Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 5 - 15 marzo 1909

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Socia I i < Bi rettore: Prof. NAPOLEONICUOLAJA_NNI (Deputato al Par1am011to) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Itr1.lia.: :u1110 lire H; semestre lire 3,50 - ~~stero: anno lire 8; semestre lire 4:,50 Un numero separato Cent. 30 4 mministrazione: Co1·so Vittorio Emanuele, n.0 115 - NAPOLI f\11110 XV-Nnm. 5 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 1~ Marzo 1909 SOMMARIO: Gli avvenimenti e gll uomini: N. Colajannl : Amici carissimi politici e personali - Noi: Verso la guerra o verso la pace - Il processo di Zagabria - Come giudicare del grado di cultura di un pae1e - L'insediamento e il programma del nuovo Presidente degli Stati Uniti - li fallimento della organizzazione statale italiana è di antica data - La Rivista: Il trionfo della democrazia - G. Gabaslno-Renda: La candidatura Giolitti a Messina - Dott. N. Celajan• : I non desiderabili (The un:lesirables) - L' Italo-americano: Non emigrate - Remy de Gourmont: La messa (U pet, ;lo clericale) - Sperimentalismo sociale (Gl' indici economici della Francia) - Rivista deJle U.lviste: L' istruzionl morale e il criterio statistico ( l..a Lectura di Madrid) - La civiltà fiorentina al secolo XVI (Mercure de Frane', Dobbiamo risp1rmiare il nostro denaro? (Cassel's Maga,in) - La nuova Morale (Der Monismus) - La forze di pacificazi0r,~ fra i popoli della teoria sulle razze (Der Zeitgeist) - Napoli all'opera (L' Economista) - Recensioni. GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Amicieattissimi politici e personali durante la lotta elettorale, sino alla vigilia del ballottaggio hanno chiesto la n1ia presenza o la 111.iaparola a Parma, a Bologna, a S. Arcangelo, a Lugo, a Cefalù, a Licata, a Marsala, a Castelvetrano, a Vizzini ecc. A tutti r.ivolgo vivi atti di grazie per la fiducia che hanno riposto in n1e, dolenti ssi n10 • che l'età e le condizioni di salute non n1i abbiano consentito talora , di accontentarli interan1ente portandon1i sui luoghi della battaglia. NAPOLEONE COLAJANNI + Verso la guerra o verso la paoe?-Quando la Russia intervenne generosamente nel conflitto tra la Turchia e la Bulgaria la pace del mondo parve assicurata. Ma non si fecero i conti colla tenacia della Serbia nella sua aspirazione ai compensi per la annessione della Bosnia ed Erzegovina e della prepotenza dell'Austria nel negarli. Non si possono seguire nei giornali le notizie che si contraddicono da un giorno all'altro, da un ora al1' altra e che annunziano ora la pace ora la guerra imminente. Come spiegare l'ostinata resistenza dell'una e dell'altra? Assai probabilmente la Serbia resiste perchè è convinta che la Russia non la lascerebbe massacrare. L'Austria resiste percbè del pari convinta che l'Europa non vorrebbe impegnarsi in una spaventevole guerra per i begli occhi deìla Serbia. Ma in questa pericolosa schermaglia diplomatica tutte le simpatie della. gente onesta vanno alla Serbia, che sostiene il suo buon diritto e tutte le antipatie si concentrano contro l' Austria sfacciH.tamente prepotente, burbanzosa - che vuol far sapere e sentire di possedere la forza e di volerla ad ogni costo adoperare. E la Serbia non solo sostiene il suo bnon diritto ; ma colla sua ultima mossa. ba dato prova. di abilità rinunziando ad ogni sua rivendicazione diretta. e rimettendo la propria ca.usa nelle mani - ahi I quanto infide ... - delle potenze europee. Le simpatie verso la Serbia sono tanto più notevoli in quanto che i costumi politici precedenti, l'assassinio crudele della famiglia reale, la fiacchezza nella guerra contro Battemberg e la Bulgaria, le aveva.no alienllto gli animi della diplomazia e dei popoli europei ; e invece contro l'Austria. comincia anche a dichiararsi la stampa francese, che sinora le si era mostrata assai benevola. Noi speriamo nel mantenimento ciella pace; ma non possiamo nascondere che l'Austria Ungheria. nei Balcani , come preparatrice di futuri incendi vuole sorpassare la parte rappresentata. dalla Turchia ! E' tutto dire I • Il processo di Zagabria. - L'Austria all'inizio del secolo ventesimo vuol dare prova al mondo .di essere sempre quella . che si rese scelleratamente celebre pei processi politici contro tutti gli uomini che aspirarono alla libertà e alla indipendenza del proprio paese. Di che cosa sia stata ca.p~ce essa lo sanno gli Italiani del Lombardo Veneto e gli Ungheresi. Le prigioni vi furono sempre , piene di detenuti politici; dalle forche penzolarono cada veri di onesti e di eroici cittadini; e il boia vi fu continuamente in onore. Cacciata dall'Italia , costretta per esistere a venire a patti coll'Ungheria, senza nulla a.vere appreso dalla. storia , la clericale militarista. e corrotta Corte dell'Impera.toro degli Impiccati, come Carducci, non ancora Senatore, chiamò Francesco Giuseppe , non potendo più imperversare sugli Italiani del Lombardo Veneto, sfoga la propria ira e la propria passione di tirannide contro i Serbi della Monarchia, che si rifogiarono in Croazia onde sfuggire alla tirannide dei

114 RIVISTA POPOLARE Turchi e che oggi sono costretti a rimpiangere la libertà e la tolleranza del regime mnsulmano. Ciò che c'è di triste e di vergognoso in questa anacronistica recrudescenza di selvaggia persecuzione, contro i Serbi, di non altro rei che di guardare con simpatia alla Serbia indipendente, è questo: che l'Uugheria un tempo vittima eroica dell'oppressione della Austria oggi è sua ignobile complice nell'oppressione dei popoli, che ne hanno ereditato la passione per la libertà. Un figro di Luigi Kossuth , è ministro di Mastro Impicca; cioè è aiutante del boia austriaco. I Serbi di Croazia si batterono spess0 valorosamente per l'Austria Ungheria; ma furono sempre guardati sospetta.mente. Il principe Brankovitch venne tenuto per quarant'anni, fino alla morte in prigione solo perchè si sentiva orgoglioso della propria nazionalità serba. Dal 1878 in poi, dopo che il trattato di Berlino assegnò l'occupazione della Bosnia ed Erzegovina abitate prevalentemente da Serbi , la persecuzione contro i Serbi della Croazia che videro di cattivo occhio quella occupazione, che feriva la Serbia indipendente divenne continua e feroce. Questo processo che rimarrà celebre negli annali della tirannide austriaca, doveva· arrivare fatalmente nel rnomeuto in cui l'occupazione de1le due antiche provincie turche si é tramutata in annessione definitiva, provocando il risentimente profondo del Regno di Serbia. Perciò è venuto il J.rrcesso per altri tradimento contro Adamo e Vale:-iano Ribiewitch , contro l'eroico Vukailia e contro altri 51 Serbi di Croazia, preti, maestri, commercianti accusati di volere distaccare la Croazia Slavonia dalla monarchia austro-ungarica per unirla alla Serbia ed al Montenegro. Contro o~ni legge e contro il Codice di procedura penale che stabilisce, che nessuno possa essere trattenuto più di tre giorni in arresto senza che gliene siano comunicati i motivi, questi 54 imputati furoao trattenuti in carcere per quattro mesi senza che sapessero per quale crimine erano detenuti, e lo ignorerebbero ancora se Pero Vukailia non avPsse provocato lo scandalo suicidandosi col rifiutare ogni alimento. L' infamia del processo si può comprendE,re conoscendo dall'atto di t.ccusa redatto da un miserabile di origine italiana, l'Accurti, quali sono le prove raccolte: easere presidenti di comunitd ortodosse, religiose, economiche, umanitarie e sportive, parlm·e il dialetto