116 KIVISTA POPOLAKE Il trionfo della den1ocrazin Le elezioni del 7-1-1-Marzo 1909 saranno sempre ricordate con orgoglio dalla democrazia nelle sue varie gradazioni; dai socialisti sopratutto. Esse del pari hanno dato la misura della sfacciataggine della stampa ufficiosa - dal Popoloromano alla Tribuna - che osa dichiararsene soddisfatta e che fa presensentire l'attitudine. I socialisti eletti a primo scrutinio furono 31 ed altri 27 entrarono in ballottaggio e ne trionfarono, dodici Significantissime le votazioni ottenute in Lombardia, nel Piemonte, nell'Emilia, nell'Italia centrale anche dove non riuscirono ad essere eletti e rimasero alla porta, facendo presentire che in una futura lotta con piccolo storzo supereranno ogni resistenza. Nè possono dichiararsi malcontenti i repubblicani che videro eletti diciassetti dei propri a primo scrutinio ed altri sette entrare in ballottaggio, di cui ne riuscirono sei il 14 marzo. I radicali, invece, non sono stati così fortunati. I sette nuovi' elétti fanno fronte a parecchie cadute. Se numericamente stanno vicini ai socialisti non hanno molto da rallegrarsene perchè essi avrebbero dovuto ottenere più largo suffragio pel fatto che sono un partito costituzionale, che tra breve, forse, daranno un contingente agli uomini del governo. Nè va dimenticato che la qualità di questi radicali talora è scadente. Non sono pochi quelli che posti tra Giolitti e il radicalismo darebbero, come hanno dato, il voto al primo. Sono radicali puramente figurativi conservati nei quadri per far numero ed illudere la pubblica opinione. ♦ Alle vittorie dei partiti popolari, naturalmente fanno riscontro le cadute dei costituzionali; alcune delle quali veramente significative ed anche dolorose. Tali quelle di Villa, di Gorio, di Torrigiani, di Castiglioni e di Quistini, sostituiti quasi tutti da clericali. E proviamo vivo rammarico per li! scomparsa da Montecitorio di Leopoldo Franchetti: il benemerito dell'inchiesta sulla Marina. Villa era il più vecchio deputato per numero di legislature; era stato più volte ministro e Presidente della Camera; erano Vicepresidenti nell'ultima legislatura Gorio e Torrigiani, indubbiamente due galantuomini autentici. Colla scomparsa di Go rio, di Castiglioni, di Quistini, di Tecchio e di Vendramini, si può dire scomparsa la pattuglia zanardelliana; perciò acquistò credito la voce corsa delle dimissioni di Carcano, che la rappresenta nel ministero e che alìa sua volta è stato incalzato nella lotta elettorale dal socialista Noseda. Non è senza importanza inoltre, il fatto che un membro del governo , il sottosegretario di Stato Berretti sia rimasto soccombente anche nella prova di ballottaggio, e per non pochi voti. ♦ Se si guarda alla distribuzior1e r~gionale delle prevalenze e delle sconfitte si deve nmanere meravigliati della colossale affermazione socialista in quasi tutto il Piemonte - specialmente a Torino - nelle provincie di Alessandria e di Novara e della potenza formidabile, che hanno i clericali in Lombardia e nel Veneto; e va rilevato che un uomo come Ferri ha sostenuto una lotta vigorosa contro una nullità autentica, qual' è lo Spallanzani. Genova con una elezione socialista (Chiesa) e con quella repubblicana (Macaggi) ha preso la rivincita; e n'era tempo. Così Firenze che manda un altro repubblicano (Masini) ed un altro socialista (Pieraccini). In- -vece i clericali hanno fatto fiasco quasi dapertutto nel Mezzogiorno e in Sicilia ; se è dololoroso ed umiliante per Palermo il trionfo di un clericale nella città delle barricate, si trova largo compenso al fatto nellla caduta di Rodinò a Napoli perchè questo ultimo è un giovine di valore ed ha avuto per sè il governo, i preti e il Municipio ad un tempo. Significatissima tra tutti in Sicilia è stata la caduta di Ludovico Fulci in due collegi della provincia di Messina. Nel fatto l' Italia ha visto la punizione esemplare della indegna farsa svoltasi colla doppia elezione di Giolitti a Messina e di cui egli, il disgraziatississimo rappresentante di Francavilla Sicula, è state ritenuto il principa.le responsabile (1). ♦ Non possiamo sottolineare e cornmentare tutti gli episodi notevoli della lotta elettorale; ma prima di dire dalle violenze del governo e dalla parte rappresentata dal Vaticano dobbiamo fermarci su due episodi episodi. Il primo riguarda un contrasto posto da uno dei più autorevoli giornali monarchici: La S~ampa di Torino. La quale umiliata pel partito in cui milita ha rilevato questo contrasto: il socialista Bissobti nell'Avanti! ha ripudiato un tale che si gabella come socialista, ma che è stato bollato da un tribunale; i monarchici di Cossato invece, senza alcun pudore hanno portato sugli scudi come il loro uomo rappresentativo un Prof. Pipia, che fu anche lui bollato da un altro tribunale, il contrasto fa onore al socialista ed al giornale monarchico, che lo ha posto onestamente in evidenza. All'attivo della stessa Stampa segnali:rn10 con vivo compiacimento le fiere e coraggio~e parole pubblicate contro Cortese e contro i due Farinet. Un altro episodio tra umoristico e diffamatorio. La Tribuna a corto di buoni argomenti per combattere le candidature popolari con impudenza piramidale durante la lotta elettorale insinuò che in certi collegi, a sostegno delle medesime correva dell'oro..... straniero. La sciocca insinuazione non trovò fortuna nemmeno tra i più spudorati giornalucoli monarchici. Tutti sanno che se nelle ultime elezioni è corso dell'oro straniero è stato quello delle Congregazioni francesi, che si sono fuse col partito clericale italiano. Un giornalista , nel mettere in burletta la trovata della Tribuna, però, ha avuto l'infelicissima idea di rievocare le 100,000 lire date da Cernuschi a Cavallotti per le elezioni del 1890 ed ha aggiunto che allora realmen te altro oro straniero venne in aiuto della democrazia. Ma questa affermazione non è che la quintessenza della calunnia : quel giornalista dovrebbe sapere che in quei tempi di oro (1) Riproduciamo a parte un magnifico brano di una corrispondenza da Barlino al Giornale d'Italia sulla elezione di Giolitti.
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