Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 4 - 28 febbraio 1909

RIVISTA POPOLARE 93 A parte questo, l'italiano nei distretti agricoli del Sud se la cava e se la caverebbe bene, ha buone chances, e trova condizioni sµesso simili a quelle che ha lasciato a casa. Ma come provvedere a che l' italiano appena arrivato sappia di queste condizioni e come eccitare in lui il desiderio di sperimentarle, quando l'ambiente che lo circonda e crea le prime impressioni, e così essenzialmente diver- ~o? Ecco un'> dei più seri i problemi nella vostra impresa. Nell'Ovest le condizioni del lavoro sono un poco diverse. In teoria parrebbe senza paragone migliore il Sud. I problemi dell'Ovest sono più vasti: l'agricoltura diventa quasi meccanic:1 ed industriale, e perciò meno adatta alle abitudini dell' italiano che ha la tradizione della coltura intensiva e non ha l'abitudine delle macchine e delle imprese agricole industriali su larga scala. Ma , a parte il lavoro agricolo , nell' Ovest c' è posto e necessità di ogni specie di mano d' opera; e la mt no d'opera si paga bene, perchè l'Ovest ha il denaro, lo spazio, il bisogno dell'attività su vasta scala ed è pronto a pagarla. Vi accennavo che nel Sud si coltivano fragole. Nell'Ovest si costruiscono ferrovie. Ora, senza fragole eventualmente si può andare avanti , senza ferrovie no. E la massa italiana che può coltivar fragole nel Sud può anche costruir ferrovie nell'Ovest. E allora fa ciò che facevano una volta in Europa le legioni romane, organizza la rete stradale della nazione. Ricordiamolo , qualche volta , a maggior gloria del troppo maltrattato immigrante. Maltrattato, ho detto. E qualche volta, anzi, ingiustamente offeso anche dalle più rugiadose buone intenzioni. lo conosco delle signore, mondanissime o intellettualissime o tutt'e due assieme, che s' interessano al problema sociale press' a poco così: « Che bel tempo che fa stamani, vero? Oh I vediamo di metterci a far qualcosa. Cosa si potrebbe fare? Andiamo a incivilire l'immigrante ».-Ora, non di questo ha bisogno l'immigrante. Che abbia bisogno di aiuto, nessuno lo nega, ma dev'essere aiuto da uomo a uomo, non da protettore a pezzente. Deve essere lo stesso aiuto che non offenderebbe noi stessi, se fossimo nella necessità di riceverlo. Poichè io non vedo per che ragione l' immigrante non deve ricevere lo stesso trattamento , se corre gli stessi rischi, e maggiori , degli altri cittadini. Qui non è questione d'influenza o di posizione sociale: è questione della comune umanità di tutti. Ciascuno di noi può far molto per l' immigrante, e deve farlo, non perchè questi sia un italiano o un irlandese o uno svedese o uno slavo, ma perchè è un uomo in un paese in cui si garantisce la più ampia affermazione dei diritti dell'uomo. Ora, perchè accusare l' immigrante italiano di favorire ostinatamente la congestione ? Domandiamoci piuttosto che cosa abbiamo fatto noi per favo rire lo sfollamento. Che cosa hanno fatto il Sud e l'Ovest per attirare questo immigrante? Lo hanno trattato uniformemente, fìn dal giot·no del suo arrivo, come se fosse fatto di pasta divers~ dal rest~ di noi, come una cosa, come una macchrna - anzi nemmeno come una macchina , perchè una macchina costa denaro, e un guasto al macchinario è una perdita di capitale. Ma se qui si massacra o si danneggia un italiano, che importa? Io domando per quale ragione deve il dago lasciarsi fare a pezzi nelle miniere o andarsi a far azzoppare nel1' Ohio in omaggio allo sfollamento, quando fuori dell' ambiente cittadino non ha salvaguardia nè garanzia? Ho notato recentemente su vari piroscafi in viagg10 di ritorno in Italia , le vittime degli infortuni sul lavoro , i martiri dell' augurato sfollamento: gente che si era ridotta inabile per la vita fra la Pennsylvania e il Western New York, il N~wHampshire e il Sud. Sfolliamo pure, dobbiamo 1,follare ; ma provvediamo a che l' immigrante disperso non sia solo come un cane quando dopo una disgrazia ha bisogno di protezione e d' aiuto. Si rimproverano all' Italia i denari che gli emigrati rimandano in patria. Ebbene, a questo prezzo io vi dico che sono troppo cari. Se queste sono le condizioni del lavoro •fuori delle città , e l' Italia deve ritrovarsi i suoi uomini ridotti così quando sfuggono alla lenta mo~te della congestion; molto meglio sarebbe poterli tenere a casa fin dal principio. L'Italia ,fa il possibile per aiutarli e proteggerli. Vediamo di fare il possibile anche qui. Vediamo di aiutarli a distribuirsi in modo che, se vanno nel Sud, non cadano negli orrori del peonage, o l'infortunio sul lavoro non ce li rimandi in patria miserabili e mutilati, e che, se vanno nell'Ovest, vi trovino non solo compaesani d'Italia, ma concittadini americani. Concittadini, non protettori rugiadosi o dispregiatori insolenti. Io non vi chiedo per loro un benvenuto sentimentale, ma un'accoglienza onesta. Fate che si accorgano di essere in mezzo ad una cittadinanza che, se non altro, non è loro ostile e non li dispre,.,za. Essi faranno presto a trovare la loro via e a diramarsi, se ne date loro convenienti occasioni ed eque garanzie. Se non possiamo fidarci dei mezzi privati o locali, intervenga il Congresso federale colla sua autorità e sotto le garanzie della Costituzione, ad aiutare, ad imporre se sia necessario, lo stollamento. L'Italiano, normalmente, è un elemento buono e sano e desiderabile da tutti i punti di vista, e miglior prova fa e farebbe quando si trova fuori del luridume della congestione ; in cui, del resto, non ha poi un pazzo desiderio di crogiolarsi. Il fatto è che lì c' è una richiesta costante per il suo lavoro , ed egli preferisce stare dove ha la certezza del lavoro e del guadagno maggiore ed immediato, tanto più che, e voi lo sapete, l'Italiano rifugge dal pauperismo e dalla bread line. Distribuite il lavoro, e la distribuzione dell'immigrato sarà senz'altro un fatto compiuto. AMY A. BERNARDY L'ascs~.nt~rol'infortuni inG~rmani secondo i datidelSegretaridaetolavoro perl'anno 1907 Il) L' au1nento continuo degli infortuni e la sua causa più probabile Chi scorre i dati statistici dell' ufficio di assicurazione governativo, trova che il numero degli infortuni industriali ed. agrarii aumento anno per anno con una inquietante regolarità, cosi in cifre assolute che relative. Per lungo tempo si è cercato di spiegare questo aumento con la crescente dimestichezza degli assicurati con le disposizioni legislative per gl' infortunii, la quale deve spingerli a dichiarare anche i piccoli ed innocui accidenti. Ma questa spiegazione è insostenibile, perchè è cresciuto ( 1) Riferiamo frdelmente secondo le notizie, i dati e le critiche contenute nel ~ Correspondenr_blatt ii, organo della « Generalkommission der Gewerkschaften Deutschalands •.

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