Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 7 - 15 aprile 1909

174 RIVISTA POPOLARE mandò calorosamente la sospensione temporanea immediata con un discorso durato due buone ore, ascoltato colla maggiore attenzione della Camera e interrotto frequentemente ed anche sgarbatamente da alcuni Deputati dell' Estrema Sinistra. Riesaminiamo alcune delle accuse che si volsero al dazio, e aggiungiamo qualche parola a quanto qui stesso venne esposto sulla convenienza, anzi sul dovere, di sospenderlo immediatamente. Dagli on. Chiesa Bentini e Alessio specialmente si disse : 1 ° che il dazio non ha giovato alla cereali-coltura; 2° eh' è servito soltanto a premiare ed incoraggiare la poltroneria ... dei baroni e latifondisti meridionali , senza produrre alcun miglioramento nei rapporti sociali; 3° che colla sostituzione delle colture, agevolmente e proficuamente si riparerebbe alle perdite çhe alla economia nazionale verrebbero dall' abolizione del dazio alla cerealicoltura ed alla economia nazionale; 4° che gli scambi di prodotti coll'estero comple-- terebbero l' azione benefica della sostituzione delle colture; 5° che la elevazione del prezzo del grano ha esercita una funesta influenza suilo sviluppo della pellagra; 6° che solo col liberismo si può conseguire il miglioramento delle classi lavoratrici, com' è avvenut.o jn Inghilterra. Gli oratori della Estrema che esposero tali accuse credettero di trovarsi in un Comizio di oper.-1i, ai quali si può fare intendere ciò che si vuole, abusando della loro ignoranza, con tanta e tale leggerezza esposero le critiche basate su dati e fatti insussistenti. Vediamolo. I. 1 o Una prima affermazione contraria alla verità è questa : il dazio non ha fatto progredire la cerealicoltura. Se il protezionismo fosse stato il regime normale dell'Italia dal 1860 al giorno d'oggi mancherebbe la possibilità di fare dei confronti; ma disgraziatamente pei liberisti sino al 1887, cioè per oltre 26 anni prevalse il liberismo Cavouriano. La comparazione è, dunque, possibile tra il periodo del liberismo e quello del protezionismo. E i risuitati della comparazione non potrebbero essere più disastrosi pei liberisti. Lasciamo parlare le cifre. Nel qu·, 1uennio 1870-74 si ha il massimo di produzione del grano: superficie coltivata 4,737,000 ettari; produzione 50,898,000 ettolitri cioè 10,73 ettolitri per ettaro. Ma il prezzo del grano gradatamente scende e da L. 34,66 al quintale in quel quinquennio a L. 22,65 nel quinquennio 1886-90; e pari passu scendono : la coltura a 4,407,000 di ettari, la produzione totale a 42,442,000 di ettolitri e con una produzione di 9.60 ettolitri per ettaro. Perciò si ha una diminuizione di circa il 7 °/ 0 nella superficie coltivata; di oltre il 10 °/0 nella produzione unitaria; di oltre il 1.6 °/ 0 nella produzione totale I Ecco il progresso compiutosi sotto il regime liberista: peggio del progresso dei gamberi! E l'azione stimolatrice, benefica, di tutte le energie, di tutte le iniziative , di tutte le cose buone? F,rndonie, che assumono la parvenza di ciarlataneria. Voltiamo pagina. Pochi anni di protezionismo sono bastati ad aumentare la superficie coltivata, la produzione totale e la produzione unitaria per ettaro. Giudichi il lettore : Supel'f'. coltivata Produz. totale Per ottaro Prozzo Ettari Ettari Quintale 1886-90 4,407,000 42,442,000 9,60 22,65 1901-905 4,700,000 57,000,000 11,41 25,00 1906-908 5,200,000 62,500,000 12,00 26,00 Tra il primo periodo - che çomprende tre anni di protezionismo, i primi del nuovo regime durante i quali nemmeno Giretti e Yves Guyot cioè i più fanatici, vorremmo dire tartarineschi, dei liberisti oserebbero pretendere, che la protezione avesse agilo come la verga di Mosè - e l' ultimo ci tu dunque aumento di oltre il 17 °/ 0 nella superficie coltivata, di oltre il 25 °/0 nella produzione unitaria ; di oltre il 47 °/ 0 nella produzione totale. C' è o non e' è progresso ? C'è bisogno di un fanatismo, che rasenta la follia per negare il regresso sotto il regime liberalista e il progresso colossale sotto il regime protezionista. Ma c'è di più. L'aumento - che fu graduale dal 1890 in poi, e perciò più notevole, perchè così si esclude che la produzione dell'ultimo triennio sia dovuta a raccoìti eccezionalmente ubertosi-nel 1906 al 1908 sarebbe stato molto maggiore se la Sicilia e il Mezzogiorno non avessero visto diminuire anzichè accrescere la loro produzione nell' ultimo triennio. Ciò si può rilevare cf a questo specchietto : Snperf. Pr0duz. Produz. coltivata per 'rot. Ettari ettare Ettolitri Ettolitri 1901-05 Sett. d'Italia 1,411,047 14,6 20,675,007 > Mez. e Sicilia 2,285,295 9,9 22,793,455 1907 Sett. d'Italia 1,498,075 19,5 29,190,248 ,, Mez. e Sicilia 2,232,926 8,1 18,161,947 I dati pel 1908 non li abbiamo, ma devono essere stati peggiori pel mezzogiorno e per la Sicilia e migliori pel settentrione. Il confronto regionale ci dice che nel settentrione tra il quinquennio 1901905 e il 1907 ci fu aumento del 6 °/o nella superficie coltivata , del 34 °lo nella produzione unitaria, del 41 % nella produzione totale. Nel mezzogiorno e in Sicilia invece, si ebbe diminuizione del 2 °/ 0 nella superficie coltivata, del 18 °/0 nella produzione unitaria, del 20 °/ 0 nella produzione totale. Se la Sicilia e il Mezzogiorno avessero dato nel 1907 gli aumenti del Settentrione la produzione totale dal Regno sarebbe aumentata di oltre 13 milioni di ettolitri e l'Italia nel 1908-909 non avrebbe risentito le conseguenze della carestia ; l' influenza del dazio sarebbe stata eliminata dalla produzione interna bastevole al consumo e come in Francia avremmo ora il prezzo di L. 24 al maximum e non quello di L. 32 e in Sicilia di L. 33 e anche di più nell' in terno. Da tutto questo rimane provato all' evidenza che il dazio ha stimolato la produzione e fatto progredire la cerealicoltura - almeno a giudicarne dai risultati. ..

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