Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 7 - 15 aprile 1909

192 RIVISTA POPOLARE Devesi dubitare se agli odierni eredi dell' Impero sia stata benefica la ce iaione dell' Austria alla Turchia , nella pace di Belgrado del 1713, delle regioni propriamente serbe , conquistate nel 1718 a Passarowitz. Poichè si è potuto così formare ad Est del territorio serbo una piccola Nazione che vorrebbe ora attrarre a sè i connazionali del Nord e dell' Ovt:st. Se dovesse effettuarsi a spese delt' Austria l'unione serba, lo Stato degli Ausburgo dovrebbe r:nunciare non solo alla Bosnia orientale ma anche a parte dell'Ungheria meridionale, a Sirmio e alla Dalmazia meridionale. Sarebbe certamente più comodo che i Serbi di Belgrado restituissero volontariamente ali' Austria le terre cedute nel 1739 I Così l'unione serba sarebbe raggiunta I Basterebbt: un piccolo sacrificio di vanità I Ma in ogni caso gli eredi dell' Impero non devono provocare troppo insolente• mente. La vecchia canzone di guerra potrebbe acquistare un senso nuovo ed appropriato , non contro il pensiero unitario serbo ma contro l'arroganza degli eredi del!' Impero. (Der Morgen, 25 marzo). • Otto Corbach: Proletari diversi. - La concezione so• cialista suppone che l'impulso alt' unione sia nel proletariato internazionale più forte della necessità della concorrenza. Già nel manifesto dei Comunisti si diceva: « Il progresso dell'industria , il cui portatore involontario e senza resistenza .è la borghesia , mette al posto dell' isolamento degli operai per mezzo della concorrenza la loro unione rivoluzionaria per mezzo dell' associazione 1. I proletari di tutti i paesi devono quindi unirsi nella lotta contro i comuni oppressori: i rappresentanti della borghesia. Recentemente al Reichstag germanico, discutendosi la questione polacca, un oratore dei partiti borghesi fece rilevare come questa famosa fratellanza fra i proletari dei diversi paesi sia in realtà molto debole. In Australia i fratelli asiatici non sono tollerati dagli operai sc.cialisti, ed anche l'operaio tedesco non vede di buon occhio gli stranieri intrusi. Nella stessa lt:tteratura socialista nostrana si notano di quando in quando proposte di provvedimenti d'eccezione contro di essi. I deputati socialisti Hue e Ledehour hanno mosso a queste asserzioni contestazioni fervorose e chiesto delle prove. Se ne possono addurre. Nel fascicolo di Settembre dell' anno 1906 dei So,ialisti.:he Monatshefte, Max Schippel ha raccolto tutta una serie di casi di queste richieste di provvedimenti contro gli operai stranieri. « Il Polacco nei ciistretti minerari germanici - scrive Max Schippel - l' Italiano nelle costruzioni , il negro sulle navi, nella lotta per il pane vengono considerati come elementi dannosi, come· nemici che si vorrebbero togliere d'attorno « Nelt' Aprile 1900 l' Associazione dei minatori riunita in Altenburg votò ad unanimità una risoluzione la quale chiedeva il Governo vietasse l'importazione di operai stranieri nei distretti minerari. Nelle rappresentanze comunali avviene spesso che dalle frazioni socialiste si avanzino proposte di non prendere in con - siderazione nei bandi dei lavori pubblici quegli appaltatori che occupino aiutanti ed operai non tedeschi. A concludere si può ricordare che nel 1905 la quarta adunanza generale dell' Associazione ·fra marinai germanici incaricò la Direzione centrale di invitare il Governo a vietare l'impiego di negri suite navi sovvenzionate. È spesso divertente l'osservare come l'organo centrale del Partito Socialista si contorca per dar sfogo al malanimo contro la concorrenza degli operai stranieri senza urtare contro il dogma dell' internazionalismo socialista. Così viene di quando in quando mossa accusa ad agrari ed industriali di occupare operai