d' oriente e non quello d'occidente; dare ai figli i nomi di Mato, Simo e Pietro invece dei nomi usuali in C1·oazia, tenere in casa bandierette serbe , ffù:chieri con disegni a smeriglio recanti le armi serbe ed il ritratlo di Re Pietro, sfoggiare ornamenti, ricami, gio ·elli di fablJricazione serba. Questo è tutto dice il corrispondente ~el Corrie1·e della Sera. E' un processo perfettamente identico ai tanti, che' si svolsero in Italia sino al 1849 e che si svolge cogli stessi metodi e cogli stessi episodi. Questo processo di Zagabria ha suscitato un grande interesse nell' Europa civile e i principali giornali vi hanno mandato dei corrispondenti, destando l' ira dei manigoldi austriaci, che vorrebbero fare ignorare le loro infamie. Maggiore poi è quello che vi prende il mondo sia vo. Perciò i difensori e gl' imputati ricevettero ieri delle corporazioni studentesclie slave di Vienna, Praga, Bruno e Gratz telegrammi esprimenti simpatia e solidarietà per la lotta che sosten~ono pei diritti della nazione. Prima dell'apertura della sed11ta tutti gl'imputati , me11tre aspettavauo di essere introdotti nella sala delle udienza, intuonarooo l'inno nazionale croato, e la popolazione di Zagabria ha salutato simpaticamente questo epi,.;odio. Gli scheraoi autltriaci, capitanati da un Dott. Frank avrebbero vuluto Ngauizzare unf. controdimostt'azione ma questa è fallita miseramente. ,G' incidenti sinora svQltisi provano che gli imputati sono persone energiche, che potranno essere condannate ma non dome dai birri che funzionano da giudici. Molti si negano di rispondere alle domande del Presidente; altri sdegnosi protestano con parole violenti. Le condanne non mancheranno, ma l'Austria nulla vi guadagnerà , come nulla guadaa;nò con i processi analoghi imbastiti in Italia e in Ungheria. Preparerà nuove insurrezioni e forse nuove guerre. Noi non crediamo alla dissoluzione dello Stato AustroUngarico, la ,mi esistenza è fon,fata sopra ragioni stori. che ed etniche formidabili; noi speravamo che la sua trasformazione in un libero sta.to federale avvenisse con processo evolutivo eonforme a.Ile condizioni intellettuali e mora.li dei noRtri tempi. Ma con dolore, confessiamo, che cominciamo a disperare: la forza e la vio1enza sembrano ancora necessarie per traeiformare la vecchia Austria. Non per nulla Francesco Giuseppe è l',iltimo sovrano fedele al papa! Questa trasformazione violenta sarà affrettata o ri tardata dai progressi che fa nell'Impero 11 partito socialista? Poniamo la domanda, per ora, senza azzardare nna risposta. • . Come gludloare del grado di oultura di un paese. - Nella ,·iVtsta delle riviste presentiamo un interessante artic0lo di del Villar, sul quale rÌ• chiamiamo l'attenzione dei no.::1tri!ettari e specialmente di quelli che con soverchia. leggerezza si abbandonano allo comparazioni statistiche e tt·inciano set>.temrn e nell' occorenza formn I ano principi e leggi sociologiche. Noi in generale convenifl.mo nelle osservazioni dello scrittore spagnuolo, specialmente nella parte, che si riferisce alle statistiche attinenti alla istruzione primaria. Vogliamo, però, spiegare alcune disgonanze, affinchè non si cada in un altro eccesso e non i:li n~ - ghi il valore che hanno i dati statistici. Di accordo nel ritenere che il numero degli analfabeti, quello delle biblivteche, dei giornali ecc. non basti per fare decidere da solo il posto che occupa un paese nella cultura. Ogni cifra, poi, dev' essere integrata con altri dati per comprendersene il valore. Anche il numero degli alunni iscritti che è un indice importante per fare apprezzare l'interesse che c' è in un paese per l'istruzione e il desiderio di acquistarla dovrebbe essere integrato col numero di coloro, che frequentano la scuola, che arrivano agli esami, colla durata del periodo scolastico. CJsl pure un paese agricolo con popolazione sparsa avrà un numero più rilevante di maestri di un altro con popolazione agglomerata e in grandi centri. Ciò che influirà sulla spesa e per abitante e per alunno. Aggiungiamo, in fine, che la spesa per alunno e per abitanti dev'essere talora corretta con qualche altro dato; l'Argentina, ad esempio, figura per la spesa per ogni alunno a,l primo posto ; ciò si dtive alle sue condizioni monetarie. La spesa è calcolata in moneta legale, il peso nazionale che dovrebbe valere L. 5; ma l'aggio sull'oro è enorme ed il peso nazionale realmente vale L. 2,20; le 125 lire perciò si riducono a meno della metà e l'Argeutiua scende al disotto degli Stati Uniti e forse della Francia della Gran Brettag:na e della Svizzera. Questa abbiamo vuluto notare affinchè si vegga quanta cultura e quanta finezza accorano per waneggiare le cifre statistiche. + L'Insediamento e Il programma del nuovo Presidente degll Stati Unltl.-La tempesta di neve che ha iHfuriato nel!' America del Nord nei principi del mese di Marzo ha impedito la spetta-

RIVl~TA POP(JLA.l{E 115 colosità e la teatralità grandiosa, cui si erano preparati gli Americani per festeggiare, come al solito, l'insediamento del nuovo Presidente Taft. Ma Washington e la Casa Bianca rimasero i.I 4 marzo completamente bloccati dalla neve e separati anche nelle comunicazioni telegrafiche e telefoniche dal resto dell'Unione. La trasmissione del potere da Roosevelt a Taft avvenne lo stesso e quantunque fosse già noto che il nuovo Presidente avrebbe continuato la politica del suo predecessore, pure l'importanza dell'avvenimento rima'.:le nel programma di Taft. Eccolo nei su0i capisaldi : continuazione della lotta con nuovi provvedimenti lPgislativi contro i Trusts; revisione delle tariffe doganali allo scopo di proteggere tutte le industrie nazionali , specialmente contro gli Stati che infliggono agli Stati Uniti un trattamento sfavorevole. Le nnove tariffe dovranno anche permettere di colmare, senza nnove imposte , il deficit di cento milioni di dollari prodotto dalla crisi finanziaria del 1907; costituzione di un esercito e di una marina capaci di mantenere gli Stati Uniti . in condizione di difendere i loro interessi nel mondo e di servire alla causa della pace e dolla moralità internazionale. L'esercito dovrà, in caso di pericolo, poter essere ordinato in inodo da resistere a qualsiasi invasione dello straniero e da fornire, occorrendo, 110 corpo di spedizione, che possa far rispettare la dottrina di Monroe. Una forte marina moderna è pure necessaria , quantunque la politica internazionale degli Stati Uniti sia sempre pacifica, poichè la nazione deve trovarsi in condizione di difendere i propri interessi non soltanto con prote9te verbali e note <liplomatiche; sforzi per riuscire con reciproche concessioni per rid11rre progressivamente gl'inconvenienti della immigrazione asiatica e promessa di punire cbiunq ue dimostri odio verso gli stranieri, avocando al potere federale la loro protezione ; provvedimenti per rendere più elastica la circolazione monetaria ; intensificazione degli scambi con l'Ot·iente, coll'America meridionale e colle Filippine; soppressione dei dazi tra gli Stati Uniti e le Filippine e concessione a queste di tutte le poHsibili au tonomie; manteni mento della legislazione, che regola i diritti degli uomini di colore e continuazione della lotta r.ontro i pregiudizi di razza. Nello insieme il programma se non è nuovo è sempre buono. Pur rimanendo scettici sulla efficacia dei provvedimenti contro i Trusts e sospettosi contro la t,endenza marcata verso il militarismo, si deve rimanere aHsRi soddisfatti per quanto riguarda gl'interessi internazionali della accentuazione nel desiderio di proteggere gli stranieri e di combattere gli odi di razza. Ma per realizzare questo voto bisogna, crediamo, modificare la costituzione federale ; ci_òche non è facile. Niuno meglio di Taft JJUÒ e8sere creduto per ciò che riguarda le concessioni aile Filippine: Taft ne fu il sapirnte pacificatore. • Il punto più oscuro per gl'It.aliani è quello che riguarda l'inasprimento del protezionismo, E disgraziatamente il Mezzogiorno e la Sicilia ne pagheranuo le spese, perchè si 1rnn11nzia che i loro principali prodotti -- agrnmi , vini, olio di oliva - saranno maggiormente colpi ti. Proprio: la natura e gli uomi_ni l' hanno contro il Mezzogiorno e la Sicilia ! + Il fallimento della organizzazione statale Italiana è di antica data. - E i fatti di Messina e di Reggio pr1,vano che non c' è miglioramento. C,ò si rileva da qnesta lettera : Napoli, 27 febbr. 