Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 7 - 15 aprile 1909

RlVlSTA POPOLARE 187 L'Inghilterra che l'anno avanti, 1865, aveva plaudito al poeta, rievocante nell' « Atalanta in Calydon > le bellezze e la. gloria della Grecia, l'Inghilterra, pudibonda e bigotta si ribellò al poeta del The leperd e Roberto Buckanan - un poetastro e critico da strapazzo - si fece il paladino della morale offesa. Tanto bastò perché Swinburne si sentisse in dovere di pubblicare una seconda serie di « Poemi e Ballate > e scaraventasse contro il Buckanan una corbellata di contumelie sotto forma di opuscolo. Ma l'Inghilterra, morale, tenne, per allora, al bando il poeta. E' vero che « Chastelard •, la prima tragedia della t1·ilogia di Mm·ia Stuarda, era là a far sentire ai pastori imbottiti di ca11t e orripilati dalla irruenza della poesia di Swinburne che il poeta poteva e sapeva fare anche diverso da ciò che era I' ultimo suo libro. Non importa: la pudibonderia Inglese ha il fiele tenace. Egli aveva, in quel torno di tempo stretto amicizia con D. I. e W. M. Rossetti ed il gr11pp·> di prerafaellisti. Bnrne Jones gli era diventato carissimo. L'amicizia con i Rossetti gl' insi>gnò a spregiare eg,ialmente i plausi e la collera del pubblico. Essi p11re i prerafaellisti, avevano dovuto sostenere prima di trionfare, proprio pel' trionfare, una feroce battaglia. Swinburne continuò dunque, imperterrito, a s<~ri vere artico I i feroce mento mordaci e spietatamente satirici degli uomini e delle idee correnti ne! s110te·npo ed a produrre ·meravigliose opere di poesia, e magistrali studi di prosa : la sua biografia e gli studi di carattere letterario. e: Un canto d'Italia» del 1867, « Siena » nel 1868 : ed in questo ste:i80 anno e Wil • liam Blake ». Questo é opportuno nota.re parlando di Swinburne eh' egli non fu soltanto un meraviglioso paeta, imo squisito c·esellatore d'imagini e di rime; un delicatissin;.o creatore di musica di parole, fu altresl uno stupendo prosatore ; uno che diede alla lingua Inglese nuove ricchissime forme. Era dotto altresi , dottissimo. Anzi i suoi studi di ·critica sono quanto di meglio abbiano prodotto, in questi ultimi venti anni la prosa e la letterat11ra Inglese. I suoi e Saggi e Studi> riel 1875 non possono essere comparati che ai snoi stes,ii ~ Studi di prosa e poesia • del 1894 ; come nella acutezza della indagine, nella perfezione della esposizione, nella lucidezza e ricchezza della forma trovano pedetto riscontro e non hanno eguali il famoso « George Chapman , del 1875 e lo studio geniale, rivelatore all'Inghilterra d'una delle sue grandi anime poetiche •Roberto Burns• del 1896 A chi bene studia, nei p~tico'ari , l' opera della Swìnburne - e non é digiuno della nostra letterat11ra contemporane&. - molti punti di contatto aµpariranno evidenti fra Swinb11rne e Cardt.tcci. Identico fu io entrambi il concetto ed il senso della vita; identico il modo di polemiz1ue ; ebbero lo stesso ideale sociale; entrambi si sentirono attratti e presi dalla bellezza arti~t,ica del paganesimo , contrapposta all'aridità mistica dell'ideale cristiano , e lo odiarono di pari odio - come nemico di ogni forte, passionale, eotusiastic":t, dionisiaca - manifestazione di vita. Poiché nel pensiero di Swinburne ed anche di Carducci - Cristianesimo ed oppressione morale e sociale, risult.ato diretto della 'rinunzia, si assomano in un solo fatto : la volontaria soggezione dell' uomo, negli atti e nel pensiero, alla più esosa delle tirannie ; la spirituale. C' é indubbiamente un'abisso fra. il modo di concepire la società e l'avvenire che è proprio di Swinburne, e qnello di altri poeti, e bisogna ri8alire a Shelley per ritrovare un poeta Inglese altrettanto cosi sinceramente imbevuto di -spirito pagano e di priocipii di ribellione al convenzionalismo quanto e come lo Swinburne; e pure, m11.lgradoquesto abisso egli non è fuori del tempo, anzi del suo tempo. Egli è bene, è giustainente il poeta del suo tempo; fosse esso tempo di rivolta come qllello che gli dettò i cSongs of two nations, (1875) o la « Ode alla repubblica Frances_e • (1870) o di redenzione di popolo come quello che gli inspirò i Il'. Canti prima dell'alba (1871) tutti pervasi da un conquistatore quasi tirannico spirito di libertà. Canti cbe fgli dedicò a Mazzini con una iscrizione cbe e uri solenne, ed umile al tempo stesso, 11.ttodi fed·e « Gli uomini ti portano devoti tributi di lacrime, ed « il dolore il bacio per sollievo; gli schiavi le offerte e d'odio per i loro rancori ed il tempo la gratitudine e dei secoli; io ti porto questi miei pochi canti•· Egli ebbe, costanti nell'1rnima, immutabili, d·1e adorazioni: Giuseppe Mazzini e l'Italia. Per Gin-;eppe Mazzini è scritta 1111<1. delle beìle odi: una ove l'impeto lirico si lancia a nosi cieli d'armonia e d'immagini; l'Italia sue pit'.1 vertigi • e,.r]i- la ,-, canta più e più volte come l'amata sua, del suo c110re. Ma quella eh' Egli ama non è t.anto l'Italia: . . . . . che Appennin parte e n mm· cirsonda e l'Alpe quanto I' Italia : madre di popoli e di e1·oi come la qualifica Shelley; e dell'Italia non tanto i profondi cieli di cobalto, ed i tramonti d'oro, e le selve, e i prati e le città, quanto: l' Itala gente da le molte vite come la saluta Carducci. L'Italia, nell'amore di Swinbnrne, é la nazione risorta politicamente; è la terra che si è liberata dal servaggio; é il bel giardino solatio, fuor' dai can.celli del quale, nell'algida notte, fu cacciato a foria di ferro, per volontà di Mazzini, lo straniero. Cosi nel volume « A Channel Passage > egli canta d'Italia: « Amata fra tutte le nazioni, terra . adorata, « Sovrana nello spirito e nell' incanto • « Coi carmi e con le armi ; e Sovrana la cui vita è amore, ed . il cui nome è luce e Italia, 1·egina eh' hai per sig1&0reil sole « Sposa che hai per tuo consorte il cielo ; e questo a proposito di Aurelio Saffi, un altro di quei magnanimi Italiani , di cui la troppa labile memoria dei fiacchi ne poti, più non ricorda, se non che vagamente, le gesta..

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