Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 5 - 15 marzo 1909

RIVISTA POPOLARE 125 Quando cominciò ad accentuarsi la nuova immigrazione e acquistarono maggiore potenza i lavoratori o le loro associazioni - furono attivissimi in questo senso i Cavalieri del lavoro e il loro Presidente Powderley - le proteste si fecero più vive. Nel 1890 non meno di 12 progetti di legge furono presentati al Congresso degli Stati Uniti contro l'immigrazione degli undesirables ( Philippovich, pag. IX). La legge del 3 marzo 1903 in tese porre dei treni all'immigrazione degli stranieri; con 9L1ella del 1 ° Febbraio del 1907 non solo si elevo da 2 a 4 dollari la tassa che deve pagare ogoi immigrato all'entrata nel territorio della repubblica, ma furono meglio precis;lte le categorie del le persone alle qnali era inibito lo sbarco per ragioni fisiche, mentali, economkhe e morali (cioe agli idioti, imbecilii , deboli di mente , pazzi , epilettici , persone aflette cb tubercolosi, o malattia ributtante, tigna ec. da tracoma; agli indigenti, ai poligami, agli ;marchici, ai fanciulli sotto i 16 anni non accompagnati dai genitori , alle prostitute ed ai souteneurs, agli operai sotto contratto di lavoro ccc.). Altri freni furono posti facendo obbligo ai vapori che trasportano emigranti di rispettare molte regole igieniche, ·alcune delle quali capricciose; e col 1 ° gennaio 1909 la capacitù di trasporto dei vapori sarù ridotta in media di un quarto per assicurare agli emigranti, uno spazio considerevole. Ma tutti questi freni, come osservò il Sheridan, non valsero ad arrestare l'immigrazione. I respinti, tra più di un milione e 100 mila immigranti nel 1901, non furono che 13,064 cioè appena l'l % ! Perciò da coloro che volevano proporzionare i mezzi allo scopo si pensò ad un freno assai più poderoso di quelli sopraccennati: él respingere cioè gli analfabeti. Cosi ebbe origine il Lod:e bill (1), cui fu apposto il veto dal Presidente Cleveland ; cosi rinacque la stessa proposta col Satthuc bill nel 1906. E solo con una legge che proibisca l' eutrata agli analfabeti si potrebbe riuscire a ridurre al 50 °/0 circa gl' immigrati u.ndesirables. Gl' italiani, si sa, sarcbhcro i più colpiti. Ogni misura eJ ogni sentimento <li giustizia e di rispetto al criterio delle reciprocita, com'e facile immaginare, sono stati messi da parte nella lotta contro gli tmdesirables asiatici - i gialli della Cina e del Giappone. Sono noti gli allarmi pel pericolo di guerra trn Giappone e Stati Uniti pel trattamento che lo Stato di California h:1 fatto ai Giapponesid'onde il viaggio della grande flotta americana nel P:1cifì.co, quasi a i.1r comprendere ai vincitori di Tsoushima, che i Nord-Americani sono un osso più duro dei Russi; e sono noti del pari gli sforzi lodevolissimi <li Roosevelt per indurre la legislatura di California e i cittadini di S. Francisco a più onesti consigli. Il vero significato dell'avversione e della legislazione Nord-americana contro gli undesirables e contro gli Itaiiani, infine, viene dato dall'avversione e dalla legislazione ancora più rigorosa che dal 1890 in poi si è cominciata a praticare contro gli unde- (1) Fu presentato la prima volta nel 1è:!95. Dopo il veto presidenziale fu votato di nuovo dalla Camera dei Deputati; ma la sessione si chiuse e il Senato non potè votarlo. Nel 1898 lo votò il Senato; ma la ~uerra di Spagna impedì che lo votasse la Camera dei Deputati (Commons, pag. 234). sirables nell'Australia e che ha raggiunto il suo punto culminante coll' lmmigration restriction act del 1901. Negli Stati Uniti gli undesirahles oltre i gialli, sono i Russi, gli Austro-Ungheresi, gl'Italiani ; ma in Australia, queste nazionalita, sono rappresentate sinora da quantita incalcolabili e gli undesirables sono i Tedeschi e i Britannici che possono fare concorre11z;1ai lavornori della Cornmouwealth australiana. Le razze superiori e qnelle che si considerano come inferiori, adunque, vengono trattate alla stessa stregua! + Ho esposto tutto ciò eh' era doveroso esporre a difesa degli undesirables e <legli Italiani immigrati negli Stati Uniti, ma non vorrei essere scambiato per uno chauvin. Perciò, quantunque io già abbia esplicitamente riconosciuto ciò che e' è di biasimevole nei nostri concittadini, mi pare utile e doveroso d'insistere su questo tasto affinchè la conoscenza esatta e la coscienza piena della realtà, induca tutti e ciascuno degli It:iliani della madre patria e delle colonie, a provvedere, ciascuno nella misura delle proprie forze e delle proprie condizioni a correggere ed ,1 modificare le condizioni morali e materiali della nostra colonie, delle nostre Piccole ltalie, come vengono chiamate e segnalate all' altrui disprezzo nel N'ordAmerica. Su questo riguardo credo di non poter far meglio che associarmi a ciò che ha scrittto di recente la signorina Amy A. Bernardy (1). « Il cosidetto problema italiano negli Stati Uniti, essa dice sta tutto nel problema di adattamento alla civiltà industriale della massa atavicamente destinata alla vita agricola della massa più rurale e rudimentale che abbia l'Italia, alla vita più accanitamente industriale e meccanizzata che abbia il mondo ». Dal punto di vista americano , la Piccola Italia, anche come definizione, ha in sè la sua condanna. « La Piccola Italia è qualche cosa che fa parte per è stessa , che non subisce le leggi della convenziooalitù comune, che si rinchiude e. si accentra nel proprio cerchio, che per indiflerenza o per timidità o per cocciuuggine o per superbia o per incapacitù di fare altrimenti (e nelh esclusione delle no tre PiccoleItalie dal mondo americano circostante e' è nn po' di tutti questi elementi) non dimostra il desiderio di fare come gli altri fanno; la deterenza ai sistemi prevalenti, la pronta volontà dell'assimiliazione, è senz'altro, e anche fuori dei termini del1' imrnigrationproblem una cosa che indispone l'americanità. Uno straniero poi che viene in America, diverso di lingu;.1, di volto, dì costumi, di pensiero di religione, e via dicendo, ha già senz'altro un titolo sufficiente al biasimo e al sospetto de.lla comunità. « Aggiungete poi , com'è il caso per l'immigraa zione italiana, che accrescano questo biasimo e questo sospetto fondamentale i vari elementi a cui abbiamo accennato altra volta, di analtabetismo, di rassegnata adattabilità, cli low standard, di crimioa• lità passionale, ecc., e si vedrà chiaro , evidente e doloroso, quale sia il complesso di cause <lelh riprovazione americana cosi laconicamente espressa nell'appellativo: Piccola Italia, piu dolorosa ancora ( 1) Vita Italiana agli St~ti Uniti. Piccola Italia. (Nella rivista: L'Italia all'estero, 20 gennaio 1909).

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