1909. Illustre e caro Professore, Nel nnm. 3 della R. Popolm·e un vostro amico nello stelloncino Impreparazione c1'onica rit voca il disastro di Casamicciola del 1883 e ricorda come furono allora organizzati _i soccorsi u~ciali. Io posso dirvene di più, senza fare rncomodare 1 vostri redattori a sfogliare i giornali del tempo. Era sindaco di Napoli Girolamo Giusso e dalla sua bocca _ho senti_to jl racconto dei socco1·sigove'rnativi.. Egh fu avvisato dal prefetto alle 3 dopo mezzanotte, contemporaneamente fu avvisato il Comando della Divisione. Alle 4 del mattino l' on. Giusso col co~and~nte. dei pompieri, con l'economo Municipale si misero rn giro pflr raccogliere viveri medicinali attrezzi. Alle 6 un piroscafo era già ~ronto a saÌpare con 250 fra pompieri e guardie municipali, medici e vi veri. Il prefetto mandò a pregare il Sindaco che avesse atteso l'arrivo di una compagnia di fanteria, la quale non arrivò ...... il piroscafo parti, giunse a Casamicciola ed iniziò il lavoro di scavo, di soccorso etc. La sera giunsero i soldati armati , ma. senza viveri, senza attrezzi ; e per 6 giorni il. fornitore militare dimenticò la truppa distaccata, la qnale visse a spese dei viveri municipali , o meglio a spese del Sindaco on. Giusso, il quale è ancora creditore della somma verso il Governo. Allora la calce fu chiesta dal Genala; a Messina la calce è stata chiesta dal Re. Il Sindaco coi primi feriti venne in Napoli; ma quando l'indomani con nuovo carico di vi veri e medele s'apprestava a ritornare a Casamicciola, trovò l' Immacolatella in istato d'assedio : non si passava più, nemmeno il Sindaco di Napoli poteva passare .... proprio come 25 anni dopo ! Infatti a Messina è stato impedito l'accesso alla stazione al prefetto Trinchieri. Ma l'on. Giusso, indignato, non se ne stette, e fece sapere subito al prefetto o che fosse ritirata la truppa o che egli avrebbe ritirato i suoi pompieri da Casamicciola. Fu così che la truppa fu messa agli ordini del Sindaco di Napoli, e le cose furono rimesse nello stato normale. A Casamicciola la catastrofe avvenne nel colmo dell'estate in un tempo cioè in cui erano affollatissimi gli alberghi e le stazioni balneari, ecco perchè il disastro, minimo rispetto alla cataotrofe del 28 novembre 1908, impress·(\nò tanto vivamente Napoli. Io vi avevo pro111esso altri dettagli oltre quelli da voi raccolti, sui ca,j di Messina; ma essi sono di tanta gravità, che preferisco non parlarne. A Gamera aperta, e quando la grande sventura nostra. sarà meno crudamente ricordata, perchè altro tempo sarà pas:..iato,ne riparleremo. Abbiatemi cen l'antica stima Vostro aff.mo F. P. R. NOI Agli abbonati. -- La 'Rivista popolare non ha sussidi da an1ici o da gruppi politici, ma vive esclusivarnente di abbonamenti. Il ritardo quindì nei pagamenti in1barazza l'amministrazione e la costringe a sensibili spese per circolari di sollecitazioni, mandati postali ecc. Preghiamo perciò vivamente tutti gli abbonati che ancora debbono rinnovare l'abbonan1ento a volersi mettere in regola colla massima sollecitudine.

116 KIVISTA POPOLAKE Il trionfo della den1ocrazin Le elezioni del 7-1-1-Marzo 1909 saranno sempre ricordate con orgoglio dalla democrazia nelle sue varie gradazioni; dai socialisti sopratutto. Esse del pari hanno dato la misura della sfacciataggine della stampa ufficiosa - dal Popoloromano alla Tribuna - che osa dichiararsene soddisfatta e che fa presensentire l'attitudine. I socialisti eletti a primo scrutinio furono 31 ed altri 27 entrarono in ballottaggio e ne trionfarono, dodici Significantissime le votazioni ottenute in Lombardia, nel Piemonte, nell'Emilia, nell'Italia centrale anche dove non riuscirono ad essere eletti e rimasero alla porta, facendo presentire che in una futura lotta con piccolo storzo supereranno ogni resistenza. Nè possono dichiararsi malcontenti i repubblicani che videro eletti diciassetti dei propri a primo scrutinio ed altri sette entrare in ballottaggio, di cui ne riuscirono sei il 14 marzo. I radicali, invece, non sono stati così fortunati. I sette nuovi' elétti fanno fronte a parecchie cadute. Se numericamente stanno vicini ai socialisti non hanno molto da rallegrarsene perchè essi avrebbero dovuto ottenere più largo suffragio pel fatto che sono un partito costituzionale, che tra breve, forse, daranno un contingente agli uomini del governo. Nè va dimenticato che la qualità di questi radicali talora è scadente. Non sono pochi quelli che posti tra Giolitti e il radicalismo darebbero, come hanno dato, il voto al primo. Sono radicali puramente figurativi conservati nei quadri per far numero ed illudere la pubblica opinione. ♦ Alle vittorie dei partiti popolari, naturalmente fanno riscontro le cadute dei costituzionali; alcune delle quali veramente significative ed anche dolorose. Tali quelle di Villa, di Gorio, di Torrigiani, di Castiglioni e di Quistini, sostituiti quasi tutti da clericali. E proviamo vivo rammarico per li! scomparsa da Montecitorio di Leopoldo Franchetti: il benemerito dell'inchiesta sulla Marina. Villa era il più vecchio deputato per numero di legislature; era stato più volte ministro e Presidente della Camera; erano Vicepresidenti nell'ultima legislatura Gorio e Torrigiani, indubbiamente due galantuomini autentici. Colla scomparsa di Go rio, di Castiglioni, di Quistini, di Tecchio e di Vendramini, si può dire scomparsa la pattuglia zanardelliana; perciò acquistò credito la voce corsa delle dimissioni di Carcano, che la rappresenta nel ministero e che alìa sua volta è stato incalzato nella lotta elettorale dal socialista Noseda. Non è senza importanza inoltre, il fatto che un membro del governo , il sottosegretario di Stato Berretti sia rimasto soccombente anche nella prova di ballottaggio, e per non pochi voti. ♦ Se si guarda alla distribuzior1e r~gionale delle prevalenze e delle sconfitte si deve nmanere meravigliati della colossale affermazione socialista in quasi tutto il Piemonte - specialmente a Torino - nelle provincie di Alessandria e di Novara e della potenza formidabile, che hanno i clericali in Lombardia e nel Veneto; e va rilevato che un uomo come Ferri ha sostenuto una lotta vigorosa contro una nullità autentica, qual' è lo Spallanzani. Genova con una elezione socialista (Chiesa) e con quella repubblicana (Macaggi) ha preso la rivincita; e n'era tempo. Così Firenze che manda un altro repubblicano (Masini) ed un altro socialista (Pieraccini). In- -vece i clericali hanno fatto fiasco quasi dapertutto nel Mezzogiorno e in Sicilia ; se è dololoroso ed umiliante per Palermo il trionfo di un clericale nella città delle barricate, si trova largo compenso al fatto