stranieri importatori di malattie epidemiche. Pare che il Vo, wdrts abbia imparato questa tattica dai suoi più fieri nemici, dagli agrari che vogliono chiudere le barriere al bestiame estero pure importatore di epidemie. Il Vorwdds non arriva fino a tal punto, si accontenta di strillare senza precisare i rimedi per non peccare contro l'E - vangelo marxista. La verità è che per questo riguardo il Marxismo è fredda teoria. Vi sono dìrerse specie di proletari, e gl' interessi dei proletari dei diversi paesi sono sresso in aspro contrasto. L'operaio inglese ha oggi bisogno di dazi doganali e di restri · zioni dell' immigrazione per difendersi contro la concorrenza del continente. Queste misure protettive dell'Inghilterra escludendo da taluni mercati i prodotti degli operai del continente fanno diminuire le occasioni di lavoro. I contrasti fra i proletari dei diversi paesi derivano principalmente dalle loro di• verse possibilità di trarre da una data mercede il li.iglior possibile tenor di vita. Sempre quando nel territorio di una massa operaia organizzata irrompono operai stranieri che possono sopportare condizioni inferiori di vila si rende inevitabile una lotta senza riguardo che gli operai socialisti non vogliono riconoscere t! male mascherano con belle parole moralizzatrici. Specialmente caratteristica la battaglia condotta dai liberali inglesi arnici degli operai, nelle ultime elezioni generali, contro la schiavitù dei Cinesi nel Sud Africa. Quando più tardi in Parlamento Chamberlain dimof'trò che nei lavori minerari non si poteva fare senza i Kulì, Winston Churcill gli rispose: « Io comprendo come un lavoratore di testa non dotato di fantasia non preveda - mal potremmo richiederlo dall'uomo semplice che non può vendere altro che il sudore della frontevedendo come il capitale cosmopolita si colleghi colle enormi riserve operaie dell'Asia. É la paura che lo coglie , paura fondata , perchè la civiltà europea minaccia di venir scossa nelle sue basi. (Neue Revue, 25 marzo). + Dr. W. Hentschel: Coltura del corpo o della mente? - Otto Schulz rispondendo al quesito nel numero di Gennaio della Politisch Anthrop logische Revue (1) conclude che noi faremo molto bent: dando le maggiori cure allo sviluppo della mente. Creeremo in tal modo nuove forme e condizioni di vita che la renderanno assai più apprezzabile, mt:ntre non potremo perdere che quanto non è più conforme ai nostri tempi, la brutale forza fisica. Questa vien fatta ser - vire all'oppressione t:d alla violenza, l'educazione dell'intelletto per contro condurrà ad un'era di giustizia e di umanità >>. Ora è certo che l'educazione e lo sviluppo delle forze intellettuali sono il contrassegno di ogni ci viltà. Si deve senz'altro ammettere che possono far progredire , elevare la vita di un popolo. Viceversa non riuscirono mai a preservarli dal susseguente esaurimento e sfacelo. Inoltre nello! epoche civili più avanzate gl'impulsi umanitari, idealisti si affievolirono. Nè si può dire che ora l'uguaglianza legale non governi gli uomini; non abbiamo che da aprir gli occhi per vederne attorno a noi i risultati. Con questa ricetta, vecchia di cinquemila anni , della pre · ponderante educazione della mente, noi rassomigliamo al giar - <liniere che vuol forzare le piante. Queste avvizziscono colla stessa rapidità colla quale sono cresciute. Se si vuole che esse vengono su forti e vitali, bisc.gna occuparsi del terriccio, del fusto , dei rami più che dei fiori e lasciare che questi sboccino al bacio del sole, Sappiamo già da G. Hansen e O. Ammon come l'attività intellettuale che la vita cittadina richiede , sia rovinosa. Se- (1ì Dell'articolo in questione la « Rivista » pubblicò un largo riassunto nel numero del 31 Gennaio.

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