90 K.IVISTA POPOLARE vengono imputati alcune cesponsabilità che non gli spettano, ha quella gravissima di avere acuito e sistematizzato tale fallimento. E ciò specialmente premendo sugli elettori con metodi polizieschi e trescando o com battendo i clericali con un opportunismo deplorevole, e favorendone il risveglio, senza averne affidamento alcuno sulla loro italianità. Ora quanti amano davvero l'Italia devono sopratutto mirareallaformazione del carattere alla sana educazione, alla rinnovazione delle coscienze. In quest'opera suprema lo Stato può e deve fare molto; ma gli italiani devono provvedervi princi• palmente da loro stessi. Se non provvedono rimarranno artisti e ciarlatani; ma non costituiranno mai un grande popolo. Avranno Roma, Firenze, Venezia sulla bocca: ma i loro atti saranno sempre degni di Bizanzio. DoTT. NAPOLEONE CoLAJANNI Le organizzazionoiperaie e la probabiledecrescenzadegliscioperi < 1 > Vi è una legge di probabilità decrescente degli scio• peri, come la chiama il Salucci? Mentre nei paesi del continente europeo da.I 1900 gli scioperi sono andati aumentando, nella sola Inghil terra sono invece diminuiti. Ed il Rist, mettendo questo fatto in relazione al commercio di esportazione dei vari paesi , ha desunto una legge , che s' intuiva già per _se stessa., quella cioè della curva ascendente o disJendente del numero di scioperi a secc,nda della maggiore o minore esportazione, che sarebbe l'indice dello svi I uppo o della stasi o della crisi nelle industrie nazionali. Ma una eccezione si presenta per l' Inghilterra, a spiegare la quale la condotta e la potenza dei sindacati offrono dati precisi. E' certo che il movimento degli scioperi dipende essenzialme11te dalla sitnazione economica, e si aumenta o diminuisce con la prosperità più o meno grande della situazione economica e per il motivo che gli operai cercano di partecipare ai vantaggi di questa situazione o di tenen,i invece riservati , tutte le volte che tale situazione diventi cattiva. E la curva degli scioperi in tali casi si osserva chiaramente per quelli che riguardano il salario. Questi sono di due specie ; gli uni hanno per iscopo l'aumento, gli altri la resistenza alla diminuzione. I primi seguono la fluttuazione dello stato industrialei secondi aumeritano o diminuiscono in senso contrario ' cioè saranno più ,umerosi quanto peggiore è la situazione e v1ceven;..., percliè è appunto nei periodi di depressione che gl' industriali cercano di diminuire più che sia possibile il salario. Ma il Rist crede che sia un criterio semplicemente subbiettivo quello di fare risalire l'aumento dea-li scio- o peri all'azione unionista, mentre che, secondo lui tutto dipende dalle condizioni di sviluppo industriale. Però è da osservare che, pure offrendo la situazione dell' industria un margine alla elevazione del salario ' ( 1) Dal volume di prossima pubblicazione, presso la Società editrice pontremolese, Piacenza : 1< Le organizzazioni operaie ed l Contratto di lavoro », tutte le volte che gli operai sono organizzati , si avvantaggiano, o con la Hcmplice minaccia o con lo sciopero effettuato, del progresso, perchè lo sciopero , che presuppone riserva, direzione abile, spirito di solidariet,à, si attua più facilmente quando vi siano questi elementi. A comprendere però le relazioni, che intercedono fra il movimento degli 1:'.!Ciopeeri l'azione unionista , date le condizioni prospere dell' ind11stria, dobbiamo tener presente il grado di.organizzazione; il quale quanto più è elevato tanto più serve di freno alle diminuzioni del salario e di pressione ai miglioramenti. Il Sa.lucci vuol trovare la spiegazione della legge di probabilità decrescente degli scioperi soltanto nello sviluppo del capitalismo, il quale, assorbendo ogni cosa stritola con la sua forza formidabile tutti gli ostacoli che gli si parano dinan~i. E la inefficacia e la difficoltà dello sciopero aumenta di giorno in giorno con il complicarsi dall'organismo sociale e con il sindacarsi delle imprese. Certo gli scioperi successivi e di solidarietà trovano effettivamente un ostacolo nella tendenza contemporanea verso i sindacati industriali; ma non possiamo riscontrar~ in questo solo fatto la legge di probabilità decrescente. Perchè, se lo sciopero è un metodo particolare di condurre gli affari, se è un calcolo che fanno tanto gl'imprenditori quanto gli operai, sempre che la forza di resistenza delle unioni sia tale da poter infliggere imbarazzi seri ad una impresa, la legge di sviluppo degli scioperi dobbiamo ricondurla non a.Isolo fatto dell'assorbimento capitalista, come vuole i Sa.lucci; nè al solo fatto della situazione economica; come vuole il Rist ; ma alla situazione delle industrie ed alla potenzialità delle unioni. Gli operai infatti, che, ad ottenere un aumento di salario, abbandonano per un certo periodo di tempo il lavoro, che cosa fanno ? Si privano - dice il Loria - del I' intero salario che percepirebbero làvorando durante quel periodo, a fine di ottenere un incremento permanente di mercede; si privano cioè di una certa quantità di ricchezza per ottenere un reddito permanente di mercede ; impiegano un capitale per ottenere un profitto. Ma questo aumento di salario deve esoere almeno eguale al profitto della ricchezza che essi perdono a cagione dello sciopero ; dacchè , se l'aumento di salario non ra~giungesse quella misura, gli operai ove pure lo sciopero fosse trionfante, otterrebbero da ultimo Ùn reddito minore di quello che possono percepire proseguendo nel lavoro. Data quindi la minaccia dello sciopero , gli opeI"ai possono conseguire questa cifra minima, quando la perdita cui soggiace il capitalista; accordando l'aumento, sia minore di qnella a cui soggiace ricusandolo e provocando lo sciopero. Quando cioè la riduzione di profitto dell' imprenditore, dovuta alla elevazione del salario, sia minore del profitto perduto durante lo sciopero. È quindi un puro calcolo economico che decide della riuscita dello sciopero o, nel caso di semplice minaccia, della sua inattuazione.
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