nellla caduta di Rodinò a Napoli perchè questo ultimo è un giovine di valore ed ha avuto per sè il governo, i preti e il Municipio ad un tempo. Significatissima tra tutti in Sicilia è stata la caduta di Ludovico Fulci in due collegi della provincia di Messina. Nel fatto l' Italia ha visto la punizione esemplare della indegna farsa svoltasi colla doppia elezione di Giolitti a Messina e di cui egli, il disgraziatississimo rappresentante di Francavilla Sicula, è state ritenuto il principa.le responsabile (1). ♦ Non possiamo sottolineare e cornmentare tutti gli episodi notevoli della lotta elettorale; ma prima di dire dalle violenze del governo e dalla parte rappresentata dal Vaticano dobbiamo fermarci su due episodi episodi. Il primo riguarda un contrasto posto da uno dei più autorevoli giornali monarchici: La S~ampa di Torino. La quale umiliata pel partito in cui milita ha rilevato questo contrasto: il socialista Bissobti nell'Avanti! ha ripudiato un tale che si gabella come socialista, ma che è stato bollato da un tribunale; i monarchici di Cossato invece, senza alcun pudore hanno portato sugli scudi come il loro uomo rappresentativo un Prof. Pipia, che fu anche lui bollato da un altro tribunale, il contrasto fa onore al socialista ed al giornale monarchico, che lo ha posto onestamente in evidenza. All'attivo della stessa Stampa segnali:rn10 con vivo compiacimento le fiere e coraggio~e parole pubblicate contro Cortese e contro i due Farinet. Un altro episodio tra umoristico e diffamatorio. La Tribuna a corto di buoni argomenti per combattere le candidature popolari con impudenza piramidale durante la lotta elettorale insinuò che in certi collegi, a sostegno delle medesime correva dell'oro..... straniero. La sciocca insinuazione non trovò fortuna nemmeno tra i più spudorati giornalucoli monarchici. Tutti sanno che se nelle ultime elezioni è corso dell'oro straniero è stato quello delle Congregazioni francesi, che si sono fuse col partito clericale italiano. Un giornalista , nel mettere in burletta la trovata della Tribuna, però, ha avuto l'infelicissima idea di rievocare le 100,000 lire date da Cernuschi a Cavallotti per le elezioni del 1890 ed ha aggiunto che allora realmen te altro oro straniero venne in aiuto della democrazia. Ma questa affermazione non è che la quintessenza della calunnia : quel giornalista dovrebbe sapere che in quei tempi di oro (1) Riproduciamo a parte un magnifico brano di una corrispondenza da Barlino al Giornale d'Italia sulla elezione di Giolitti.

RIVISTA POPOLARE 117 straniero 1~ Italia non venne, che quello di Haz .... E non lo 1ntascarono, certamente, i democratici. + Se l'oro straniero in quest'ultima battaglia elettorale no11 è che una burlesca invenzione che non ' assurge nemmeno al disonore della calunnia, della Tribuna, c'è, però, una tristissinu realtà: è la violem:a . del governo , dei suoi rappresentanti e dei suoi .amic~; è. l'intervento aperto, illecito, dei preti e de1 elencali contro la democrazia, ed an..he contro conserva tori onesti ed intelligenti , come il Prof. Mosca nel Collegio di Cacca mo che non vogliono indossare la discreditata livrea 'del clericalismo. In quanto alla vit>lenza del onverno essa come al solito, si è esplicata nel m~zzoaiorno e \11 Sicilia; tan_to per a~r~tta_rne la edu~azione politica! Nel contrnente mend1onale prese 1Hnporzioni sianificanti a Gioia del Colle, in difesa\Ji ·Vito de Bellis, a .Cas~ellamm.are di Stabia contro il repubb!icano R1spoli ecc.; rn Sicilia fu veramente straordinaria - eguale no:1. si era mai vista per lo passaw - a Marsala, a M1litello, a Paternò, a Licata , a Castelvetr~no. Se ne sentiranno di ogni colore innanzi alla q-mnta_ delle elezioni e innanzi alla Camera qu:::ndo s1_.s~oJg~ra~no le relative interpellanze. Tutti i dmtt1 dei cittadini sono stati conculcati con una impU(!enz_~e con una violenza, che poterono raggiungere 11 p1u alto tono del diapason solo colla certezza della in~punità. Per tutto ciò che hanno operato ed oper~no 1 due ~refetti di Trapani e di Girgenti, Ancesl'.hl e Rebucc1, specialmente nei due collegi di C_astelv~trano. e di Lic:ata, meriterebbero la galera. Siamo m Italia e probabilmente avranno qualche gran cordone con relativa promozione. Ma 1~ nota politica più caratteristica e più rilevant_e ~1 ebb: collo intervento aperto dei clericali. I pnm1 saggi della sospensione del non expedit si ebbero nel 1904; e con particolarità nelle successive elezioni suppletorie. Nel 1909 la misura si p~~ <lire che fu generale. Dovunque ci fu un amb1z1oso ~ un mis~rabile.,. un massone rinnegato che provò 1 uzzolo d1 porsi 1n candidatura e di dichiarars~ cl:ri~ale, i~i fu tolto il non expedit e preti e cle:1calt s1 scagliarono nelt1 lotta con tutte le male arti e con tutta la violenza di cui ·essi sono capaci h ' • l ' e c e so tanto immaginabile nelle persone che sono state per tanti anni costrette all'astinenza. Il Vaticano con precedenza aveva indicati i casi nei quali. si poteva invocare la sospensione del non expedtt; tra i quali c'era quello di dover comba_ttere un sovversivo nemico della religione o megh.o delle.. superstizioni e del pernicioso dominio dei c~ttohc1. Si spiegri quindi l'intervento attivo, fanatico dei p~eti contro Marchesa no ·a Canicatti, contro Musatt1 a Venezia contro Auteri-Berretta a Catania, contro altri repubhlicani o socialisti altrove. Ma c<;>~1geiustificare l'azione spiegata contro monarch1c1 o conservatori - contro Villa contro Luz- . ' zattI, contro Gorio, contro Mosca, contro Cascino, contro Pasqualino-Vassallo, contro Caetani di Sermoneta , contro tanti altri candidati appoggiati dallo stesso governo alleato dei preti ? In quanto al modo dell' intervento dei clericali nulla di più illegale, di più volgare, di più impudente. A Venezia gridarono e stamparono che chi votava per Musatti votava ..... contro Dio; a Canicattì ., dove il loro candidato percorse le strade accompagnato da processioni sotto le bandiere del Sacro cuore e con accompagnamento delle Figlie di Maria; dove si predicò che se Marchesano avesse trionfato, le chiese sarebbero state destinate a raccogliere .... i porci; dove si festeggiò la pretesa vitt<>ria coli' inno .... papale. Si puo immaginare quali infamie avranno detto allè beghine ed agli imbecilli nel segreto del confessionale.... . Ciò non ostante, tranne in Lombardia e nel Veneto, e sporadicamente a Palermo e nell'antico Collegio di Villa, i clericali sono stati sonoramente sconfitti; e la loro sconfitta è stata quella dei più alti dignitari della Chiesa - clamorosa quella del neurastenico e parassitario Monsignore Stourzo vescovo di Piazza Annerina ; degli arcivescovi di Catania , di Torino , di Genova , del Patriarca di Venezia ..... più clamorosa , più grandiosa di tutta quella della sacrestia e della questura, del Vatic:1110e del Quirinale in E.orna capitale, dove il clericale Santini è caduto miseramente di fronte al socialista Bissolati e di fronte al quale evento noi gri,liamo con tutta la forz1 dei nostri polmoni : Vittoria! Noi non sappiamo se durante la XXIII legislatura avremo mai un governo che vorrà punire i preti applicando l'articolo 107 della legge elettorale politica; ma siamo certi che in un' altra elezione il Vaticano, con o senza un papa come Bepi, tenterà la riscossa. Potrà anche darsi che la sorte gli arrida in qualche momento. Siamo, però, saldamente convinti che a lungo andare i clericali rimarranno definitivamente sconfitti. Portae inferi non praevalebunt..... contro i i progresso e contro la