Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 5 - 15 marzo 1909

134 RIVISTA POPOLARE I mercenari danneggiavano gli abitanti della repubblica e la rovinavano colle loro pretese pecuniarie. Così la Repubblica s'indebitava spesso e si poneva alla mercè dei suoi più ricchi cittadini. Ciononostante Firenze ambiziosa guerreggiò sempre colle repubbliche e cogli Stati vicini non meno ambiziosi : l'ambizione era l'atmosfera e'.citante della Rinascenza, in cui il desiderio di vincere e di dominare era in tutte le anime. Le guerre per lo interesse dei condottieri dei mercenari erano poco sanguinose ; la parte politica principale· perciò spettava agli ambasciatori , che procurav:mo nuovi alleati e neutrahzzavano avversari pericolosi; d'onde la g ande per zia acquistata dai Fiorentini nella scherma delle parole , e nella sottigliezza del pensiero , nella conoscenza degli uomini. Alla fine del secolo XV queste qualità assicurate dalla lunga pra - tka si trovarono riunite in alcuni personaggi nei quali eccelse il genio politico loro. Il più eminente fu Macchiavelli. La ricchezza di Firtnze per tali motivi divenne causa delle sue vittorie. Frequentemente essa comprò ddle città e per ragioni finanziarie trovava forti alleati. Le sue relalioni commerciali erano vastissime e in tutta l'Europa-da Costantinopoli a Londra - aveva fondaci. Nei Fiorentini la vita pubblica occupava una parte pm 1m portante della vita domestica. Ancora oggi gl' Italiani amano più vivere in istrada ~he in casa; così allora. Gli appartamenti del secolo XVI erano freddi, semplici, poco ornati, sprovvisti spesso di tende e di tappeti. Anche i più ricchi in famiglia menavano vita_ semplice e senza lusso in contrasto collo splcn dore che spiegavano nelle feste. Gli uomini passavano la maggior parte del tempo fuori di ca~a ; tratta vano gli affari nelle Logge o sulle pia7Ze pubbliche. Le donne sole restavano in casa; vivevano nel loro interno assorbite dalle cure domestiche; non us.:ivano che per andare a messa ed eccezionalmente a qualche festa. Di ordinarlo maritate giovanissime, senza una larga istruzione erano assorbite dalle cure della maternità. Erano relegate al secondJ piano e perciò riesce difficile dimostrare quale influenza eserdtarono sulla civiltà; gli stessi pittori non c'illuminano, perchè essi tendono a idealizz11rle. Ciò che dico quindi dei Fiorentini non si applica alle Fiorentine. L'atmosfera che dà a tutta l'epoca il tono particolare è quella di un mattino di maggio ardente e fresco ad una volta, vibrante di germi fecondanti, palpitante di vita in fermentazione. Essa è satura di desiderio, il desiderio universale degli esseri di affermare la loro esistenza, di spiegare la loro forza, di godere. Vi si sente dapertutto la tensione ddle energie in 1ott11.Gli uomini vogliono la vita terrt stre colle sue felicità e i suoi infortuni, i suoi trionfi e le sue disfatte, i suoi azzardi e i suoi pericoli. Essi vogliono riuscire, divenire ricchi, po. tenti, vogliono dominare. Il loro ideale è di acquistare la gloria in terra e d'immortalarsi nel ricordo delle future generazioni; ideale puramente umano. La visione della beatitudine eterna goduta in un eterno riposo ha cessato di attirare le anime. Alle vecchie immagini si è sostituita quella del Pantheon in cui l'umanità adorerà i suoi grandi. Principi, artisti, letterati, tutti vi desiderano un posto. Gli scrittori , che vogliono otte. nere delle pensioni promettono ai grandi d' immortalarli nei loro scritti. Nello stesso scopo di vi vere nello spirito della posterità i granli fanno elevare monumenti che conservano le loro armi, i loro nomi, i loro tratti. Si studia con passione I' antichità, le cui opere d'arte ne attestano la beltà e la grandezza. La si prende per modello. L'orizzonte morale si allarga. Gli occhi ai aprono e guardano il mondo con meraviglia , come se lo vedessero per la prima volta. La natura comincia a rivelare i suoi segreti; I' uomo sente che le appartiene, vuole conoscerla, I' osserva ; esplora la terra e bentoato esplorerà