorno non vale la pena di combatterla, tanto è contraria alla verità. Se l'acqua e l'umidità siano indispensabili lasciamolo dire a !acini, a Caruso, a Niccoli, a Giglioli, ecc. i quali, su per giù, convengono che l'acqua sia il miglior concime per la coltura del grano. Questo tpisodio narrato dall' on. Colajanni alla Camera nell'ultimo suo discorso basterà a dimostrare quale e quanta sia la deficienza dell'acqua in Sicilia. 11 Principe di Scalea nel suo ex feudo Canzirotti (prov. di Caltanissetta) ha costruito una ventina di ~ase coloniche eccellenti - ci ha costruite Chiesa ... e scuola; - vi manca l'acqua potabile di sorgente e provvide colla costruzione di cisterne. Ma due anni -1907 e 1908-di ostinata siccità esaurirono la riserva e i coloni minacciarono nella scorsa està di abbandonare le terre e le cas~ cagionandogli la perdita di qualche centinaio di migliaia di lire. La deficienza dell'acqua è un fenomeno per cosi dire normale. Lo ignora l' italiano on. Agnini e ignorandolo dovrebbe essere molto più riservato nello scrivere di ciò che non conosce. Ma non lo ignora il tedesco Teobaldo Fischer, che nella sua magnifica opera sulla Penisola italiana, constatando la deficienza dell'acqua riconobbe il dovere di provvedere (p. 316). ♦ 3° Pei liberisti italiani i fatti valgono meno di nulla se vanno contro la loro teoria; o meglio chiudono gli occhi e non vedendoti pensano, ragionano e propongono come se non esistessero. Con questo loro stato di animo si può spiegare l'audacia e l'incoscienza con cui consigliano la trasformazione delle culture per compensare l' agricoltura e l'economia nazionale dei danni che ad esse verrebbero dal)' abbandono su larga scala della cultura del grano. Questa proposta ha tanto di barba; ma non ha potuto essere tradotta in pratica nonostante la seduzione r.h'esercita a prima vista e l'eloquenza colla quale viene caldeggiata. Anzitutto risposta ad una pregiudiziale. I meridionali si rifiutano a trasformare le culture per la loro solita e pretesa ignavia o poltroneria? Ma le Puglie in massa hanno dato esempio di un coraggio e di una rapidità nella trasformazione della cultura da suscitare lo sbalordimento e l'ammirazione. Avevano nel loro tavoliere uria pastorizia brada ed una cerealicoltura estensiva - le sole consentite dalla loro costituzione geoiogica, climatologica, demografi.ca e sociale, e spesero tesori di energia e quei milioni, che non avevano, per trasformare i prati naturali in vigneti; avevano magnifici uliveti e li diradarono senza pietà per sostituirvi la pianta sacra a Bacco... Ma la Francia non ebbe più bisogno di vino e chiuse le porte ai vini d'Italia; si ricostituirono i vigneti in Ungheria e l'Impero vicino non volle più saperne della rinnovazione della clausola di favore del 1891; e <li più l'abbondanza del vino della Spagna, della Francia e dell'Algeria fece aspra concorrenza ai vini italiani. Così da un lato si ebbero le tristi vendernmie - vendemmie tristi perchè arrivarono a darci i 50 milioni di ettolitri in un anno ! -· e dall'altro la riduzione della nostra esportazione , l' esportazione del vino in botte , . eh' era stata di circa tre milioni di ett.olitri negli "nni buoni nei quali non se n' era raccolto che dai 30 ai 35 milioni di ettolitri si ridusse a 664,628 nel 1906 ed è stata una fortuna che si sia elevata ad 1; l 95,773 nel 1908 quando la vendemmia triste ne dette oltre 50 milioni ! Conseguenza? Una crisi spaventevole! 11 mezzogiorno e l'astigiano minacciarono di aflogare nel vino ; i prezzi scesero dai 20 agli 8 ed anche ai 5 cent~simi il litro ... come in Francia dove per poco non provocarono la rivoluzione delle regioni meridionali. In parte si è cercato riparare coi favori concessi alla distillazione ; ma alla crisi del vino, se la peronospera e la filossera non aiutano - già in questi due flagelli si vede la salute . .! - si sostituirà tra breve la crisi dell'alcool. E i sapier}ti che consigliarono la trasformazione delle colture, dal prato e dal grano alla vite, osarono poi rimproverare Pugliesi e Siciliani perchè accettarono i consigli e produssero molto vino !... I poltroni che diradicarono gli uliveti ora si apparecchiano a <listrurre i vigneti per tornare al pascolo e al grano! Che dire degli imbecilli, che consigliano gli agrumi e la produzione della frutta? In risposta, essendo difficile l'operazione della cateratta mentale, si dovrebbero assestare sante legnate per richiamar li alla ragione. Ma non sanno essi che non dapertutto si possono piantare e coltivare agrumi? Ma non sanno che i meravigliosi agrumeti di Sicilia, della éosta calabra occidentale, di Sorre:1to e che costituiscano la più eloquente smentita a coloro che accusano i meridionali d' ignavia e di poltrone ria, sono gia sorgente di amarezza e di preoccupazione , perchè l'America che ha già colpiti limoni ed aranci di forti dazi di entrata vuole chiudere loro definitivamente le porte per favorire la produzione indigena della California e della Luisiana? Ma non assistono alle riunioni dei deputati , che invocano dal governo i rimedii, che loro non può dare quello di Giolitti e non potrebbe dare l'altro di Pantano o di De Felice? In quanto alle altre frutta la situazione è ancora più difficile. L' Europa è già invasa dalle mele e

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