democrazia. E allora avverrà in Italia ciò eh' è avvenuto in Francia : le leggi spiegheranno la loro severità contro i propugnatori della reazione. Essi avranno ciò che avranno meritato e voluto. Per quel giorno noi □on facciamo che un augurio: che la monarchia dei Sabaudi si trovi ancora alleata col Vatica110.... La Rivista Lacandidatura Giolitti Messina (Da una corrispondenza da Berlino al « Giornale d'Italia >> 8 marzo r909 ) Io cerco di coordinare nella mia mente ;1' idea di Messina quale l'ho vista nella fine del dicembre e nella fine di gennaio, e di Messina quale dovrà essere domenica ventura. E il rapporto trai due termini è introvabile: dopo di aver visto Messina abbattuta e ingombra di cadaveri sfracellati e inzuppata di sangue, non si può concepire una Messiua animata dai comizi elettorali. E un altro rapporto ché pure esiste, non mi riesce di trovare: quello tra l'on. Fulci dell'indomani del terremoto e l'on. Fulci di oggi. Io mi ricordo di un Ludovico Fulci nel cui viso contratto e smunto si leggeva il àolore, il terrore, la disperazione; un uomo affranto, vegtito grottescamente con un e paletot » corto sopra un e paletot ;,~lungo, e che si scioglieva in lacrime appena qualcuno si accostava a quel portone di via Garibaldi rimasto miracolosamente in piedi che costituiva il suo rifugio. Accanto a quel portone un ammasso di macerie formavano

' 118 RIVISTA POPOLARE il sepolcro di Nicola Fulci, di cni il fratello superstite resta.va così come a custodia, con una fedele pietà fraterna che commoveva profonda.mante ~cosi da far perdonare quaìche impeto di ribellione che intramezzava L'ac~asciamento di quell'uomo infelicissimo che allora esaltandosi contro « il Governo ..... che las~iava Messina nell'ahbandono, che aveva. ucciso suo fratello come tante miglia di altri sepolti vivi che un pronto soccqrso avrebbe salvati >, gridava di « non essere più italiano >, di « voler rinunziare alla sua nazionalità ... > E se all'on. Fnlci la sciagura avesse indebolità la memoria di quelle ore tremende, io potrei citare qui i nomi di due gentiluomini p~lermitani che con me hanuo sentito le sue geremiadi, i suoi lamenti che ho_qui riportato fra « virgolette> solo in parte, tanto er.ano asp' e le parole e i giudizi che non riproduco. Che triste luce, che sciagurata fiamma é dunque la passione politica se può avvelenare un nomo al punto da fargli dimenticare quanto ha più di sacro, da vincere persino gli istinti più naturali, da spingere Ludo.,,·icoFulci a pro.:-ternarsi servilmente ai piedi dell'onorevole Giolitti ch'egli due mesi prima oltraggiava come io oso riferire ? La fulgida città del Faro deve essere veramente morta se la può cosi impunemente offeodere un mauipolo di politicanti che si agitano tra le rovine. Ma intorno a quelle rovine Ri sono svolte c si svolgono troppe cose tristi perché si possa conservare il silenzio che conviene alla morte· L'indomani del disastro abbiamo visto il prefetto di Messina buttarsi ai piedi di De Felice ed investir! o di funzioni dittatoriali, affidando al «sovversivo> la tutela dell'ordine che il Governo si dichiarava impotente a mantenere. Ieri abbiamo visto il generale Mazza che lasciando quelle alte funzioni straordinarie che non avrebbe mai dovuto avere, si congedava dai messinesi (pei quali era stato un flagello) con un proclama. che ordinava. fosse affisso a ~ tutte le cantonate> - quando a Messina non esistono altre cantonate che quelle prese dall'ottimo generale. Ed oggi, infine, dobbiamo assistere a questo spettacolo nauseante delle elezioni che ha preparato l' onorevole Ludovico Fulci. C'è quasi da credere che egli abbia voluto, ponendo la candidatura del presidente del Consiglio, esercitare su di lui la più raffinata delle vendette. Fare Giolitti deputato di Messina, eletto delle macerie e della rovina, rappresentate di ottantamila cadaveri insepolti, dopo averlo accusato della insipienza governativa che fu un disastro aggiunto al disastro, può essere ,una burla atroce degna della macabra fantasia di Edgar Allan Poe. Ma se l'origine della candidatura non è questa, se essa è dovuta alla libidine dei policastri, disprezziamo pure costoro, ma non ne addossiamo la vergogna a tutti i superstiti della provincia di Messina-quando è tra loro un uomo che si chiama Durante. Durante: quest'uomo che venuto dalla gleba è salito a.i più alti fastigi della gloria scienti.fica : questo figlio di poveri contadini al quale i più famosi luminari della chirurgia berlinese s' inchinano come alla più fulgida gloria vivente della loro scienza; questo uomo che è vissuto sempre lontano dalle competizioni politiche e..ì oggi, preso da un impeto di disgusto per coloro che disonorarono la terra, corre al suo paese per combatterli: quest'uomo basta per salvare l'onore dell'Isola della qnale egli è l'espressione r,iù :nobile. Finchè la nostra Sicilia avrà uomini come Durante noi potremo sperare nella forza e nella --nobiltà della nostra stirpe dalle quali soltanto p11òrigermogliare e rinascere Messina. Per virtù di quest'uomo si allevia oggi la profonda tristezza di chi, come me, lasciando un mese fa la Sicilia vedeva sparire nell'ombra del tramonto navigando vorso la Calabria, le macerie di Messina - l'ultimo lembo deHa sua Sicilia, come l'ultimo segno di una madre ferita che salutasse, agitando un moncherino sangninante, il s,10figliuolo che si allontanava. G. GABASINO-RENDA I NON DESIDERABILI ci> (The undesirables) Gli scritti del Meade, del Sheridan e dell' Amy Bernardy pubblicati precedentemente nella 'Rjvista sulla condizione degli Italiani negli Stati Uniti hanno già fatto conoscere, che essi nella Grande repubblica vi sono assai malvisti e che sul loro conto corrono pregiudizi numerosi e sono accreditate delle e~agerazioni pericolose sui loro reali difetti. Negli Stati Uniti vivono già circa un milione e mezzo d' Italiani e l'emigrazione ha già ripreso la sua via verso la Repubblica della Stelle. Senza discutere per ora sulla convenienza o meno della emigrazione, che costituisce un gravissimo problema per l' Italia, è certo che interessa moralmente, politicamente ed economicamente a tutti gl' Italiani, che i propri concittadini vengano giudicati e trattati come meritano e che sul conto loro non corrano pregiudizi e giudizi ingiusti. Scrittori eminenti degli stessi Stati Uniti - l' Austin, il Meade, il Sheridan, lo Steiner, e tanti altrihanno preso le loro difese, e calorosamente. A me sembra, però non solo opportuno, ma utile e doveroso vagliare una ad una le accuse , che si formulano contro di essi ; dimostrarne l' insussistenza , combattere la esagerazione e ristabilire la verità. Se e quando c' è del vero su tali· accuse bisogna lealmente riconoscerlo e fare opera, ciascuno nei limiti della sua possibile sfera di azione, affinché gl' It.aliani vogliano e sappiano correggersi, nello interesse proprio e in quello della loro patria di origine. Per questo motivo, a complemento di ciò che sinora ho pubblicato nella Rivista, mi occupo adesso degli undesirables , dei non desiderabili, gl' Italiani e (1) Questo scritto con lievi rimaneggiamenti fa parte del capitolo sulla Immigra 1 ione della 2a Ed. del Manuale di De mografia. Sotto molti aspetti questa 2a edizione è un' opera nuova, di cui ho cercato mutare il carattere. Il Manuale di Demugrafia che vedrà la luce tra un mese, (Editore Luigi Pierro, Napoli) più che un libro scolastico spero che riuscirà un'opera di cultura generale, cui potranno attingere utihpente gli studiosi di politica positiva e di scienze sociali.

