190 Rl VISTA POPOLA RE colpo alle tradizionali concezioni della democrazia. É la prima manifestazione di una forza nuova, il sindacalismo, che oppone un nuovo diritto all'antico. In teoria, infatti, il diritto fondato sulla forza appartiene alla maggioranza. [n fatto , invece una minoranza di funzionari , infima , ma unita , cosciente della sua forza, si sostituisce alla maggioranza ed esige soddisfazioni che non potrebbe ottenere per la via legale. Gli scioperanti non reclamano vantaggi materiali , ma vi .. brano un colpo al regime democratico reclamando le dimis sioni di un ministro. Cosa curiosa, i socialisti del Parlamento hanno contrassegnato col loro voto un atto che è la negazione di ogni loro dottrina fondata sulla applicazione ad oltranza del sistema democratico. Il socialismo, per l' organo dei suoi parlamentari , abdica definitivamente tra le mani del sindacalismo. Apparirebbe che per difetto d'intesa, per stanchezza, sorpresi forse dalla propria auàacia i p0stdegrafici çessarono dallo sciopero senza aver ottenuto la immediata soddisfazione che reclamava il loro amor proprio. Ma , in fondo, non c' è da errare. Il movimento per aver mancato di preparazione non è che più sintomatico. La teoria del sindacalismo è appena sbocciata che già s'impone nella pratica. Il problema è posto. Quale ne sarà la soluzione ? Sarà vano cercarla sul terreno del!' assoluto e dei principi. La impossibilità della costrizione impone al governo e alla camera la soluzione zoppa delle concessioni mascherate di vana e formale resistenza. Questo per il presente. Per l'avvenire, sembrerebbe che non fosse più possib\le ritardare la riform~ dei rapporti tra il personale politico e l' amministrativo. E prima I' istituzione dello statuto dei funzionari ed in seguito la riorganizzazione dei serv1z1 pubblici tanto dal lato tecnico e finanziario quanto da quello dell'intervento più largo dello elemento corporativo. La complicità della pubblica opinione è indispensabile ad un movimento come quello dei postelt:grafici. Essa si è manifestata in modo notevole per il fatto che quasi nessuno, nella stampa repubblicana , ha consigliato al governo la resistenza e l'applicazione di sanzioni legali. Lo stesso governo non ha retrocesso dinnanzi alla soluzione tanto semplice in principio, del richiamo dei postelegratici riservisti ? Chi oserebbe negare che il favoritismo e la disaffezione nttuale al regime parlamentare nqn siano le cause di questa complicità generale? Ognuno ha soffato o ha creduto soffrire per i favoritismi. Dall'eccesi:o del male nasce il desiderio del rimedio ed il rimedio il Paese Io attende dal Parlamento. Ma non c'è da farsi illusioni. Lo statuto dei funzionari, l'intervento delle associazioni e dei sindacati, l'autonomia dei s~rvizi è il primo passo sulla via dell' organizzazione corporativa di cui il capitalismo ha dato il primo esempio e che sembra destinato a trasformare radicalmente la nostra vita sociale. Sarà vana speranza attendere la fine di ogni difficoltà. Se il 'sindacalismo inglese sembra aver mantenuto alto il valore tecnico dell' operaio non abbiamo molti esempi in Francia di sindacati che si sono opposti al progresso del lavoro o degli utensili. Non si va a condannarsi alla mediocrità di una in. dustria stazionaria per la forza riconosciuta e consacrata delle associazioni? La questione che non si pone ancora nell' industria pdvata ove le organizzazioni operaie non hanno nè la forza nè il modo di cui esse dispongono di fronte allo Stato prende tutta la sua importanza nei servizi attualmente monopolizzati. La sorte della Regìa diretta, è in giuoco nella pros. sima esperienza. La necessità s'impone dunque, nello stesso tempo che il regolare lo statuto corporativo dei funzionari , di riformare il regime di amministrazione dei servizi assunti dallo Stato. In una parola occorre dare ai servizi monopolizzati auto nomia di bilancio colla facoltà di contrarre