il cielo. Le relazioni tra i popoli si moltiplicano ; lo sviluppo del commercio le favorisce. Si viene in con·atto con altri costumi, con altre maniere di vivere, con altre idee; si ceua di considerare lo straniero come un nemico; la nozione di umanità è vinta o la tolleranza cresce con essa. Se gli Umanisti non incarnano completamente lo spirito nuovo , essi ne sono una manifestazione diretta e nonos1ante gli errori , la rettorica, iI carattere formale delle loro controversie e la mancanza di base scientifica dc:i loro ragionamenti essi aprono la via alle speculazÌ<•ni filosofiche ulteriori e preparano tutta una concezione nuova della vita. In Italia nel secolo XV la religione non ostacola per nulla l'espansione di questa attività ai fini puramente umani. L'alto clero, i cardinali, i papi sono i primi a dare l'esempio di una esistenza mondana. Non più dei laici essi prat;c11no le virtù cristiane, l'umiltà, la castità; la povertà n0n sono le loro doti. Il papa è un principe come un altro. Lo spirito di sacrifìzio e di abnegazione è scomparso. L' iJea del peccato n0n pesa più costantemente sulle anime; esse si sono liberate dell' oppressione morale , che esercitò il cristianesimo durante il medio evo. L' epoca delle esaltazioni mistiche, dei deliri religiosi è passata e i ~anti divengono rari. Sono lontani i tempi in cui si prendevano gli abiti monastici per iede religiosa; San Francesco è morto da due secoli soltanto. e gli ordini sono pieni di ambizirsi, di fannulloni, di vagabondi, di vauriens. (mascalzoni?) Tutti gli spiriti illuminati professano un salutare disprezzo per questi religiosi , che vivono a spese degli ingenui e degli imbecilli e sotto la maschera della santità na scondono gl'istinti più bestiali. Raramente la volontà di vivere si è affermata di un- modo così forte, così completo, così radioso come a Firenze durante la Rinascenza. Rinascenza! non c'è parola che rende meglio l'impressione d'insieme dell' epoca. Sembra che l' uomo si risvegli da un lungo sogno penoso che l'aveva tenuto oppresso sotto I' angoscia delle visioni terrificanti: è giorno pieno, il cielo è limpido, l'aria è pura, la brezza mattutina irrora le foglie; lutto è netto; luminoso, reale. L'uomo si è levato, i fantasmi della notte sono scomparsi ; t gli è fresco, giovane, vigoroso; vuole usare della sua forza, vuole agire. Lo st.idio del!' antichità stimola il desiderio ardente d' imitarne ed anche di sorpassarne i capolavori. Lo sforzo è mas · simo a Firenze; dove l'impressione confusa che lascia la storia politica si dissipa considerandone l'evoluzione artistica. In presenza dell'opera dei maestri - scultori architetti , pittori, orefici, riconosciamo che il secolo XV è un epoca di gioia creatrice, di aflermazione della volontà , di libero sviluppo delle individualità. Il genio Joisorine ; come nel tempo della rinnovazione in cui le piante sono ricche di succhi vitali, in cui l'amore renje gii esseri più vivi e più ardenti, sembra che tutta la natura celebri il trionfo della vita risorta. La morte stessa ha perduto 11 suo aspetto spaventoso; la morte è un sonno nella eternità -lei ricordo , un sonno pacifico cir - conciato da immagini felici : figure sorridenti , fanciulli che giuocano e fiori in ghirlanda. (Mercure de Frane", 16 Febbr.). ♦ Chiona Monei: Dobbiamo t"tsparmtarc ti nostro denaro? - L1 ricchezza totale del Regno Unito è di 288 miliardi di lire; essa per 272 milardi e 500 milioni nelle mani è di 5 milioni di persone; il resto in 15 miliardi e mezzo circa è posseduta dagli altri 39 milioni di abitai:iti. In altre parole: quaai il 95 per cento jella ricchezza lintera è posseduta dalla nona parte della sua popolazione. Se poi si ricerca quante sono le persone nel Regno Unito, che hann, azioni di società , eliminan~o le duplicazioni , si arriverebbe soltanto a 500 mila. Questa non è una congettura; ma il risultato di una indagine diligente, che mi è stata comunicata. Ora non ha piccola importanza il fatto, che tutte

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