K.IVISTA POPOLAKE 119 gli immigrati di altre nazionalità che li rassomigliano, vengono chiamati dai Nord-Americani. + L'immigrazione ha creato dei problemi etnicosociali in talune colonie inglesi e in alcuni Stati dell'America, problemi, che allarmano, che si discutono vivamente, che provocano alcuni provvedimenti della politica dell'immigrazione. Il pericolo giallo, cioè la immigrazione dei Cinesi e dei ~iap~onesi preoccupa l' Australia e ispira la sua leg1slaz10ne; lo stesso pericolo si è agoiunto :tl pericolo nero nell'Africa Australe e vi è O causa di preoccupazione e di perturbamenti. Nel Brasile si è voluto creare un pericolo tedesco; ma è poca cosa se non del tutto insussistente. Nell'Argentina e in altre repubbliche del Sud e del Centro America, non è stata ancora segnalato alcun pericolo, per quanto i gringos - come spesso in segno di disprezzo si chiamano gli Italiani - non poche volte e in parecchi punti siano accolti e trattati con poca simpatia. Dove il problema, pel volume della immigrazione e per la sua composizione etnica e sociale, ha assunto grandi proporzioni è negli Stati Uniti. Ivi costituisce il problema degli undesirables - dei non desiderabili - che i più benevoli chiamano obiectionables. Ha importanza in genere ; ne ha una speciale per gli Italiani, che rappresentano l'elemento se non più numeroso, certo più avversato degli undesiderables. ' Chi sono e quanti sono gli nndesiderables? Gli undesirables negli Stati Uniti sono i Cinesi i Giapponesi, gli Slavi, gli Ungheresi e sopratutto gli Italiani. Come e quanto lo siano questi ultimi si può argomentarlo da questo dato. Nel paese del Negro-problema e dove ii linciaggio ha preso quasi il carattere di istituzione riconosciuta dai pubblici poteri, la presenza degli Italiani, secondo NestlerTricoche, ha cagionato una specie di reazione in favore dei negri ( 1). L'allarme è stato suscitato sopratutto dalla proporzione degli immigrati e da! mutamento nella loro composizione etnica. Gl' immigrati, rispetto alla popolazione totale se si fosse fatto il censimento nel 1906, secondo il Sheridan (pag. 404) in base alla popolazione di 84,000,000 si sarebbero elevati al 17 ,6 °fo. Indubbiamente la proporzione sarebbe forte. Si riduce a meschina cosa se il rapporto si fa colla. densità. Su di una superficie 9,420,670 chil. quadrati con l'eccedenza degli immigrati sugli emigrati ridotta a 2,456,870 rappresenterebbe un aumènto di densità di 0,26 per chilometro quadrato. E la densità nel territorio proprio della repubblica nd 1906 in base alla popolazione che ~omprendeva già gl' immigrati non era che di 8,9 ! Sulla base della densità italiana --- 116 ab. per chil. quad. - gli Stati Uniti potrebbego avere una popolazi0ne di circa un miliardo e 100 milioni. Ma il pericolo, che sembra in questa guisa tanto piccolo da farlo considerare insussistente! , è maggiore pel fatto che gl' immigrati non si distribuiscono su tutto il territorio della repubblica ma con grande prevalenza negli Stati e nelle grandi città della regione Nord-Atlantica. Sono maggiori le preoccupazioni dei Nord americani per il mutamento nella composizione etnica e nazionale degli immigrati che costituiscono la cosidetta nuova immigrazione. Le proporzioni si sono mutate c,)sÌ : (1) R. Gonoard: L'emigratio11 européen>ie annoXIX siede (A. Colin. Paris. 1906 pag. 214. Immigrati 1821-50 1871-80 1891-900 Canadesi, Britannici, Scandinavi e tedeschi I ,o37,364 4 2 ,3 o/o 1,892,510 67,3 °lo ,,,49,747 31,10/o Irlandesi. I ,038,824 4 2 ,4 • 430_8/1 I 5 •5 • 390,170 IO,S ) Austro Ungarici Italiani Russi e Polacchi. 5,!)24 0,02 » 180,982 6,4 » I ,846,616 50,0 • Altri paesi . . 37,;,7o3 I 5, 2 » 301,828 I 0,7 » 3')1,072 8, I • Gli elementi più desiderati - Britannici ec(".- in cinquantanni quindi sono discesi dal 43,3 % al 31,1 % ; invece gli undesirables sono cresciuti da 0,02 °/0 a 50 °/0 ! Il maggiore aumento di questi ultimi è avvenuto a spese degli Irlandesi , che nori sono stati mai considerati alla stre.~ua dei Britannici, Tedeschi e Scandinavi; ma non sì ritengono completamente undesirables. La situazione è peggiorata, dal punto di vista nord-americano, negli ultimi anni. Sopra un totale di 4,933,741 immigrati dal 1900 al 30 giugno 1906 erano undesirables - cioè Italiani , Slavi e AustroUngheresi -- ben 3,176,291; cioé: il 64,3 °/0 ! Se essi sono realmente undesirables l'allarme dc:i Nordamericani è pienamente giustificato. Perchè sono considerati undesirables gl' immigrati delle nazionalità cennate ? A parte i Cinesi e i Giapponesi , pei quali, c' è il vero antagonismo di razza, spiegabile anche colla differenza del .:olore\ dalle dichiarazioni del generale Walker, di Shattuc, di Lodge , di Prescot F. Hall e di cento altri (1) gli Slavi austriaci e russi , gli Ungheresi e sopratutto gl'ltaliani del Mezzogiorno sono undesirables per parecchi motivi. Si dice: sono poveri e vivono a carico dello Stato e dei corpi locali; sono analfabeti; sono unskilled, sudici e con un basso tenore di vita ( standard of lif e ) ; sono troppo fe(ondi e determinano un peggioramento della composizione della popolazione col loro più rapido moltiplicarsi; rifuggono dai lavori agricoli utili alla repubblica; si accentrano nelle grandi città creando o aggravando un pericolo sociale ; sono uccelli di passaggio e non fiss,rndosi negli Stati Uniti ne sottraggono ingenti capitali; hanno un'alta criminalità; fanno concorrenza nel lavoro a gli indigeni; non si assimilano e non si americanizzano. Ce n'è abbastanza per giustificare qualunque alp) li PHILIPPov1cHnon direttam1::nte interessato li considerò come undesirables sin da I 1892 (A.uswandcrung und Anwan• derungs politik in DeutschlanJ. Leipzig. Dunker et Humblot, 1892); anche il Commons non è entusiasta della nuova immigra 1 ione (Races and lmmigrants in America. (New-York. Macmilbm C. 1907).

