194 RIVISTA POPOLARE Perciò Bj5rnstjerne Bj5rnson considera i contadini danesi come i più colti del mondo. Come risultato di questa educazione mentale si ha che la Danimarca con un clima non troppo felice e con un suolo non troppo fertile, mantenuto nei primi 80 anni del secolo scorso con un regime di famt', priva del mercato tedesco, ch'è il più interessante per essa, circondata dal mare, arida, con epidemie tra i bovini ed an,_ustie di ogni genere, senza grandi proprietari che potessero dare buoni esempi di cultura progredita, ha potuto trasformare la sua terra in pascoli e ortaggi, ha costituito in cir,que anni 1000 cooperative, ha formato 323 società per l'allevamento del bestiame, e diviene sempre più ricca di giorno in giorno. In altri paesi i pìcc0li proprietari divengono sempre pm poveri; in Danimarca sempre più ricchi. L'intelligenza sviluppata dei contadini ha fatto tutta la presente prosperità; e la intelligenza è 9uale l'han fatta le Scuole superiori dei contad1ni. ( Cornhill' s M aga 1 ine, Marzo). + Lo sciopero nei servizi pubblici. - Contrariamente alla opinione di molti, abbiamo sempre sostenuto sulla questione degli scioperi nei servizi pubblici, cbe se è desiderabile che essi non avvengano per i danni economici che por tano ad un paese, il sistema di considerarli come un reato a punirli giudiziariamente od amministrativamente, era un sistema errato, il quale, esautorando le autorità, rendeva il male ancora peggiore. Coloro che sono facili a concepire e concretare progetti di legge si illudono che la materia sia di facile disciplinamento. Basta dire: il funzionario dello Stato che abbandona il lavoro si intende licenziato, e se, per sostenere lo sciopero, commette degli atti che possono esseri! contemplati dal Codice penale, sarà condannato; - ed è tutto fatto. E veramente non vi è nulla da aggiungere, tutto sembrn fatto e stabilito. Ma quando viene il momento di attuare la disposizione, così semplice, quando dalla astrazione si passa aila prntica si è sempre visto che quelle dispo~izioni non funzionano. Quando il Governo si trova davanti a una massa numerosa di funzionari che hanuo abbandcnato il servizio, allora sono in ccn flitto due interessi generali: - quello del servizio sospeso, che porta danno al pubblico: - e quello del licenziamento di un gran numero di individui i quali, colle loro famiglie, coi loro simpatizzanti, rappresentano un altro interesse generale. Il Governo sente allora tutto il pericolo a cui va incontro se la pubblica opinione gli fosse contraria, tergiversa ad applicare la legge, discute cogli scioperanti, concede a loro dei termini perchè rinsaviscano, fa delle promesse <.splicite di amnistia, di condoni, di oblii appena sia ripreso il servizio, in altri termini non applica la legge, e quindi ne esautora la maestà, <.:ostituisce un arbitrio, e facilita lo sciopere in una prossima occasione. Il legislatore deve tener conto della realtà e della natura delle cose e deve comprendei e che per la compagine sociak, la quale è tenuta legata dai vincoli della legge, nulla è più dannoso e pericoloso che dar prova della inefficacia della legge stessa, col dimostrare esservi nello Staro una autorità la quale può, quando creda, non applicare la legge. Ciò che avviene ora in Francia è una prova di più della verità dei principii che abbiamo sostenu10. Quando lo . sciopero, come ultima ratio per dirimere un conflitto è permesso, ~ non potrebbe essere a meno, a tutti i cittadini, l'e6clusìone dei funzionari dello Stato è insostenibile. E' verissimo; so scioperano i lavoranti di uno st11bilimento, il danno è semplicemente locale, mentre se scioperano i ferrovieri, od i postelegrafici, od i magistrati, od i carabinieri, e la disorganizzazione degli interessi generali che impone un diverso