prestiti autonomi e ammortizzabili che permetta di far parte al costante aumento dei servizi. La soluzio11e è tanto evidente che s'impose sp on tant:amente alla regìa cointeressata della Compagnia Ferroviaria. Nessuna teorica considerazione non saprebbe giu!)tificare un regime di cui l'assurdo è tMppo evidente e di cui il provvisorio non si prolunga che in favore dell'ostilità che ispirano i monopoli di Stato a buon numero di coloro stessi che li votano per necessità elettorali. Nel regime definitivo che bisogna sostituire al provvisorio un buon posto dev' essere riservato alle associazioni operaie, una partecipazione ai benefici dev' essere prevista in misura che l'accrescimento degli affari imponga un lavoro più pesante ( 1). E' il solo modo di dare alle imprese monopolizzate I' elasticità necessaria alla !oro riuscita ed al loro progresso. L'atto rivoluzionario dei postelegrafici ha mostrato l'urg1:.nza del problc:ma. Esso ha segnato in modo definitivo il fallimento dell'ordine brutale che appnre incapace di mantenere anche una disciplina supl!rficiale. E' dunque in un ordine nuovo, fondato sulla libera collaborazione ali' opera socia le sull' edu - cazione morale e professionale dai sindacati che bisogna cercar la risoluzione del conflitto che turba la nostra società. (Le Courrier européen, 25 marzo). + Shiffbar: I Giapponesi nel Brasile. - Lo Stato di San Paolo e la II Imperiale Compagnia di Navigazione 11 di Tokyo hanno concluso un contratto per il quale la detta compagnia, nel tempo massimo di due anni, dovrà trasportare in Brasile almeno 3000 emigranti giapponesi. Dal canto suo lo Stato di San Paolo si impegna a pagare per ciascun immigrante giapponese una sovvenzione variabile, a seconda della età degli individui, da Ls. 8 a Ls. 2. Speciali clausole del contratto stabiliscono il trattamento da usarsi alle famiglie ed ai parenti degli emigranti: fissano i noli marittimi fra il Brasile, il Sud Africa d il Giappone , consacrano l' impegno da parte dello Sta.to di San Paolo di fare agli emigranti giapponesi lo stesso trattamento che vien fatto agli europei, di tornirli d'interpreti, di cedere i terreni ove si stabilicanno i nuovi coloni o gruppi isolati. Il nuovo contratto, s<condo i giornali americani, è in gran parte opera di emissari giapponesi , autorizzati dal Governo Imperiale; emissari che da qualche tempo hanno percorso in tutti i sensi le regioni brasiliane, scegliendo i luoghi ove per clima, produttività della terra, comunicazioni, gli emigranti gialli potranno stabi 1irsi e facilmente prosperare. Le autorità dello Stato di San Pàolo hanno agevr lato senza riserva tale inchiesta, riuscendo con le loro buone intenzioni ad accreditare energicamente un territorio che richiede una larga applicazione di mano d'opera. Si potrà osservare che 3000 emigra.1ti da inviarsi in due anni al massimo in un territorio che potrebbe contenere facilm( nte più del decuplo di tale contingente non sono gra:1 cosa: anzi non rappresentano di più che un modestissimo esperimento. E ciò è vero. Se non che il fatto in sè stesso ha una grande importanza, specialmente ove si consideri che malgrado la buona volontà del Governo di Washington, l'America settentrionale del Pacifico non s010 è ormai virtualmente chiusa ali' emigrazione giapponese, ma pure è diventata residenza difficilissima per i piccoli uomini gialli che da tempo l'avevano scelta qual campo della loro instancabile attività. E se a questa circostanza di fatto si unisce l'altra, che il Giappone, per la crisi che Io travaglia e per lo eccesso costante di popolazione, ha urgente bisogno di esportare uomini, si vedrà facilmente che il mo- (1) L' Eclair assicura che uno dei primi atti dell' amministrazione dello Stato su le reti del!' Ovest è stato di sopprimere una gratificazione concessa agl'impiegati in proporzione del traffico. E' assurdo, ma forse è vero.
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