120 RIVISTA POPOLARE larme e qualunque avversione per un popolo , che si crede immune da quelle stigmate (1). Esaminiamo , rapidamente , una ad una queste accuse. 1. 0 Sono poveri e vivono a carico della collettività. Nessuno può negare che gli undesirables siano poveri; se tali non fossero non emigrerebbero, andando incontro ad ogni sorta di disagi materiali e morali tormentosissimi. Ma che le nazionalita undesirables abbiano la stessa inclinazione a vivere di accattonaggio ed a spese del paese d'immigrazione non è vero; non lo è sopratutto per gl'Italiani. La loro difesa , in base ai dati del censimento del 1890, è ~tata fatta, senza possibilità di risposta, da Austin, Capo dell'Ufficio di Statistica del Dipartimento federale del Commercio e lavoro di Washington in un onesto articolo (2). Il censimento del 1900 e le successive pubblicazioni ufficiali hanno luminosamente provato che sotto questo aspetto gl' Italiani dovrebbero essere i più desiderabili. A 31 Dicembre 1903 negli Stati Uniti c'erano ricoverati (3). Asili dei ponri Manicomi Istituti Su 100 pei deboli pazzi di mente (4) Irlandesi • • 14,923 46,4 °/ 0 13,664 29,0 7,0 Tedeschi . • 7,477 23,3 » 12,644 26,9 26,4 Inglesi . . 2,871 8,7 li 3,311 7,8 9.7 Canadiani·. 1,744 4,8 • 3,049 6,5 14,4 Scandinavi 1,573 4,9 » 5,409 15,7 11,7 Scozzesi . 788 2,5 li 785 1 ,7 1 ,8 Pugheria Boemi. 314 1,6 • 1,054 2.2 3,5 Russi e Polacchi 490 1,5 • 2,064 4,4 12,2 Italiani. . . . 331 1,0 • 1,084 2,4 3,7 A New York, dove Italiani e Irlandesi si pareggiano , nel 1904 furono ricoverati nell'Istituto di Blackwells 1564 Irlandesi e soli 16 Italiani (5) Ciò : ì' .. si è osservato nella più grande città e nell'am- • . .e più sfavorevole per gl' Italiani , viene ricon- ~..:.:matopei piccoli centri rurali in una pubblicazione ·; 1ìciale (6). Sotto questo aspetto, adunque gl' Italiani sono de~tderabilissimi. 2.0 Sono analfabeti. Che l' analfabetismo sia un male nessuno lo pone in dubbio; che possa nuocere allo sviluppo economico Jell' Unione americana, quello degli immigrati lo negano gli stessi NordAmericani. Johnston nella North American Review ricordò che erano analfabeti i fondatori della Repubblica. E' vergognoso l'analfabetismo degli Italiani; ma costituisce una colpa dell' Italia , non un pericolo ( 1) I Nord Americani si preoccupano special men te degli un desirables italiani, perciò molti sono venuti a studiare le condizioni dcli' emigrazione in Italia. Nello scorso anno venne anche una Commissione ufficiale composta dt:i Senatori Dillingha m e lat1mcr e dei deputati Howel, Bennet e Burdett. (2) Is the new immigration dangerous to the Country? Nella North American Review, Aprile 1904. (3) Special reports. Paupers in Almhouses. 1904, (Washington 1906 pag. 19 e 99); The insane and feble minded. 1904, (Washington 1906 pag. 23 e 100). (4) Su 100 ricoverati bianchi (The insane ecc. pag. 261). (5) Preziosi : Il problema de~'Italia d'oggi (Palermo R. Sandron 1907 pag. 78). (6) The ltalian on the land di Emily Fogg Meade. Nel Bulletin of the Bureau of Labor di Washington n. 70. Riferend6rni a questa pubblicazione citerò solo il nome dell'autore. Anche Steiner (On. Tke Frail of the Immigrants Fleminges New- York e Londre) nel paragone tra Italiani e Irlandesi riconosce la enorme superiorità dei primi. Gli articoli di Austin e di M~ade sono stati pubblicati nella Rivista popolare. per gli Stati Uniti , che di quel!' analfabetismo si giovano. Ma l'accusa di analfabetismo non è che un pretesto per combattere l' im111igrazione; l'ho dimostrato in Latini e anglo-sassoni ; l' ha dichiarato t.splicitamente il Ward dell' universita Harwar<l di Boston. Meglio ancora; l'analfabetismo tra gli undesirables della seconda generazione diminuisce più rapidamente che tra gl'indigeni. Lo dimostrò l'Austin in base ai djti <lei censimento del 1890; e venne riconfermato dal censimento dd 1900. (Latini ecc. pag. 397). E gl' italiani fra tutti brillano per la intelligenza. Ai loro accusatori toglierebbero anche questo pretesto di avversione se avessero maggiore cura di secondare le associazioni locali, che si sforzano di attrarre i loro figli nella scuola. 3.0 Sono unskilled. La grand~ massa d'immigranti - e non tra i soli undesirables - essendo di braccianti e di agricoltori, che nella Repubblica non si danno al lavoro dei campi, necessariamente viene compresa nella categoria degli unskilled. Il Sheridan, in proposito, dà esatti dettagli sul loro numero e sui lavori, cui si addicono. Ma essi sono per lo appunto gli elemènti di cui hanno bisogno e di cui vanno in cerca gli Stati Uniti; dove i lavori rozzi, senza capacita, il lavoro row material, è sfuggito dai nativi. Era prima _assegnato agli lrlandesi ed ora agli Italiani, agli Slavi, agli Ungheresi. Senza il lavoro degli unskilled sarebbe arrestato lo sviluppo degli Stati Uniti ; regredirebbe sicuramente la loro vita economica e sociale. 4.0 Il bassotenore di vita. E' innegabile e deriva dalle condizioni economiche e intellettuali degli immigrati undesirables. Essi sono usi a consumi limitati in patria e sentono meno degli altri il bisogno di elevarli negli Stati Uniti. Nella spesa sono limitati altresì dal desiderio di risparmiare per raggranellare il gruzzolo mensile, che mandano a casa o quello, che raccolgono per portarlo essi stessi al ritorno in patria. Tra gli undesirables inneg~ bilmente il più basso tenore di vita lo hanno gl'Italiani: per la casa, pei vestiti, per la nutrizione spendono meno degli Slavi e degli Ungheresi. Perciò risparmiano di più. Questo basso tenore di vita porta seco fatalmente una certa sucidezza che li rende invisi; la nutrizione deficiente rispetto alla intensita del lavoro e alle esigenze del clima, ne fiacca la fibra, li espone alla degenerazione biologica, che si traduce in aumento di tubercolosi,di nevrastenia, di psicopatie. In conseguenza li rende anche meno apprezzati come lavoratori, pel rendimento minore del loro lavoro. Tutto ciò, però , non interessa direttamente la Repubblica ; il lato, che può interessare è quello delle condizioni antigieniche delle loro abitazioni. Su questo, si osservi, che, pel sudiciume in ispecie, non c'è nulla che costituisca un carattere di razza. Non sono pochi gli stessi americani che riconoscono che gl' Italiani quando possono tengono le case meglio degli Irlandesi e degli Ebrei e di altri undesirables(Preziosi pag. 79, Schultze). Lo avevo constatato in Latini -e Anglo-sassoni sulla scorta di diversi scrittori ; lo confermano ora il Sheridan e •il Meade per gl' Italiani di Hammonton e di altri piccoli centri agricoli. Gl' Italiani , pel tenore di vita , non sono solo