trattamento. L' osservninne è giusta, nè noi la neghiamo. Ma neghiamo che il mezzo per ìmpedin: gli scioperi dei servizi pubblici possa essere la sanzione disciplinare. Il Governo è impotente ad applicare taie sanzione ed è costretto a rimangiarsi le sue stesse minaccie, con gravissimo danno del senso di autorità e della efficacia della legge. Non può il Governo mettere in prigione e nemmeno licenziare dieci o diecimila funzionari; sorge subito l'interesse generale derivante dulie conseguenze di simili provvedimenti, e tale interesse generale forza la mano al Governo ad essere indulgente, a tollerare, a sottomettersi esso contro gli scioperanti. Può essere dolorosa tale constatazione, ma essa è basata sulla realtà ed è meglio affrontarla tale quale s1 presenta e non seguire la linea di condotta dello struzzo. Ma dunque? si domanderà: che cosa si deve fare? Se la Società ha interesse che i suoi servizi pubblici non siano interrotti, se vuole sfuggire il danno che dalla loro interruzione deriva, bisogna che la cura sia preventiva e non repressiva. E' necessario che le Amministrazioni dello Sti;to in compenso al divieto di scioperare che viene fatto ai pubblici funzionari, sia di una correttezza e di una regolarità che non lascino luogo a giuste recriminazioni· Per impedire gli sciopt:ri dei funzionari non vi è che un solo mezzo: che funzionari non abbiano sufficiente ragione per scioperare. Noi non siamo teneri della burocrazia che ci sempra sempre più tiranna verso i cittadini; vediamo che in genere l'impiegato, pronto ad accettare qualunque restrizione alla sua azione pt!r essere ammesso nei pubblici uffici, il giorno dopo che ha conseguita la nomina, non vede che i suoi diritti, e facilmente dimentica i suoi doveri; - quei grandi edifizi dove formicolano i burocratici sono altrettautì conventi dove di tutto si chiacchiera meno che del dovere; l' intringo per la promozione; la passiva resistenza agli ordini, lo scetticismo per la carriera, che pure quei signori si sono liberamente scelta; - la esclusione assoluta dello studio pa accrescere la propria cultura e capacità; la rlstrezza. dell'orizzonte che essi stessi rinserrano sempre più, non ci danno dell'impiegato dello Stato una imagine simpatica. Ma nello stesso tempo riconosciamo che l' altit burocrazia e~ercita più che può un arbitrio sfacciato, che il nepotismo, il favoritismo, le antipatie o simpatie personali e sopratutto la separazione tr·a l'Impiegato subalterno ed i suoi superiori, costituiscono uno stato dì cose che molte volte giustifica an - che la ribellione. Perciò appunto concludiamo affermando che le gravi iatture tra le quali si dibattè qualche momento fa la Francia S".>no la conseguenza del sistema, che è fondalmentalmente errato, poichè la legge ha preteso di armare il Governo verso i suoi funzionari di un fucile notoriamente scarico. Il risultato sarà inevitabile: riammissione di tutti; abrogazione delle disposi - zioni che ledevano gli interessi degli scioperanti; e fra poco tempo ritiro del Sig. Simyan, sotto segretario di Stato. (L' Economista; 28 Marzo). + Anglo American: La Germania in transizione - Nessuna nazione europea ha subìto in brevissimo tempo un cambiamento così radicale come la Germania. Trent'otto anni fa un pugno di piccoli stati deboli, meschini, sfiniti dalle con tinue guerre furono amalgamati dalla diplomazia e dai reciproci interessi in un potente e vasto impero. Il Kaiser vi oc cupa una posizione, per potenza e grado quasi napoleonica. Egli è a capo del più grande e del più scientifi...:amente for. mato esercito d' Europa , e forse di tutto il mondo. La sua marina è uno strumento di ammirabile potenza ed e formata con la stessa cura minuziosa che nel 1870 rese la Germania
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