Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 7 - 15 aprile 1909

172 RIVISTA POPOLARE rato con voluta e meritoria ostentazione i rappresentanti eminenti. Questi sono meriti, che oltrepassauo la.cerchia della nazione ed impongono l'ammirazione e la riconoscenza di ogni popolo civile. Starebbero contro tali precedenti le parole oltraggiose per l'Italia che il Bonnefon del Journal mette iri becca a Roosevelt in una pretesa intervista, che avrebbe concessa al giornalista francese a. Messina. Roosevelt l'ha recisamente smentita con due telegrammi al Matin; e noi prestiamo fede intera alla sua parola, perchè questa è stata preceduta dai fatti. I fatti dicono che Roosevelt fu sempre un ammiratore dell'Italia ed un amico degli Italiani. + La reazione turca alla riscossa. - Non ci eravamo troppo illusi sulle stabilità del nuovo regime turco, provocato non da un vero sentimento popolare ma. da yo~hi intellettuali sapientemente organizzati: appoggiati da una parte dell'esercito ottomano. L'ignoranza e l'incoscienza delle popolazioni turche le condizioni politiche, sociali intellettuali di plebi 'rese abbiette da secoli di schiavitù, attaccate alle tradizioni religiose, superstiziose, facilmente eccitabili dalle mene del clero che vedeva in pericolo il suo dominio e da coloro c~e ~l dominio ~vevano_ perduto e con questo le fonti d1 lucro e d1 ruberie , facevano prevedere quanto è accaduto. I giovani turchi vollero, forse, stra vincere e formarono una vera oligarchia che teneva sottoposto il governo e la Camera, che faceva e disfaceva mandando a spasso ministri poco ligi alla loro cansa e nominandone altri: il malcontento fomentato dal clero , onnipotente sulle masse, scoppiò e il tentativo reazionario ebbe pieno successo. Nè al p1·onunciamiento sarà stato estraneo il sultano, il e grande assassino > che con tanta facile condiscendenza ha perdonato ai ribelli. Le conseguenze del movimento retrogrado non è possibile prevedere; i giovani turchi, secondo le ultime notizie, bloccano Costantinopoli e la guerra civile sembra inevitabile. Intanto le stragi provocate dagli odi religiosi e di razza che erano cessate col nuovo regime, ricominciano più violente e l' integrità dell' Impero corre di nuovo pericolo. Il cuore dei governi occidentali è tanto sensibile. che si commuoverà alla vista del sangue che scorre e del fuoco che distrugge. E l' intervento a . . . ' scopo umamtano, s1 sa, non è improbabile. L'Austria e la Germania incolpano l'Inghilterra di aver provocato la sommossa mentre questa rivolge la stessa accusa alle altre due. Chi abbia ragione è difficile constatare ma non è improbabile che l'abbia.no tutte e due ...... Certo, Germania ed Austria se non hanno soffiato nel fuoco hanno tutto l'interesse che il fuoco 1ivampi per riguadagnare la posizione che •avevano perduta nell'Impero Ottomano, e non è difficile che trovino i_lpret~sto yer occnpare, per pacificarlo, qualche pezzo q.1 territorio turco...... Tanto , la loro recente strepitosa vittoria diplomatica le ha imbaldanzite ; rese sicure che il resto d'Europa o meglio la < triplice entente> non si opporrà alle loro mire per ragioni di forza maggiore. In quanto all' Italia , grazie alla sapiente e prudente politica tittoniana è divenuta una quantité negligeable ed a nessuno verrà in mente di chiedere il suo consenso per occupare magari Salonicco o Costantinopoli. • + La sconfitta dello Stato. - Nel numero ·preceden~e occupandoci _dello sciopero dei postelegrafici in Francia avevamo spiegata e lodata la mitezza di Cle. menceau da principio e la ripresa di severità