RIVISTA POPOLARt. 121 quelli degli slums e della Little ltalies ; ma dove e quando le circostanze lo consentono il loro standard of !ife si eleva. Comunque, gl' Italiani, come osserva Steiner (pag. 275 e 277) non sono degenerati, non sono esauriti; e sopratutto , lo si è visto, meno di tutti gli altri immigrati undesirables cadono a carico dello Stato e dei corpi locali (1). 5.0 Si moltiplicanorapidamente. Il Gonnard (p. 217) sulla fede del Mosso afferma che a New York l'eccedenza delle nascite sulle morti tra gli Italiani arriverebbe alle _proporzioni inverosimili del 62 per mille. Ciò preoccupa gli americani, che scorgerebbero in questa straordinaria fecondità un pericolo di vedere rapidamente moltiplicare gl'interiori. A ragione si considera inverosimile questa eccedenza che suppone una natalità di 80 °/00 almeno; e si può essere sicuri ch'è errata, come sono errati tanti dati statistici che non riguardano la fisiologia in tutte ie pubblicazioni del Mosso. Se tosse vera gli americani non avrebbero, che a provvedere al1' allevamento dei nati. 11 problema è d'indole ge.- nerale e preoccupa demografi e antropologi che rimangono impressionati dalla decrescente natalità delle classi superiori e dal!' alta natalità di quelle inferiori. Il fenomeno non data da oggi; e il progresso sociale non è stato arrestatò. Nel paese in cui si teme il suicidiodella ran._a e dove Roosevelt tuona contro la scarsissima natalità, messa in evidenza nei suoi vari aspetti da Commons (p. 198 a 203), si dovrebbe rimanere assai contenti della fecondità degli Italiani. f) Sono uccelli di parsaigio e portano via dal- !' America ingenticapit,ili. Mentre sono scarsi coloro che si preoccupano della rapida moltiplicazione degli Italiani - e non dev'essere minore quella degli altri undesirables, perchè in Europa la natalità degli Slavi e degli U1gheresi è superiore a quella degli Italiani - sono più numerosi, invece, quelli che in senso contrario deplorano che essi siano degli uccelli di passa,u:io, che non prendono stabile dimora in America; lo deplorano sopr:itutto perchè sottraggono annualmente ingenti somme alla Repubbblica e le portano in Europa~ Gl' Italiani sulle loro entrate risparmiano più degli altri come si può scorgere dallo studio del Sheridan; in conseguenza per questo titolo sono ritenuti più undesiderables degli altri. Tutto qnesto è vero. Molti Americani, però non considerano che negl' immigrati trovano uomini produttivi già belli e pronti a carico dei quali non c'è costo <li allevamento sino all'età, in cui divengono produttivi. Dimenticano sopratutto che gli undesirahles portano seco o mandano in Europa il 10 °/ 0 della ricchezza prodotta e lasciano i I 90 °/ 0 in America. Austin aveva già notato il fatto che la produzione maggiore e la ricchezza maggiore tra gli Stati della Unione si riscontravano per lo appunto in quelli che accolgono il maggior numero degli immigrati unskilled (Colajanni: Latini ecc. pag. 398), Sheridan (1) Pei consumi, pel tenore di vita degii Italiani e deRli altri u11desir.Àbles si riscontr·no le notizie precise che dà Sheridan - il suo studio venne riprodotto nella Rivista popolare del 3 1 Gennaio - e per gli anni anteriori le seguenti pubblicazioni dell' Utfici6 del lavoro di ·washington: The slums oj Baltimora , Chicago . New York and Philadelphia. ( Wa11hin~ton 1894); The ltalia11s in Chicago. (Washington 1897). si associa alle stesse considerazioni e Commons insiste nel dimostrare che la curva della prosperità della Repubblica segue quella della immigrazione (pag. n9, 121, 124, 158 ece.). Gli undesirables, quindi, sono creditori e non debitori verso la repubblica , e da ogni critica sotto questo aspetto brillantemente li difende lo Steiner (pag. 319 e 320). g) L'addensamentonellecittà. Si rimprovera agli undesirables l'addensarsi nelle città , aggravando i mali dell' urbanismo, e il rifuggire dai lavori agricoli. Ciò si è rimproverato specialmente agli Italiani. Se si guarda al fatto in sè il rimprovero è meritato, poichè è realmente enorme il numero degli unskilled, degli unde;iderables, che si fermano nelle città, specialmente nei porti di sbarco a New-Yorh sopratutto. Ma questo fenomeno è inevitabile, è il prodotto di una legge economica. Il Sheridan giustamente ha osservato che. gl' immigrati si distribuiscono precisamente a seconda della richiesta del lavnro e del livello dei salari. Possono essi trasportarsi dove non vengono richiesti e vengono pagati meno? Inoltre, rimanendo nelle città dove trovano nuclei preesistenti di connazionali, essi come osserva lo Steiner (pag. 263 ), si salvano dal ridicolo e dalla crudeltà, con cui in generale gli Americani trattano tutti gli stranieri, che non hanno i loro costumi e non parlano la loro lingua. Che rifuggano dal lavoro agricolo per indole, per determinazione volontaria non è vero. U Meade ha già dimostrato come gl'italiani, i maggiori accusati, riescano bene nei lavori agricoli; il Gonnard (pagina 215) descrive i settlements prosperi d' Italiani; agli italiani si devono i meravigliosi progressi agricoli della California; sono numerose le farms di Italiani nel Texas; sarebbero più numerose le farms condotte da Italiani se essi meglio fossero protetti con particolarità negli Stati del Sud e del Centro, contro la crudeltà e le preporenze dei bosses; contro le violenze collettive delle società segrete criminose, come i Cavalieridella notte; contro gli scellerati linciaggi. Gli Italiani, gli undesirables, gli unskilled arrivano negli Stati Uniti senza conoscere la lingua, i costumi, le condizioni e i luoghi del lavoro. Orbene non sarebbe interesse degli stessi governi degli Stati e del Governo Federale, impedire l' aggravarsi del1' urbanismo e dell'addensamento favorendo la razionale distribuzione degli immigrati? Ma in quest'opera di assistenza e di preve11zione il governo federale e quello degli Stati spiegano un'azione de- •ficientissima. Ciò venne esaurientemente dimostrato nella inaugurazione della Exihibit on Congestionof population in New York (<J a 23 marzo 1908) , ed eloquentemente dalla signorina Amy A. Bernardy, che dimostrò come e perchè gli italiani si fermino a New York e vadano ad abitare i districts congested e formino le Littles ltalies. Agli Americani per tutti gl' inconvenienti, che sorgono dal contributo che danno gl' immigrati undesirables in ciò che di più pericoloso presenta l' urbanismo si può ben dire : imputetur vobis. Roosewelt, per lo appunto ha detto : ccogni miserabile tenement , la cui esistenza è « tollerata da una città , si vendica su di essa di-

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