successivamente quando i funzionari alla mitezza del governo avevano risposto con una nuova sfida al Parlamento e non al solo M_inistero. La _ribellione contro la rappresentanza nazionale, che m Francia , paese a suffragio_ universale è la più diretta e sincera e.spressione dello mteresse e della volontà del corpo sociale intero meritava punizione. ' Clemenceau invece, dopo avere tartarinescatuente manifestati i suoi propositi di fermezza si arrese a discreziono ai postelegrafici. Un t~nt~tivo di giustificazione _della viltà del governo c è m questa nota dell'ufficiosa Agenzia H avas che i giornali italiani banno lasciato passare inostrnr- ~ata e che noi perciò crediamo oppol'tuno trad,irre mtegralmente, e Il ministro dei Lavori pubblici e delle Poste e « teleP;rafi Barthou ha ricevuto oggi nove r:-1ppresenc tanti del!' Associazione generale degli Agenti de!le e poste, del Sindacato Nazionale degli operai delle Poste < e Telegrafi e del Sindacato dei sotto aaenti che eali . n , n e aveva convocati nel suo gabinetto. Ai qnesiti pn~ti e dal ministro essi hanno risposto : ~ 1 ° Che il mani_festo (_quello che aveva generato il e rito1·110alla severità) e 11 suo senso aenerale era stato « stabilito nell'Assemblea, che ha pre~eduto la r:presa e del lavoro ; « 2° Che essi lo con!'!iderano come l' u,ltimo ordì ne e del giorno dello sciopero, di cui esso costit·1isce un e elemento; < 3° Che il personale ha ripreso il lavoro col la voc lontà di rispettare la disciplina e di adempire a tutti e i s110i doveri profegsion ali. e Il Ministro dei lavori pubblici è andato imrnedia e tamente dal Presidente del Consiglio per comnninargli e il risnltato della intervista. « Dopo avere eRaminato il processo verbale della e riunione il Pre8idente del Consi,çrlio e il Mini,-itro rlei e lavori pubblici hanno riconosciuto che non c'era più e luogo a dar seguito all'affare (all'inchiesta) •. Non commentiamo il sofisma ironico che c'è nelle risposte ai due primi quesiti, per contentarsi delle quali c'è bisogno di una grande buona: volontà. Nella terza risposta si vorrebbe cercare e trovare l'argomento per la soddisfazione del governo e per la sua rinnnzia ad ogni punizione. Ma... ma c'è un guaio. Stando alle dichiarazioni dei rappl'esentanti dei Postelegrafici la risposta che loro si mette in bocca non corrisponde alla verità. ~~tl::.i nfatti avrebbero promesso di rispettare la di:-1eiplina, ma erano decisi a non riconoscere l'autorità del Sottosegretario di Stato Simyan. Così esplicitamente n,rra l' HumaniM. E allora? Allora anche su questo il governo è stato sconfitto ver_g;ognosamente. C'è un poco di politica Serba nella sottomissione dello Stato in Francia. Si cammina a grandi passi verso l'anarchia. J ean Iaurès lo constata in un suo breve trafiletto intitolato Impotenza, impotenza non solo del governo, ma di t,utte le opposizioni riunite. Il risultato di questo sciopero giustameut.e v· ene considerato dai sindacalisti frs.ncesi e da Pataud come il loro primo trionfo, ma il significato stesso del sindA.calismo viene dato da un articolo dell' anarcbic0 Jean Grave, che nei Temps Nouveaux (27 marzo) serenamente e senza perifrasi esclama e conchiu le : L11. vittoria dei postelegr.aftci è la vittoria dell' individuo contro lo Stato, Cosi è, e noi che abbiamo considerato sempre l' anarchia come esiziale alla società ce ne addoloriamo profonda mente. Nota - Questo stelloncino fu scritto molti giorni or sono. Altri incidenti ed altre complicazioni sono sopraggiunti postl!- riormente. Su di essi ritorneremo.

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